L’Amore è un Dio o un Inganno, quanti Dei servono per raccontare un solo sentimento?
E se l’Amore fosse solo una parola antica mal tradotta confondendo il suo vero significato? E se fosse l’Odio a conoscere davvero l’anima? Persino gli Dei temono l’Amore, cosa dovremmo temere noi?
Oggi tratto un argomento che da secoli tormenta e supporto: l’amore e l’odio. Cosa sono. Che volto ha l’Amore quando non ci guarda. La verità su Plutone e Proserpina un destino che è una condanna divina, ma soprattutto perché l’Odio si spiega e l’Amore no?
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Amore: parola mal tradotta
“Amore puro” si può tradurre così dalle parole del greco antico agnòs érōs, composto da: agnòs = puro, casto e da érōs = amore fisico, materiale, la passione idealizzata.
Già in questo contesto abbiamo difficoltà a capire o meglio io ho avuto qualche difficoltà, ma alla fine ho compreso, quindi vi spiego ciò che ho capito. Vi parlo di un errore di traduzione che ha circa: 2520 anni!
Il termine eros compare nella lingua greca intorno al V a.c, vale a dire nel 500 a.C, da alcuni testi filosofici di Platone e Omero. Venne poi assorbita nel lessico romano, intorno al 300 A.c. Però in grecia la parola eros era molto “limitata”, vale a dire che esso comprendeva tutto ciò che era fisico, quindi l’amore intimo tra uomo e donna, quello che si fa per la procreazione. Solo Platone per ampliare il discorso parlava di un eros che fosse platonico, quindi l’amore materiale che non era materiale, ma pensato. Devo fare un piccolo appunto. Molti filosofi di importanza notevole, come Socrate o Platone stesso, per riuscire a esprimere concetti diversi e profondi, erano costretti spesso a usare parole che non erano quelle adatte, per poi arrivare al concetto finale. Platone parlava di eros, quindi amore fisico, trasformandolo in amore platonico. Solo più tardi venne usata la parola agape che era l’amore fraterno o spirituale, che però confuse ancora di più, il discorso.
Nel momento in cui la parola arrivò in italia, nell’impero romano, l’eros rimase esattamente eros, cioè l’amore fisico.
Tipologie di amore!
Fu nel latino che vennero identificati nuove tipologie di amore, come:
- Amor castus: amore puro, rispettoso e privo di desiderio carnale
- Pietas: la devozione verso gli dei o verso una persona
- Caritas: amore spirituale o altruisca
- Amicitia: cioè l’amizicia, amore di lealtà e fiducia verso persone non consaguinee
- Fides: fedeltà e affidabilità che può poi essere completato da rapporti intimi oppure senza rapporti intimi
- Amor coniugalis: l’amore tra coniugi che racchiude sia la complicità, il castus, l’eros e via dicendo. Quest’ultimo era un amore elevato poiché la somma di tutti gli altri amori
- Dilectio: quest’ultimo era l’amore più raro e raffinato, non passionale, ma profondo, continuo, immutabile e perenne che poteva essere rivolto a chiunque, umani e divinità, che però rimaneva nell’animo per tutta la vita
Culture che si fondono… malamente
Nel momento, ci ritroviamo sempre nello stesso periodo, in cui la filosofia romana si espandeva arrivando a quella greca, ecco che le parole vennero fuse, tradotte male, non comprese sia per una difficoltà e carenza di termini nel greco antico, ma anche per concetti filosofici contrastanti. Ciò ha compromesso la vera datazione del concetto di amore. C’è chi dice che la Grecia sia stata colei che ha espresso in scritto, cioè ha scritto, la filosofia principale, ma questo solo perché l’impero romano ha strutturato una lingua scritta solo più tardi. Però se andiamo a ricollegarci ai reperti preromani, quindi disegni oppure ai racconti orali, datati in un secondo tempo, vediamo che i concetti di amore nascono in preistoria, ritrovandoli poi tra gli osci e sunniti, prime popolazioni italiche, che usavano la parola: Ishq, ad indicare il concetto di eros.
Preciso che comunque ogni popolazione, già dalla mesopotamica, aveva un suo concetto di amore!
Comunque tale traduzione errata permette di capire come mai le divinità come eros, cupido, priapo, volluptas, Hymen, fossero confuse tra di loro e alle volte unite, quando invece erano tutte divinità diversi poiché rappresentavano appunto amori diversi.
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L’amore va spiegato, l’odio si rivela da sé
Se l’amore è l’elemento spirituale più intenso a cui non riescono a resistere né gli uomini, né le divinità e tantomeno i demoni, che lo vivono in modo diverso, più possessivo, ma comunque non possono resistergli e interessante vedere che i concetti di odio sono molti di più.
Nel senso che è stato creato la parola amore, ed esistono, come ho spiegato, varie tipologie di amore, ma sia in grecia antica che nella magna roma, vediamo che c’erano ben 3 concetti sull’odio, mente sull’amore uno solo.
Sapere ciò mi ha quasi spaventato, però è una realtà storica e filosofica. Esistono 3 tipologie di odio puro, che sono:
- Misos: l’odio profondo, l’aversione, il disprezzo totale che poi è stata modificata in: misantropia
- E’chthos: ostilità che non ha una radice chiara, ma è un’ostilità ideologica che nasce non da quello che viaviamo, ma da ciò che ci viene detto (oggi una forma di e’chthos è il razzismo, non si odia qualcuno di diverso perché abbiamo avuto a che fare con costui, ma solo perché ci è stato detto di odiarlo e quindi abbiamo sviluppato tale forma di odio solo perché lo abbiamo idealizzato da parole altrui)
- Stygos: odio violento, per gli antichi romani era la repulsione o orrore sacro, detestare con forza
Da questi 3 concetti sono poi nate tante altre forme e tipologie di odio come: invidia, inimicizia, odio sociale, culturale, religioso, ideologico e via dicendo. Esistono più forme di odio che di amore!
Vorrei dirvi di più, ma quello che ho capito è che l’amore deve essere spiegate, mentre l’odio si spiega da solo e purtroppo tutti noi proviamo più facilmente odio che amore e ciò mi fa arrivare al centro dell’argomento di oggi: il vero amore e il vero odio!
L’Amore è un Dio che non si prega: agisce da sé
Le divinità dell’amore nell’antica roma erano tante, ma le maggiori sono:
- Venere: dea principale dell’amore e della passione, essa possiede tutti i poteri per esprimere l’amore tra uomo e donna
- Cupido o eros: l’amore passionale, capace di far innamorare ad un solo sguardo
- Fides: la forma di amore che si presenta come la fedeltà assoluta non inquinata dal desiderio di possessione, ses…suale o altro, semplicemente quel senso di protezione, benevolenza e sostegno che si ha verso qualcuno o verso gli Dei
- Voluptas: il desiderio più intimo, godimento o piacere
- Concordia: la dea dell’armonia nelle relazioni
L’amore però è un’energia cosmica, unica che può racchiudere tutte queste divinità. L’uomo ha dato un volto a sentimenti decisi, chiari, dove appunto sono nate diverse divinità. Però per avere le benevolenze delle divinità si eseguono preghiere, riti oppure si richiedono dei consigli. Tuttavia, l’amore, essendo un’energia cosmica, quando vuole agire, agisce da sola e colpisce in modo profondo. Nessuno ne è immune o si può proteggere, un esempio di amore puro è quello di Plutone e Proserpina.
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L’amore oltre la morte
Plutone e Proserpina è un mito che ha sempre affascinato, ma non sappiamo esattamente quando sia nato poiché ritroviamo tale episodio, similare in molti aspetti, perfino nella Mesopotamia.
Vi racconto, per chi non lo sapesse, questo amore che è: l’amore puro!
Plutone il Dio della morte o meglio la morte stessa, il nulla che tutti temono, perfino il tempo ne ha paura, era un Dio triste poiché lui regnava sui defunti, giudice delle punizioni delle anime dei dannati. L’unica divinità che tutti incontreremo prima o poi. Temuto anche dagli stessi Dei immortali poiché, quello che tanti ignorano, è che lui ha il potere anche di far dimenticare. Un dio dimenticato e l’equivalente di un Dio morto perché nessuno lo ricorderà e alla fine la morte è proprio questo, dimenticare!
Ad ogni modo, Plutone era tenuto lontano da tutti, sia uomini che Dei. Un giorno Plutone camminava sul mondo degli uomini e notò una bellissima fanciulla, che raccoglieva dei fiori in un prato. Un solo sguardo e lui se ne innamorò perdutamente.
Tuttavia, Proserpina, notò anch’egli Plutone, e anch’ella se innamorò. I due però non sapevano chi erano, nel senso che Proserpina non sapeva che Plutone era il Dio degli Inferi e lui non sapeva che Proserpina era la dea della rinascita, fondamentale per provvedere al sostentamento della vita.
Senza pensarci troppo Plutone aprì un varco nel terreno, sotto la fanciulla, che cadde negli inferi per poi raggiungerla. Immediatamente la terra smise di far nascere alberi, frutti, raccolti. Proserpina era sparita dal mondo degli uomini e non si trovava nemmeno nel mondo del mare.
Teorie filosofiche
Nel mentre Plutone mostrando la sua vera forma, di Dio della morte e il suo regno alla fanciulla, venne a sapere che lei era la divinità della rinascita e ciò voleva dire che, prima o poi, doveva lasciarla libera. Doveva tornare in vita. Ciò avrebbe voluto dire che i due non potevano più stare insieme. Proserpina si era comunque innamorata di Plutone e gli promise che sarebbe tornata da lui, di tanto in tanto, e per mostrare il suo amore decise di sposare Plutone. Tale giuramento non bastò a Plutone poiché, questo è una cosa molto interessante, un’unione, un matrimonio, nel regno dei morti, non fa valore, vale solo in quel regno. Perché la morte è e rimane la fine di tutto. Un concetto filosofico complesso, diciamo che in fondo, tale verità è rimasta: al termine di un matrimonio non si dice: finchè morte non ci separi? Ciò ha un concetto antico che oggi nemmeno conosciamo.
Tra l’altro Plutone sapeva che quando Proserpina sarebbe tornata sulla terra, nel mondo degli uomini, suo padre Giove non avrebbe mai più permesso di farla scendere negli Inferi. Quindi gli fece mangiare del cibo dei morti, il famoso e temuto: melograno! Il melograno è il sangue di Plutone e dei defunti. Mangiando del cibo dei morti, si è costretti a vivere nel regno dei defunti. Proserpina mangiò 6 chicchi di melograno e questo la costrinse a vivere 6 mesi nel regno dei vivi (portandoci la primavera e l’estate) e poi 6 mesi nel regno dei morti (portandoci l’autunno e poi l’inverno).
Sappiate poi che prima di questo incontro, le stagioni non esistevano, nel senso che esisteva solo: primavera ed estate.
Cosa significa l’amore tra Proserpina e Plutone!
Perché questo episodio rappresenta l’amore puro? Perché esso racchiude tutte le tipologie di amore, ma soprattutto perché viene scatenato da un’energia superiore, cosmica. Non è stata venere o cupido a far scoppiare tale scintilla, ma qualcosa di diverso, il fato: il destino a cui nemmeno gli Dei possono opporsi.
Esso è:
- Volontà divina: questo tipo di amore mantiene l’equilibrio cosmico, cioè la morte e la rinascita. Senza l’uno non esiste l’altro, quindi è indiscutibile che i due debbono stare insieme e nessuno può opporsi.
- Fato, destino o necessità cosmica: l’energia che li ha uniti va oltre la morte, va oltre il concetto di vita. Proserpina è pronta a morire per stare con il suo amato e Plutone è pronto a lasciarla andare pur di non vederla soffrire, cari amici è un concetto difficile, ma stupendo. Pensiamo che la morte lascia andare via, libera la vita!
- Attrazione fatale: la passione o attrazione fatale, l’istinto, quello che si scatena senza logica, senso, responsabilità, avviene senza che possiamo capirlo e si fanno cose che non si dovrebbero fare.
Dunque è questo l’amore puro? Si, l’esempio unico di amore puro perché entrambi, in qualche modo, si allontanano per non far soffrire l’altro, ma tornano sempre insieme, per l’eternità, per non continuare a soffrire. Quindi uniscono: il desiderio personale al desiderio del compagno/a!
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Anche l’Odio è una divinità che ascolta
Parliamo ora dell’odio. Le divinità romane dell’odio e della vendetta più importanti sono:
- Invidia — Personificazione dell’invidia e dell’odio verso il successo altrui.
- Discordia — Dea della discordia, dei conflitti e delle lotte.
- Nemesis — Dea della vendetta e della giustizia retributiva, punisce chi è colpevole di superbia o ingiustizia.
- Furiae (o Erinni) — Spiriti della vendetta e della persecuzione, spesso associate alla rabbia e alla punizione dei colpevoli.
Queste divinità rappresentano, in qualche modo, tutti quei sentimenti che l’uomo riesce a sviluppare con più facilità. Al pari dell’amore, anche l’odio è un’energia cosmica unica, che colpisce senza che ci si possa opporre. Uomini, divinità e demoni, sono tutti impotenti di fronte all’odio e all’amore. Preciso che ciò non vuol dire che se non sopportiamo il vicino gli andiamo a rompere i vasi di fiori di notte, non si fa!
Vi spiego il concetto per farvi capire che provare alcuni sentimenti non ci rende cattivi o non ci rende amorevoli verso tutti, siamo in possesso del libero arbitrio, cioè scegliere e gestire ed è sempre meglio preferire il bene che il male. Quindi mettete giù il martello e lasciate stare i vasi del vicino!
Un esempio di odio profondo è quello di Nemesis e Narciso!
La vendetta di Nemesi contro narciso!
Narciso era un giovane di una bellezza straordinaria! Chiunque lo guardasse, uomini e donne, se ne innamorava perdutamente. L’indovino Tiresia predisse, il giorno della sua nascita, che: Vivrà a lungo se non conoscerà mai se stesso!
Il giovane, diventato poi uomo, non capiva perché tutti lo amassero oppure cercassero di sedurlo. Per tutta risposta costui li rifiutava con enorme disprezzo, deridendoli, mostrandosi arrogante e superbo. Senza alcuna empatia verso chi soffriva perché lo amava. Perfino la ninfa Eco venne rifiutata con cattiveria da Narciso e costei morì di dolore in un bosco rimanendo solo parole.
Tale incredibile “arroganza e superbia” fu notata da Nemesi, la dea della giustizia retribuitiva! Apro parentesi immediatamente perché vi spiego cosa vuol dire retributiva, altrimenti pensate alle tasse, almeno io l’ho pensato. La giustizia retributiva è una parola che indica in realtà, l’equilibrio e quindi la vendetta divina. Infatti Nemesi viene conosciuta principalmente come: La giustizia divina, quella imparziale, quel che ritorna in base a ciò che hai fatto! Solo che nel mito di Narciso viene sottolineata come dea della giustizia retributiva per enfatizzare la vendetta divina, in poche parole si sottolinea che Narciso un po’ se l’è cercata. Chiusa parentesi!
Nemesi, immune alla bellezza del Dio, lo convince a specchiarsi in un lago. Narciso non aveva mai visto il suo riflesso e si innamora perdutamente si sé stesso. Struggendosi di passione perché non può abbracciarsi, amarsi, avvertire quel senso di completezza che regala l’amore corrisposto, il giovane inizia a soffrire. Evita il cibo, non riesce a dormire, e struggendosi alla fine si consuma di un desiderio impossibile senza avere nemmeno delle parole di “conforto”. Proprio le parole che avrebbero potuto salvare le persone che si erano distrutte per lui! Alla fine Narciso muore e dal suo corpo nascono i fiori del Narciso.
Significato del mito di Narciso e Nemesi!
Nel mito di Narciso ci sono tanti concetti come: l’amore non corrisposto, la superbia, vanità, l’amore e sete di giustizia, ma soprattutto l’odio profondo da entrambi i protagonisti. Questo è l’episodio mitologico più importante che riguarda l’odio.
Nemesi odia profondamente Narciso che mette disarmonia in un sentimento puro come l’amore. Invece di insegnargli, fargli capire, creare armonia o renderlo saggio, decide di punirlo in un modo subdolo. L’odio profondo è poi questo: distruggere e far consumare lentamente e tra atroci dolori personali, la persona che si odia.
Lei quindi non agisce in modo violento e immediato, anzi assapora, gusta, la punizione derivante dal suo odio. Narciso alla fine era una creatura superba che godeva del dolore altrui ed è per questo che la punizione divina doveva essere pari al suo gesto, al suo comportamento.
Narciso invece odia profondamente tutti quelli che lo amano, ma unitamente vuole essere amato, ammirato perché ciò permette di aumentare la sua vanità, l’orgoglio e superbia. Lui è l’odio puro perché provoca il desiderio per poi annullarlo in modo spietato, con parole crudeli e cattive. Anche lui non agisce con violenza, ma in modo subdolo. La punizione finale, non potersi amare, lo distrugge e uccide.
In questo caso è palese che l’odio è un sentimento dai tanti volti che non agisce subito, ma nel tempo e consuma quel che un tempo era bello! Cresce e aumenta il dolore!
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Perché ho fatto questo articolo?
Come mai ho deciso di fare questo articolo? Non parlo di streghe o di rituali, non è in discussione un culto o altro. In effetti può sembrare diverso dai miei altri articolo, ma attenzione che io ho detto “può”. Il bosco delle streghe nasce per divulgare di culti antiche, storie dimenticate, magia, esoterismo e occultismo, ma è anche una guida spirituale.
Ed è questo il lo scopo di ogni singolo articolo che faccio, trattare argomenti che sono connessi. Una guida, un consiglio o un insegnamento per il proprio percorso spirituale.
L’amore e l’odio, oggi come oggi, sono divenute “parole” usate in modo sproporzionato ed hanno perso tantissimo del loro significato originario. Si dice: io ti odio per un regalo sbagliato, quando l’odio è qualcosa di viscerale. Oppure si dice: ti amo, solo perché si trascorre si deve dire.
Si ha fretta di provare tali sentimenti per il timore che essi ci sfuggono e questa pressione, data anche dagli insegnamenti forzati, confonde. Chi intraprende un percorso spirituale o cerca di capirsi o cerca di capire, studia o è affascinato dall’occultismo o dalla stregoneria, deve conoscere le energie cosmiche che si possono dividere in entità o divinità, ma che hanno origine da qualcosa di più grande che on è visibile, ma esiste!
Io spero di aver spiegato la motivazione della scelta di parlare di questo argomento, come spero di aver spiegato bene i temi toccati. Vi confesso che mentre parlavo anzi mentre registravo, ascoltandomi ho avuto nuove “illuminazioni”, domande e risposte che non mi aspettavo.
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe