Magia bianca vs magia nera: consapevolezza e ignoranza!
Quante volte ti sei chiesto: magia bianca o nera, cosa sono? Ti sei affidato solo a parole e credenze popolari, ma vuoi scoprire tutta la verità su questi concetti? Usandoli poi al meglio in piena coscienza? Iniziamo allora…
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La magia è un concetto affascinante che però è interno ad ognuno di noi. Nel corso della storia, ogni epoca e cambiamento sociale, ha creato, sviluppato, usato la magia in modo diverso e questo perché l’umanità ha la capacità di influenzare, modificare e cambiare la realtà mediante forze invisibili.
Un tema ricorrente è la distinzione tra magia bianca e magia oscura o nera! La prima è associata a intenti benefici, protezione e guarigione. La seconda, invece, è percepita come pericolosa, volta a danneggiare o controllare gli altri, anche se questo è il primo errore che si commette.
Perché la magia cosiddetta nera, non è esclusivamente malefica, ma parla di quegli elementi oscuri come possono essere: uso di ombre, evocazioni e altro. Questa rigida divisione tra “bene” e “male” risponde a un bisogno umano di classificare le azioni secondo principi morali chiari, ma ciò nasconde sfumature complesse, dove diventa poi difficile tracciare confini vari. Infatti, come accennato prima, la magia bianca non è esclusivamente benefica e la magia cosiddetta nera non è totalmente malefica. Però per chi si avvicina a questo studio occulto ed esoterico può trovare difficoltà nel capire le differenze.
Magia nera: la magia che brucia
Mi prendo un attimo per spiegare cosa sia in realtà la magia considerata nera!
Le pratiche assimilabili al concetto “oscuro” o nera sono documentate già in Mesopotamia, Egitto e Grecia antica (II millennio a.C. vale a dire tra il 2500 A.c e 1001 a.c), dove venivano usati incantesimi e maledizioni scritte su tavolette, cristalli o piombi per danneggiare nemici o rivali. Qui notiamo che quindi la magia era usata contro qualcuno.
Nell’epoca greco-romana inizia una classificazione tra magia benefica e malefica. La “goezia” cioè la magia evocatoria oscura, era associata a stregoni e necromanti ed era contrapposta alla “teurgia” vale a dire la magia sacra e positiva.
Fu solo nel medioevo che inizia a introdursi il termine “magia nera”. Anzi essa si consolida nel secondo medioevo tra il 1100 e il 1200 D.c per arrivare ai suoi apici tra il 1400 al 1500 D.c quando la Chiesa cristiana condanna le pratiche occulte considerate di origine demoniaca.
In questo periodo, tale concetto viene collegata alla stregoneria e perseguita come eresia. Non esiste nemmeno una chiara distinzione, tutto quello che si poteva considerare magico perfino gli unguenti medicinali divennero magia malvagia, quindi nera.
Solo che metto un “accento” sulla parola “nero”. Perché determinate pratiche sono considerate di magia oscura? I motivi sono due. Il colore nero nel medioevo, fu associato al male, al peccato e alle forze oscure ma il secondo motivo è quasi “ridicolo”. In realtà le pratiche evocative richiedono l’uso dell’elemento fuoco e dell’aria, vale a dire quello di bruciare e diffondere. Quando si brucia una cosa, qualsiasi cosa, essa sviluppa del fumo e il fumo è appunto nero. Quindi qualsiasi rituale, culto o addirittura venerazione che richiedeva bruciare qualcosa perfino delle erbe, era considerata appunto di magia malefica. Cioè: magia che brucia!
Quest’ultimo motivo fu quello che condanno nel secondo medioevo, migliaia di persone che vennero perseguitate come streghe solo perché magari erano solite bruciare delle erbe in casa per renderle profumate oppure per pulire spazi sacri.
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Magia bianca: la magia purificativa
La magia bianca è finalizzata a scopi che sono di guarigione, protezione, armonia ed elevazione spirituale. Anch’essa venne classificata solo nel medioevo, ma le pratiche erano note già nel periodo mesopotamico antico. Durante gli anni 1100 la chiesa iniziò a introdurre l’idea che la magia bianca era solo quella sacra utile per combattere la magia evocativa o nera.
Anche in questo caso il colore bianco ha un doppio significato. Il primo è quello che il bianco indica purezza, luce e benevolenza. Il secondo è che le sue pratiche sfruttano l’elemento terra e acqua. Tutte le pratiche della magia bianca richiedono esclusivamente la presenza di acqua e terra.
Per esempio nelle chiese esiste: l’acqua benedetta. La pulizia del corpo consentiva anche la pulizia della mente. Le chiese venivano lavate e pulite una volta a settimana. Unitamente si effettuano pratiche con la terra, per esempio la benedizione dei terreni che provvedevano alla crescita dei raccolti. Oltre a questo erano consentiti gli unguenti o le lavorazioni dei medicinali purché essi non fossero mai bruciati. In poche parole la magia bianca è solo purificazione.
Magia ed elementi
Durante i miei periodi di studio, mi sono stupita quando compresi che alla fine la magia non è bianca o nera ma dipende da quali sono gli scopi e soprattutto gli elementi utilizzati.
Usare il fuoco e l’aria ci porta ad una magia che richiama forti influssi quindi è potente perché quando il fuoco brucia il fumo diventa sapere nell’aria, ma dalle sue ceneri nasce sempre qualcosa. Questi sono quindi elementi di magia malvagia.
Mentre usando l’acqua e la terra si ha un ripristino, quindi riportiamo equilibrio e armonia perché: acqua e terra insieme permettono la nascita sana della natura. Inoltre noi siamo composti di acqua e abbiamo bisogno di nutrirci. Ecco come mai usando questi elementi si effettuano rituali di magia bianca.
Tuttavia siamo sempre noi a fare la diversificazione tra bianco e nero e purtroppo questo tipo di “divisione” comporta poi una forte “incomprensione” su quale sia il giusto cammino o quali sono le energie che percepiamo.
In fondo chi di noi non è mai stato attratto da praticare una qualche magia per vendicarsi di qualcuno? Ciò vuol dire che siamo streghe nere? Quanti di noi hanno fatto rituali di purificazione usando sale, acqua e terra? Ciò vuol dire che siamo streghe bianche? No, tutto questo ci deve far capire che abbiamo intrapreso un percorso e che possiamo essere attratti da energie specifiche ma ricordate che siamo solo noi a decidere l’intento finale! Indubbiamente quando il nostro percorso spirituale è in avanti, studiando, facendo divinazioni e quindi iniziando delle pratiche, possiamo capire se siamo: streghe bianche o streghe nere!
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Pratiche malvagie: siamo sicuri?
La magia nera è tradizionalmente definita come l’uso di poteri o rituali sovrannaturali finalizzati a scopi egoistici, malvagi o dannosi, quindi vendicative oppure per provocare del male. Nei rituali o incantesimi più esperti, usiamo questo termine, si evocano e ispirano forze oscure, entità malvage, defunti o energie occulte antiche che possiamo vedere o percepire come ombre. Piccola parentisina: le ombre sono poi composte di fumo, cioè combustione del fuoco e aria, ed è anche questo la caratteristica che identifica appunto le pratiche di magia nera. Chiusa parentisina.
Ora cosa utilizza questa magia? Le sue pratiche includono incantesimi, maledizioni, evocazione di spiriti o entità superiori malevoli necromanzia, uso di oggetti personali (capelli, unghie, vestiti) per influenzare la vittima, simboli magici e rituali oscuri.
La goezia, ovvero l’evocazione dei demoni tramite grimori (libri magici), è strettamente associata alla magia oscura, però preciso che per svolgerla occorre pratica e una conoscenza che non si limita a qualche divinazione, ma anzi è necessario conoscere anche lingue arcaiche per svolgerle. Ad esempio i Mandja, un popolo dell’Africa centrale tra Camerun e Congo, ricorrevano a rituali con lavorazioni di vario genere dove ricavano dei veleni da animali, piante o funghi, confezionati in polveri o paste, destinati a causare malattie epidemiche o morte e queste sono pratiche considerate forme di magia cosiddetta nera poiché rivolte esclusivamente al male!
Domandona per tutti!
Ora vi faccio una domanda un pochino strana: secondo voi quando si può o si deve usare la magia nera? Tutti, per istinto, risponderanno: mai! Non è una risposta vera!
Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha desiderato una qualche vendetta, rivalsa, un moto di odio verso qualcuno o qualcosa. Perfino gli Dei non sono immuni a questi sentimenti, se non lo sono loro perché dovremmo esserlo noi umani? I santi, prima di essere dichiarati tali, anche loro, nella vita che hanno avuto, hanno provato tali sentimenti. Ci sono periodi in cui è possibile usare questa varietà di magia che si può usare senza temere di evocare chissà che entità! 38 Infatti torno a dire che questa magia è stata classificata in tal modo nel medioevo, durante un periodo in cui la chiesa condannava qualsiasi culto o rituale pagano. Tale classificazione ancora oggi è seguita, ma è sbagliato.
Secondo le fonti antropologiche, in alcune società – come tra gli Azande, altra popolazione africana, si considerava benefica la magia volta a colpire i nemici del gruppo perché distruggere il nemico portava benessere al proprio popola. La distinzione tra bene e male dipende oggi come ieri dal contesto in cui si usa e dall’obiettivo finale da raggiungere.
Oggi si possono usare delle pratiche di magia considerata oscura o nera per esempio quando ci si vuole “liberare” di un legamento d’amore! Questa è una pratica che richiede di equilibrare nuovamente la nostra vita e per farlo è normale richiamare energie ed entità che intervengano per ripristinare ciò che è stato spezzato. Oppure si usano alcuni rituali e incantesimi per togliersi una fattura o un malocchio che si sono state inviate da persone esterne che vogliono il nostro male. Quindi c’è una riflessione semplice da fare: la magia nera è davvero nera oppure lo diventa solo in determinati contesti? Usare le pratiche occulte ed esoteriche se non volte al male non sono mai pratiche oscure o nere.
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Quando è pericolosa?
Le sue pratiche sono considerate potenzialmente pericolose non solo perché volte al male verso gli altri, ma anche per il rischio degli effetti collaterali indesiderati come:
- Rischio di ritorcimento del rituale: l’incantesimo può colpire chi lo invoca per errore, o persino lanciarsi contro il destinatario sbagliato
- Residui energetici: alcune maledizioni lascino un’energia oscura permanente che di lega a chi esegue la pratica oscura, nutrendosi o richiamando entità che si nutrono della nostra energia. Tale conseguenza si deve poi eliminare altrimenti conduce a periodi di sfortuna, malattia o morte
- Necessità di protezione rituale: chi pratica magia nera deve sapere che è indispensabile ricorrere a simboli, incantesimi o tecniche di purificazione e protezione per evitare ritorsioni, danni metafisici o colpi di ritorno.
Magia: la religione mai dimenticata
Culturalmente la magia ha avuto un ruolo centrale in tutte le epoche, in tutte le società e in tutti i ceti sociali. Dagli antichi egizi agli stregoni medievali. Il suo studio serviva a interpretare fenomeni naturali, ottenere guarigioni o protezione, rafforzare legami sociali e religiosi. Venerare entità e divinità. La magia bianca era usata e integrata nei riti sacri, mentre la magia oscura era stigmatizzata! La religione e la morale hanno contribuito a modellare le percezioni della magia, creando categorie simboliche che riflettono paure e aspirazioni collettive.
Sul piano spirituale, l’interesse per la magia nasce dal desiderio di contattare dimensioni superiori e influire sul proprio destino. Rappresenta un mezzo per dare senso a eventi altrimenti incomprensibili, per esercitare controllo e trovare sicurezza in un mondo incerto. La distinzione tra magia bianca e nera riflette dunque anche una ricerca interiore di armonia e integrità, così come il timore delle conseguenze delle proprie azioni. Ma è possibile tracciare una linea netta tra bene e male nella magia? La risposta appare sfumata: ciò che per alcuni è “magia bianca” può essere percepito da altri come manipolazione indebita.
Ad esempio un legamento d’amore per riaccendere una passione in una coppia che è in crisi può essere vista come magia bianca, ma se dall’altro lato abbiamo un partner che con noi è infelice, andiamo ad eseguire una magia che rende infelice l’altro. Dunque non la possiamo più considerare bianca. Le intenzioni, le conseguenze e il contesto diventano elementi fondamentali nella valutazione morale. In definitiva, la distinzione non è mai assoluta, ma un continuo equilibrio tra etica, cultura, obiettivi, intenti e percezione personale.
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Stregoneria: perché ne siamo affascinati?
Le origini della magia non sono databili perché troviamo rituali eseguiti addirittura dai primi uomini che non sapevano parlare, ma veneravano le energie che avevano attorno.
Tra le prime testimonianze di questo concetto, cioè della magia, vediamo diverse civiltà antiche, dove pratiche rituali e conoscenze esoteriche erano parte integrante della vita quotidiana e della spiritualità. In Egitto, la magia era chiamata heka. Considerata una forza divina che permeava l’universo e poteva essere utilizzata per protezione, guarigione e armonia. I sacerdoti e gli scribi eseguivano rituali complessi, tramite incantesimi, amuleti e simboli sacri, per garantire la salute, il successo nelle battaglie o la protezione nell’aldilà.
Nella Mesopotamia, civiltà come i Sumeri e i Babilonesi svilupparono pratiche magiche legate agli astri, alle divinità e alle forze naturali. Gli incantesimi servivano a proteggere la famiglia e la città, a scacciare spiriti maligni e a prevedere eventi futuri. Anche qui la distinzione tra magia benefica e malefica non esisteva. In Grecia, la magia si intrecciava con filosofia, religione e medicina. Figure come i maghi, gli oracoli e gli alchimisti combinavano rituali, erbe e formule per ottenere potere o conoscenza. La magia greca era anche studiata in termini teorici, cercando di comprendere le leggi naturali che regolavano gli influssi cosmici. Alcuni autori antichi, come Platone e Aristotele, consideravano certe pratiche pericolose, ma solo pensando a ciò che era la morale comune.
Durante il Medioevo, la tradizione magica si consolidò attraverso l’alchimia, la stregoneria e rituali popolari. L’alchimia combinava elementi di scienza, filosofia e spiritualità, cercando la trasformazione della materia e dell’anima. La stregoneria era percepita come pericolosa e fu perseguitata, segnando qui la linea morale più netta tra pratiche “benefiche” e “malefiche”.
Male e bene: se tutto fosse in nostro potere?
Arrivati fin qui volete sapere chi vince tra bianco e nero? Chi vince tra male e bene? Allora non sono stata chiara se vi fate questa domanda.
La distinzione tra magia bianca e magia detta nera nasce dall’osservazione delle finalità, delle intenzioni e dei metodi con cui vengono praticati i rituali magici. La magia bianca è associata a scopi positivi: protezione, guarigione, armonia e benessere. I rituali mirano a rafforzare l’equilibrio tra individuo e ambiente, favorendo la salute fisica e spirituale. Gli strumenti utilizzati sono simboli di purezza e protezione, come amuleti, cristalli, erbe officinali e candele chiare, accompagnati da preghiere o formule invocative.
La magia bianca non cerca di alterare la volontà altrui, ma di creare condizioni favorevoli o di neutralizzare energie negative. La magia nera, al contrario, si concentra sulla manipolazione e sul controllo, con finalità egoistiche o vendicative. I rituali sono volti a danneggiare, influenzare o intimidire altre persone, e sono accompagnati da pratiche che richiedono simboli e strumenti “potenti” o oscuri, come figure rituali, sangue simbolico o oggetti personali della persona coinvolta. Qui l’intenzione è fondamentale: non si tratta solo di ottenere un risultato, ma di farlo a spese di qualcun altro o violando norme etiche percepite dalla società.
Riassumendo: il concetto di bianco o nero, di male e bene, risiede tutto nelle intenzioni dell’operatore.
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe