Anhur, Protettore dei Guerrieri: mitologia egiziana, chi è?
Anhur, conosciuto anche come Anuretis, Onuris, Han-Her, è il dio della guerra nella mitologia egiziana, noto come “il salvatore” o “colui che ha scacciato i nemici del dio sole Ra”.
Adorato principalmente nella città di Thinis, vicino ad Abido, luogo di origine delle prime dinastie dei faraoni egizi, come Horus Scorpione II, definite appunto Tinite. Thinis era la capitale dell’VIII distretto (o nomo) dell’Alto Egitto. Anhur era venerato anche a Sobennytos, capitale del VII distretto del Basso Egitto, nel delta del Nilo.
Anhur ha origini antichissime e inizialmente era il dio della caccia in epoca Tinita. Con la crescita dell’impero egiziano, divenne sempre più importante, trasformandosi nel dio della guerra e del conflitto, nonché patrono dell’esercito egiziano e personificazione dei campioni reali del faraone. Per i suoi festeggiamenti venivano preparate finte battaglie con guerrieri e armi. Durante il periodo tolemaico, l’imperatore romano Tiberio veniva raffigurato nei templi egizi con la corona a quattro piume di Anhur. I Greci lo identificarono con il dio della guerra Ares, che, secondo la leggenda, fuggì in Egitto per scappare dall’assalto del dio Tifone, tramutandosi in Anhur. Come molte altre divinità egiziane, fu associato a numerose altre divinità, come Shu, diventando Anhur-Shu.
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POTERI E DESCRIZIONE DI ANHUR
Anhur è raffigurato come un uomo barbuto che indossa uno shendit, una sorta di gonnellino egizio annodato in vita in modo da estendersi fino alle ginocchia o, a volte, fino alle caviglie. Un abbigliamento che rende libertà di movimento, usato nella caccia dagli alti dignitari e dal faraone.
Il dio porta un copricapo con quattro lunghe piume e brandisce una lunga lancia. Talvolta, Anhur è rappresentato con la testa di leone e il corpo di uomo, con il leone che simboleggia l’autorità e il potere.
Le prime civiltà che si stabilirono lungo il fiume Nilo erano cacciatori nomadi che, trovando la fertile valle, vi si stabilirono, dando origine alla civiltà egizia. Questa civiltà visse secoli di benessere alternati a guerre per la conquista dei territori e per difendersi dagli invasori. Durante questo tempo, le varie divinità nate, cresciute e poi associate ad altre, furono numerosissime, probabilmente più di 2000.
Anhur, il cui nome significa “colui che riporta il lontano”, secondo la mitologia riportò in patria la dea Tefnut, con la testa di leone, figlia del sole e associata alla pioggia e alle nuvole. Tefnut fuggì nel deserto della Nubia, alimentando il sole con la sua rabbia, rendendo la terra arida e sterile. Riportandola in Egitto, il clima si ristabilì e la carestia terminò.
Un’altra leggenda narra che Anhur portò dalla Nubia la moglie, Mohit o Menhet, di cui era molto innamorato. Mohit, una dea leonessa, era conosciuta come “colei che sacrifica” o “colei che massacra”, e conduceva le truppe del faraone in battaglia.
Secondo alcuni scritti, Anhur era figlio di Ra e fratello di Bastet, la dea gatta, che aiutava a guidare la barca celeste del padre attraverso il cielo dall’alba al tramonto, difendendolo dalle avversità e dai pericoli.
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Simbologia di anhur
Anhur, con la sua complessa mitologia e la sua rilevanza nella storia egizia, rimane una delle figure interessanti e affascinanti della mitologia egiziana. Non tanto noto, almeno per chiunque non sia appassionato dell’egittologia, ma tanto importante nel culto egizio antico.
C’è una simbologia specifica su Anhur! Questo dio rappresenta non solo la forza e la protezione dei guerrieri, ma anche l’interazione, cioè il collegamento, tra gli Dei e gli uomini.
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Articolo scritto e pubblicato da e sul Il bosco delle streghe