Viaggio astrale: oltre il corpo e come tornare
Nelle tradizioni spirituali, questo fenomeno rappresenta un ponte tra il mondo materiale e quello energetico. Un’esperienza che permette ad ogni individuo di comprendere meglio sé stesso, la natura della realtà e il rapporto tra corpo e spirito.
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Solo che esiste una verità in campo esoterico non conosciuta a tanti. Il viaggio astrale è legato al concetto di “corpo astrale”, uno dei corpi sottili che compongono l’essere umano. Il corpo astrale è la componente in grado di “viaggiare” nelle dimensioni non fisiche, quelle energetiche. Durante la proiezione astrale, la coscienza si sposta in questo corpo più sottile, lasciando temporaneamente inattivo il corpo materiale. Tale separazione è rappresentata dal simbolico “cordone d’argento”, un legame energetico che unisce il corpo fisico a quello astrale. Il cordone è necessario perché permette al corpo astrale di tornare nel corpo materiale.
Ci sono 3 concetti da ricordare quando si prova o si vive questa esperienza:
- Il corpo astrale è in grado di vedere le energie invisibile, di entrare in contatto con entità che sono benefiche o malefiche, ma anche di connettersi con altre persone che sono ancora in vita oppure che sono defunte.
- Si sconsiglia di praticare questo viaggio quando ci sono situazioni ossessive, per esempio: connettersi con una persona cara defunta, essere già perseguitati da un’entità o si usano pratiche di evocazioni
- Proteggere il cordone d’argento e qui apro una nuova spiegazione
Cordone d’argento
Il cordone d’argento non è un vero cordone è solo un nome che permette di identificare l’elemento che ci riconnette al nostro corpo fisico. Ci sono testimonianze di medium e veggenti che si sono ritrovati tra le mani, nel corpo astrale, una candela con una fiamma accesa, una lucciola che li guidava oppure un cane o un gatto, una torcia. Esistono poi i cordoni d’argento sonori come il suono di una campanella, una parola particolare, il bussare su una porta o una musica. Fino ad arrivare a quelle visive come: un simbolo, un disegno, una runa o un tarocco.
Apro parentesi: infatti i medium e i veggenti che hanno questo dono, quando si connettono con la proiezione astrale, lo fanno avendo di fronte: una candela accesa, una campanella oppure dei simboli. Ciò gli permette di avere una sorta di “salvagente” per poter tornare indietro. Nelle sedute spiritiche, coloro esperti, non eseguono mai un’evocazione, poiché è proprio in questo momento che si ha la scissione, cioè la divisione del corpo astrale da quello materiale, senza che ci siano determinati oggetti. Occorre del tempo per identificare il proprio personale cordone d’argento. C’è chi ha più facilità nell’identificarlo e chi invece impiega più tempo. Chiusa parentesi.
La cosa più importante di questo “cordone” è che esso non deve venire perso o, peggio ancora, rubato da una qualche entità perché si rischia di non tornare più indietro. Per questo è sconsigliata svolgere il viaggio astrale in caso si hanno situazioni “ossessive” che ho elencato in precedenza.
In base alle testimonianze di esperti occultisti, medium e veggenti, nei loro viaggi in dimensioni sottili, ricordano: rumori assordanti, utili per camuffare o eliminare il suono che poteva risvegliarli, in grado quindi di neutralizzare il loro cordone d’argento. Altri invece parlano di nebbie fitte che azzeravano la visibilità, utile per nascondere una fiamma accesa o un animale che li guidava. Testimonianze utili oggi per riuscire a salvaguardarsi in caso di un viaggio astrale che sia però compromesso da una qualche energia oscura.
Entità astrali: egregori, forme-pensiero, guide spirituali
Una parte centrale delle teorie sul piano astrale riguarda le sue “entità”. Queste non sono necessariamente esseri fisici, ma manifestazioni energetiche o simboliche.
Le forme-pensiero sono strutture create dalla mente umana. Forti emozioni o idee ripetute possono generare nel piano astrale, immagini autonome che persistono per un certo tempo.
Gli egregori, invece, sono forme-pensiero collettive: nascono quando molte persone condividono intenzioni, credenze o simboli. Possono rappresentare archetipi, ideali o influenze energetiche che agiscono a livello culturale e spirituale.
Le guide spirituali sono invece interpretate come entità benevole appartenenti a dimensioni superiori, percepite come portatrici di saggezza o protezione. Nell’esoterismo, la loro presenza nel piano astrale è considerata parte di un percorso di crescita interiore.
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Il corpo astrale nella tradizione esoterica
Il concetto di corpo astrale è uno dei pilastri più ricorrenti nelle tradizioni esoteriche e spirituali. Si indica una componente dell’essere umano distinta dal corpo fisico, dotata di caratteristiche energetiche, psichiche e simboliche che permettono all’individuo di interagire con piani sottili della realtà. Esiste l’idea che l’essere umano è composto da più strati che vibrano a densità differenti dando luogo a 3 corpi sottili: fisico, eterico, astrale
Il corpo fisico è la parte materiale, visibile e tangibile, connessa al mondo sensibile e alla dimensione biologica. È limitato dalle leggi naturali e dal tempo.
Il corpo eterico viene spesso descritto come un duplicato energetico del corpo fisico. Sarebbe responsabile della vitalità, della forza vitale e del flusso energetico che mantiene in vita l’organismo. In alcune tradizioni orientali coincide con il concetto di prana, qi o forza vitale.
Il corpo astrale, invece, è considerato il veicolo della coscienza emozionale e immaginativa. È attraverso questo livello che, secondo l’esoterismo, l’individuo sperimenta sogni vividi, visioni, stati meditativi profondi e, in alcune interpretazioni, la proiezione astrale. Il corpo astrale non è vincolato alle limitazioni fisiche e può muoversi liberamente nei piani sottili, aprendo la strada a esperienze che vengono percepite come extracorporee.
Paralleli con i “piani sottili” dell’occultismo occidentale
L’occultismo occidentale — dall’Ermetismo alla Teosofia — parla spesso di “piani sottili”: livelli dell’esistenza che coesistono con il mondo fisico ma operano a frequenze o vibrazioni differenti. I più noti sono il piano eterico, astrale e mentale. Questi piani costituiscono mappe simboliche dell’interiorità umana e dell’universo invisibile. Le culture sciamaniche non usano questa terminologia, ma i concetti sono simili. Molte parlano di tre livelli cosmici: il mondo superiore, il mondo di mezzo e il mondo inferiore. Si tratta di dimensioni spirituali, non luoghi fisici, e ciascuna ospita spiriti, archetipi e poteri specifici.
I paralleli sono sorprendenti:
- Il mondo inferiore sciamanico ricorda il piano astrale inferiore, associato agli istinti, alle radici simboliche e agli animali guida.
- Il mondo di mezzo, che corrisponde alla dimensione della vita quotidiana ma percepita con occhi spirituali, è simile al piano eterico o al “sottile” immediatamente attorno alla realtà materiale.
- Il mondo superiore, regno di guide e antenati, richiama il piano astrale superiore o mentale superiore delle dottrine esoteriche.
Questa somiglianza suggerisce che l’esperienza umana dei mondi interiori si esprime attraverso modelli culturali diversi che descrivono fenomeni profondamente simili.
I “piani” dell’esistenza secondo l’occultismo
Nell’occultismo, l’universo è rappresentato a strati in diversi piani o livelli vibrazionali. Ogni piano ha proprie leggi, frequenze e forme di vita sottili. Tra le tradizioni più note, la Teosofia e l’Ermetismo propongono una suddivisione in piani principali:
- Piano fisico, il mondo materiale percepibile dai sensi.
- Piano eterico, collegato all’energia vitale che permea il corpo e la natura.
- Piano astrale, sede delle emozioni, delle immagini simboliche e delle forme-pensiero.
- Piano mentale, associato alle idee, ai concetti e alla creatività superiore.
- Piani spirituali, livelli più elevati legati alla coscienza universale.
Il piano astrale è spesso descritto come altamente plastico: cambia forma in base ai pensieri, alle emozioni e alle intenzioni di chi lo attraversa. Per questo motivo, molte tradizioni lo considerano un ponte tra mondo interiore e realtà invisibili.
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Origini e riferimenti storici
Le radici del viaggio astrale affondano in numerose tradizioni antiche. Le culture sciamaniche parlavano di viaggi dell’anima per comunicare con gli spiriti o ottenere visioni. Nell’Egitto antico si credeva che l’anima lasciasse il corpo durante il sonno. Nella filosofia neoplatonica il concetto di anima viaggiante è legato alla contemplazione e alla ricerca del divino.
Nell’antica Roma, tale viaggio era eseguito da striges o sagae esperte quando dovevano interrogare i defunti o comprendere il destino di chi richiedeva tali servigi. Nell’antica Grecia gli oracoli erano in grado di effettuare viaggi astrali, sia con la meditazione oppure con l’uso di determinate sostanze. Le streghe, nel primo medioevo, usavano la divisione della propria anima, proiezione astrale, per connettersi con gli spiriti della natura, ma l’inquisizione la chiamava: l’uscita dal corpo”. Una pratica che venne trasformata come un dono demoniaco tanto da affermare che le streghe erano in grado di far volare la loro anima o essenza, sottoforma di ombra, per controllare le vittime o scoprire segreti.
Le credenze popolari sulle “uscite dal corpo” delle streghe
Nella tradizione medioevale era diffusa l’idea che le streghe potessero separare la loro anima dal corpo durante la notte. Si credeva che, attraverso pratiche rituali o stati di trance, l’anima volasse lontano mentre il corpo giaceva immobile, spesso descritto come addormentato o in uno stato di apparente catalessi.
Queste interpretazioni non erano solo fantasie popolari; rappresentavano tentativi simbolici di spiegare esperienze astrali intense, sogni vividi, stati ipnagogici o visioni sciamaniche. In molte comunità rurali, dove le streghe non erano malvagie, il concetto di “uscita dal corpo” era un modo per raccontare esperienze interiori profondamente trasformative. Per gli inquisitori, invece, tali racconti venivano presi alla lettera, alimentando timori e persecuzioni.
Il mito delle streghe che “volano” tramite stati di trance
Il celebre mito del volo delle streghe, rappresentato dall’immagine della strega sulla scopa, deriva dalle credenze legate al viaggio astrale. Prima ancora di essere interpretato come un volo fisico, il volo magico era concepito come un viaggio mentale e spirituale. Secondo molti studiosi del folklore, il “volo” era una metafora di un’esperienza estatica. Si riteneva che la strega entrasse in uno stato di trance profonda, durante la quale percepiva di elevarsi, attraversare cieli notturni e raggiungere luoghi remoti. Le descrizioni di questi voli presentano sorprendenti parallelismi con le esperienze narrate in varie culture sciamaniche: sensazione di leggerezza, percezione del corpo che si distacca, incontri con spiriti o guide, paesaggi simbolici.
L’immagine della scopa, divenuta poi iconica, potrebbe avere origini rituali. Alcune tradizioni spiegano che la scopa rappresentava un oggetto domestico carico di simbolismo, un mezzo per simboleggiare il passaggio dal mondo ordinario a quello magico.
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La relazione con unguenti e rituali
Gli unguenti delle streghe sono uno degli elementi più discussi della magia popolare. Fonti storiche parlano di misture erboristiche usate durante rituali notturni. Oggi gli studiosi tendono a interpretarli come parte di pratiche simboliche o come strumenti per indurre stati alterati di coscienza, spesso in modo metaforico o rituale.
Molti antropologi e storici osservano che tali unguenti avevano un forte valore psico-magico: non necessariamente producevano effetti “realistici”, ma contribuivano al contesto mentale che permetteva alla praticante di entrare in uno stato visionario o meditativo. Il loro uso è oggi analizzato più come elemento culturale e rituale che come pratica fisica. Allo stesso modo, i rituali collegati al volo magico potevano essere forme di meditazione, canti, danze o pratiche sciamaniche, viste come porte verso mondi interiori. L’esperienza non era quindi un semplice atto materiale, ma un viaggio simbolico della coscienza.
Il concetto di sabba come esperienza astrale
Il sabba, celebre raduno notturno delle streghe, è uno dei temi più carichi di immaginario. Le descrizioni storiche parlano di incontri con spiriti, banchetti, danze e rituali. Tuttavia, alcuni antropologi moderni suggeriscono una lettura diversa: il sabba non sarebbe stato un evento fisico, bensì un’esperienza visionaria, un “viaggio astrale collettivo” vissuto in stati di trance o sogno.
Secondo questa interpretazione, il sabba rappresentava un mondo simbolico condiviso, costruito attraverso miti, racconti e aspettative culturali. Le streghe avrebbero quindi “partecipato” a questi raduni attraverso esperienze interiori profonde, percepite come reali ma non fisicamente tangibili.
Il ruolo del tamburo, della trance e della visualizzazione
Gli strumenti principali tramite cui lo sciamano accede ai mondi invisibili sono ritmo, suono e immaginazione guidata. Il tamburo, in particolare, è considerato un mezzo per “viaggiare tra i mondi”. Il ritmo ripetitivo induce uno stato di trance leggera o profonda, facilitando la separazione simbolica tra coscienza ordinaria e coscienza visionaria. Il tamburo non è l’unico strumento: alcuni sciamani usano sonagli, canti rituali, danze o respirazioni ritmiche. Questi mezzi creano un ponte tra il mondo esterno e quello interiore, permettendo allo sciamano di entrare in uno stato in cui immagini vivide e simboliche emergono con forza.
La visualizzazione gioca un ruolo altrettanto centrale. Molti viaggi sciamanici iniziano con l’immaginare un punto di accesso — una caverna, un albero, una scala — attraverso cui si entra nei mondi spirituali. Questa porta simbolica ricorda le tecniche moderne di meditazione e di esplorazione del piano astrale. La trance, lungi dall’essere una perdita di controllo, è percepita come uno stato lucido e intenzionale, dove lo sciamano agisce con consapevolezza all’interno del proprio mondo interiore.
Il confronto tra sciamanesimo e occultismo mostra che, nonostante le differenze culturali, il viaggio astrale è un archetipo universale: un’esperienza che dà voce alle profondità della psiche e alla dimensione simbolica dell’essere umano.
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Viaggio astrale contro sogno lucido
Alle volte si crea confusione quando si parla di sogno lucido e viaggio astrale, ma ci sono differenze significative secondo l’interpretazione esoterica e psicologica.
Il sogno lucido è uno stato onirico in cui la persona diventa consapevole di stare sognando, sa di sognare, ciò influenza attivamente il sogno, fino ad un risveglio consapevole.
L’OBE (out of body experience), cioè il viaggio astrale, è un’esperienza extracorporea. Descritta come un distacco improvviso della percezione dal corpo fisico. Alle volte capita o e associato a traumi, stati di shock o momenti di intensa meditazione.
La proiezione astrale è considerata una forma deliberata e controllata di esperienza extracorporea, orientata all’esplorazione dei piani sottili, non limitata alla realtà fisica. È quindi vista come un fenomeno non casuale, ma intenzionale.
Teosofia
Fondata da Helena Blavatsky nel XIX secolo, la Teosofia ha avuto un enorme impatto sulla diffusione moderna del concetto di corpo astrale. In questa dottrina l’essere umano è costituito da sette corpi o principi, tra cui il corpo astrale occupa una posizione centrale come veicolo delle emozioni e ponte tra la personalità inferiore e la mente superiore. La Teosofia descrive il piano astrale come una dimensione vibratoria abitata da forme-pensiero, simboli, entità e archetipi.
Ermetismo
Nell’Ermetismo, tradizione che affonda le radici nelle scuole greco-egizie e nei testi attribuiti a Ermete Trismegisto, il corpo astrale è connesso al percorso iniziatico dell’adepto. Qui viene definito “corpo sottile” o “corpo di luce” e rappresenta il veicolo attraverso cui l’anima può ascendere e conoscere i misteri dei piani superiori. Le pratiche ermetiche mirano a purificare questo corpo tramite meditazione, simbolismo e ritualità.
Kabbalah
Nella Kabbalah ebraica, pur non venendo menzionato esplicitamente come corpo astrale, esiste il concetto di nefesh ruach neshamah, tre livelli dell’anima. Il nefesh è legato alla vita fisica e all’energia vitale; il ruach rappresenta l’emotività e l’intelletto; la neshamah è la scintilla divina. Il ruach, in particolare, condivide molte caratteristiche con l’idea di corpo astrale, essendo il livello che consente all’individuo di percepire intuizioni e stati spirituali.
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe
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