Nectanebo: faraone mago, padre di Alessandro magno – mitologia egizia
Nectanebo II della XXX dinastia e vissuto nel 360 a.C. è stato l’ultimo faraone e un grande mago d’Egitto. La sua fama cammina 2 due vie: la prima è che, nella storia, fu l’ultimo faraone della stirpe egiziana più antica. La seconda è che fu un mago, uno studioso della magia, astronomia e esoterismo più potenti al mondo. Almeno nel mondo di allora.
Ritenuto un adepto della magia delle effigi, cioè la magia praticata dai sacerdoti che circondavano la famiglia reale per aiutarli a combattere e sgominare i nemici.
LEGGI ANCHE: Nodo di Iside, simbolo di vita e protezione
NECTANEBO: LE LOTTE NAVALI
La “Effige” era la più antica tecnica associata alla magia nera, arte oscura, disciplina in cui lui eccelleva e che usava persino in guerra. I suoi attacchi reali erano preceduti da riti esoterici con sacrifici di ogni genere, anche umani. Nei suoi combattimenti navali era vestito da mago con una lunga tunica nera. Nectanebo si dilettava a fare modellini di legno delle navi dei suoi nemici, perfetti nella replicazione in ogni sua parte, complete di equipaggiamenti e ciurme. Quest’ultime erano fatti con pupazzetti di cera. Metteva tutto in una grande vasca facendole galleggiare. Da una parte schierava le sue flotte e dall’altra c’era il nemico.
Nectanebo cominciava a pronunciare parole magiche ed attaccava battaglia. Con la forza della sua immaginazione prendevano vita le situazioni che si sarebbero palesati nella lotta vera. Nectanebo le affondava facendole colare a picco e decretando la sua vittoria.
Quando l’impero Persiano attaccò l’Egitto, il faraone riuscì veramente e respingere il nemico usando questa magia. Dopo la battaglia iniziale i persiani attaccarono una seconda volta e vinsero gli egiziani. Nectanebo fu costretto a fuggire e cosi l’Egitto divenne una provincia persiana.
Nectanebo rivelò, in confidenza, ai suoi sacerdoti che non aveva pensato che i persiani avrebbero eseguito un secondo attacco in così breve tempo. Lui quindi non aveva potuto eseguire un secondo rituale per vincere ed è per questo che avevano perso.
LEGGI ANCHE: Dea Am-he: divoratore dell’eternità mortale – mitologia egizia
Padre di Alessandro Magno
Dopo la sconfitta iniziò la leggenda su Nectanedo. Si narra che lui fosse il vero padre di Alessandro Magno, che fu grande re e condottiero macedone che conquisto un vasto impero, ed era a lui che aveva lasciato la sua potenza esoterica. Tanti ammiratori della forza di Alessandro Magno ritenevano che le sue vittorie erano dovute ad una forza soprannaturale e quindi il suo vero padre doveva essere una divinità o un grande mago, cioè: il faraone Nectanedo.
Nectanebo, quando fuggì dall’Egitto e si trasferì in Macedonia presso la corte di re Filippo II e sua moglie, la regina Olimpia, madre di Alessandro Magno, divenne la sua amante. In questo tempo lui divenne famoso per le sue arti divinatorie.
Si narra che la regina, conoscendo i suoi poteri, gli chiese delle profezie e divenne una seguace di Nectanedo che si invaghi di lei. La regina voleva un figlio di natura divina e quindi invincibile. Il mago la convinse che con i suoi sortilegi sarebbe riuscito a farla incontrare con il dio Amon che avrebbe dovuto giacere con lei.
Naturalmente il dio Ammon si impossessò del mago e quindi i due divennero amanti fino a che al regina non rimase incinta. Quando l’uomo lo venne a sapere le mise una mano sul ventre e pronunciò delle parole magiche annunciandogli che il figlio che sarebbe nato si sarebbe impadronito del mondo.
LEGGI ANCHE: Anubi: dio dei morti e templi solari – miti egizi
Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.