Aurispici o aruspici i segreti della divinazione romana #mitologiaromana
Presagi di sangue: gli arùspici e i segreti della divinazione romana. Nell’ombra dei templi, i sacerdoti scrutavano le viscere calde delle vittime sacrificali… Un segno di buon auspicio? O un presagio di sventura? I riti divinatori degli arùspici e il loro inquietante potere nel mondo antico ha fascino e, allo stesso tempo, appartiene ad una credenza antica dei culti misterici.
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I sacerdoti, nell’antica Roma, erano figure importanti perché divenivano un ponte tra: uomini e divino! Un potere che avevano anche le sacerdotesse e in seguito alle streghe, con la differenza che, il mondo divino, era un mondo demoniaco.
Tra le figure che spiccano tra i sacerdoti più curiosi, importanti e affascinanti, a livello di pratiche che sono però occulte e disumane, ritroviamo gli “Aruspici”, cioè l’aurispico. Specializzato direttamente nell’interpretazione dei segni divini che avvenivano con:
- Osservazione del comportamento animale
- Studio degli eventi climatici
- Esame delle viscere
In modo particolare c’è proprio l’esame delle viscere, soprattutto del fegato. Per chi è nuovo nel mio canale sappiate che io amo scoprire l’origine dei nomi perché è da qui che si scopre gran del suo significato e quindi si ha una spiegazione di una figura, personaggio oppure divinità. Mentre, per chi è un iscritto o segue il canale, anche se non ve l’ho mai detto, penso che lo abbiate capito che io devo: scoprire, scoprire, scoprire, spulciare e soprattutto arrivare alle radici più antiche di un mito.
Tutto questo monologo per arrivare a: scopriamo il significato della parola aurispico? Si, lo andiamo a scoprire. Il nome nasce dal latino auspicium che a sua volta nasce da due parole: Avis, cioè uccello, e spicere, che significa osservare o guardare. Dunque il significato era: Osservatore di uccello… non pensiamo a doppi significati, anche se è difficile, e concentriamoci sulle sue arti divinatorie perché è proprio dalla specializzazione dell’osservazione delle viscere che poi il suo nome divenne: haruspex, composta da haru, cioè viscere, e -spex, osservatore.
Come molti altri sacerdoti, lui osservava il volo degli uccelli, la varietà o specie, il comportamento oppure le stranezze. Unitamente poi c’era una forte attenzione ai cambiamenti oppure fenomeni climatici.
Tuttavia, l’aurispico si evolse in modo diverso, con un contatto intimo, di sangue, con gli animali e il divino. Da questo nacque appunto l’arte divinatoria di leggere le viscere degli animali.
Aurispici: chi è questa figura e come nasce?
Gli aruspici, più correttamente chiamato haruspex (plurale haruspices), era una figura sacerdotale dell’antica Roma. Lui era in grado di interpretare la volontà divina, le scelte e i comportamenti, attraverso l’esame delle viscere di animali sacrificati. Una carica sociale di tutto rilievo che ha però origini etrusche e in quelle italiche, come sunniti e osca, per poi essere integrata nella religione romana. Fu l’evoluzione della società romana che gli diede un ruolo fondamentale nel rituale pubblico e nella vita politica.
Tages: dio vecchio dal volto giovane
La pratica dell’haruspicina il sapere degli aruspici, secondo la leggenda, fu rivelato agli uomini da Tages, una figura mitica che emerse miracolosamente dalla terra mentre si arava un campo. Tages il dio che spacco il terreno nei campi di Tarquinia (per inciso Tarquinia deve il suo nome proprio perché qui si pensava vivesse il dio Tages). Il dio si palesò sottoforma di un fanciullo, ma con un volto da vecchio.
Tages si avvicinò ad un contadino che arava la terra, lui parlava con voce profonda, gutturale, usando parole sapienti divine alternate a misteriose. Costui insegnò discipline divinatorie per connettere gli uomini al volere divino. Il contadino raccontò quello che gli venne detto dal Dio e in molti trascrissero questi insegnamenti.
Tages era il profeta dio che rivelò il sapere sacro (per certi versi a me, personalmente, sembra la figura arcaica e antica di Gesù cristo). Da questo sapere vennero scritti i libri Tagetici, dove ritroviamo anche parte della “disciplina etrusca”. I romani quindi furono i primi a dare un’importanza scritta alle culture antiche ricordandoci prima Tages, l’origine degli aurispici e poi della disciplina degli Etruschi.
In particolare, la figura di questo sacerdote, lo ritroviamo poi nei Libri Haruspicini, testi sacri che trasmettevano le regole per interpretare i segni divini, tra cui l’esame delle viscere.
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Aruspici e aruspico più importante del sacerdote “religioso”?
A Roma, gli aruspici non erano considerati parte del collegio pontificale e qui apriamo una grande parentesi perché in molti, specialmente i più puntigliosi, che spesso parlano senza sapere, pensano che il “pontificio” sia nato con la religione cristiana, ma non è così.
In realtà il pontificio nasce proprio nell’antica roma ed era uno dei principali collegi sacerdotali che identificavano l’importanza: politica ed economica, delle figure religiose. Tale collegio era un’autorità diversa dal resto della popolazione, più importante dei politici e, in svariate occasioni, perfino più importante dello stesso imperatore o famiglia imperiale poiché loro erano il mezzo di comunicazione con il divino.
Tale collegio era comporto da:
- Pontifex Maximus: pontefice massimo, autorità forte anche politicamente (che poi è divenuto l’attuale Papa nella cristianità)
- Pontefici minori (che noi chiamiamo oggi vescovi)
- Rex Sacrorum: colui che svolgeva rituali che poi passarono, in un secondo tempo, alla famiglia reale con l’avvento della cristianità
- Flamini: sacerdoti di divinità specifiche
- Vestali: sacerdotesse del culto del fuoco di Vesta
- Auguri e Auruspici: sacerdoti di Marte (osservatori del comportamento dei volatili) e sacerdoti che avevano premonizioni o interpretavano il futuro con l’esame delle viscere
Chiusa parentesi, ma continuo con il discorso.
Aruspico: più del sacerdote classico
Gli aruspici, come l’auguro, non erano dei sacerdoti religiosi, perché parte della religione aveva potere politico ed economico. Loro erano sacerdoti diversi, più importanti perché in contatto diretto con il divino e perché da essi ricevevano insegnamenti.
Essi venivano consultati soprattutto in situazioni d’emergenza per avere dei presagi o premonizioni su sciagure o eventi insoliti. In alcuni casi ben documentati è stato lo stesso Senato a richiedere ufficialmente il parere degli aruspici per confermare la validità di una decisione politica o militare.
Aruspico: cosa facevano questi sacerdoti?
Entriamo nella vita degli aurispici, tanto per farci i fatti loro. Essi erano incaricati di decifrare la volontà degli dèi attraverso la lettura delle viscere, in particolare il fegato, degli animali sacrificati, pratica con funzione esclusivamente divinatoria.
Gli animali sacrificati erano pecore, buoi o capre, scelti con grande cura e sottoposti a sacrificio secondo precisi rituali. Il toro, ad esempio, veniva sacrificato alle divinità virili come: Giove, Priapo o il Fauno.
L’animale però non era maltrattato, anzi, queste bestie, fenomenali dal punto di vista estetico e di salute, erano quasi venerati e tenuti ottimamente: mangiavano bene, il cibo migliore, venivano puliti giornalmente, strigliati, portati al pascolo. Per poi essere sacrificati nelle cerimonie ufficiali.
C’è da dire che però, gli aurispici intervenivano o quando lo Stato, le autorità richiedevano i loro servigi, ma alcun di essi vivevano direttamente nelle abitazioni di: nobili, ricchi patrizi o politici e, in questo caso, si usavano gli animali migliori dei loro capi di bestiame. Anzi molte famiglie preferivano il sacrificio dei propri capi di bestiame poiché, se il dio o le divinità gli avevano dato benevolenza facendo appunto crescere la loro ricchezza, tali animali erano appunto legati alla famiglia. Dunque i responsi erano più sicuri e sinceri.
Esame delle viscere
Dopo il sacrificio dell’animale, l’aurispico esaminava attentamente le viscere, soprattutto il fegato, cuore e polmoni, alla ricerca di:
- Anomalie
- Deformazioni
- Nodi
- Grumi di sangue
- Gonfiori
- Consistenza
- Quantità d sangue
Tutti segni ritenuti prodigiosi che davano messaggi chiari. Questi “indizi” permettevano poi di avere dei messaggi e responsi chiari una volta decodificati. La decodificazione avveniva proprio perché, secondo l’esoterismo, occultismo e altre divinazioni, tutti i messaggi inviati dal divino o dalle energie universali, si debbono interpretare poiché il linguaggio dell’altro mondo di quello ultraterreno, divino e invisibile, non è uguale a quello degli uomini.
Gli aurispici erano quindi in grado di individuare i segni favorevoli o sfavorevoli riguardo: decisioni politiche, militari o religiose. La loro consultazione avveniva soprattutto in momenti critici: guerre, pestilenze, terremoti o presagi straordinari.
Oltre alla lettura delle viscere, gli aurispici potevano interpretare altri fenomeni naturali come fulmini, terremoti o eventi celesti, in quanto considerati manifestazioni della volontà divina.
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Pratica rituale della lettura delle viscere nell’antica Roma
La pratica della lettura delle viscere, cioè l’haruspicina, era un rito fondamentale degli aurispici attraverso il sacrificio animale agli Dei.
Il rito iniziava con la purificazione dell’ambiente e degli officianti. L’animale prescelto perfetto nell’estetica, sano e senza difetti fisici veniva anch’esso purificato. Prima si doveva pregare, poi fare delle offerte. A questo punto l’animale veniva sacrificato su un altare.
Il sangue era raccolto in coppe rituali. Il corpo veniva aperto con un’incisione lungo in ventre per non danneggiare appunto le viscere da esaminare. Si asportava poi il fegato che era considerato, all’epoca, come la sede dell’anima, della vita e della volontà divina.
La lettura delle viscere non era improvvisata, ma seguiva una metodologia precisa, basata su secoli di osservazioni ritualizzate. I responsi dell’aurispico confermavano o sconsigliavano un’azione, indicando la presenza del favore o della collera degli dèi.
- Presagio favorevole: il sacrificio era accettato dagli dèi.
- Presagio nefasto: bisognava ripetere il sacrificio o cambiare i piani.
C’è una mappa schematica del fegato di Piacenza che dà alcune indicazioni sulla decodificazione dei segni o indizi notati durante la pratica dell’esame delle viscere.
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Mappa del fegato per la previsione futura
Tale mappa è un reperto antichissimo, ma davvero molto utile. Fu uno dei primi scritti sull’esoterismo, cioè sulle arti divinatorie.
Ad ogni modo vi spiego com’è diviso e a come interpretarlo. Il fegato viene suddiviso in 16 settori ed ognuno di essi indica una divinità. Attenzione all’apertura di questa parentesi: le divinità non erano solo entità superiori, ma essi avevano un significato: spirituale, esoterico, consigli e una rappresentazione specifica del senso della vita.
Vi spiego con un esempio: Marte era il Dio della guerra! Spiritualmente rappresenta la lotta e l’affermazione di sé stessi. Esotericamente è il fuoco, fuoco della volontà che combatte contro le illusioni e ignoranza. I suoi consigli sono: agisci ora e non domani, domina il tuo impulso e pensa, ma agisci. Simbolicamente è il guerriero che ha in sé la consapevolezza del sacrificio. In senso positivo indica vittoria, in senso negativo indica sconfitta! Chiusa parentesi.
Ecco che dunque la divisione del fegato, con appartenenza a diverse divinità permette di avere dei segni e indizi della volontà dell’energia universale.
La parte anteriore del fegato, vale a dire quella a punta, appartiene:
- Parte superiore a: Giove e a Marte
- Parte inferiore: Norzia, cioè il destino e la fortuna e poi a Vulcano
Mentre la parte posteriore del fegato, vale a dire quella tonda e “cicciotta”, appartiene:
- Parte superiore a: Venere, dea dell’amore, Minerva, saggezza
- Parte inferiore a: Giunone e Aurora o Apollo
Infine c’è la parte centrale del fegato che appartiene a:
- Parte superiore: Dioniso
- Parte inferiore: Silvano o silvanus, dio dei boschi
Interpretazione pratica dei segni del fegato
Ogni settore rappresentava una direzione del cielo, cioè una direzione di vita, una scelta o decisione da fare, e la presenza di un dio. Quando l’aurispico esaminava il fegato dell’animale, confrontava la sua condizione con questo schema:
- Zone integre → benevolenza divina
- Zone alterate → avvertimento o collera
- Anomalie specifiche → segni particolari di approvazione o rifiuto
Ecco che dunque era necessario controllare tutti gli elementi presenti in modo da capire quali erano le volontà divine e i consigli che davano. Occorreva quindi una certa praticità e una grande conoscenza nelle divinazioni per avere dei responsi chiari che fossero poi adattabili alle domande che venivano poste.
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Lettura del fegato prima di una battaglia
Vi dimostro, con un testo scritto, quanto fosse importante la figura dell’aurispico prima di una battaglia, anzi in questo caso vi parlo proprio dello scritto di Giulio Cesare sulla conquista della Gallia. La Gallia era uno dei territori che interessavano l’Impero romano, ma la loro conquista risultava difficile. La politica non riusciva ad entrare nella Gallia e questo voleva dire: Espansione con guerra.
Giulio Cesare prima di intraprendere la campagna militare decise di interrogare gli aurispici che sacrificarono un toro ed il responso fu appunto: vittoria e conquista, ma solo usando: seduzione del potere e forza bruta.
Mentre un altro scritto ci parla di Scipione l’Africano che, prima di intervenire in aiuto a suo fratello, Scipione l’asiatico, che aveva problemi con i politici romani, interpellò degli aurispici per prendere questa decisione. L’esito fu quello di aiutare il fratello per concludere la campagna militare con vittoria, cosa che avvenne.
C’erano poi degli esami delle viscere per le battaglie. Io vi ho riportato 2 esempi che riguardano scritti di personaggi importanti. Tuttavia le legioni di militari che appunto venivano mandati in guerra, anch’essi usavano questi sacerdoti e l’interpretazione avveniva seguendo il rituale di purificazione e poi di sacrificio.
Il fegato era posto su un vassoio speciale e osservato attentamente. Se, ad esempio, una parte chiamata “caput iocineris” (testa del fegato) era deformata o mancante, l’aurispice poteva dichiarare che gli dèi non erano favorevoli alla battaglia.
Al contrario, un fegato integro, liscio e ben formato era segno positivo: il sacrificio era accettato e si poteva procedere con l’azione militare.
Il responso veniva riportato al comandante, che decideva se rinviare, modificare o procedere con il piano di azione.
Credenza degli aurispici
Gli aurispici fondavano la loro arte su una credenza fondamentale: l’universo è un sistema ordinato in cui gli dèi comunicano con gli uomini attraverso segni naturali. Ogni evento insolito, anomalia, ogni fenomeno della natura era ritenuto una manifestazione della volontà divina. La funzione dell’aurispico era quella di interpretare questi segni, renderli comprensibili e tradurli in azioni coerenti con il volere degli dèi.
Alla base della loro visione c’era il concetto di divinazione ordinata, non fondata su improvvisazione o superstizione, ma su osservazioni sistematiche, codificate in testi sacri. La parte più importante dell’organismo sacrificato – il fegato – era visto come un microcosmo, una mappa in cui si poteva leggere il futuro o la volontà celeste poiché è qui che risiede il senso della vita.
Ogni parte dell’organo corrispondeva a una divinità o a un principio cosmico: se una parte era mancante, ingrossata o deformata, ciò indicava la collera o il favore degli dèi.
Gli aurispici credevano in un universo in cui niente accadeva per caso, nel senso che le coincidenze non esistono. Anche i fulmini, le frane, le nascite mostruose erano segnali che richiedevano interpretazione. Tutto doveva essere letto, compreso e armonizzato.
Questa visione religiosa e cosmologica influenzò profondamente la cultura romana. Anche se con il tempo la loro autorità diminuì, l’idea che il sacro fosse leggibile nella natura sopravvisse per secoli, fino al tardo impero.
Essi credevano che il divino fosse immanente nella realtà fisica, e che l’uomo potesse decifrarlo tramite rituali e conoscenza. La loro fede era una forma di razionalità religiosa, basata su una lunga tradizione osservativa e spirituale.
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe