Hapi, mitologia egiziana: il padre del Nilo e Ash
Il Dio Hapi o hapy è una divinità egizia incarnazione del fiume e dell’inondazione annuale del Nilo! Il fiume più famoso e fertile di tutto l’Egitto che da sempre è considerato come un Dio in terra.
Hapi viene considerato come il Duo della fertilit, terra e dell’abbondanza. In questo caso sottolineiamo che si tratta di un dio uomo e non donna, come spesso capita in altre culture. Di solito è la donna a rappresentare abbondanza, in questo caso invece è un uomo. Dio autoreattore di sé stesso che si è costruita la sua fama appunto elargendo la gioia e il benessere: alluvioni e fertilizzante naturale per i raccolti abbondanti.
CALENDARIO EGIZIO
Venerato e adorato in tutto l’Egitto. Gli storici sostengono che Hapi era il nome principale del fiume e in seguito, nel corso dei secoli, fu cambiato in Nilo. Il termine Nilo: significa semplicemente fiume.
La sua inondazione era annuale. Non capitava solo una volta, ma per mesi il fiume tendeva a uscire fuori dal suo letto naturale. Un fenomeno che il popolo vedeva come una benedizione e benevolenza divina. Coincideva con il sorgere della stella Sirio che iniziava in luglio per terminare a novembre. Nel calendario egizio esso indicava: l’inizio del nuovo anno, il capodanno egiziano. L’anno poi era diviso in tre parti:
- Inondazione
- Semina
- Raccolto
Ognuna di queste fasi durava 4 mesi. Per il popolo egiziano il fiume era così importante da essere una divinità da onorare. Tanto da creare degli idrometri per misurare i livelli delle acque.
Rituale di hapi
In questa data si commemorava anche il matrimonio degli Dei. Al contrario di quanto si crea, gli egizi non fecero mai sacrifici umani gettando persone vive nel fiume in suo onore. Almeno non nella religione egiziana, ma non è escluso che in quella mesopotamica, più antica, fossero eseguiti tali rituali.
Per festeggiare Hapi però si gettavano statuine di terracotta o legno in acqua. Fanti fiori di ogni genere. Fiori che venivano offerti sia dai nobili che dal popolino o addirittura dagli schiavi. Hapi era poi chiamato in molti modi: creatore dell’orzo e del grano, signore dei pesci e degli uccelli, creatore della vegetazione, padrone del fiume.
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Hapi: il dio obeso
Immaginiamo le divinità, specialmente quelle antiche, come uomini e donne bellissimi e aitanti. Hapi invece era raffigurato come un uomo obeso con la barba finta. I seni penduli e flosci, con un grande ventre.
Per certi versi si accentuano alcune caratteristiche femminili, ma in realtà Hapi è una figura androgina né uomo e né donne, ma con caratteristiche delle due nature. Vestita con un perizoma annodato all’altezza dell’inguine, costume che era usato dai pescatori dell’epoca.
In alcune sculture reca in mano un vaso dal quale esce l’acqua. Altre volte è di fronte ad una tavola ricca di vegetali, i doni della terra. Ci sono poi raffigurazioni e rappresentazioni in cui ha la testa cinta con fiori di loto (fiore tipico che cresce nelle acque dolci di fiumi, laghi e stagni). Oppure con fiori di papiro.
Una particolarità di Hapi è che la sua raffigurazione richiedeva che una parte del corpo fosse chiara e l’altra scura (con la pelle blu o verde) che sono i colori delle acque del Nilo.
Tale obbligo era appunto per mostrare la dualità del Dio e accentuare l’essenza sia maschile, come la forza violenta delle inondazioni, e l’altra femminile, come l’umidità del terreno.
Secondo una leggenda antica, i coccodrilli sono stati intrecciati da Hapi, con steli di loto, e sono i guardiani delle acque. Essi rappresentano l’alto Egitto il che indica che il Dio era noto in tutto questo impero.
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Dio più antico dell’uomo
Venerato fin dalla nascita delle prime dinastie gli egizi, un dio più antico dell’uomo stesso. Si credeva che Hapi vivesse in una caverna posta nella prima cateratta del fiume Nilo.
Il dio non aveva grandi templi, ma veniva venerato insieme alle più grandi divinità egiziane. Il suo mito era molto forte, soprattutto nella città di Assuan ed Elefantina, isola alla foce del Nilo.
Tuttavia non vi si dedicavano dei templi proprio per non indispettire il Dio e la sua violenza. Le inondazioni possono essere dolci o improvvise e catastrofiche. In entrambi i casi tendono a spazzare via tutto quello che trovano sul loro percorso. Un tempio quindi sarebbe stato un elemento che il Dio poteva distruggere e la distruzione era quindi un segnale malevolo.
Per evitare di adirare Hapi si preferiva ereggere piccoli altari posti sulle rive del fiume. Altari che si potevano costruire rapidamente, con materiali da cambiare annualmente o che potevano essere costruiti anche dal ceto più povero.
Festeggiato ampiamente dalla popolazione dopo le prime inondazioni con grandiose processioni di barche, con inni, preghiere e danze.
Presenza di Hapi
Ogni anno il fiume Nilo gonfiava le sue acque e inondava straripando le terre attorno. I suoi argini terreni aridi e desertici, sarebbero ben presto diventati verdi e lussureggianti, ricchi e fertili. Dopo 4 mesi le acque si ritiravano nel suo letto originario e continuavano il normale percorso del fiume.
Al suo ritiro il terreno era pieno di limo nero che i contadini sfruttavano abilmente lavorando il terreno e seminando cereali. Un concime naturale che permetteva di fare dei grandi raccolti per soddisfare i bisogni della popolazione.
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Ash: dio delle oasi del deserto, metà uomo e animale – mitologia greca
Ash o Ach, dio del deserto protettore delle fertili e verdeggianti oasi tra le dune di sabbia. Questa divinità è sacra anche perché è la divinità dei vigneti situati nella zona occidentale del delta del Nilo.
Nella mitologia greca ci sono innumerevoli divinità egiziane che cambiano o ne nascono diverse personificazioni in base alle tribù vicine, come quelle libiche dei Linu e Tinhu popoli nomadi del deserto. Tuttavia ci sono delle divinità che rimangono invariate nella loro potenza e benevolenza.
Ash è una divinità egiziana che era sostenuta e venerata da tutte le popolazioni nomadi poiché la loro sopravvivenza poteva essere determinata dalla presenza di qualche oasi nel deserto sconfinato.
Non pensiamo all’oasi come la vediamo in alcuni cartoni animati o nei film, vale a dire un angolino verde, con alte palme e un laghetto al centro. Nel deserto è possibile trovare delle falde acquifere naturali che fuoriescono all’esterno dove appunto ci sono delle zone verdi che evidenziano la sua presenza. Oppure si tratta di una falda acquifera nel terreno, una fessura o spaccatura. Qui la popolazione si approvvigiona di acqua semplicemente calandovi un secchio, come i nostri classici pozzi.
L’oasi rappresenta una zona dov’è possibile trovare acqua e cibo, quindi la salvezza. Se pensiamo che nel deserto c’è il rischio di morire in poche ore o qualche giorno a causa di mancanza di acqua e disidratazione, è evidente che Ash, il dio delle oasi, è appunto veneratissimo.
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ASH DIO DELLE OASI
Migliaia di anni fa, in Egitto, non vi erano i deserti sterminati che ci sono nei nostri giorni, ma era una distesa verde e rigogliosa, ricca di fiumi. Le popolazioni nomadi erano costituite da cacciatori e raccoglitori. Nel corso del tempo la regione subì dei forti cambiamenti e il deserto cominciò ad apparire come un flagello. Esso si estendeva e al suo passaggio rimaneva solo sabbia.
Alcuni gruppi, per sopravvivere, dovettero diventare nomadi. Perfino le dinastie da cui discendono i faraoni furono costretti a spostarsi e quindi a invadere o conquistare altre terre fino a stabilirsi sulle fertili sponde del Nilo. Essi portarono con loro i primi dei. Ash è un dio primitivo e il suo culto nacque con i primi insediamenti di questi nomadi. Grazie a lui essi sopravvissero nella migrazione del deserto.
Per questo si trovano poche tracce della sua presenza e culto nelle grandi città. Altari, statuette e geroglifici sono stati ritrovati nel deserto dove sicuramente c’erano delle oasi. Nella parte occidentale dell’Egitto, la popolazione vi costruirono case, pozzi dedicati al Dio Ash. Qui poi cominciarono a coltivare la terra.
Nel frattempo il deserto del libano e Siria crebbe, creando delle oasi in più punti, dov’era possibile vivere. Si svilupparono qui le prime civiltà e le divinità si accomunarono. Nel medio regno, i faraoni si resero conto che era necessario controllare queste zone e le oasi poiché erano passaggi obbligati per le carovane di commercio. Essi furono affidati ai faraoni che gestirono il territorio per la sua ricchezza di minerali e per l’agricoltura.
Iniziò un periodo di pace poiché le oasi più distanti e impervie, pericolose, vennero usate come “galere” per prigionieri quali: ladri e assassini. Inoltre si usavano per esiliare i nemici o le persone indesiderate.
Seth e ash: dii del deserto
Le oasi sono associate anche a Seth che è il Dio del deserto del disordine, della violenza e del caos. Ci sono però delle grandi differenze.
Diciamo che Seth è il dio del caos e della morte sicura. In questo luogo, il calore, rende confusi ed è molto facile perdersi in modo da non ritrovare la strada per andare avanti e tantomeno quella per tornare indietro. In tutta questa confusione è possibile che, di tanto in tanto, Seth benevolo apra qualche spaccatura nel terreno. Qui ci sono delle falde acquifere oppure diventano un riparo per il calore intenso del deserto.
Ash invece rappresenta proprio l’oasi! L’oasi dove ci sono i pozzi di acqua oppure un grande laghetto in cui perfino gli animali possono abbeverarsi e dove prospera la vegetazione, compresi la presenza di alberi e cespugli o erba. Tale comparsa nel deserto consente di sopravvivere! Dunque ash rimane un Dio più benevolo.
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Divinità predinastica
Ash è un dio benefico ed arcaico. Esistito nel periodo predinastico, dunque prima dello sviluppo della popolazione egiziana. La sua popolarità si afferma con la comparsa e inizio della II dinastia che poi è quella che ha prodotto l’espansione della cultura e religione egiziana.
Praticamente Ash appartiene alla religione primitiva delle zone mesopotamiche, ma che si è poi affermato per la sua indubbia benevolenza.
Rappresentato con il corpo antropomorfo: metà uomo e la testa di un animale del deserto che può variare in base all’immagine che vuole mostrare agli esseri umani. Può diventare la testa di un avvoltoio oppure di serpente, di un falco o leone.
Lo riconosciamo perché indossa la corona dell’alto Egitto. Si tratta di un cappello conico a punta che ha un aspetto leggermente curvo, di colore bianco con fregi di metallo dorati.
Ash era anche il protettore delle strade, viali e sentieri che erano attraversate dalle carovane che si spostavano da un punto all’altro della regione desertica. Strade che facilmente si potevano perdere o essere seppellite dalle tempeste di sabbia.
Scomparsa di Ash
Come abbiamo accennato, Ash Inizialmente era una divinità benefica. La sua figura raggiunge l’apice della fama nel primo periodo dell’evoluzione sociale e culturale dell’Egitto. Tuttavia nel basso Egitto inizia ad essere assimilato a Seth, che invece è il dio del deserto caotico, cioè quello dove c’è solo sabbia e morte. Inizialmente i due dii erano distinti, ma poi Ash venne accorpato ad Ash fino a farlo scomparire del tutto. Ciò capitò nei secoli e sono nella zona bassa dell’Egitto.
Nel centro, per le tribù vicine al deserto e per l’alto Egitto, Ash è rimasta una divinità indipendente, ma minore. Tanto da essere venerata solo dalle popolazioni nomadi poiché, nello sviluppo economico della popolazione egiziana, perfino la mitologia egizia subì dei cambiamenti. Il popolo e i nobili preferivano quindi dare spazio alle divinità principali.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe!