Mabon – Sabba maggiore – Festa dell’oscurità – Sabbat
MABON
Festa dell’Oscurità
21 settembre al 23 settembre
Fonte immagine Pinterest
“Nel mese del Passaggio
nel difficile varco fra i mondi.
L’augurio di custodire
mentre il buio avanza
la memoria della luce…”
Mabon
Mabon è la prima festività dell’Oscurità. Il Dio si prepara a lasciare la Dea per entrare nel Mondo dell’Aldilà dove regnerà come Signore delle Ombre.
La separazione tra innamorati è uno dei temi dominanti di questo Sabbat. Dopo sacrificato la propria essenza vitale alla Madre Terra, il Dio si trova ora alle soglie degli inferi diventando il simbolo del passaggio dalla vita alla morte.
Sacrificando in lei, egli impregna il suo grembo della propria essenza e si trattiene dentro di lei come promessa di vita. Questo periodo di “incubazione” il Dio è chiamato Mabon, il figlio della Madre.
Mabon, grande figlio, il cacciatore con un agile cavallo ed uno splendido cane da caccia. Un condottiero del tempo. Mabon fu rapito dalla madre, Modron, grande madre, quando aveva solo 3 giorni e salvato da un gufo.
Fonte immagine Pinterest
In questo tempo, Mabon, ha vissuto prigioniero felice nel mondo magico di Modron, il suo grembo. Grazie a ciò egli può rinascere. La luce di Mabon è stata portata nel mondo, raccogliendo la forza e la saggezza, in maniera da trasformarsi in un nuovo seme.
Celebrato nel periodo più faticoso dell’anno in cui c’è il secondo raccolto. Le foglie iniziano ad ingiallire e gli animali a far provviste per i mesi freddi. Inizia il periodo della caccia e dei lunghi viaggi migratori. Il cigno è l’uccello dell’equinozio, simbolo dell’immortalità dell’anima e guida dei morti nell’aldilà.
Tempo di bilanci, vediamo ciò che abbiamo seminato e vederne i frutti.
L’Equinozio era chiamato Michaelmas o Michael Supremo, il giorno dedicato all’arcangelo di Fuoco e di luce, alterego di Lucifero.
Tempo di rivolgersi all’interiorità. Nella parte declinante della Ruota dell’Anno si viaggia in noi stessi, entriamo nel tempo de buio per riflettere sui misteri della trasformazione attraverso la morte.
Celebrare Mabon
All’equinozio d’autunno il Sole, nel suo cammino nel cielo, incrocia nuovamente l’equatore celeste e quindi le ore del giorno e della notte equivalgono.
Stavolta il percorso segue una direzione opposta a quella dell’equinozio primaverile, passando dall’emisfero settentrionale dello zodiaco a quello meridionale.
Il Sole scende negli “inferi” e le tenebre cominciano a prevalere sulla luce. Chiamato anche “Alban Elued”, luce dell’acqua che raffigura l’oceano cosmico in cui si immerge il Sole nella parte calante dell’anno.
Anticamente questo periodo era propizio ai riti Misterici, come quelli di Mithra, signore e animatore del cosmo e mediatore tra le divinità e gli esseri umani.
Mithra era raffigurato in mezzo a due portatori di fiaccola:
- Uno, Cautes, dalla torcia sollevata in alto a simboleggiare l’equinozio di primavera.
- L’Altro, Cautopates, dalla torcia abbassata indicava l’equinozio d’autunno.
Se Lughnasadh è l’inizio del raccolto, rappresentando l’aspetto sacrificale, il tema stagionale di Mabon è la fine del raccolto, il suo completamento, ma anche il secondo raccolto dopo quello dei cereali, quello di frutta e dell’uva.
Anticamente la fermentazione dell’uva per il vino era un processo sacro. Il momento del Giovane Dio della Vegetazione.
Nel mito del Dio Mabon, come per Persefone, c’è la storia del rapimento, l’evento ci riporta ad un profondo simbolismo iniziatico.
In questo periodo c’è grande sollievo ora che le messi e i frutti sono stati raccolti. La divinità della Terra viene ringraziata per i suoi doni.
Il Dio del Grano era morto, cosi come moriva il Dio del Sole. Viaggiava ora nell’altro mondo, discendendo agli inferi per addormentarsi nel grembo della Dea Madre da dove sarebbe ritornato al solstizio d’inverno. Più che una morte si tratta di un lungo sonno.
Nelle feste del raccolto le bambole del grano hanno un posto d’onore. Se non veniva sepolta nei campi a scopi propiziatorio era conversata per tutto l’anno ed era chiamata “ragazza dell’edera”, perché l’edera rimane verde per tutto l’anno, piena di vita.
La pianta sacra in questo equinozio è la mora selvatica.
Fonte immagine Pinterest
Secondo la tradizione i prodotti della terra non devono mai essere raccolti dopo il momento stagionale poiché appartengono agli spiriti della natura come offerta alle divinità.
Celebrare Mabon
Il tema di questo Dio è equilibrare la nostra vita, bilanciare le polarità. Gli elementi maschili e femminili della nostra personalità ha bisogno di uguale rispetto ed espressione.
La notte di Mabon ha uguali ora di luce e di oscurità. Notte per onorare l’equilibrio del Dio e della Dea è l’armonia della materia e dello spirito. Si celebra sia la vita spirituale del mondo prossimo che quella fisica di questo mondo.
Periodo per porre fine ai vecchi progetti preparandoci al periodo di riposo. Il lavoro magico dovrebbe essere di protezione, prosperità, sicurezza, fiducia in sé stessi.
Mabon è considerato tempo dei misteri. Momento di onorare le divinità anziane e lo Spirito. Le divinità sono ringraziate per i loro doni, auspicando il ritorno dell’abbondanza.
Lasciare una parte del nostro banchetto alla Terra per ringraziarla. Si bruciano aromi di pino, salvia, ibisco e petali di rosa usati anche per decorare la tavola a patto che siano freschi. Le sue erbe sono grano, foglie di vita e di quercia.
Rituale per ringraziare gli elementi
Invocare gli elementi, uno per uno. Salutarli alzando il calice e recitando:
“Alla Terra, la stabilità per l’aiuto
nel mantenere la casa, la salute, il lavoro e il benessere.
All’Aria, per l’ispirazione
che aiuta la conoscenza e nella comprensione.
Al Fuoco per l’energia
che aiuta a sostenere la spinta dell’ambizione
di cui necessitiamo per portare a termine i nostri progetti.
All’Acqua per lo scorrere gentile
che aiuta a mantenere la calma e l’equilibrio
emotivo nei rapporti!”
La Dea appare in veste di Madre dell’Abbondanza. Madre della terra e regina del raccolto. Il Dio Mabon, il padre del cielo e re del grano, signore del raccolto.
Il signore e la signora regnano sulle celebrazioni e ringraziamenti che iniziano al tramonto per tutta la notte.
Si accendono candele rosse e marroni, decorate con erbe secche, noci, castagne, ghiande e semi di girasole.
Fonte immagine Pinterest
Biscotti con mandorle e vino per ringraziare gli antenati, insieme al pane, fagioli, patate e zucchine.
Le decorazioni sono la cornucopia straripante dei frutti simbolo dell’abbondanza della madre Terra. Il Fuoco acceso con foglie secche.
L’Equinozio d’autunno e adatto a stare all’aria aperta per salutare la natura dormiente.
Meditazione per Mabon
Essere grate
Concentrati sul respiro percorrendo la mente e tutto il tuo corpo, rilassandoti.
Ti trovi in aperta campagna di pomeriggio, il paesaggio è dolce, colline e campi da tempo mietuti. Ti incammini per una strada di terra, il cielo è azzurro, con poche nuvole chiare. Puoi sentire il tepore del Sole sulla pelle, puoi sentire i piedi, passo dopo passo, lungo una strada e un allegro cantare di uccelli nell’aria.
Passi accanto ad una vigna con i suoi grappoli maturi, i chicchi ricchi brillano al Sole, ed è bello e ti senti contenta che la stagione ti regali una giornata cosi, in cui puoi passeggiare. Noti che poco più avanti dalla strada si dirama un antico sentiero di pietra e sassi e ti porta in qualche modo familiare, al suo imbocco, su una roccia, è inciso il segno delle corna del toro.
Inizia dunque a percorrere l’antico tracciato e presto raggiunge un boschetto e in esso ti inoltri, mille colori si intrecciano tra gli alberi, la terra e il cielo, puoi sentire un profumo di muschio e funghi nell’aria e ne vedi a famiglia qua e là.
Mentre cammini noti che i tuoi piedi e le tue gambe si muovono ad un ritmo diverso, più rilassato. Ascolti il fruscio della brezza, fra i rami e mille sottili rumori, come di piccoli passi. A poco a poco, silenziosi, cominciano ad affiancarti gli abitanti del bosco, nota chi ti appare per primo.
Il suo aspetto, il suo colore, il modo di muoversi, poi ne vengono altri, nota chi ti viene più vicino, non hanno paura, sanno che il bosco è sacro, protetto, un luogo di alleanza con gli uomini in cui non c’è nulla da temere.
Procedendo giungi ad una radura, un prato fine al cui centro sorge un grande albero di fico, puoi sentire il profumo delle sue foglie, e dai suoi rami pendono, invitanti, tantissimi fichi maturi.
Senti il tuo corpo che si risveglia nel desiderio di quei frutti. Ti avvicini, ne cogli dai rami più vicini e ti siedi lì, ai piedi dell’albero, a gustarne i fichi squisiti, la buccia si stacca con facilità, il sapore è dolcissimo, il gusto intenso e perfetto. Puoi mangiarne quanti ne vuoi, ce ne e sono così tanti.
Alla fine ti sdrai nell’erba soffice a goderti quel Sole tiepido sulla pelle, quel Sole d’autunno che scalda senza bruciare e puoi sentire il cuore pieno di gratitudine per i doni della vita, per quei raggi dorati, per quei meravigliosi fichi che hai assaporato.
Ascoltando dentro di te puoi renderti conto che hai ricevuto davvero molti doni dalla vita, prenditi tempo e lascia che emergano uno dopo l’altro e ti affiorino alla mente le persone che ti hanno dato la vita.
La gratitudine scorre dentro di te puoi pensare ai semi che hai piantato e ai frutti che hai raccolto, qualche frutto è giunto a te come un dono, altri li hai raccolti dopo averli coltivati con amore e fatica dando tempo, energia e cura ai tuoi progetti e ai tuoi desideri.
Puoi ora prendere un momento anche per accorgerti che alcuni semi non sono germogliati, che alcuni faticano a crescere, forse è stato meglio cosi, forse c’è stato qualcosa da imparare per la prossima volta, magari qualcosa che è mancato… cosa?
Anche questo è un dono, un Nuova Consapevolezza sul tuo cammino. Ancora pervasa dalla dolcezza dell’appagamento, ti rialzi lentamente e con stupore scopri i tuoi amici del bosco. Si sono fermati ad aspettarti per tutto questo tempo e sono pronti ora ad accompagnarti sulla via del ritorno, avviatevi insieme, attraversando il bosco, dove ti senti protetta dalla loro presenza lungo il sentiero.
Giungete al limitare del bosco, ed è il momento di salutarli e ringraziarli, poiché sono stati un bellissimo dono. Torni sulla strada, la campagna, le vigne e pian, piano cominciare a tornare al tuo respiro, alla tua stanza e senza fretta riapri gli occhi.
Fonte immagine Pinterest
Cenni storici
Più tardi le funzioni di Mithra vennero assunte dall’arcangelo Michele.
Il mese di settembre era anche il periodo in cui si svolgevano i Grandi Misteri di Eleusi. I rituali Eluesini, basati sul simbolismo del grano celebravano il mito di Demetra e sua figlia Persefone.
Il momento culminante di questi riti era la presentazione, agli inizi, di una spirga di grano accompagnata dalle parole “Nel silenzio è ottenuto il seme di saggezza”.
Persefone discende agli inferi, come il Sole discende agli inferi celesti e come il Sole ritornerà con la promessa della rigenerazione della natura.