Bellona e la Stregoneria: il culto proibito
Bellona dea arcaica, associata alla stregoneria data la sua natura cruenta e frenetica dei suoi riti, oltre che dal carattere terribile della dea, che evocava la furia e la follia della battaglia.
La sua potenza era tale che addirittura esistevano dei sacerdoti e sacerdotesse a lei dedicate, nel senso che queste figure conoscevano dei rituali realmente crudi e crudeli sussurrati dalla stessa Bellona.
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Bellonari: che sacerdoti erano?
Le pratiche dei suoi sacerdoti, i Bellonarii, erano di infliggere ferite sangui… nanti durante i rituali, visti come atti magici, simili ai sacrifici delle streghe, ripresi poi durante la stregoneria medievale. Per i Bellonari e le streghe nere, della lotta e del piacere, il sangue era considerata fonte di potere, mezzo di comunicazione con le entità superiori, sia quelle oscure che benevoli. Oggi sappiamo che le streghe di bellona avevano il concetto centrale della magia nera.
In testi gnostici e magici tardo-romani, Bellona era invocata non solo per la battaglia, ma come spirito in grado di distruggere i nemici, creare confusione e influenzare il destino di eserciti interi. Il suo nome compare in alcune formule incantatorie, al fianco di divinità come Ecate, Trivia e Persefone.
Infatti lei è la strega guerriera, ma soprattutto lei è l’entità che viene richiamata dalle streghe guerriere.
Durante il Rinascimento, nel contesto dell’esoterismo, gli occultisti riscoprirono Bellona come archetipo della “strega guerriera”. La sua figura venne reinterpretata in chiave simbolica, come rappresentazione della donna che usa il proprio potere per proteggere o distruggere, secondo la propria volontà, situazione, bisogno e intento.
Bellona è vista come una dea a cui rivolgersi per ottenere forza, protezione nei conflitti (anche in quelli quotidiani o lavorativi) e per la capacità di tagliare i legami tossici. È invocata nei rituali di difesa magica, come patrona delle battaglie spirituali.
La Magia di Bellona tra sacro e battaglia
Nella tradizione romana, Bellona non è semplicemente una divinità della battaglia: il suo culto possedeva elementi rituali che sono associati alla magia sacra. Esistevano pratiche culturali evocative e trasformative, tutte presenti nel culto di Bellona.
I Bellonari, praticavano riti violenti, inclusa l’automutilazione durante cerimonie pubbliche. L’offerta tipia era quella del san…gue offerto alla dea che ella purificava. Ciò permetteva la sua invocazione e la protezione per qualsiasi battaglia. Questi riti hanno forti connotazioni magiche, in quanto si tratta di manipolazioni del corpo e dello spirito per ottenere il favore divino modificando gli influssi universali ed è per questo che si parla di magia nera.
Bellona era invocata con formule rituali potenti prima della dichiarazione di battaglia. Il lancio simbolico della lancia contro il nemico rappresentava un atto magico, una forma di maledizione certa. Infatti alcuni suoi incantesimi richiedono appunto un idolo e una serie di gesti sull’idolo, un po’ come la magia vodoo.
Leggendo alcuni stesti ho notato che ci sono testimonianze di possessione da parte di Bellona ed è per questo che, personalmente, sono sicura che Bellona, in seguito all’arrivo della cristianità venne demonizzata. In parte sono convinta che lei sia una parte del diavolo noto come Belfagor! Si ritrova anche con la prima radice del nome, cioè: Bel lona e Bel fagor. Però devo andare più affondo nella ricerca per esserne sicura.
Possessione di Bellona
Tornando alla “possessione di Bellona” molte volte, i Bellonari, entravano in stato di trance o frenesia sacra durante i riti, simili, nei comportamenti, alle possessioni demoniache.
La magia nera di questa strega dea risiede proprio nel potere del sangue e del dolore, come a dire: sacro e battaglia. È una forma di magia legata all’azione, alla violenza ritualizzata e alla trasformazione del caos in ordine attraverso la battaglia.
Apriamo parentesi: non commettiamo l’errore di pensare che la battaglia sia solo quella tra nazioni, nell’animo umano siamo continuamente in lotta con noi stessi o con gli altri, anche sul lavoro, perfino se andiamo a fare la spesa. Le battaglie quindi sono quotidiane e, l’evocazione di bellona, è un rituale semplice che permette di avere più audacia, volontà e successo.
Chiuso parentesi!
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Testimonianza scritta sulle: Predizioni sulla battaglia
Lucio Cornelio Silla, un comandante militare romano, era un grande seguace di Bellona. Durante le sue campagne in Asia Minore, rimase colpito dai rituali eseguiti dai bellonari e dalle bellonare, le streghe guerriere. Rituali cruenti che comprendevano danze forsennate che portavano all’estasi.
La festa romana dedicata a Bellona era il 3 giugno, data in cui furono ultimati i lavori del suo tempio, promesso da Appio Claudio. Un’altra celebrazione importante era il 24 marzo, chiamata Dies Sanguinis. Questo rito cruento era festeggiato insieme alla dea Cibele e al suo cocchiero Attis. I sacerdoti e i fedeli si flagellavano e si ferivano con le lame delle spade fino a sanguinare copiosamente, offrendo il loro sangue alla divinità. Era anche praticata l’auto evirazione. Questi riti, gradualmente eliminati, riflettono la natura intensamente guerriera e sacrificale del culto di Bellona.
Chi è Bellona? Simbolismo nella Mitologia Romana
La dea strega Bellona era una dea della guerra nota nella mitologia romana, legata a Marte, dio principale delle battaglie. Il suo nome deriva dalla parola latina bellum, che significa “guerra”. Figura avvolta da un’aura di sangue, violenza e caos, che rappresenta ogni aspetto della guerra, nel volto più feroce. A differenza di Marte, che incarna l’onore e la strategia, Bellona simboleggia l’impeto cieco del conflitto.
Il suo aspetto è quello di una bellissima donna dai capelli neri, con un elmo, lancia e spada. Indossa una toga con ampia scollatura che le lascia il seno scoperto. Alle volte aveva una torcia accesa, come Ecate. Appare con occhi spalancati e un’espressione terribile, in preda all’estasi del combattimento. Il suo carro da guerra è trainato da cavalli infuocati, è un altro simbolo della sua natura irruenta e feroce.
Nel simbolismo romano, Bellona rappresentava la forza bruta necessaria per vincere le battaglie. Invocata prima delle battaglie e i suoi sacerdoti, i “Bellonarii”, celebravano riti cruenti in suo onore, tra cui l’automutilazione come forma di offerta.
Il tempio di Bellona a Roma era situato vicino al Circo Flaminio, e vi si svolgevano riti legati alla dichiarazione ufficiale di battaglia. Una delle cerimonie più famose prevedeva il lancio di una lancia in territorio nemico da parte dei fetiales, i sacerdoti incaricati dei riti bellici.
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Bellona la moglie di Marte: L’Incontro tra Furie della Guerra
Marte aveva una moglie e il suo nome era: Bellona! La loro unione non è raccontata nei miti classici in modo dettagliato, ma è evocata come simbolo dell’incontro tra le forze brutali e sanguinarie della battaglia.
Però i due come si sono incontrati? Una storia d’amore, di passione o di sadismo?
Quello che in tanti ignorano è che oggi pensiamo che le divinità delle battaglie, della lotta o di altro, siano maschile perché vediamo la natura maschile appunto come quella più “materiale”. Però la realtà è che esistevano decine e decine di divinità femminili che erano appunto di: battaglia, vendetta, odio e via dicendo. Ognuna di esse aveva le sue seguaci, le striges, che poi noi abbiamo conosciuto con il nome di streghe.
Esistono tantissime tipologie di streghe che operano in diversi settori dell’occultismo.
Tornando dunque all’incontro tra i due vediamo come Marte ha conosciuto la sua compagna, sua moglie, Bellona.
Marte, dio della strategia camminava sui campi di battaglia, sussurrando, nei soldati, quello che si doveva fare per vincere. Quest’ultimi però, iniziando la lotta, non avevano la furia che li spingeva a continuare. Marte quindi si sentiva sconfitto, cosa poteva fare per riuscire ad aizzare i soldati.
La sua contemplazione venne interrotta da urla di battaglia, urla di donna. Marte si avvicinò ad un villaggio dove gli abitanti stavano combattendo contro dei ladroni che avevano li avevano assaltati. Gli abitanti che stavano lottando erano uomini e donne, soprattutto quest’ultime erano coloro che avevano più ferocia nel difendersi e difendere la Comunità. Costoro erano aizzate da una bellissima dea armata di lancia e spada cin grado di scatenare la grinta e ferocia più animalesca e violenta.
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La passiona di una Furia
Al termine i villici avevano vinto, ma Marte era rimasto accecato dalla bellezza della Dea. Quest’ultima si stava lavando dal sangue in un fiume vicino e Marte le andò incontro. La Dea osservò l’avvicinarsi di Marte e, con postura fritta e sguardo fiero, nuda, non indietreggiò. Ai due bastò un solo sguardo, occhi negli occhi, per innamorarsi perdutamente uno dell’altro.
Il loro incontro simboleggia la fusione di due energie primordiali: la strategia aggressiva maschile e la furia distruttrice femminile.
Da allora Marte e Bellona marciano insieme, nessun esercito gli resiste, poiché incarnano, insieme l’inevitabilità del conflitto e la gloria della vittoria.
Il racconto del loro amore non è romantico, ma simbolico: rappresenta la complementarietà degli opposti in guerra, e come la distruzione possa essere frutto dell’unione tra passioni maschili e femminili trasformate in forza divina.
Apro la parentesi prima di concludere questo “tratto” della vita dei due: pare che Bellona sia si la moglie di Marte, ma che fosse anche sua sorella. Nata sui campi di battaglia e abbandonata al suo destino. Sopravvissuta nutrendosi del sangue dei feriti in battaglia e poi cresciuta dai reduci e dalle vedove dei soldati defunti.
Chiuso parentesi.
L’Importanza di Bellona nella Storia Romana
Bellona ricopre un ruolo rilevante nella religione romana, specialmente in relazione alla battaglia e alle cerimonie militari. Il suo culto, pur meno noto di quello di Marte, era centrale nei momenti in cui Roma si preparava al conflitto, e la sua presenza era considerata essenziale per legittimare e consacrare le imprese belliche.
Il tempio di Bellona, situato nei pressi del Circo Flaminio, era il luogo dove il Senato riceveva ambasciatori stranieri e prendeva decisioni importanti sulle guerre. Era anche lo scenario del rito simbolico della dichiarazione di guerra: un sacerdote lanciava una lancia contro un territorio nemico simbolico (originariamente nel territorio dei Prischi Latini, poi in un recinto dedicato), come gesto sacro di inizio delle ostilità.
Durante l’Impero romano, Bellona continuò ad avere un culto ufficiale, associata al potere imperiale. Gli imperatori usavano la sua immagine per sottolineare la loro autorità come comandanti supremi. Alcune monete, soprattutto sotto Domiziano e Settimio Severo, raffiguravano la dea armata, come segno di legittimazione divina del potere militare.
Il suo culto aveva anche una componente popolare e misterica, soprattutto tra i soldati. Bellona era venerata in particolare da mercenari e veterani, che la consideravano una protettrice spirituale.
Bellona si manifesta nel caos della battaglia… ma e se fosse possibile evocarla nelle lotte quotidiane? Quali parole, gesti o offerte richiederebbe oggi la sua magia? Fammelo sapere nei commenti, sono curiosa di sapere la tua opinione.
Bellona, sorella e sposa di Marte, colei che è la furia guerriera? Secondo te dietro ogni strega, che combatte, si cela il suo spirito? Pensando anche al periodo della caccia alle streghe, le vere streghe erano come lei? In quali aspetti? Dimmelo nei commenti!
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe