YULE – festa dell’Oscurità -Sabbat
Cos’è Yule
La festività di Yule – festa dell’Oscurità – è legata alla celebrazione del Sole e della Madre terra che si prepara, riscaldata dai primi raggi, alla futura semina.
Tra i vari temi legati a Yule, il principale, è quello della battaglia tra il Vecchio Re dell’Agrifoglio, simbolo di oscurità e di vecchiaia, ed il giovane Re della Quercia, che simboleggia la luce del nuovo anno.
Il vecchio sovrano viene “simbolicamente” ucciso ed il giovane Re prende il suo posto sul trono per governare.
YULE
Festa dell’YULE – festa dell’Oscurità
21 dicembre al 24 dicembre
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“Nella notte vaga la sposa,
Madre del Dio.
Attende triste il suo sposo oscuro
e nei ricordi, semina, la gioia!”
Il solstizio invernale
Tale solstizio è il passaggio dalle Tenebre alla Luce, è da questo giorno che il sole resta progressivamente sempre più a lungo nel cielo allungando così le nostre giornate.
Fare “solve et coagula” morte e rinascita, purificazione ed elevazione. Le porte solstiziali sono controllate da due Giovani:
- Battista al solstizio estivo
- Evangelista a quello invernale.
Il solstizio è chiamato “la porta”, un tempo custodita dal guardiano Giano Bifronte simbolo di una contemporanea esistenza di due dimensioni, che durante i solstizi ci congiungono e le porte sono aperte ed è permesso il varco: è il tempo della morte simbolica dell’adepto che si avvicina al rito iniziatico.
“Io sono la Porta,
da una entrano gli uomini
dall’altra escono gli Dei!”
Questa è la prima ricorrenza della ruota dell’anno che comprende le feste magiche, da qui ha inizio il nostro cammino esoterico che si snoda attraverso le altre e successive festività che ci purificano ed arricchiscono, sino all’elevazione del nostro spirito che ha luogo con il passaggio della seconda porta solstiziale, quella estiva.
Pratiche
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- Sulla tavola mettere una tovaglia bianca, decorata con sempreverdi, euforbia, rosmarino, agrifoglio, vischio ed edera.
- 3 candele di colore rosso, il parto, bianca, innocenza della nuova vita, verde, la crescita.
- L’incenso è di camomilla, zenzero, pino e salvia
- Decorate il ceppo di quercia, incidere il simbolo del Sole sul ceppo, e porre dei sempreverdi e accenderlo recitando:
“Vecchio Re grazie di tutto.
Per le lezioni apprese, per le battaglie superate.
Ti diciamo addio perché da stasera il tuo regno cade nell’oblio.
Giovane Re fatti avanti è il tuo momento.
Forte e potente diventerai
e il tuo ardore ci donerai.”
Il ceppo non deve ardere tutto, ma se ne deve conservare un pezzetto per il prossimo anno.
“Giovane Sole di Amore e di luce
Sorgi in fretta,
alto e luminoso svetta,
mentre nel cielo il potere acquisterai
sul nostro sostegno e amore contare potrai!”
Yule – solstizio d’inverno – 21 al 24 dicembre
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Le notti si allungano e le ore di luce sono sempre più brevi, fino al giorno del Solstizio invernale, il 21 dicembre.
Il respiro della natura è sospeso, nell’attesa di una trasformazione e il tempo stesso pare formarsi. Uno dei momenti di passaggio dell’anno, forse il più drammatico e paradossale:
- L’oscurità regna sovrana, ma nel momento del suo trionfo cede alla luce che, lentamente inizia a prevalere sulle brume invernali.
Dopo il Solstizio, la notte più lunga dell’anno, le giornate ricominciamo poco alla volta ad allungarsi. Tutti i momenti di passaggio, Yule è un periodo carico di valenze simboliche e magiche, dominato da miti e simboli provenienti da un passato lontanissimo.
Due i temi che si intrecciano e si sovrappongono:
“Uno è la morte del Vecchio Sole
e la Nascita del Sole bambino.
L’altro il tema vegetale per la Sconfitta del Dio Agrifoglio,
Re dell’anno Calante a favore del Dio Quercia,
Re dell’Anno crescente!”
Yule (Farlas) è insieme alla festa della morte, trasformazione e rinascita.
Il Re Oscuro (Vecchio Sole) muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall’utero della Dea:
“All’alba la Grande Madre Terra
Dà alla luce il Sole Dio.”
La Dea è la vita dentro la morte, perché anche se regina del gelo e dell’oscurità, mette al mondo il Figlio della Promessa, il Sole suo amante, che la rifeconderà ripotando il calore e luce al suo regno.
Pianta sacra a Yule è il vischio, simbolo di vita in quanto le sue bacche somigliano allo sperma maschile. Secondo leggenda essa era discesa dal cielo, figlia del fulmine e quindi emanazione divina. Equiparato alla vita, unito alla quercia, sacro albero dell’eternità, essa simboleggia sia l’eternità che istante, rigenerazione ed immortalità.
Celebrare Yule (Farlas)
La natura in questo tempo si riposa per prepararsi a vivere un nuovo ciclo. Il solstizio è per noi un momento molto calmo ed importante, in cui nella silenziosa e oscura profondità dl nostro essere, noi contattiamo la scintilla del nuovo Sole. Una opportunità per gioire e abbandonarci a sentimenti di ottimismo e speranza, come il Sole risorge, anche noi possiamo uscire dalle tenebre invernali rigenerati.
- Decorare la casa con le piante di Yule (farlas) con tante piccole raffigurazioni del Sole
- Accendere delle candele per rappresentare la nascita delle nostre speranze.
- Accendere il ciocco di quercia decorato con il Tasso (indica la morte dell’anno calante), agrifoglio (anno calante), edera (pianta del Dio solstiziale), betulla (nascite e nuovi inizi).
Se per caso c’è avanzato un ciocco dell’anno prima si può accendere il nuovo ciocco con quello vecchio recitando:
“Come il vecchio ciocco è consumato,
così lo sia anche l’anno vecchio.
Come il nuovo ciocco è acceso,
così inizi il nuovo anno.
Benvenuta, luce del nuovo Sole!”
Le ceneri del ciocco verranno poi sparse nel giardino o nei vasi della nostra casa.
Il vischio
Portatore di buona sorte, pianta magica e sacra. La poteva raccogliere solo il sommo sacerdote con il falcetto d’oro. Altri sacerdoti vestiti di candide vesti, lo deponevano, dopo averlo recuperato al colo su una tela di lino. In una cantinella (d’oro) riempita d’acqua. L’acqua serviva pe guarire qualsiasi malattia.
La meditazione per il tempo di passaggio da Yule a Imbolc
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Questa è una semplice meditazione che potete fare in qualsiasi momento nel periodo di passaggio da Yule a Imbolc, una meditazione per ripulire il cuore.
Sedetevi su un comodo giaciglio in una stanza silenziosa. All’interno di questa nicchia, permettetevi di dimenticare tutti i crucci e le preoccupazioni che hanno scandito la vostra giornata. Attraverso questo gesto che consiste nel distaccarsi dalla vostra consueta esistenza, avete fatto sì che il vostro spazio diventa sacra, “separato da” ogni altra cosa.
Chiudi gli occhi, prendi contatto con te stessa e porta l’attenzione al tuo respiro. Fai tre bei respiri profondi, espirando a lungo. Ascolta il tuo corpo, le tue sensazioni e comincia a riportare alla mente l’anno che sta per chiudersi. Lascia che i momenti più importanti riaffiorino alla tua mente. Molte cose sono accadute, c’è molta ricchezza portata da questo anno. Molta vita, cose accadute e incontri.
Probabilmente ci saranno anche cose di cui non sei contenta, eventi che ti sono pesati, persone con cui hai avuto problemi, scontentezze verso te stessa, sospesi che senti esserci dentro di te, nel tuo cuore che è come appannato, velato.
Ora è il momento di lasciar andare ciò che può essere lasciato andare, di perdonare chi può essere perdonato, immagina davvero di raccogliere dal tuo cuore, accarezzandolo, tutta la sporcizia e la polvere che si sono accumulate, immagina di raccoglierla nelle mani, accarezzandolo piano.
Ora continua fino a che non senti il tuo cuore splendere nuovamente, brillante, pulito e nelle tue mani essersi raccolto tutto ciò che non appartiene alla tua essenza più autentica. Affidiamolo alla terra, lascia che scivoli dalle tue mani e venga accolto dalla terra, che tutto accoglie, tutto trasforma, tutto purifica.
Ringrazia la terra e resta un momento in contatto con la tua quiete interiore.
Cenni cristiani
Il Natale è la versione cristiana della rinascita del Sole, fissato secondo la tradizione al 25 dicembre dal papa Giulio I (337-552) per il duplice scopo di celebrare Gesù Cristo come “Sole di giustizia” e creare una celebrazione alternativa alla più popolare festa pagana. Sin dai tempi antichi dalla Siberia alle Isole Britanniche, passando per l’Europa Centrale e il Mediterraneo, era tutto un fiorire di riti e cosmogonia che celebravano le nozze fatali della notte più lunga col giorno più breve.