Perché il diavolo deve conta i ceci? Il cibo della trinità pagana
Vi è mai capitato che qualcuno vi ha parlato del gesto scaramantico per ingannare il diavolo con i ceci e voi vi siete chiesti: perché il diavolo deve conta i ceci?
Oggi è un gesto che si utilizza ancora in campagna e al di fuori delle porte di casa e dove il diavolo deve contare i ceci. Un rituale che tutti possono fare, da conoscere e con una leggenda affascinante.
PERCHE’ IL DIAVOLO DEVE CONTA I CECI?
Secondo una leggenda del perché il diavolo deve conta i ceci? Un giorno, degli uomini che raccoglievano della legna nei boschi, incontrarono il diavolo. Quest’ultimo cercò di ingannarli e lusingarli nel tentativo di rubargli l’anima. Gli uomini si resero conto di chi fosse e tentarono di fuggire.
Gli uomini, insieme alla legna, avevano raccolti dei ceci selvatici. Il diavolo iniziò a inseguirli e a chiedere di dargli qualcosa e che se non gli veniva data, lui se lo sarebbe preso. Uno degli uomini disse al diavolo: va bene, ti do io qualcosa. A questo punto, il diavolo si fermò e convinto che poteva avere l’anima dell’uomo, attese. Invece l’uomo prese una mangiata di ceci e li gettò a terra.
Il diavolo, che aveva chiesto di dargli qualcosa si ritrovò bloccato e dovette contare tutti i ceci prima di rimettersi a inseguire gli uomini. Quest’ultimi, che avevano ingannato il diavolo, disseminarono altri ceci e riuscirono a salvarsi. Ecco perché il diavolo deve conta i ceci, per il patto che fece con questi uomini.
La fanciulla, il diavolo e i ceci
Un’altra versione della leggenda sul perché il diavolo deve conta i ceci, racconta di una fanciulla. Quest’ultima venne “sedotta” dal diavolo e poi ingannato dai ceci.
La giovane fanciulla era molto povera. Viveva di quel che raccoglieva nei campi e nelle foreste. Notata dal diavolo, le si avvicinò camuffato da un aiutante giovane. La fanciulla era lusingata che un bell’uomo si fermasse a parlare con lei, ma mentre raccoglieva dei ceci notò le zampe caprine e capì chi fosse.
Il diavolo chiese alla fanciulla: mia bella dimmi cosa posso fare per te, posso esaudire ogni tuo desiderio. La fanciulla gli disse: mio giovane sconosciuto quel che vorrei da te è vivere nella ricchezza… e ti darò qualcosa che mi appartiene.
A questo punto il diavolo pensava di avere già l’anima della fanciulla. Le diede oro e denari, ma chiese il suo riscatto. La fanciulla disse: un patto deve essere rispettato. Da un sacchetto prese una manciata di ceci e li gettò alle sue spalle mentre fuggiva via con le ricchezze donategli.
Il diavolo si ritrovò a dover contare i ceci poiché era quello che gli era stato dato dalla fanciulla. Ecco perché il diavolo deve conta i ceci.
Il frutto della trinità pagana
Il cece i ceci è un alimento venerato usato nell’antica Roma come dono alla terra: Mater Dea Tellus, che dà la vita, ti nutre e che muore. In poche parole il cece rappresenta la triplice Trinità pagana che è collegata a:
- Gaia dea della terra greca
- Cerere,
- Demetra greca dea delle sementi e della semina
Erano 3 dee venerate insieme e le feste dedicate ad esse si svolgevano a fine gennaio. Queste festività erano chiamate le feste feriali: Sementivae, dal 24 al 26 gennaio.
Si offrivano dei doni e si sacrificavano una scrofa incinta o una vacca. I piatti contenevano ceci e sementi. Spesso si usava anche abbrustolire i ceci nella sabbia rovente e offerti alle persone che si incontravano per strada.
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Cosa sono i ceci?
I ceci sono delle piante erbacee appartenente alla famiglia delle fabacee. Uno dei primi legumi raccolti allo stato selvatico e in seguito coltivato dall’uomo. Facile da coltivare, di grande adattabilità al terreno. Il cece è una pianta con poche esigenze. Cresce e fruttifica perfino nei terreni aridi e sassosi, apportando alla terra azoto e arricchendola per altre colture. Infatti molte coltivazioni decidono di fare un ciclo di semina dei ceci per ravvivare i nutrienti nel terreno.
Originario del medio-oriente. Noto in Turchia già da oltre 5000 anni fa. Si è poi sparso in Egitto, diventa un legume abbondante, destinato ai poveri. Chiamato uno dei “pani dei poveri” poiché era usato per sfamare gli schiavi. Capace di dare energia e forza per sostenere il lavoro pesante, ricco di estrogeni.
I Greci credevano che i ceci davano potenza fisica. Gli antichi romani, soprattutto il popolo romano, consumavano in prevalenza legumi che erano offerti dagli dei.
Il nome cece arriva dal nome Cicerone che possedeva, secondo le storie popolari, un porro sul naso a forma di cece. Cicerone è stato un grande filosofo e oratore romano.
In latino i ceci erano chiamati: cicer arietinum, per via del suo seme a forma di testa di ariete. Il medico Galeno, gli attribuiva delle doti afrodisiache e solo con gli studi attuali si è scoperto che è ricco di estrogeni.
Ottimo cibo tradizionale
I ceci si conservano per molto tempo. Una volta essiccato, in modo naturale, è consumato durante l’inverno. Si devono far ammollare nell’acqua per 12 ore. Poi si fanno bollire per preparare zuppe, minestre, salse e contorni. In molte ricette tradizionali sia i ceci che la farina di ceci sono usati per preparare dei dolci, dalle torte ai biscotti.
Tra i dolci tradizionali troviamo “calzoncelli pugliesi”. Antico dolce fatto con una semplice sfoglia con ripieno di purea di ceci, cioccolato, miele e rhum. Chiusi a mezzaluna e poi fritti. Si creano anche le meringhe fatte con l’acqua di cottura dei ceci.
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