Fuochi di Baal: cosa sono, nascita – Mitologia egizia
Baal, il cui nome significa “signore”, era una delle principali divinità nella mitologia cananea, siriana e fenicia. Era il dio del sole, del tuono, delle tempeste, dell’agricoltura, della fertilità e della fecondità.
Il dio Baal era anche temuto come una divinità vendicativa, capace di provocare pestilenze, siccità e carestie. La sua figura era talmente influente che venne assimilato a varie divinità in altre culture: in Grecia era associato a Crono, mentre per i Romani fu identificato con Saturno.
Nonostante le sue origini mediorientali, il culto di questa divinità si diffuse anche nell’antico Egitto, dove venne riconosciuto come una potente divinità straniera. Il suo culto si sovrappose a quello di altre divinità locali, mescolandosi con il pantheon egiziano e lasciando tracce nel sincretismo religioso dell’epoca.
I “Fuochi di Baal” erano rituali che coinvolgevano sacrifici, spesso di animali, ma nei momenti di maggiore crisi, anche di esseri umani, in particolare neonati e bambini di famiglie nobili. Questi sacrifici avevano lo scopo di placare la divinità e ottenere il suo favore, soprattutto in tempi di calamità naturali o guerre. Gli altari al dio erano ornati con bracieri in cui venivano bruciati incensi profumati e offerte. Il culto prevedeva anche la prostituzione sacra, pratica diffusa in diversi templi dedicati al dio.
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CHI È BAAL: SATANA?
Secondo la mitologia, Baal era figlio del dio creatore El e della dea Astarte, ed era destinato a diventare re degli dèi. Una disputa con il fratello Yam, dio del mare e degli abissi, portò a una serie di battaglie tra i due. Baal, con l’aiuto della sorella e moglie Tanit, riuscì infine a sconfiggere Yam, legandolo e gettandolo negli abissi marini. Divenuto re degli dèi, costruì un grandioso palazzo sul monte Casio, dove regnò fino a quando non venne sfidato da Mot, il dio della morte. La loro battaglia portò alla temporanea scomparsa di Baal dalla terra, causando una grave siccità. Tuttavia, grazie all’intervento di altre divinità, il dio fu riportato nel mondo dei vivi, riaffermando il suo potere e portando nuovamente fertilità e prosperità alla terra.
Il culto di Baal si estese a molte civiltà antiche, tra cui i Cartaginesi e gli Egiziani. I Cartaginesi lo adoravano sotto il nome di Baal-Hammone, considerato una delle divinità principali del loro pantheon. In Egitto, il culto di Baal si integrò con le credenze locali, e il dio fu venerato in maniera simile ad altre divinità solari egiziane.
Con l’avvento del monoteismo, soprattutto tra gli Israeliti, il culto di Baal venne demonizzato e associato al male. Nella Bibbia, Baal è descritto come un idolo pagano e il suo culto è condannato. Nel Cristianesimo, Baal viene identificato con Belzebù, un angelo caduto e principe dei demoni, associato a Satana. Questa trasformazione in una figura maligna segnò la fine del suo culto come divinità benevola e iniziò un nuovo capitolo nella sua rappresentazione religiosa.
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Baal e l’Egitto
Nell’antico Egitto, il culto di Baal si diffuse principalmente attraverso i contatti commerciali e le guerre con le civiltà del Vicino Oriente. Gli Egizi, noti per la loro apertura al sincretismo religioso, incorporarono Baal nel loro pantheon, dove fu venerato soprattutto nella zona del delta del Nilo. Qui, il dio assunse tratti delle divinità solari e guerriere egiziane, riflettendo la sua natura di dio della tempesta e della guerra. Nonostante fosse una divinità straniera, Baal fu ampiamente rispettato e temuto dagli Egizi, che vedevano in lui una potente forza della natura.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.