Mabon: il significato antico e moderno dell’equinozio d’autunno
Arriva Mabon, l’equinozio d’autunno che ci porta nuove conoscenze e saggezza. Chi è Mabon e quali sono le pratiche per onorarlo?
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Mabon che noi tutti chiamiamo: equinozio d’autunno, è uno degli otto sabba della Ruota dell’Anno, celebrata da principalmente dal popolo celtico, Wiccan, popolo norreno e in generale dalle streghe. In Italia, nonostante non si parli di festività della ruota dell’anno, si parla di sabba, cioè di cambiamenti stagionali in cui le energie universali e cosmiche si toccano, sfiorano e alle volte si fondono mostrando anche mondi e dimensioni occulti.
Mabon è l’equinozio d’autunno, il momento unico in cui la durata del giorno, cioè le ore di Sole, e della notte, quindi di buio, si equivalgono, sono uguali. I giorni in cui c’è armonia ed equilibrio cosmico, ancestrale. I sabba originali, che ancora oggi sono festeggiati, durano 3 giorni, dal 21 al 23 settembre. Mabon si festeggia con pratiche esoteriche e percorsi spirituali legati alla natura. Considerata “l’ultima festa del raccolto”, segna il passaggio dall’abbondanza dell’estate, dalla vitalità della natura e del calore, alla preparazione per l’inverno, il periodo dormiente, che rappresenta la morte. Tempo di gratitudine, riflessione e rinnovamento, dove si onora ciò che la natura i ha donato e ci prepara a lasciar andare il superfluo.
Esotericamente parlando è il momento in cui le streghe debbono tornare in armonia. Insomma tirare le somme di quel che si è fatto, imparato, di quali sono gli insegnamenti appresi e del proprio potere energetico e magico. Nella stregoneria è fondamentale nei sabba, eseguire tutte e pratiche che aumentino il proprio potere personale per svolgere poi degli incantesimi che abbiano successo.
Mabon: anticamente era “alban Elfed”
Il nome Mabon è piuttosto recente, nel senso che si è ripreso il nome di una divinità originale, a cui è legato questo sabba, per sottolineare la sua connessione in questo periodo. Tale dio è: Mabon ap Modron. Tuttavia, sappiamo che la ruota dell’anno ha origini antichissime e la ritroviamo come calendario identificativo delle festività e quindi degli 8 sabba dell’anno, già nell’epoca preromana e nel popolo celtico antico.
Il suo nome originale era: Alban Elfed che significa: Luce dell’acqua. Parole che sono estremamente romantiche, se ci pensiamo bene, perchè esse contengono una realtà che è evidente, sotto gli occhi di tutti, in tutto il mondo. Settembre è il mese in cui il Sole inizia a “cuocere” di meno, nel senso che il sole diventa più mite nel calore. C’è una maggiore umidità nell’aria. Di prima mattina, all’alba, c’è la rugiada che ricopre la vegetazione e il terreno che poi si asciuga nutrendo la natura.
L’aspetto romantico della rugiada è quello di stendersi, come una coperta, sulle foglie e poi, all’alba, quando il sole inizia a mostrarsi timidamente per attraversa il cielo, ecco che la sua luce si riflette nella rugiada. Da questa scena, che è identica in tutto il mondo, almeno evidente in campagna, ecco che anticamente venne usato il termine: Luce dell’acqua, per identificare l’equinozio d’autunno e, unitamente, il sabba corrispondente.
Mabon, il significato esoterico
Certo è che l’aspetto romantico aiuta a immergersi nell’atmosfera magica di Mabon, però c’è anche un altro motivo per cui si chiama: Alban Elfed, cioè Luce dell’acqua. Troviamo il mistero e significato esoterico.
La luce rappresenta l’energia vitale o comunque il fuoco. Il potere di una strega viene richiamato attraverso le fiamme. Mentre l’acqua è da sempre noto come l’elemento di passaggio. Esso è identico sia nel mondo visibile che invisibile. Esso permette di arrivare a connettersi con i defunti, ma anche con le energie in grado di cambiare il destino degli uomini. Sapendo usare il potere dell’acqua, si diventa occultisti di grande potere.
Dunque l’acqua è l’elemento di passaggio e, in questo caso, il fuoco, rappresentato dal Sole, entra nell’acqua, senza spegnersi. Un’armonia unica che ritroviamo esclusivamente a Mabon.
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Sabba d’autunno, non solo celtico
I Celti e i Druidi osservavano i cicli solari per seguire un calendario di” semina, coltivazione e raccolta” oltre a seguire le divinità che scandivano l’anno. Consideravano l’equilibrio tra luce e oscurità un momento sacro perché simboleggia l’importanza eguale della vita e della morte.
Alcuni siti megalitici, come Stonehenge e Newgrange, testimoniano l’importanza degli equinozi e dei solstizi nella spiritualità dei popoli antichi che, anche se diversi, seguivano energie chiare, percepite nell’ambiente circostante. Siti come Stonehenge, datati 5000 A.c, sono una testimonianza di come ci possano essere valori o elementi sacri in grado di creare pace e armonia. Torno a dire che questi luoghi, considerati sacri, ancora oggi esistenti e visitabili, nell’epoca neolitica, considerata come l’età della pietra, erano invece all’avanguardia e in grado di unificare diverse tribù nemiche. Infatti stonehenge, durante i solstizi ed equinozi, erano usati da più tribù che si riunivano per venerare e svolgere rituali per avere la benevolenza cosmica e divina.
Anche i Romani festeggiavano questi periodi con festività autunnali, come le Vindemiae, dedicate alla vendemmia, e i Mundus Cereris, che onoravano la dea Cerere e il mondo sotterraneo, quello dei defunti. Tali celebrazioni, si dei romani che celtiche, avevano in comune il ringraziamento per i raccolti e il riconoscimento della ciclicità della vita che si prepara al suo fine.
Il Doppio volto!
Mabon rappresenta il momento dell’anno in cui si prende coscienza. Coscienza del doppio volto della natura: l’abbondanza del raccolto e il sopraggiungere della stagione fredda. Abbondanza e carestia, situazioni che viviamo tutti. Ci sono periodi in cui si sta bene, abbiamo cibo oppure denaro, e poi periodi in cui i soldi non bastano, ci sono debiti da saldare o altro. Anche a livello mentale e spirituale vale la stessa regola, momenti di massimo vigore ed altri di tristezza e stanchezza. Dobbiamo ricordare e non dimenticare che la vita è di alti e bassi.
Mabon è una festa di equilibrio, in cui luce e oscurità sono in perfetta armonia, ma anche di transizione, poiché dopo l’equinozio le notti diventano progressivamente più lunghe. L’equilibrio cosmico viene interiorizzato come simbolo di bilanciamento interiore. È il tempo per riflettere sui doni ricevuti durante l’anno, ma anche per comprendere cosa ci ha cambiato, in parte ucciso o comunque ci ha messo in difficoltà. Attenzione che non è il momento di puntare il dito contro qualcuno, si deve essere responsabili.
Prendere coscienza che se ci è capitato qualcosa, siamo stati noi gli artefici. Per esempio: abbiamo perso il lavoro, per quale motivo? In parte è colpa mia, non ho lavorato bene, forse dovevo andare d’accordo con i colleghi, prestare attenzione? Insomma si parla di un momento di valutare azioni e conseguenze.
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Simboli e corrispondenze di Mabon
I simboli di Mabon riflettono l’energia dell’autunno e la gratitudine per i doni della terra, ma soprattutto dei doni divini e dell’energia universale, quella degli antenati.
- Cibi e bevande: mele, uva, vino, cereali, noci, zucche, melograni. Questi alimenti sono spesso usati sia per i banchetti che come offerte sugli altari.
- Colori: rosso, arancione, giallo, marrone e oro, che richiamano i toni caldi delle foglie cadenti.
- Elementi naturali: foglie secche, ghiande, spighe di grano, pietre come ambra, quarzo fumé e citrino.
- Simboli universali: il corno dell’abbondanza (cornucopia), emblema di fertilità e prosperità, spesso riempito con frutta e cereali.
Questi elementi si usano per decorare gli spazi rituali, come il tuo altare, se ne possiedi uno, creare un angolo magico in casa o nella propria stanza, ma anche per decorare tutta la casa. Essi aiutano a creare una connessione diretta con l’energia di questi giorni.
Rituali di Mabon: cosa dobbiamo fare?
Celebrare e onorare Mabon diventa un momento gioioso, caldo e piacevole. Ognuno di noi può usare un proprio metodo, ma ci sono comunque dei culti da fare che aiutano ad avere nuove energie in casa, scaricare quelle negative e purificare la mente. Insomma sono celebrazioni che ci aiutano ad affrontare l’arrivo dell’inverno imminente.
Tali rituali assumono forme diverse, da cerimonie comunitarie a semplici gesti quotidiani. Dato che io, personalmente, preferisco festeggiare i sabba in modo privato, vi do qualche consiglio.
- Rituali di ringraziamento: accendere una candela di colore arancione o mattone, fissare la fiamma e pronunciare delle parole gratitudine, se ci si sente grati, oppure di odio in modo da scaricare quelle negativi per i doni ricevuti nell’anno.
- Offerte alla natura: questa è un’attività che a me piace molto fare quando ho del tempo libero. Però, non so se capita solo a me, ci sono momenti, parti della giornata, in cui fare una camminata nella natura diventa energetico. Ad ogni modo, proprio a Mabon, per ingraziarsi le divinità di questa stagione, dovete lasciare frutti, semi o pane come dono simbolico alla terra e agli animali. Una restituzione di quel cibo o benessere che essi ci hanno dato.
- Meditazioni sull’equilibrio: la meditazione è una pratica che non tutti eseguono, ma solo perché ci non viene pienamente compreso. Non dobbiamo pensare a una meditazione che sia in stile “monaco buddista”.Meditare è semplicemente pensare! Potete farlo con l’aiuto di una candela su cui concentrarvi oppure usando dei profumi, incensi o erbe, che permettono alla mente di rilassarsi. In questo caso la meditazione o meglio il “pensare” deve avvenire su quello che vi ha tormentato nei mesi precedenti da lithia fino a Mabon oppure da Lughnasadh fino ad ora…
Cosa vi è successo? Come hai reagito? Potevi reagire in modo diverso. Quali sono le emozioni dominati mentre mediti? Pensare e poi visualizza una bilancia con pro e contro e a questo punto metti i contro sul piatto adatto e poi non pensarci più, lasciali andare.
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2 Rituali domestici di Mabon
Ora passiamo a come connetterci con la magia occulta di Mabon con 2 rituali semplici.
Il primo è: l’altare dell’abbondanza
Tutti desideriamo avere ricchezza o comunque non preoccuparci economicamente. Per questo occorre richiamare le giuste energie con un Altare dell’abbondanza. Prepara un angolo tutto tuo, un piccolo altare che decori con una mela tagliata in orizzontale, in modo che possa uscire fuori la stella a 5 punte che è in ogni mela. Mettere un cesto con un grappolo di uva, noci e melograni, che sono poi i frutti di questa stagione. Usare delle candele arancioni e foglie secche. Infine poni il sigillo di Mabon sull’altare. Nei giorni di Mabon lascia accese le candele, con attenzione alla fiamma, in modo da farla bruciare interamente durante le ore di sole.
Il secondo rituale è creazione di un tuo talismano. Per creare un talismano devi avere la mente libera e in equilibrio. Se stai attraversando un periodo di depressione, rabbia o vendetta, puoi fare il talismano, ma per seppellirlo e quindi liberarti di queste energie. Altrimenti rischi di creare un talismano attira demoni e negatività, in vero e proprio “oggetto porta sfiga”.
Per creare il talismano di Mabon devi rivolgerti alla natura: raccogli ghiande o foglie, semi o piccole pietre durante una passeggiata nel primo giorno di Mabon. Torna a casa e purificalo poggiandolo sull’altare. Deve essere vicino ad una candela bianca per la purificazione. Il terzo giorno di Mabon devi caricarlo. Metti il tuo oggetto in un sacchetto di stoffa rossa o marrone e dormici sopra fino alla fine del Sabba. A questo punto lo puoi usare come raccogli energie negative. Tale talismano dovrà poi essere bruciato a Samhain, il 31 ottobre.
Divinità di mabon
Mabon è un periodo occulto forte, ma in cui ci sono diverse divinità connesse. Si ha un momento di forte armonia e di tempo di raccolti. Originariamente era nota con il nome di Alban Elfed che poi sarebbe Mabon, cioè, nella mitologia celtica, il Figlio della Madre. Lui è il simbolo della giovinezza, del rinnovamento, di quel passaggio in cui tutti ci sentiamo forti e vigorosi in cui siamo in equilibrio con le nostre potenzialità, alle volte non sempre sfruttate.
Mabon anche noto con il nome di Modron che sarebbe la madre fertile quindi indica il raccolto.
Secondo il racconto e mito originale Mabon fu rapito alla madre Modron tre giorni dopo la nascita e imprigionato per proteggerlo temendo che un giorno Mabon, divenuto uomo, la spodestasse e quindi le togliesse il suo regno e potere. A questo punto, alcuni uomini coraggiosi, notando che la madre era fertile, ma non dava raccolti, decisero di liberare Mabon. Ci fu una lotta in cui il sangue di Mabon caduto a terra, diede origine alle vigne e all’uva. Una volta liberato il dio non cercò vendetta verso sua Madre Modron mostrando armonia e benevolenza. Questo mito si concentra sul tema di: rinascita dopo l’oscurità.
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Dioniso o Bacco
Tuttavia non pensiamo che sia solo una divinità o celebrazione dei celti perché sbagliamo se la pensiamo in questo modo. Sia la storia antica romana e quella greca ha i suoi personaggi simboli dell’equinozio d’autunno, vale a dire:
Dioniso o Bacco: costui è il dio del vino, dell’ebbrezza e della vendemmia. Alla fine è proprio a settembre che si raccoglie l’uva per farla divenire vino. L’uva rappresenta il sangue del dio donato agli uomini per renderli liberi. L’armonia che noi tutti cerchiamo, molte volte, è ostacolata da quei blochi o pregiudizi che ci imponiamo. Quando siamo un pochino “alticci” per colpa del vino, ecco che diventiamo liberi in tutto e ci sentiamo in pace con noi perché finalmente siamo in armonia con la parte più intima del nostro Io.
Dioniso, dio del vino, rappresenta l’energia vitale che si sprigiona nella vendemmia. I suoi culti misterici celebravano la morte e rinascita ciclica, collegando il raccolto all’ebbrezza spirituale e all’armonia come sensazione di libertà. Nella mitologia norrena invece ritroviamo il dio Freyr una divinità maschile della fertilità e della prosperità. Venerandolo noi andiamo a lodare la fertilità che riesce a garantire una vita sana e soddisfacente.
Mabon nella spiritualità moderna
Oggi, Mabon viene celebrato da tante comunità: antiche e neopagane, come le streghe e i Wiccan con rituali che combinano antiche tradizioni e pratiche moderne. Lo si usa chiamare anche “Ringraziamento pagano”, perché simile al Thanksgiving americano, ma con un focus spirituale più marcato.
Viene vissuto come un’occasione di riconnessione con la natura, passeggiando nei boschi, raccogliendo foglie e ringraziando per i doni della terra. Altri preferiscono rituali più intimi, in casa, creando altari decorati con frutti autunnali e simboli della stagione.
In un’epoca di distacco dal ciclo naturale, Mabon diventa un invito a riconnettersi con i ritmi cosmici e a vivere con maggiore consapevolezza.
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe
