Ebe e Juventia divinità romane, corse dei cavalli
Juventia o Juventus è una dea Immortale della mitologia romana. Personificazione della giovinezza, madre adottiva di tutti i giovani romani! Protettrice degli adolescenti e delle associazioni giovanili maschili.
IL TRIBUTO DA PAGARE ALLA DEA JUVENTIA
Nella mitologia di Roma è una delle dee a cui era dovuto un tributo, cioè un pagamento per avere le sue benedizioni o le sue attenzioni.
Al momento della nascita, ad esempio, si offrivano latte e fiori alla dea Ilitia e si pagava. Mentre si pagava la dea Libitina quando un parente moriva. Mentre si pagava una tassa alla dea Juventia quando il bambino maschio, diventato ragazzo, indossando la toga Praetexta, passava a quello di uomo indossando la toga virile, verso i 15 o 16 anni, si davano feste e si offrivano soldi e ciambelle addolcite al miele sull’altare della dea.
Per diventare uomini ci dovevano essere dei requisiti giusti, quali: la prestanza fisica, forza e grado di maturità. Un momento in cui le famiglie agiate di Roma presentavano i “nuovi uomini di Roma”.
Chi è juventia o ebe
Vediamo chi era o chi è Juventia. Figlia di Giove e Giunone.
La dea Juventia aveva una cappella nell’atrio dove risiedeva la triade capitolina: Giove, Giunone, Minerva, sul Campidoglio. Un altro tempio era presente verso il circo Massimo. La dea Juventia venne associata, dagli studiosi, ad Ebe, dea della mitologia greca anch’essa divinità della giovinezza e figlia di Zeus ed Era. Non solo era figlia di Era, ma era l’ancella prediletta e coppiera degli dei servendogli ambrosia, il nettare dell’immortalità agli Dei.
Capace di far diventare immortali anche gli uomini e che a suo tempo fu sostituita dal principe Ganimede. Partecipava, insieme alle ninfe e alle muse, alle danze di Apollo e divenne sposa di Ercole.
LEGGI ANCHE: Drago Ladone, uno dei mostri mitologici della dea Era
Aspetto della dea Juventia
Juventia o Ebe è raffigurata come una fanciulla dalla giovinezza eterna con il busto spesso ignudo, a seno nudo, e con una lunga gonna legata in vita con una cintura. In alcune versioni è rappresentata con una lunga tunica drappeggiata sulle spalle lasciando le braccia scoperte. In mano ha una brocca e nell’altra alza una coppa. I capelli solo legati sulla nuca con dei nastri che decorano anche il capo.
Protettrice delle associazioni militari giovanili istituite dagli imperatori romani, come Servio Tullio. Segue la formazione e l’allenamento dei ragazzi nell’equitazione e dei giovani gladiatori. In suo onore, durante i festeggiamenti per la dea, si esibivano in giochi di corse e gare ippiche. Per lei sono nati gli ippodromi e lo sport ippico.
LEGGI ANCHE: Rudianos divinità della guerra celtico, dio dei gladiatori
L’incontro con Ercole
Ercole ebbe una vita avventurosa. Eroe dalla forza sovrumana. Semidio che ha superato innumerevoli sfide. Visse un periodo sereno in cui conobbe Daianira, figlia del re Calidone Eneo. Se ne innamorò e la sposò avendo con lei un figlio.
Mentre sostava sulle rive di un fiume, la donna fu vittima delle attenzioni di un centauro, tale Nesso. Ercole, prontamente, lo colpì con la sua freccia avvelenata dal sangue dell’idra. Il centauro, prima di morire, disse a Daianira di raccogliere il suo sangue e intingervi le vesti di suo marito poiché esso sarebbe stato un elisir d’amore che avrebbe legato Ercole a lei restandogli fedele per sempre.
Daianira, sapendo delle attenzioni del marito verso la principessa Iole, divorata dalla gelosia, cominciò a farsi strada nella sua mente l’abbandono e il tradimento, decise di intingere le vesti del marito nel sangue del centauro. La donna non sapeva che il sangue era un veleno. Le fece indossare subito ad Ercole. Un dolore lancinante pervase il suo corpo, ma il veleno non riuscì ad ucciderlo essendo immortale. Fu tanta la sofferenza che Ercole decide di uccidersi.
Si fece preparare una pira dal figlio Illo e ci si buttò dentro bruciando vivo. Zeus, Giove, scese dal cielo per elevarlo a Dio. Fu trasportato nell’olimpo divenendo il guardiano dei cancelli divini, dove conobbe Ebe o Juventia che sposò avendo da lei due figli: Alessiale e Aniceto.
LEGGI ANCHE: Idra mitologia, che cosa è una idra? Idra in zoologia. Idra esiste?