Apsu, divinità delle Acque Sotterranee nella mitologia mesopotamica egiziana
Apsu è una divinità primordiale onorata nella mesopotamia. Ripresa poi nella cultura egiziana, ma in diversi volti. Ad ogni modo, Apsu è noto anche come Abzu o Tamsù venerato come il dio delle acque dolci sotterranee. Di acque che non si vedono, ma nutrono il terreno.
Nella mitologia primordiale antica, la terra galleggia sull’Apsu, cioè sulle acque primordiali da cui è nata la vita. Essa rappresenta l’oceano delle acque dolci sotterranee, conosciuto anche come il dio dell’abisso o del profondo. Le sue acque sorgive pulite e benefiche irrigano la terra e dissetano gli esseri umani, nutrono la vita, simboleggiando la forza vitale della natura che rende fertili le terre aride.
RELAZIONI DIVINE
La paternità di Apsu è incerta, alcune fonti lo considerano figlio di Enki o Ea, il dio della magia e della saggezza. Dal loro amore è nato qualcosa di benefico, cioè il bene assoluto che ritroviamo nella bontà delle acque. Mentre in altre scritture lo associano al dio del Sole, Shamash.
Apsu sposò la dea Tiamat, personificazione dell’oceano di acqua salata, da cui nacquero due figli mostruosi, Lahmu e Lahamu, serpenti acquatici.
Però la leggenda vuole che l’acqua dolce, Apsu, e Tiamat, l’acqua salata, non erano destinati ad amarsi ed è per questo che dal loro amore nacquero esseri mostruosi capaci di vivere sia in acqua dolce che in quella salata.
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L’aspetto di Apsu
Apsu è descritto come un mostro informe fatto di acqua fluida che scorre sotto la superficie terrestre, risiedendo negli inferi, cioè nell’Arallù, per poi risalire sulla terra, rinnovando la vita. La forma fluida gli consente di arrivare ovunque, in qualsiasi anfratto, per risorgere. Il suo cammino, dagli inferi verso la terra, ricorda comunque Ade, il dio dei morti nella mitologia greca, che può tornare sulla terra.
Questa divinità era considerata il dio agrario della vegetazione lussureggiante e rigogliosa, vitale per la fertilità delle terre. In poche parole è una divinità dei contadini, rupestre. La sua diffusione e credenza era totale, tanto che ancora oggi, in remote città della Persia e in Egitto, ritroviamo ancora vivo il suo culto.
Il mito dell’enuma Elis
Secondo il poema dell’Enuma Elis, Apsu e Tiamat mescolarono le loro acque per creare gli dei, ma Apsu, infastidito dall’affollamento divino, tentò di distruggerli. Tiamat, contraria alla distruzione, fu sedata dal dio Ea (Enki), che fece cadere Apsu in un sonno simile alla morte e lo uccise. Dal suo cadavere nacque il Dillum, un paradiso primordiale di abbondanza e fertilità.
Significato Storico
Questo mito riflette una realtà geografica della Mesopotamia, dove i fiumi Tigri e Eufrate, rappresentati come le acque dolci di Apsu, si uniscono alle acque salate del golfo Persico, personificate da Tiamat. Le inondazioni annuali dei fiumi, simili al diluvio, fertilizzavano le terre, ma anche causavano danni. Gli antichi mesopotamici impararono a gestire le acque attraverso canali per migliorare la fertilità delle terre agricole, promuovendo la nascita delle prime città e degli imperi.
Questo è il racconto di Apsu, una divinità fondamentale nella mitologia mesopotamica, simbolo delle forze naturali e delle acque benefiche che hanno plasmato la civiltà antica.
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Articolo scritto e pubblicato da e sul Il bosco delle streghe