Nodo di Iside, simbolo di vita e protezione
Il nodo di Iside è un potente amuleto nato nel Nuovo Regno, che va dal XVIII alla XX dinastia. Questo simbolo, noto anche come: Tyet o nodo della vita, è molto simile all’Ankh, simbolo della vita, ma con le braccia rivolte verso il basso.
Non era solo un ornamento per abbellire l’abbigliamento, ma simboleggia soprattutto la magia e il sangue, segno di vita e fertilità. L’amuleto era realizzato con pietre rosse, come il diaspro rosso o la cornalina, e veniva opportunamente caricato con incantesimi dai sacerdoti e sacerdotesse del tempio di Iside per aumentarne la potenza.
AMULETO E DEFUNTI
Prima di essere indossato, il nodo di Iside, veniva lavato e purificato in acqua profumata con fiori. Una volta caricato di magia, si indossava come ciondolo appeso al collo, pendente sul petto, come protezione. Il Tyet o nodo di Iside viene ancora usato oggi come ciondolo o amuleto.
Tale simbolo era usato anche come accessorio per i defunti, in modo che essi avessero una protezione nel lungo cammino verso il regno dei cieli. Veniva posto tra le bende della mummia all’altezza dei polmoni, della vita e del cuore. Dopo essere stato caricato di magia con l’intento di far ritornare il defunto a nuova vita e tenere lontani gli esseri maligni dell’aldilà, aiutandolo a non trovare ostacoli durante il suo cammino attraverso le porte della Duat, il regno dei morti.
Il nodo di Iside è menzionato anche nel Libro dei Morti, capitolo 156, e il suo simbolo è scolpito sui sarcofaghi e nelle pitture murali delle stanze funerarie.
Per i vivi invece, il nodo di Iside veniva posto come fibbia sulla veste, come faceva la dea o essere utilizzato come simbolo decorativo sulle stole, annodando l’abito in modo particolare tra i seni.
Uso in magia
L’amuleto rappresenta il sangue mestruale di Iside, simbolo di magia, maternità e guarigione. La dea, con la sua capacità di dare resurrezione e vita ai morti, resuscitò suo marito Osiride e fece ritornare in vita suo figlio Horus, morto dopo essere stato morso da uno scorpione velenoso. I lamenti di Iside fermarono il cammino del sole nel cielo e, con l’aiuto del dio Thoth, suo figlio tornò a vivere.
I poteri magici di Iside proteggevano chiunque dalle persone malintenzionate.
LEGGI ANCHE: Anuqet, la signora delle gazzelle, divinità egiziana
Come Funziona il Nodo di Iside
L’amuleto del nodo di Iside doveva essere portato al collo per ricevere la protezione della dea. Doveva essere realizzato in pietra rossa, come il diaspro rosso, la cornalina, o creato in oro, corallo rosso o corniola. Per rafforzarne il potere, veniva indossato con il pilastro dello Djed, che indica stabilità, e appeso a una catenina. Questo amuleto proteggeva dai nemici, preservava la salute e gli arti. Una piccola formula recitava: “Il potere di Iside, la magia di Iside scaccerà e proteggerà chiunque voglia danneggiarti, rendendoti forte.”
In conclusione, il nodo di Iside non era solo un semplice ornamento, ma un simbolo potente carico di significati mistici e protettivi. Rappresentava la magia, la vita e la fertilità, proteggendo sia i vivi che i defunti e mantenendo viva la presenza di Iside attraverso i secoli.
LEGGI ANCHE: Apsu, divinità delle Acque Sotterranee nella mitologia mesopotamica egiziana
Iside: culto e mito
Iside era originaria del delta del Nilo, una divinità celeste e forse la più antica delle dee egiziane. Il suo nome significa “seggio” (trono) del cielo o del sovrano, e nei geroglifici è rappresentato con un trono. Iside porta questo seggio anche sulla testa come una corona. Un’altra sua rappresentazione è lo sparviero, animale a lei sacro.
La sua figura seduta, mentre tiene il figlioletto Horus sulle ginocchia, ha ispirato l’immagine della Madonna con il Bambin Gesù.
Iside era definita come la madre divina del faraone, che veniva comparato a Horus, suo figlio. Una volta cresciuto, Horus divenne faraone, spodestando lo zio Seth e esiliandolo nel deserto. Iside divenne la dea più venerata in assoluto, assorbendo numerose altre divinità. I suoi poteri magici erano maggiori di quelli degli altri dei. Proteggeva il regno dai nemici, governava i cieli, la natura e il destino degli uomini.
Il suo culto, durante il periodo Greco-Romano, acquisì grande popolarità e si propagò in tutto il Mediterraneo e l’Asia Minore. Si trovano resti dei suoi templi ad Atene, nelle isole dell’Egeo, in Sicilia e Sardegna, in Campania a Pompei ed Ercolano, a Roma, in Gallia e perfino in Germania.
LEGGI ANCHE: La maledizione di Tutankhamon: magia ed esoterismo
Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe