Streghe di Trioria: l’amante del Caprone e la Cabotina
Trioria, la città delle streghe, della maledizione del 3 e dell’inferno della fede e follia! Tre donne, tre colpe e una caccia alle streghe.
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Spero di farvi arrivare la verità di questa storia del passato che ci appartiene e di cui vergognarsi. Le streghe di Trioria non sono una leggenda, ma realtà storica completa di archivi e verbali. Ci addentriamo nel mondo oscuro della “santa inquisizione” tra caccia alle streghe, processi e torture. L’ombra di un inquisitore Gerolamo del Pozzo e del terrore a trioria. Il peccato, le donne e il demonio.
La carestia della discordia
Tra il 1587 fino al 1590 vennero accusate a Trioria, borgo ligure vicino Genova, tante donne, sia umili che nobili, di aver procurato una carestia che da 2 anni aveva colpito il borgo. La fame, le morti di inedia, cioè di fame, le malattie che ne derivavano come anche la povertà galoppante, dove chi aveva del cibo divenne ricco vendendolo a 5 volte di più del prezzo reale, scatenò la ricerca smodata di “un colpevole”.
La colpa di tanto dolore, dalla visione della chiesa, era da attribuirsi al demonio a pratiche stregoniche poichè è proprio nei momenti di difficoltà e di fame che da un lato ci sono persone che si arricchiscono o godono del male altrui. Dall’altro ci sono persone povere che cercano risposte divine. In poche parole la fede è più malleabile.
Sempre la chiesa doveva poi trovare una risposta alla domanda: perché Dio ha fatto questo? Per quale motivo Dio sta affamando i suoi fedeli? Ed ecco che la spiegazione era semplice, vale a dire: streghe!
C’è da dire che il timore principale non era quello di salvare l’anima dei fedeli o della popolazione, ma più che altro la paura che la carestia continuasse e si estendesse in tutta la Liguria. Occorreva quindi bloccare, a tutti i costi, le streghe che stavano agendo.
Santa inquisizione… paura!
Per questo a Trioria giunse la Santa inquisizione che indagasse e scoprisse eventuali praticanti, uomini e donne, di queste arti oscure.
Gli inquisitori di Genova, giunsero a Trioria. Tra questo c’era Gerolamo del Pozzo che divenne famoso proprio a causa del suo ruolo centrale nel processo delle streghe di Trioria. In 2 anni fece tremare un’intera regione! Lui era convinto, in puro fanatismo mistico, che proprio in questo borgo c’era il maligno. Costui si confondeva tra la popolazione fino a contagiarla con le sue arti demoniache.
In base ai verbali dell’epoca, vennero arrestate circa 20 donne ed è curioso che furono tutte donne. Durante le mie ricerche posso dire che a Trioria ci fu l’unico caso in cui ad essere sospettati di stregoneria furono solo le donne e nessun uomo. Cosa unica nel suo genere! Infatti, in tutti i processi c’è sempre stato almeno un uomo o comunque il sospetto verso un uomo, ma qui si puntò il dito direttamente sulle donne.
Forse Gerolamo del Pozzo era un misogeno? La mia personale opinione è sì. Un uomo che odiava le donne simbolo del peccato originale!
Il borgo delle: 3 bocche
Come un fulmine a ciel sereno apro subito la parentesi. L’arrivo dell’inquisitore Gerolamo, spaventò la popolazione e costui si concentrò subito su alcuni pettegolezzi di donne. Infatti lui accuso subito 20 donne. In seguito poi la situazione è degenerata. Chiusa parentesi.
In due anni e nel caos creato furono 3 le donne accusate principalmente di stregoneria ed è curioso perché trioria, deve il suo nome al numero 3 e nasce nell’epoca pre-romana, dove il collegamento con le divinità primarie era fortissimo. Il nome originale era Tria ora, cioè tre bocche oppure tre ingressi. Il poi due significati.
Il primo è legato alla confluenza, in questo borgo, di 3 fiumi, che si uniscono creando quindi un terreno florido per la coltivazione.
Il secondo invece è legato ai 3 prodotti naturali che crescono spontanei in questo borgo che sono: grano, castagna e vite. Il grano, in esoterismo, è simbolo di rinascita oltre ad essere il simbolo della dea madre oltre che uno dei simboli dell’alchimia. La vite è il sangue del dio o sangue di dioniso ed ha un legame con il mondo dell’occultismo o con il demonio (secondo la visione cristiana). Infine la castagna è il simbolo dell’anima, il guscio, che difende la verità originale. Frutto del sottosuolo, dell’ombra e di Ade. Ho intenzione di fare un video sulla castagna perché è un simbolo demoniaco, ma lo farò tempo permettendo.
Dunque da qualsiasi angolatura la vogliamo vedere, il 3 è un numero magico da sempre, già dall’epoca preistorica. Il borgo si chiama Trioria e, curiosamente, forse per coincidenza, anche se io non credo nelle coincidenze, 3 furono poi le streghe principali di Trioria.
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Trioria è le 3 streghe
Le donne
- Isotta Stella, la temuta
- Apollonia, l’evocatrice
- Franchetta Borreli, l’amante del caprone
Conosciamole meglio queste streghe, per poi trarre i propri giudizi personali!
Isotta Stella: la temuta
Lei fu la prima strega, chiamata poi, nel borgo, la temuta! Una figura importante a Trioria, una delle più emblematiche. Povera, di umili origini, ma che si era conquistata un certo “status” tra gli abitanti.
Si tratta di una donna matura, quindi di un’età che potrebbe essere tra i 40/60 anni, non è possibile avere l’età certa poiché, nel medioevo, nel 1500, non era comune creare l’atto di nascita. I Comuni non funzionavano come oggi.
Isotta Stella fu una delle donne più emblematiche tra quelle accusate di stregoneria nel borgo ligure di Triora tra il 1587 e il 1589. Lei era la “levatrice”, cioè colei che faceva nascere i bambini, si occupava dei parti e delle donne gravide. Non nascondeva la sua grande conoscenza delle erbe mediche, di preghiere antiche contro i dolori del parto. Purtroppo però, in un’epoca in cui la chiesa diceva che: la medicina era un’arte demoniaca, mostrare queste competenze, era rischioso.
La donna non era sposata e non aveva figli e questo era sospetto perché le streghe, essendo spose di satana, spesso non erano maritate o erano vedove. Viveva ai margini del paese, poiché non era ricca, ma anzi piuttosto povera. Inoltre non era proprio una fanatica religiosa, anzi. La sua famiglia era molto legata ai rituali ciclici della natura, cioè ai culti pagani.
Documentata nei verbali dell’Inquisizione come una delle principali imputate di stregoneria poiché ci furono tante testimonianze esterne, cioè degli abitanti, che l’accusarono di stregoneria, sabba notturni e contatti diretti con il demonio.
La denuncia su Isotta Stella
Isotta Stella fu denunciata come strega e le prime accuse partirono da testimonianze di vicini e paesani, e data la loro assurdità, ve le leggo direttamente dai verbali.
Furono circa 8 gli abitanti che la denunciarono alla santa inquisizione perché avevano incontrato la Isotta per strada e costei li aveva guardati male (grilli). So che vi sembra impossibile, ma sono 8 le persone, diverse, tra uomini e donne, che l’hanno accusata di stregoneria perché convinti che Isotta li ha guardati male.
Mentre ben 6 donne l’accusarono di aver maledetto le loro figlie, che non avevano trovato marito, perché quando nacquero la Isotta le aveva dato un bacio. (grilli). Tutte fanciulle nate con il supporto di Isotta che era una levatrice. Qua è mi vien da dire: vai a fare bene ed ecco quanto male ti ritrovi.
Poi ci furono ben 11 persone che accusarono la donna di aver partecipato a dei sabba notturni presso la zona della Cabotina, luogo fuori il borgo dove, durante il processo di Trioria, si affermò che qui avvenivano dei riti satanici e sabba.
Cabotina: Cos’è?
La cabotina poi è una zona dove c’erano foreste di: castagneti e noceti, senza contare che c’era una grande abbondanza di erbe officinali, cioè mediche. Tra qui ritroviamo poi un’erba molto importante chiamata strigonella oggi nota come “erba della Madonna”, utile per la cura di tante malattie, insonnia, febbre e altro.
Le 11 persone che accusarono Isotta di averla vista alla Cabotina, erano: pastori che ritiravano il bestiame, portato al pascolo in quei luoghi perché c’era molta erba medica, che per pecore e bovini permette una maggiore produzione di latte. Oltre a donne che raccoglievano noci e castagne noti come il: pane dei poveri. Nel senso che le persone più povere raccoglievano questi frutti naturali per avere del cibo da mettere in tavola.
Ora io chiedo, va bene l’isteria generale, ma il buon senso no? Non è che Isotta Stella, povera e sola, andava anch’essa a raccogliere noci e castagne solo per mangiarle?
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Apollonia – l’evocatrice
Apollonia fu la seconda strega di Trioria, ci sono poche informazioni su di lei. Secondo i documenti ufficiali, questa donna, era nota tra la popolazione per i suoi rimedi naturali creati da lei stessa con delle formule e prechiere. Per chi non è pratico di stregoneria o di rituali tradizionali, sappiate che la recitazione di preghiere o parole specifiche è una pratica comune.
Anzi anche tra i cristiani esistono delle preghiere per togliere il malocchio o il mal di testa. Ciò consente di richiamare delle energie che permettono di eliminare il problema
Apollonia, durante la creazione dei suoi rimedi naturali, recitava, sottovoce, appunto delle parole ed è per questo, per questa pratica che eseguiva di fronte alle persone che le chiedevano aiuto, che venne poi chiamata: l’evocatrice.
Anche lei venne denunciata dagli abitanti del paese di Trioria perché: 5 persone l’accusarono di essere stati fissati dalla donna mentre erano al mercato o camminavano per strada. Altre 8 invece di averla sentita sussurrare quando le passavano vicino. Fino a 2 uomini che inciamparono mentre lei si avvicinava. Io non so che dire… ma queste sono accuse?
Inoltre l’Apollonia, donna non sposata, aveva la sfortuna di vivere, vivere insieme ad una sua sorella vedova, in una capanna proprio vicino alla Cabotina.
La Santa inquisizione l’accuso di essere una strega che eseguiva delle “danze infernali” per evocare il maligno. Una delle accuse più gravi su quello di aver insegnato ad evocare il diavolo ad altre donne e a creare unguenti magici per “volare”. Queste accuse sono fondate perché, Apollonia, non avendo figli, insegnava ad altre donne, magari sole o vedove, dei rimedi naturali da rivendere in modo da guadagnare dei soldi. Tra l’altro questo era un modo per non dimenticare una conoscenza orale antica.
Franchetta Borelli – l’amante del caprone
Nata e vissuta a Triora, Franchetta apparteneva a quel gruppo di donne mature e sole, qui sappiamo che era una vedova. Il marito era morto da giovane. Le cronache dell’epoca la descrivono come una “donna chiacchierata”, ovvero spesso al centro di pettegolezzi e dicerie. Era anch’essa una levatrice, cioè una donna che aiutava nei parti, ma… ma… aiutava anche i mariti. Parte dei pettegolezzi erano rivolti appunto alla sua “vanità”. Doveva essere una donna tra i 30/45 anni, matura, ma non vecchia, anche se nel medioevo si era vecchi già a 22 anni. Piacente! Curava molti suoi capelli che spesso lasciava sciolti, al vento, senza tenere conto della morale dell’epoca. Doveva essere una donna piacente.
Nel 1500, quando le donne erano in gravidanza, era proibito per gli uomini, di avere dei rapporti intimi con le mogli non perché era pericoloso per il bambino, ma perché il ses… so si doveva praticare solo con lo scopo di avere dei figli. Una donna che era “gravida” non poteva quindi essere nuovamente messa incinta, e quindi i rapporti intimi erano proibiti perché sacrileghi.
La strega amante…
Ecco che, nei 9 mesi di gravidanza, la Franchetta dava un supporto “intimo” ai mariti di queste donne, almeno questo è ciò che si diceva. Inoltre ella venne accusata di provocare aborti, quindi di far nascere bambini morti per poi usarli nei suoi sabba. Su quest’ultima accusa non ho informazioni chiare, ma pensiamo che le levatrici eseguivano parti già quando loro avevano 16 anni, quindi dopo tanti anni di lavoro, in un’epoca di parti complicati e morti precoci, con igiene zero, non era raro l’aborto o nascita di neonati morti.
La donna venne poi accusata di: culto del demonio, partecipazione ai sabba, capacità di lanciare maledizioni e provocare aborti. Inoltre era istruttrice o “maestra” delle altre streghe. Aggiungo poi che la donna, pare che possedesse un caprone da monta. Apro piccola parentesi, ancora oggi, nelle zone agricole, gli allevamenti “affittano”, se così posso dire, “maschi” (come arieti, caproni, tori) da altri allevatori, in modo da avere un “ricambio” genetico (si diceva di sangue) per avere animali forti e sani. Franchetta aveva appunto un caprone da Monta che cedeva ad altri pastori, durante il periodo di riproduzione, in cambio di cibo oppure di agnelli.
Da questo “business” e dai pettegolezzi sulla donna, ecco che è divenuta: l’amante del caprone.
Cos’hanno subito la “triade”?
Gerolamo del Pozzo riuscì a far arrestare 20 donne, ma si concentro su 3: Isotta, Apollonia e Franchetta! Per intraprendere il processo era necessario avere delle confessioni.
Le donne vennero sottoposte a diverse torture, come la: corda e la veglia forzata, per arrivare poi al cavalletto, bruciature e ustioni sul corpo, alla ricerca del “sigillo del diavolo”, fino allo schiacciamento delle dita.
In modo poi “mascherato” all’interno dei verbali, c’era anche la scrittura di una frase che diceva che le guardie dell’inquisizione si sono assicurati della loro verginità, inesistente. Qui sono costretta ad aprire una grande parentesi.
Il controllo della verginità era una pratica usata, ma non sempre documentata o documentata con velate parole, nei verbali dei processi per le streghe o per adoratori del diavolo. Tuttavia era un modo per ammettere delle violenze intime eseguite dai torturatori, soldati o addirittura dagli stessi monaci durante gli esorcismi. Chiuso parentesi!
Torture e non solo
Le 3 streghe, che vennero poi definite la triade, subirono realmente di tutto. Rinchiuse nelle carceri sotterranee del paese, all’umido, senza letti, acqua, cibo e senza Sole. Morse dai ratti. Isolate dal mondo esterno. Poste a torture fisiche dove le ferite venivano lasciate aperte. Alla fine le 3 donne confessarono di tutto:
- Volare grazie a un unguento fatto con grasso animale e di neonati morti
- Filtri e posizioni con sangue mestruale
- Uccidere neonati e provocare aborti.
- Causare malattie incurabili attraverso lo sguardo o parole maledette.
- Far morire il bestiame e rovinare i raccolti.
- Unirsi con il maligno durante i sabba
- Rapporti completi e sodomia con il caprone e con un uomo con artigli e occhi rossi
- Sabba notturni, danze infernali
- Dichiararono di aver ricevuto il battesimo satanico e rinnegato Dio
- Sputare sulla croce ad ogni luna nuova
Però le tre donne non si fermarono solo a questo, accusarono 100 abitanti del borgo di Trioria.
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Il processo dei 100!
Quando le streghe di Trioria confessarono tutti i loro misfatti e le blasfemie decisero di redimersi e per farlo accusarono, in totale, 100 abitanti del loro paese.
Tra i primi vennero accusati gli stessi uomini e donne che le avevano denunciate! Quindi i denuncianti divennero poi prigionieri. Le streghe, durante la notte, minacciarono con parole sussurrate e maledizioni queste persone che si svegliavano, in piena notte, urlando, tra incubi e timori. Molti ammisero che le streghe, si erano trasformate in ombre e non li lasciavano dormire perché entravano nelle loro celle e li fissavano o li tiravano. Questa fu un’ennesima accusa che l’inquisizione usò contro le tre streghe.
A queste persone si aggiunsero poi nobili e addirittura suore e monache che avevano contribuito a ricercare indizi sulle pratiche di stregoneria eseguite nel borgo di Trioria.
In totale, il processo di Trioria, era di 100 persone! Solo a questo punto, quando vennero accusati anche figure del clero, cioè della chiesa, e dei nobili. Intervenne il consiglio degli Anziani di Trioria per porre fine alla violenza crescente e all’isteria della santa inquisizione. Il consiglio però non aveva il potere di fermare Gerolamo del Pozzo poiché rischiavano anch’essi l’accusa. Dunque scrissero al Senato di Genova per denunciare l’inquisitore.
Fermare la santa inquisizione
La lettera in questione, datata 1588, dal Consiglio degli Anziani di Trioria, scriveva: La miseria è grande et le donne muoiono nelle carceri. Subendo violenza intima (io uso queste parole perché altrimenti youtube interviene), affamate e ferite, senza carità cristiana e fede cattolica. Senza sacramenti e valori morali. La lettera fu talmente convincente che il senato di Genova inviò immediatamente una commissione di indagine. Quest’ultima arrivò senza che l’inquisitore Gerolamo del Pozzo ne sapesse nulla. Venne quindi colto in flagrante, nel senso che la commissione si ritrovò di fronte donne agonizzanti, torturate, con ferite che perdevano sangue in modo copioso. Donne stremate dalla fame. La loro visione fu talmente spaventosa che nella lettera che inviarono al Senato di Genova, si scrisse: lì c’era il maligno, ma non erano le donne.
Gerolamo del Pozzo: sotto processo!
A questo punto l’inquisitore venne destituito dal suo incarico. I 100 prigionieri vennero tutti liberati tranne le 3 streghe che avevano confessato e continuavano a professarsi amanti del diavolo, cioè streghe a tutti gli effetti. Maledicendo chiunque e affermando che sarebbero tornate, dopo la loro morte, poiché la loro anima era ormai del diavolo.
Ironicamente, nel sadismo della vita, a finire sotto processo, da parte del Senato di Genova, finì Gerolamo del Pozzo. Costui doveva difendere le sue scelte, le motivazioni di quella violenza e delle accuse. In sintesi tutte le denunce erano “assurde” e non costituivano alcuna realtà di arti demoniache o pratiche di stregoneria eseguita dagli abitanti di Trioria. Finalmente un po’ di buon senso, mi viene da dire.
Cosa gli successe? Ufficialmente gli venne tolto la posizione di inquisitore e spedito, per un periodo non chiaro, in un monastero di clausura. Alcuni storici affermano che fu affidato alla regola ecclesiastica dei “trappisti”, cioè all’ordine Cistercense della stretta osservanza. La loro regola è rigidissima, c’è il voto del silenzio (non si parla tra di loro e con gli altri), lavoro continuo e incessante, povertà assoluta e preghiera. L’unico saluto che gli è concesso di dire ad altri fratelli o a chi gli fa carità è: ricordati che devi morire! Non si sa comunque se sia mai uscito da questo monastero, né vivo né morto.
Dove sono finite le streghe?
Cos’è successo alle 3 streghe di Trioria? Esse furono trasferite da Trioria in carcere a Genova. Dato lo scandalo e la situazione sviluppata, si pensava che le donne fossero morte in carcere. Da qui sono nate molte leggende di apparizioni e fantasmi. Alcuni storici però hanno ritrovato dei verbali del 1591, del Senato di Genova, in cui si dice che le 3 streghe furono rilasciate. Non tornarono più a Trioria, ma vennero affidate a dei conventi dove presero nuovi nomi! Però anche quest’ultima può essere una leggenda messa in giro dalla chiesa per far vedere al popolo quanto essi rispettassero la “carità cristiana”.
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe