Orologio fermo: cosa vuol dire e come leggere il “messaggio nell’ombra”?
Un orologio fermo non è solo un ingranaggio spezzato: è un varco occulto, presagio di morte, sigillo di destini sospesi e sussurro silenzioso tra vivi e ombre eterne. Conosci i concetti, i racconti maledetti e le storie segrete occulte di questo argomento? Scopriamole insieme… iniziamo!
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L’orologio fermo non è solo un orologio scarico o rotto, si tratta di un messaggio cosmico di energie! Nel mondo dell’occulto esso è un oggetto magico importante, un archetipo esoterico: il tempo che si spezza, il battito dell’universo si arresta per rivelare un segreto. Quando le lancette si immobilizzano, non assistiamo soltanto a un’interruzione esso è un linguaggio simbolico che parla di morte, di transizione e di soglie invisibili.
Nell’occulto, questo evento diventa ancora più denso di significato: si parla di tempo sospeso, di porte tra i mondi che si aprono, di energie che trattengono l’istante della fine, di magia. Ogni ingranaggio bloccato diventa un reliquiario invisibile, capace di custodire memorie, maledizioni o messaggi dall’aldilà.
Un orologio fermo, dunque, non è un oggetto inerte. È un memento mori, cioè un “ricordati che devi morire”, ma che diventa una soglia che può spaventare o illuminare, a seconda dello sguardo di chi lo incontra. Nell’esoterismo viene considerato un potente strumento simbolico, talvolta usato nei rituali più oscuri per congelare un destino o richiamare presenze dall’altro lato del velo. Forse è per questo che, ancora oggi, quando entriamo in una stanza e troviamo un orologio fermo, ci attraversa un brivido sottile: il tempo ci osserva, e non sempre ci restituisce il suo movimento.
Orologio e morte, perché porta sfortuna un orologio fermo?
Nel simbolismo esoterico e occulto l’orologio fermo ha 4 concetti fondamentali.
- Tempo sospeso / fine di un ciclo → un orologio che si ferma indica l’interruzione del flusso vitale, la sospensione tra vita e morte.
- Presagio di morte → nelle tradizioni popolari, quando un orologio si ferma da solo, è segno che qualcuno è morto o sta per morire o ha avuto un incidente.
- Porta tra i mondi → l’istante in cui il tempo smette di scorrere rappresenta una “soglia” in cui il mondo dei vivi e dei morti possono toccarsi, quindi ci sono anche messaggi dall’altro mondo che ci giungono improvvisamente.
- Negazione del tempo umano → il fermarsi dell’orologio spezza l’illusione della continuità, riportando l’anima all’eternità
Nel mondo contadino e nelle tradizioni italiane, si diceva che gli orologi si fermassero all’ora della morte di una persona (specialmente gli orologi da parete nelle case).
In chiave più mistica e occulta, un orologio fermo è considerato un oggetto carico di negatività, perché trattiene il “momento della fine” al suo interno.
In magia e rituali occulti, soprattutto di necromanzia o maledizione, si usano orologi fermi o senza lancette per indicare e bloccare la vita, congelare un destino o richiamare le anime. Una pratica che deve essere eseguita solo da chi ha già esperienza in magie malevoli o comunque in pratiche occulte.
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I 3 concetti occulti sull’orologio fermo
Un concetto interessante in esoterismo è quello di prevedere il futuro o eventi futuri tramite l’interpretazione si segni, di situazioni o anche di “anomalie”. Nulla capita per caso e gli orologi, al pari degli specchi, sono in grado di darci molti segnali, segnali utili anche a salvarci la vita.
L’orologio diventa un accessorio in grado di darci tanti indizi, di avvisarci ed è per questo che ci sono 3 concetti che riguardano gli orologi fermi, quali:
- Ora della morte
- Un’ora in cui ci capiterà qualcosa di importante
- Ora dell’interpretazione futuro
L’ora della morta lo spiego in parole semplici. Quando un orologio si ferma improvvisamente, senza un apparente motivo, occorre che stiamo attenti, per i prossimi 3 giorni avvenire proprio a quell’ora. Come mai? Ebbene è possibile che ci sia stato fatto un malocchio, quindi qualcuno ha intenzione di cambiare il nostro destino, di farci del male, le energie cosmiche, per cercare di ripristinare la nostra vita ci avvisano di tale situazione. Ci indica che a quell’ora potrebbe succederci qualcosa che ponga fine alla nostra vita o che la modifichi in peggio come un: incidente, un pasto che si blocca in gola, una caduta. Quindi dobbiamo, per i prossimi 3 giorni, porre attenzione a quell’ora.
Il secondo concetto è: l’orologio fermo per un evento importante. Non è detto che ci capiti qualcosa di male, ma magari, quell’ora, nei giorni avvenire ci capiterò qualcosa di buono. Tante persone che conoscevano questo secondo concetto, hanno giocato i numeri segnati dall’orologio fermo al lotto oppure in una combinazione, vincendo. Testimonianze che sono vere e che ci debbono far riflettere. Ad ogni modo è consigliabile valutare, se capita qualcosa di diverso nell’ora in cui l’orologio di è fermato, capirla, valutarla e usarla a proprio favore.
Ultimo concetto
Il terzo ed ultimo concetto è quello dell’interpretazione per eventi futuri. Improvvisamente l’orologio si ferma? Per i prossimi 60 secondi ascoltate e osservate ciò che avete attorno. Un uccello che si poggia su un ramo può essere un messaggio da interpretare quindi valutate: tipologia, colore, cosa fa, il verso e il tempo che rimane sull’albero. Oppure in quell’ora notate un fiore che ondeggia al vento, anche in questo caso interpretate: colore, tipologia, posizione della corolla verso qualche punto cardinale è rivolto. Magari anche qualcuno che suona il clacson e attira la vostra attenzione vi può far notare qualcosa.
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Storia dell’orologio maledetto
Una delle leggende che riguardano il tema di oggi, l’orologio fermo, ci arriva da un’epoca non troppo lontana. Siamo nella seconda metà dell’Ottocento, in una villa situata nella campagna toscana, nei pressi di Arezzo. Qui c’era un antico orologio da parete in legno di noce appartenuto a una famiglia aristocratica decaduta. L’orologio era considerato il simbolo della casa: costruito a mano da un artigiano svizzero, scandiva ogni ora con un suono profondo e solenne.
Nel 1872, il capofamiglia, il barone Lorenzo Alfani, fu trovato morto nello studio proprio davanti all’orologio, il quale si era misteriosamente fermato alle 03:15, l’ora esatta della sua morte. Nessuno riuscì mai a farlo ripartire. Né orologiai, né tecnici, né esorcisti chiamati in seguito. Chiunque tentasse di ripararlo o anche solo di toccarlo, raccontava di provare una sensazione di vertigine o malessere, di sentire voci sussurrate provenire dall’interno del meccanismo.
Da quel giorno, ogni volta che l’orologio veniva spostato o sfiorato, nella casa si verificavano eventi inspiegabili: quadri che cadevano, porte che sbattevano da sole, oggetti che sparivano. Alcuni membri della famiglia, negli anni avvenire, morirono in circostanze strane. Tutti notarono che i decessi avvennero tra le 3 e le 4 del mattino. Infine la famiglia cadde in disgrazia e decise di vendere la villa con tutto ciò che c’era al suo interno, compreso l’orologio. I nuovi possessori fecero la stessa fine della prima famiglia. A questo punto la villa venne abbandonata.
Una curiosità inquietante: secondo gli esperti del paranormale, orologi che si fermano all’ora della morte sono considerati “sigilli temporali”, oggetti che trattengono l’energia di un evento traumatico o l’anima, quindi il fantasma, di un defunto. Tali oggetti sono l’esempio della teoria dei residui psichici, secondo cui un trauma, come una morte, si imprime nella materia circostante. In questo caso, nell’ingranaggio del tempo stesso.
Orologio fermo nei sogni
Quando in sogno l’orologio si ferma, il tempo non è solo tempo: è un varco. La scena è quasi sempre notturna, sospesa, e tu resti lì, davanti al quadrante immobile, come se il mondo trattenesse il respiro. Nelle convinzioni popolari un “orologio fermo” è legato alla morte, alla fine di un ciclo o al presagio di sventura: l’idea di arrestare gli orologi alla morte di una persona è attestata in usi funebri europei antichi, dove il tempo era scandito non dalle lancette, ma dalle ombre delle meridiane.
Nei sogni invece è un messaggio importante: l’arresto del tempo indica un momento in veglia, cioè quando siamo svegli, in cui ci è stato dato un messaggio che non abbiamo colto, ma che dobbiamo ricordare oppure a cui stare attenti. Un qualcosa che appunto ci potrebbe cambiare. Cambiare il percorso spirituale oppure un cambiamento nel nostro destino.
Per esempio qualcuno potrebbe averci fatto un malocchio a morte proprio a una determinata ora e scoprendo l’ora esatta possiamo annullare tale magia. Oppure indica un’ora in cui potremmo avere un incidente e conoscendola, ecco che lo possiamo evitare.
Infine, sognando l’orologio fermo, è possibile che ci stia arrivando un messaggio in cui ci viene detto che c’è il: Fine di un ciclo, come una relazione, un lavoro, un ruolo: qualcosa è “scaduto” e va lasciato andare.
Cosa fare dopo un sogno così? Annota l’ora mostrata (se c’è), l’emozione dominante e a cosa—o a chi—c’era con te nel sogno. Chiediti dove nella tua vita il tempo si è fermato: una conversazione interrotta? Un progetto in stand-by? Trasformare l’immobilità simbolica in un piccolo atto concreto (una telefonata, una decisione, un addio) è spesso il modo migliore per “rimettere in moto” le lancette del tuo destino.
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L’orologio della strega
Nella valle di Roccanera, gli abitanti temevano un’ora precisa della notte: le 3.33. Non era semplice suggestione, ma un tempo sospeso, in cui l’aria stessa sembrava trattenere il respiro. Gli anziani raccontavano che a quell’ora compariva la strega Giacuëtta, , con il suo manto nero e gli occhi simili a carboni ardenti.
Ci troviamo nel 1610 a Roccanera, una località del Piemonte. In questo piccolo borgo c’era una maledizione legata ad un campanile abbandonato e ad un’ora specifica. Si narra che qui venne bruciata una strega di nome Giacuëtta, cioè Giacomina in dialetto piemontese, e da quel momento il campanile divenne maledetto. L’orologio si fermò alle 3.33 la stessa notte in qui la donna venne giustiziata.
Giacuëtta, secondo credenze locali, era una strega malvagia vissuta tra il 1559 e morta nel 1598. Sedotta e abbandonata da un uomo, la donna venne calunniata, cacciata dalla sua famiglia di nascita e costretta a vivere da mendicante. Per tutta risposta costei apprese le arti oscure e si costruì una casetta alle spalle del paese di origine. Tuttavia, la donna, usava, di notte, il campanile e la chiesa, per compiere rituali, sacrifici e incantesimi, molti dei quali richiesti dai suoi clienti. Venne scoperta e una notte, l’intero villaggio, la sorprese in flagrante. Spaventati e collerici si avventarono sulla donna. Legata e trascinata in piazza, la donna non implorò pietà. Guardò ciascuno con occhi che parevano scavare nell’anima, e sussurrò: «Tornerò, quando l’orologio segnerà ancora l’ora delle streghe». Poi le diedero al rogo. Le fiamme avvolsero il suo corpo, e l’odore acre bruciò nella memoria dei presenti.
Qualche ora dopol’orologio del campanile si fermò per sempre alle 3.33.
La maledizione di Giacuëtta
Da allora, ogni notte, al rintocco segreto delle 3.33, il fantasma di Giacuëtta compiva il suo rituale. Si recava al vecchio orologio del campanile abbandonato, alimentava il suono della campana. Lì recitava parole proibite, invocando venti che portavano malattie, e ombre che si insinuavano nei sogni degli uomini. Si diceva che solo coloro maledetti dalla strega potessero udire il rintocco delle campane alle 3.33. Tanti di coloro che rivelarono di aver udito i rintocchi morivano a distanza di pochi giorni in circostanze misteirose.
La maledizione si manifestava in tutto il suo odio. Neonati cadevano ammalati senza ragione, i raccolti si seccavano, e uomini robusti si svegliavano con il petto gravato da un peso invisibile. Tutti sapevano chi fosse la causa, ma nessuno osava sfidare il fantasma di quella strega.
Coloro che erano sicuri di essere poi colpiti dalla maledizione della strega, lo sapevano perché erano gli unici a udire l’eco del rintocco delle campane. Ci troviamo nel 1610, vale a dire a distanza di 12 anni dalla morte di Giacuëtta.
I villici di Roccanera non sapevano come proteggersi dalla donna e chiesero aiuto a un giovane frate di nome Elia. Costui, armato di fede e disperazione, si oppose alla strega. Una notte radunatisi in segreto in una parte nascosta del campanile abbandonato, insieme ai villici, attesero le 3.33.
Incredibilmente la campana suonò. Tutti trasalirono e videro entrare il fantasma della strega che si levò con il suo canto oscuro, tendendo tra le mani un lume acceso. I villici e il frate la circondarono ed eseguirono un esorcismo.
Da allora, ogni campana di Roccanera fu distrutta, e nessun orologio segnò mai più quell’ora. Eppure, chi veglia nella notte giura di sentire ancora, nel cuore del silenzio, il battito di un orologio invisibile che scandisce: 3.33.
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe