Demetra, la vera madonna – storia della trasformazione
Nel silenzio dei campi, tra spighe dorate e pioggia nascosta, Demetra veglia sulla vita. Madre, custode e dea della rinascita, sussurra il segreto eterno della terra.
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Cosa si cela dietro il sorriso silenzioso di Demetra? Perché il seme sepolto nel buio custodisce un segreto eterno? Quale dolore plasma la terra e quali riti antichi svelano il ciclo nascosto della vita e della morte? Tra le ombre dei Misteri Eleusini e il rapimento di Persefone, il mito ci invita a scoprire il legame tra uomo e natura, luce e tenebra, perdita e rinascita. Riusciremo a percepire, tra spighe e vento, il sussurro immortale della dea che non smette mai di vegliare
Demetra, il respiro della terra
Come mai l’agricoltura è vista come un dono divino? Forse perché nessun gesto umano è così vicino al mistero della vita come seminare e tale mistero non può appartenere altro che a una divinità, alla Dea Demetra.
Iniziamo con l’analisi del suo nome perché dai nomi è possibile trovare la radice della loro potenza. Demetra nasce da Dè che significa Terra e Meter, cioè madre, quindi significa: madre terra. Piccola precisazione, è ovvio che in molti possano dire: scusa ma la madre terra non è Gea? In effetti si debbono dividere le due entità perché altrimenti creiamo confusione. Gea è la terra, cioè il pianeta, il mondo su cui viviamo, una titana primordiale che non può essere posseduta o comandata da nessuna divinità, paragonabile al caos cosmico, superiore quindi a tutti. Nonostante non può essere posseduta, può essere abitata. Demetra invece è una dea madre della fertilità, nel senso che lei è la generosità della terra, la vita che fa nascere la natura e che comanda le stagioni creando appunto la ciclicità della vita. Dunque, se vogliamo fare i precisini, Demetra significa: Dea del tempo meteorologico e madre che nutre.
Per questo lei è presente nella: terra, nel seme, nella pioggia e soprattutto nel raccolto. Nelle tradizioni agricole greche si dice: demetra è il respiro della terra! Nel senso che se la terra continua a dare raccolti e la prova del respiro della dea poiché è viva.
Custode della civiltà
Demetra rappresenta il legame più intimo tra l’uomo e la natura. Fu grazie a lei che i Greci impararono che coltivare non è solo un mestiere, ma un rito. Ogni semina un atto sacro, un patto tra gli uomini e la dea: se il cuore umano rispetta la terra, la terra restituisce la vita. Tuttavia non è soltanto una dea dell’abbondanza: è anche una custode della civiltà. Secondo la tradizione, fu lei a insegnare agli uomini l’arte di coltivare, fondando così la comunità agricola e, con essa, la prima forma di società stabile. In alcune incisioni antiche vediamo la dea china a falciare il grano ad indicare che occorre fatica per vivere, ma proprio tale fatica permette di avere abbondanza.
La dea del ricordo
Demetra nacque da due Titani, Crono e Rea, in un tempo in cui il mondo non conosceva ordine. Crono divorava i propri figli per paura di essere detronizzato, e solo l’astuzia di Rea permise a Zeus di salvarsi e liberare i fratelli. Tra questi vi era Demetra colei che scelse di camminare tra gli uomini. Quando Zeus divenne signore dell’Olimpo, Demetra trovò il suo posto tra le spighe di grano, i papaveri e le fiaccole accese che illuminavano la notte dei campi.
Il suo aspetto ci parla di quello che tutte le culture agricole non dovevano dimenticare. Troviamo una donna dal volto maturo e dolce, capelli lunghi e ondulati nascosti da una corona di spighe. Indossava una veste lunga con un mantello sulle spalle. Però ogni elemento del suo aspetto ha un simbolismo chiaro. Le spighe di grano e cereali sono il simbolo della fertilità che ha dato il frutto. La fiaccola in mano, che molti pensano sia legato al mito della ricerca della figlia Persefone, in realtà indica la sua fase dormiente o meglio il seme che dorme sotto il terreno, ma che ha una luce da seguire per rinascere.
Cesto o cornucopia di frutti e papaveri, questo è interessante. Intanto i frutti ovviamente indicano l’abbondanza, ma cosa centrano i papaveri? Il papavero era il fiore che simboleggiava il dolore del parto. Anticamente era un fiore che, grazie alle sue proprietà, non entriamo nei dettagli delle proprietà, veniva dato alle partorienti rendendole semi incoscienti. In questo stato avveniva la nascita del bambino. Nell’evoluzione del mito esso venne associato al mondo dei defunti e quindi alla ciclicità, cioè alla nascita, vita, morte e rinascita. Sulle sue gambe si avvolgevano due serpenti e i serpenti, animale a lei sacri, che simboleggiavano la trasformazione della vita.
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Demetra e Persefone: il dolore che fece nascere le stagioni
C’era un tempo in cui la terra fioriva senza sosta perché esisteva una sola stagione dove tutto nasceva e tutto fruttificava. Demetra vegliava sui campi e accanto a lei c’era Persefone, la figlia prediletta. Una fanciulla giovane e luminosa. Ma un giorno, mentre coglieva fiori in un prato, la terra si spalancò e ne emerse Ade, signore dell’Oltretomba, che rapì la fanciulla e la trascinò nel suo regno per sposarla. A questo punto il mondo si fermò. Nel celebre Inno Omerico a Demetra, si narra “Allora la terra non faceva germogliare nulla, poiché Demetra, dalla bella chioma, teneva nascosto il seme sotto la terra.”
Demetra non trovando più la figlia gelò ogni cosa. La sua voce si fece vento, la sua ira siccità. Vagò per giorni e notti, con una fiaccola accesa, cercando Persefone tra città e deserti. Nessun dio osava rivelarle che Ade l’aveva presa con sé. A questo punto la dea smise di germogliare, i semi marcirono, gli uomini morirono di fame. Zeus — turbato dalla rovina del mondo — inviò Hermes a trattare con Ade. Il patto fu semplice ma crudele: Persefone avrebbe trascorso sei mesi con la madre sulla terra, e sei mesi nel regno dei morti. Così, ogni anno, quando la giovane risale dall’Ade, Demetra, per la gioia, dà luogo alla primavera e poi all’estate. Quando la figlia deve tornare negli Inferi, ecco che Demetra triste, dà luogo all’autunno e all’inverno.
Questo mito è la spiegazione del ciclo delle stagioni e Demetra non è solo la madre ferita: è anche la custode del tempo.
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Cerere romana e Demetra
Prima di continuare voglio spiegarvi una curiosità interessante. Erroneamente si pensa che Demetra sia una divinità greca, ma ci sono testimonianze del suo culto già in Egitto avendo similitudini con Iside. Fu Iside infatti che insegnò l’agricoltura agli uomini ed è la stessa azione che si dice abbia fatto Demetra. Tuttavia ritroviamo reperti e incisioni, preromane, in alcune parti del Latio e nel sud Italia, dove si parla di Cerere che ha caratteristiche simili a Demetra. Tutte queste dee hanno un concetto comune: la madre che nutre. Altra prova di una religione primitiva che ha poi sviluppato tutte le altre.
I Misteri Eleusini: il segreto di Demetra
Nell’antica Grecia, vicino ad Atene, c’era un luogo dove il tempo sembrava sospendersi: Eleusi. Qui, per oltre un millennio, uomini e donne di ogni rango si riunivano per celebrare i Misteri Eleusini che sono i riti sacri di Demetra e Persefone.
Cosa sappiamo di questi “misteri Eleusini”? Lo scopo principale era appunto onorare queste divinità, ma unitamente i partecipanti diventano i testimoni dei misteri della vita e dell’aldilà. Le pratiche erano poi divise in: i Piccoli Misteri, celebrati in primavera, e i Grandi Misteri, che si svolgevano in autunno. I partecipanti, chiamati mystai, attraversavano un percorso iniziatico fatto di purificazioni, digiuni e cammini notturni. Apro una piccola parentesi: queste pratiche in seguito vennero assorbite dalla chiesa cattolica diventando i nostri attuali pellegrinaggi e processioni. Chiusa parentesi. Cosa accadesse all’interno dei tempi di Eleusi, non ci è dato saperlo perché non ci sono scritti, questi misteri erano talmente misteriosi che si tramandavano oralmente e non è mai stato scritta una sola parola, anche perché c’era la pena di morte per chiunque ne parlasse. Quello che sappiamo è che durante l’iniziazione finale, i mystai assistevano a una rivelazione chiamata epopteia: un momento in cui il mistero della vita e della morte veniva “mostrato” piuttosto che spiegato.
Tuttavia dato che questa pratica e divinità è uguale, in diversi aspetti, ai culti preromani, di cui abbiamo prova scritta o meglio incisa, di quello che accadeva, sappiate che il “mostrare il segreto di vita e morte”, era quello di “sacrifici u… mani” preceduti da digiuni e bevande estatiche a base di papavero… torna nuovamente il collegamento a questo fiore.
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Demetra: il segreto di Eleusi
Durante le mie ricerche, una domanda non mi dava tregue: ma, chi è il padre di Persefone? Ebbene, ci ho impiegato un pochino a trovare la risposta perché ci si concentra principalmente sul suo rapimento, ma poi ho scoperto la verità e il collegamento con Eleusi e i misteri Eleusini.
Zeus, dopo aver liberato i fratelli e le sorelle, notò il fascino leale di Hera e la bellezza dolce di Demetra. Tuttavia, sua madre Rea gli rivelò che la figlia avuta con Demetra avrebbe avuto un triste destino, mentre la prole generata con Hera avrebbe dato vita a divinità potenti che lo avrebbero sostenuto nelle sue future battaglie. Dopo il matrimonio con Hera, Zeus non riuscì a dimenticare Demetra che viveva tra gli uomini e iniziò a corteggiarla. La dea sapeva della previsione di sua madre e non si concesse a lui. Per questo il padre degli Dei escogitò un piano, un giorno chiese a Demetra di passeggiare in segreto in un campo di papaveri e qui la fece bere da uno di questi fiori. La bevanda diede gli donò euforia e unitamente uno stato di “stanchezza”. A questo punto Zeus ne approfittò. Infatti, nei miti più antichi, il papavero indicava la perdita della vergini..tà ed in seguito quella del parto.
Per proteggere la bambina che doveva nascere, sia dalle vendette di Hera che dal suo destino nefasto, Demetra si nascose in un luogo segreto chiamato Eleusi. Ecco come mai sono nati qui i “misteri Eleusini”, che contengono questi concetti: il parto, che è il rituale di sofferenza. Il segreto, quindi la morte. La nascita, cioè la vita.
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Demetra, la madonna
Dai versi di Omero agli echi malinconici di Ovidio, Demetra non ha mai smesso di ispirare poeti e artisti. La sua vita nella mitologia greca è fondamentale, anche se marginale poiché ci si concentra principalmente su persefone e ade. Tuttavia la sua importanza è stata tale, che nessuno, specialmente nella cultura agricola, è stata dimenticata. Nel cristianesimo primitivo, quello intorno al 325 A.c, perché esiste il cristianesimo primitivo, poi tardo, medioevale, rinascimentale, fino a quello moderno, proprio l’immagine di Demetra, in Grecia, e di Cerere, in tutto l’impero romano, era quello più difficile da far sparire. Per questo nacque la figura della “madonna delle messi”. Spiego cos’è! La madonna è il titolo che indica Maria, cioè la madre di Gesù e veniva usato per identificare, in generale, la madre. Le messi non sono le messe religiosi, il termine giunge dal latino messis che tradotto significa: raccolto o mietitura.
In conclusione è: la madre dei raccolti! In Italia ci sono molti territori, comuni e piccoli borghi, che hanno la loro festività collegata proprio a queste madonne che sono diverse, cambiano in base al territorio, ma hanno un concetto comune: raccolto delle spighe. Alcune di esse hanno: spighe nei capelli o in mano, bamboli di papaveri oppure serpenti ai loro piedi che ubbidiscono alla madonna. Insomma, non per essere ripetitiva, ma a me sembrano tutti simboli di Demetra e Cerere. Praticamente questa divinità è la vera madonna! Solo che il suo ruolo e aspetto è stato assorbito dalla chiesa cristiana perché il mito non veniva mai dimenticato.
Pensiero personale su demetra
Oggi, nell’epoca delle crisi ambientali, il mito di Demetra assume un nuovo significato. È la natura ferita, la terra che si inaridisce quando viene dimenticata. Il suo dolore antico risuona nelle foreste distrutte, nei mari esausti, nei campi senza stagioni. Forse la sua lezione è questa: ricordare che ogni frutto nasce da un equilibrio fragile, e che onorare la terra significa, in fondo, onorarci come parte viva del suo respiro.
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe
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