3 Rituali Segreti della magia runica: storia e rituali
Rune e magia runica, Odino e freya, magia vichinga e pratiche antiche. Ti rivelo 3 rituali segreti dei vichinghi, scegli tu poi se farli o no.
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La magia runica è alla base della magia nordica, dei vichinghi, norreni e celtici. Un qualcosa che si temeva quotidianamente. Un termine interessante è quello di “fatato”. Per noi italiani indica qualcosa di bello, fantasioso e buono, ma sappiate che non è un termine che ci appartiene. Nel Nord Europa, dov’è nato, indicava il male, quello che apparteneva all’ombra, ai defunti e quindi era temutissimo.
La magia norrena, del Nord Europa e celtica, rappresentavano un mezzo per comprendere, influenzare e manipolare le forze invisibili che governavano e dirigono il cosmo.
Fatato = paura
Nel mondo vichingo, la magia era un’arte degli dèi. Parte del loro potere e della loro essenza. Le pratiche magiche si intrecciavano con il mito, la guerra, la divinazione e la poesia, anche la poesia era considerata un’arte magica capace di addolcire e sedurre gli uomini. Tuttavia le pratiche, rituali e la comunicazione con gli dèi era complesso ed è per questo che ci si rivolgeva alle fonti antiche. Piccola parentesi: sappiate che i culti e i rituali nordici sono tra i più antichi rimasti immutati nei secoli. Grazie a tali pratiche oggi abbiamo una conoscenza profonda della loro cultura. Chiusa parentesi.
Un utile studio che ci spiega la “paura” di tale magia la ritroviamo nell’Edda poetica e prosaica, i principali corpus mitologici e cosmologici del mondo norreno che potete consultare se vi interessa l’argomento. In questi testi compaiono con frequenza figure legate alla magia: profetesse itineranti, angeli della morte, stregoni e divinità che prevedevano il futuro o in grado di alterare il destino.
Le saghe islandesi, composte tra il 1100 e il 1200 D.c, offrono testimonianze “concrete” legate alla vita quotidiana. Essi ci raccontano di rituali di protezione, maledizioni, profezie, incantesimi legati alla caccia, alle tempeste e alle battaglie. Ad avvalorare queste testimonianze ci sono reperti archeologici — amuleti, talismani, iscrizioni runiche — che suggeriscono un uso diffuso delle pratiche magiche nella società vichinga e in tutte le “tribù” che la componevano.
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Seiðr: natura, origini e pratiche nel mondo norreno
Il Seiðr è una delle forme più complesse e misteriose della magia nordica. Un insieme di tecniche volte a conoscere e manipolare il destino. Qui si univano diverse divinazioni religiose come oracolari e rituali. Però, nell’ottica vichinga, conoscere il futuro presenta una pratica che modifica gli eventi quindi il destino. Allo stesso tempo, perché gli esseri umani hanno tutti le stesse paure e le stesse curiosità, interrogare il futuro è interessante. Tali pratiche manipolava il wyrd, il tessuto del destino: chi praticava il Seiðr poteva intuirne i fili, allentandoli o stringendoli a proprio vantaggio.
L’origine del Seiðr affonda in tradizioni pre-norrene come: l’uso della trance, il viaggio spirituale o astrale, c’era poi il contatto con spiriti ausiliari e la trasformazione dell’identità della praticante. Le formule cantate il varðlokur, richiede l’uso di bastoni rituali e il ruolo centrale della voce che permettevano una connessione con tecniche estatiche.
Le Volur e i seiomaor
A praticare il Seiðr erano soprattutto le völur, veggenti itineranti rispettate e temute allo stesso tempo. Queste donne ricoprivano un ruolo essenziale nella società norrena: invitate presso fattorie o comunità per predire il futuro, benedire spedizioni, proteggere i raccolti o sciogliere malefici. Le saghe le descrivono come figure autorevoli, dotate di abiti cerimoniali, bastoni decorati e un seguito di assistenti che le aiutava durante i rituali. Accanto alle völur troviamo i seiðkona (maghe) e i più rari seiðmaðr (maghi). La partecipazione maschile al Seiðr, tuttavia, era vista con sospetto. Questo sospetto è legato al concetto di ergi, termine che indicava effeminatezza, passività e comportamenti considerati socialmente disonorevoli per un uomo.
Poiché il Seiðr implicava atteggiamenti rituali associati al femminile — come la trance, la postura seduta, la ricezione di energie spirituali — un uomo che lo praticava rischiava di essere accusato di argri, cioè di mancare di virilità. Nonostante ciò, secondo la mitologia, persino Odino praticò il Seiðr, imparandolo da Freyja: un gesto che sottolinea il valore supremo della conoscenza, capace di superare perfino le norme sociali più rigide.
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Seiðr come si esegue?
Tra le varie forme di magia, il Seiðr occupa un posto d’onore. Divinazioni e rituali diversi per manipolare il fato, cioè del destino, e comunicare con il mondo invisibile. Associato a Freyja, dea dell’amore, della morte e della magia. Il Seiðr è una connessione tanto potente quanto ambigua. La sua esecuzione prevede:
- Stati di trance
- Canti o nenie rituali
- Uso di bastoni cerimoniali
Trovando interessante l’argomento, ho deciso di mettervi a conoscenza di come si esegue il Seiðr per ricevere messaggi sul vostro destino. Questo rituale si chiama appunto: Il canto del Destino. È necessario un luogo all’aria aperta. Create un posto sacro che si chiama seiðhjallr dove poi andrete ad operare. Si disegna, con una pietra, un cerchio attorno al posto sacro. Usate indumenti chiari che ricordano Freya. Ponete sull’altare una piuma, una pietra, un fiore oppure ciò che vi offre la natura. Attenzione uno di tutto, mai a coppia oppure a più unità.
Cantante mentalmente una nenia o una canzone, se volete potete anche cantare direttamente, ma deve essere una melodia calma e armoniosa. Ora fissate lo spazio sacro, sicuramente uno degli elementi che vi avete posto attrarrà la vostra attenzione e concentratevi su quest’ultimo. Fate una domanda alla volta, al massimo sono 9 le domande che potete porre. Il 9 è il numero sacro a Freya. Concentratevi e continuare a fissare l’oggetto. C’è chi avverte delle voci, dei tocchi, nota animali o altri segni naturali. Chi è esperto ha vere e proprie visioni. Preciso che dopo il rituale è possibile che nell’arco della giornata potreste avere delle visioni.
Freyja: dea della magia, dell’amore e della morte
Freyja una delle dee fondamentali del pantheon nordico. Dea dell’amore, poiché l’amore è un’energia indiscutibile e non controllabile, della fertilità, della guerra e soprattutto della magia. Appartenente alla stirpe dei Vanir, divinità della natura. Freyja porta nel mondo degli dèi un sapere antico e profondo, l’amore. Quando i Vanir e gli Aesir — la stirpe di Odino — stipularono la loro pace, Freyja fu accolta ad Ásgarðr come una delle divinità più potenti e rispettate, depositaria di un’arte magica che gli Aesir non possedevano: il Seiðr.
Le fonti la descrivono come la prima praticante e la maestra di questa forma di magia, al punto che fu lei a insegnarla a Odino stesso. Nel contesto mitologico, il Seiðr non era semplicemente una tecnica spirituale: rappresentava la capacità di influenzare il destino, di vedere nel futuro, di suscitare visioni e di operare incantesimi legati alle passioni, alla guerra e alla morte. Freyja, con la sua natura connessa sia alla vita sia all’aldilà, incarnava perfettamente questa dualità.
Sono diversi i simboli associati alla dea ognuno dei quali è un rivelatore di un aspetto del suo potere.
- Il mantello di piume di falco (o falconiforme) le consentiva di trasformarsi e volare tra i mondi, agendo come mediatrice tra realtà tangibili e mondi spirituali.
- Brísingamen, il suo celebre collare d’oro, è simbolo di bellezza, seduzione e potere magico; considerato un talismano capace di amplificare la sua autorità.
- Il celebre carro trainato da gatti, animali sacri legati alla fertilità e all’indipendenza, sottolinea la sua natura di dea libera, passionale e indomabile.
Freyja non è soltanto signora dei vivi, ma anche dei morti: presiede al Fólkvangr, il campo dove giunge metà dei caduti in battaglia, mentre l’altra metà va nel Valhalla.
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Odino: il dio della conoscenza proibita
Odino è senza dubbio una delle figure più complesse e ambivalenti del pantheon nordico che ha creato la magia runica. Conosciuto come il dio della sapienza, del sacrificio e del destino, incarna la tensione tra potere divino e conoscenza proibita, un maestro che spinge oltre i limiti dell’umano e del divino per acquisire comprensione e controllo sul cosmo. La sua ricerca incessante di sapere lo porta a compiere atti estremi, che ne definiscono il carattere enigmatico e la sua posizione unica tra gli dèi.
Lui, pur di arrivare alla conoscenza proibita, si umiliò nell’apprendimento del Seiðr. Come ho accennato in precedenza, queste pratiche erano del tutto femminili. Per gli uomini eseguirle voleva dire andare in un campo considerato tabù per gli uomini mettendo in discussione la propria virilità e andando contro il concetto di ergi. Odino, tuttavia, non si lasciò intimidire da tali restrizioni, studiando il Seiðr da Freyja, il dio mostra che la ricerca della saggezza può superare le convenzioni sociali, concetti imposti che mettono un “limite” alla saggezza e conoscenza.
Rune: divinazione non semplice
Un altro pilastro della tradizione magica nordica è costituito dalle rune. Nella mitologia norreno, le rune furono scoperte da Odino. Vi chiedo di notare il termine “scoperto”. Odino, come erroneamente si pensa o perché viene divulgato in modo errato, si pensa che Odino creò le rune, ma non è così. Lui le scoprì dopo un sacrificio estremo. Chi ha donato queste rune? Odino, avido di conoscenza e saggezza, si appese a testa in giù all’albero cosmico Yggdrasil. Vi rimase in sofferenza per 9 notti e si trafisse con la lancia, nota poi come la lancia del destino.
Questo atto di autoinflizione mostra la connessione tra sofferenza, sacrificio e illuminazione, rendendo Odino un dio che incarna l’ideale del conoscitore disposto a tutto pur di penetrare i segreti dell’universo. Il cosmo o l’energia universale o l’energia superiore a quella degli dèi, non si sa cosa, fece comparire, nelle acque ai piedi dell’albero, le rune. In questo modo Odino apprese la conoscenza supremo poiché le rune sono una scrittura del tempo in grado di prevedere il futuro. Una volta comprese, Odino, le insegnò agli uomini. Da allora divennero strumenti di potere: servivano per la divinazione, per proteggere oggetti o guerrieri, per conferire forza e successo.
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Le rune: alfabeto sacro e strumento di potere
Le rune rappresentano uno degli elementi più misteriosi e potenti della cultura nordica. Un alfabeto che va ben oltre la semplice funzione comunicativa, diventando simbolo di conoscenza sacra e strumento magico. Le funzioni delle rune sono molteplici e vanno ben oltre la scrittura ordinaria. Innanzitutto, erano utilizzate come strumento divinatorio, permettendo di leggere il futuro e interpretare le volontà degli dèi. In secondo luogo, rivestivano una funzione magica, impiegate per protezione, guarigione, maledizioni o invocazioni di potenza.
Ogni runa possiede un nome e un significato preciso, collegato a energie importanti, ma attenzione ambivalenti. Venivano usate sulle armi, scudi di protezione, amuleti sulle porte o sull’entrata dei villaggi. Erano usate tra amanti e innamorati regalandone uno all’altro per potersi incontrare. Erano collocate addirittura sotto i letti dei malati, sulle culle dei neonati oppure nelle sedute e luoghi sacri.
2 Rituali vichinghi
Vi avevo promesso 3 rituali vichinghi. Uno già ve l’ho spiegato e spero che mi facciate sapere se lo avete eseguito, cosa vi è stato detto e quando o come si è avverato il messaggio ricevuto. Ora però ve ne do altri 2.
Rituale di Freyja – “Il Dono della Natura Unica”
Vi occorre la nona runa, Hagalaz, che simboleggia la forza naturale distruttiva e imprevedibile. Si allestisce un piccolo altare con un solo oggetto naturale sceglietelo voi può essere: una pietra, una piuma, un fiore, una manciata di sabbia o di terra, quel che più vi attrae. Create un cerchio con dei sassi a terra oppure dei rami. Questo è lo spazio dove andrà posto al centro l’oggetto scelto insieme alla runa.
Recitate una breve poesia o richiesta a Freyja, che avete scritto voi dove però ponete un problema che avete. Vi faccio un esempio. Avete dei problemi nella relazione e volete capire cosa fare. Recitare: Dea dell’amore e della morte, nella tua saggezza, rivelami o aiutami a trovare una soluzione per questo mio amore. Ora nei 9 giorni avvenire è possibile che, improvvisamente e in modo devastante, come la grandine simboleggiata dalle rune, potreste interrompere definitivamente la relazione, conoscere qualcuno di nuovo oppure capiterà qualcosa che vi mostrerà se il vostro partner vi ama ancora. Preciso che i rituali vichinghi sono più crudeli o meglio più netti rispetto alla stregoneria pagana.
Rituale delle Rune di Odino – “La Memoria del Sacrificio”
Questa pratica è utile per una decisione definitiva, cioè per avere una via da seguire nella vostra vita. Una sorta di “messaggio o valore morale che vi seguirà per tutto l’anno”. Si può fare da solo o in gruppo. Vi occorrono delle rune. Creato lo spazio magico e ponete al centro un disegno di Yggdrasil o una sua rappresentazione simbolica. Si leggono alcuni versi dell’Hávamál, in particolare la sezione dove Odino narra il proprio sacrificio tipo: Io so che rimasi appeso all’albero ventoso… In questo modo richiamerete Odino stesso. I partecipanti devono estrarre dal sacchetto oppure scegliere una runa che è a testa in giù, posta nel centro dello spazio sacro.
Prima di voltare o scoprire la runa si consiglia di ringraziare Odino come figura della conoscenza e della sua scelta. Vi ricordo che proprio le divinità sono in grado di modificare il destino e in questo caso sarà proprio Odino a dirvi, tramite la runa, quello che dovete seguire per un intero anno.
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe
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