Triskellion o trischele: Simbolo Perduto che Muove il Destino
Chiave di mondi nascosti, potere antico e segreti mai dimenticati. Sai cos’è il Triskellion e come si usa in magia? Uno dei simboli più misteriosi e affascinanti della storia, che ancora oggi attrae e che alle volte viene confuso oppure non compreso, è il trischele o triskelion o ancora Triqueta, ma anche triquetra,che è, senza dubbio, uno dei più enigmatici simboli. La sua storia si lega a quella di Odino, al sacro patto dello sputo, ma anche ad altri elementi che determinano il “simbolo di vita”.
Guarda il VIDEO per intero sul nostro canale youtube di “Il bosco delle streghe”, eccoti il link:
Iscriviti al nostro canale Youtube: IL BOSCO DELLE STREGHE!
Esso si identifica in disegni che sono anche stilizzati come: tre spirali, tre gambe o tre braccia che ruotano attorno a un fulcro, cioè un punto centrale. Tuttavia il simbolo originale è composto da 3 corni uniti al centro. Questo “oggetto”, amuleto, talismano che richiama energie notevoli, è divenuto poi un simbolo celtico e norreno sacro legato a Odino e al sangue di Kvasir.
L’età del triskellion
Il Trischele (in italiano) e il Triskellion, nome di derivazione greca, ed ha due nomi nella lingua pre-celtica originale, vale a dire:
- Grian roth suli: dea solare
- Roth beatha suli: ruota della vita del sole
Tutte le parole evocano il movimento, il ciclo del tempo, l’armonia senza tempo.
Iniziamo dalla parte che più mi affascina e che amo, il nome! L’analisi, la scoperta antica del nome composto di suoni con un linguaggio universale. Il Triskellion è un termine che, nonostante non ci crediate, è moderno.
Creato nel intorno al 1880 da alcuni studiosi dell’esoterismo e occulto che identificarono questo simbolo ritrovato su diversi megalitici datati 4400 A.c. La parola è di derivazione greca da tri, cioè tre e skelos, gamba, quindi tre gambe, anche se non sono assolutamente tre arti, piccolo spoiler: più in avanti nell’articolo c’è anche il collegamento con la trinacria, cioè la Sicilia, è il legame al simbolo di questa grande isola.
Nomi originale del trischele
Mentre i nomi originali sono nati nelle popolazioni pro-celtiche datate appunto intorno al 4400 A.c. e c’è ne sono due perché queste popolazioni erano diffuse in tutto il Nord Europa e nelle grandi isole britanniche, irlanda e perfino islanda. Non esisteva una lingua comune, ma parole composte di suoni che potevano essere facilmente interpretabili. Si rivolgevano a questo simbolo con il nome di:
- Grian roth suli: la dea solare, quindi il sole
Oppure
- Roth beatha suli: ruota della vita del sole, che poi si collega alla ruota dell’anno, almeno per alcuni studiosi.
In entrambe le parole c’è la radice pro-celtica che indica il “sole”.
Questo simbolo è tra i più antichi mai scoperti che si ritrova su dei megaliti presenti in: irlanda, islanda e in altri 19 siti preistorici del Nord Europa. Incisioni che mostrano diverse tipologie di triskellion come: una linea a spirale con 3 raggi esterni.
Alcuni invece erano con un cerchio centrale e 3 linee curve esterne. Insomma ne esistevano varie tipologie. Il più antico è datato 4.500 A.c.
Trinacria e triskellion o trischele: sicani e celtici
Il simbolo dell’isola siciliana, quello che è presente anche su molti stemmi e bandiere di territori o di nobili siciliani, è: una testa di donna centrale e 3 gambe piegate disposte in forma rotatorie. Alle volte, a dividere le gambe, ci sono 3 spighe di grano.
Durante il dominio greco, avvenuto intorno al 750 A.c, questo simbolo già esisteva, ma era un cerchio a spirale con tre linee piegate al di fuori e prese il nome greco di: Trinakria composto da: treis, cioè tre, e akra, vale a dire estremità o promontorio. In epoca romana, più in avanti nel tempo, si mantenne quest’ultima versione e dal greco divenne nel latino si usava Tri-quetrus, cioè: tre punte! Oggi si dice: triqueta o triquetra.
Però perché vennero disegnate delle gambe? Ecco qui c’è una discussione interessante tra gli esperti del settore. Alcuni studiosi greci affermano che le gambe erano già simboli molto usati nella cultura pre-greca per indicare: il cammino o meglio la loro espansione.
Leggi anche: La lancia del destino o lancia di Longino: esoterismo
Diverse tesi
Altri invece sono convinti che era il simbolo della vita perché: chi cammina è vivo, solo i morti non camminano. Infine tanti antropologi indicano le gambe a significare che per arrivare ai 3 promontori che sono presenti sulle 3 punte esterne della Sicilia, si deve camminare e camminare molto. Quindi potrebbe essere solo una sorta di avvertimento ad indicare che questa è un’isola molto grande.
Non abbiamo, ancora, oggi, una risposta esatta, ma comunque quello che ci interessa è: com’è possibile che il triskelion sia già presente in questo territorio, tra la popolazione sicana, quella originale, prima del dominio greco?
Perché ci è arrivato tramite i celtici. Anzi tramite le popolazioni pro-celtiche.
I celtici arrivarono in Sicilia intorno al 1100 A,c. Come sappiamo della loro “invasione”? In realtà non si tratta proprio di un’invasione. I celti diedero prova della loro espansione, diventando poi il popolo del mare, già intorno al 2800 A.c perché essi si spostavano in diverse direzioni in Europa usando appunto il mare. Lì dove approdavano lasciavano segni del loro passaggio.
L’arrivo dei celti in sicilia
Si parla tanto di attacchi barbarici, di lotte e combattimenti, di distruzione di interi villaggi, ma questo è quello che accadeva e accadde solo negli anni del 160 D.c ed è continuato fino al 500 D.C. Qui invece si parla del 1100 A.c. più di 1000 anni prima.
I celtici vagavano in terre inesplorate, ma non per dominare, infatti essi venivano a contatto con altre culture riportando poi, nella loro patria, attrezzi, armi, accessori, nuove piante e metodi di cultura oppure conoscenze diverse.
Apro parentesi di “rispetto universale” contro il lato oscuro della storia che viene maggiormente “pubblicizzato” perché forse fa “hype”, pensate che sia il termine giusto da usare? Hype? Meglio usare l’italiano va. Parlare di lotte feroci, bestiali e di combattimenti che hanno creato miti leggendari, sicuramente è più interessante per una cultura basica, ma non sappiate che in realtà questi episodi sono solo una percentuale minima della storia che ci accompagna. Già nell’epoca degli antichi romani, non c’era invasioni di massa quando si arrivava in nuove terre o villaggi. Lo scopo iniziale era conoscere, specialmente quelle popolazioni indifese che non avevano grandi ricchezze, ma che insegnavano molto.
Era facile entrare in contatto con nuovi villaggi o persone avendo un primo contatto docile. Tra l’altro parlo di un periodo, l’anno 1100 A.c, in cui non c’erano grandi ricchezze. Tale epoca è una delle prime evoluzioni umane e si pensava più a sopravvivere ad avere nuove comodità, non esisteva il valore di oro, gioielli o altro. Riassumendo esisteva il “rispetto universale”. Chiuso parentesi.
Furono i celti a influenzare, parzialmente, la Sicilia prima del dominio Greco, e come lo sappiamo? Dalle incisioni del trischele oltre a: racconti orali, tradizioni celtiche e religiose assorbite in diverse parti del territorio.
Leggi anche: Figli di Thor: valchiria e… Chi erano? – mitologia norrena
Tradizioni sicule-celtiche
Vi spiego in breve perché devo chiarire la situazione. Le popolazioni presenti nel Nord Europa tra gli anni del 4400 A.C fino agli anni 800 A.c erano chiamate pre-celtiche. Si tratta di diverse tribù e non di una popolazione unica e compatta che vivevano nei territori del Nord Europa.
Naturalmente essi avevano sviluppato una loro religione e cultura che si esprimeva con rituali e culti stagionali, ma soprattutto con incisioni, cioè disegni. Non esisteva una lingua scritta e non c’era una lingua unica, ma composta di vari accenti e suoni, però c’erano i disegni universali, cioè comprensibili da tutte le tribù che erano celtiche o con derivazioni pro-celtiche.
Il loro passaggio era reso evidente appunto da disegni o incisioni su megaliti, caverne, su costruzioni circolari (che erano altari oppure siti preistorici collegati al cambio stagionale) o ancora composizioni di strutture, massi e sassi, che rappresentavano la loro religione. Tali elementi sono appunto stati ritrovati, in grandi quantità, nella parte Nord ed est della Sicilia, vale a dire quella che si ritrova in mare aperto.
Apro parentesi curiosa: in queste zone ci sono tradizioni popolari e unitamente culti stagionali che sono uguali a quelli pro-celtici come:
- Le fate che nel popolo celtico sono chiamate banshee e sidhe (fate buone e cattive). Mentre in Sicilia si chiamano le: donne di fora che abitano i boschi e le campagne, ma che possono anche essere vendicative. Entrambe sono entità naturali.
- Le acque magiche che nella cultura celtica sono fiumi e laghi abitati dalle dee, sono il passaggio con altri mondi e dove si creano cavalieri magici. Mentre in Sicilia ci sono il lago pergusa, ad esempio, dove si racconta di apparizioni di entità femminili (dee) e di rituali magici che rendevano gli uomini forti e potenti.
- Arriviamo poi ai giganti, eroi e mostri. Nella cultura celtica c’è l’eroe Cu Chulainn che affronta draghi e demoni marini. Mentre in Sicilia c’è Orlando e i guerrieri che sfidano anch’essi draghi e mostri marini.
- Concludo poi con la visione dell’aldilà. Nel mondo celtico c’è la terra della giovinezza mentre in Sicilia si crede in regni sotterranei dove c’è il paese della cuccagna.
Evidenze e realtà
Diventa evidente, anzi è palese che la cultura pro-celtica ha influenzato ed è stata assorbita da quella dei siculi o sicani, cioè l’antica popolazione della Sicilia. Chiudo parentesi curiosa. Dato che già a livello orale c’è stata una fusione, ecco che arriviamo ai simboli e vi faccio questa domanda: non è strano che il simbolo della trinacria, cioè 3 gambe piegate e poi un volto di donna al centro, sia identico al trischele?
Non vi viene il dubbio che esso sia semplicemente una rivisitazione del simbolo celtico originario? Tale domanda se la sono posta e continuano a porsela tanti studiosi di antropologia, esoterismo e archeologi. La risposta comunque è sempre la stessa, nonostante ci siano diversi dubbi che si sollevano continuamente: il simbolo della trinacria è il trischele dei celtici.
Leggi anche: Odino: Kvasir nato dallo sputo, il segreto del Triskelion
Unione al numero tre
Il 3 è il numero magico per eccellenza ed è il numero sacro in tutte le tradizioni e religioni spirituali antiche. Rappresenta equilibrio e completezza: non è statico come l’uno, né dualistico come il due, ma un’unità che integra opposti e crea un nuovo ordine.
Alcuni significati universali del tre:
- Tempo: passato, presente, futuro.
- Vita: nascita, crescita, morte.
- Essere umano: corpo, mente, spirito.
- Elementi: terra, acqua, aria
- Spiritualità: armonia, equilibrio, completezza
Però c’è anche l’unione alle divinità principali celtiche quali:
- Manannán mac Lir – dio del mare, signore delle nebbie e protettore dell’Isola di Man. Le tre gambe corazzate del triscele isolano sembrano riflettere la sua capacità di muoversi in ogni direzione, come le onde dell’oceano.
- Morrigan – dea triplice della guerra e della profezia, capace di mutare forma. Le tre spirali possono rappresentare le sue tre manifestazioni: Badb (la battaglia), Macha (la sovranità) e Nemain (il caos).
- Brigid – dea della poesia, della guarigione e della fucina. Tre arti, tre doni, un solo potere.
Mentre nella cultura nordica esso è associato alla Norne, mitologia norrena (vichinga) alle 3 dee del destino:
- Urd: passato
- Verdandi: presente
- Skuld: futuro
Trischele in grecia
Troviamo poi un’unione con la cultura greca, ma, in questo caso, devo dirvi che, secondo molti studiosi, non è chiaro se ci sia stata una prima influenza celtica, essi sospettano che questo simbolo sia più antico di quanto oggi è stato datato nel nord Europa e quindi appartiene ad una religione o prima religione unica tra tutti gli esseri umani.
Comunque, dato che l’articolo è concentrato su tutto quello che riguarda il triskellion, è giusto che vi faccia anche una panoramica, di questo simbolo, nella cultura e mitologia antica greca. Esso era associata a:
- Elios – dio del sole, il cui carro percorre ciclicamente il cielo: il triscele ne simboleggia il moto eterno.
- Medusa – nella versione siciliana, la sua testa è al centro, un talismano apotropaico che pietrifica il male.
- Ecate – dea triplice delle soglie, dei crocicchi e della magia: la sua natura liminale si riflette nella struttura triadica del simbolo.
Leggi anche: Colei celata da un velo: dea Ceilleach – mitologia celtica
Cosa significa il Triskellion o trischele?
Come mai questo simbolo, che può sembrare un disegno semplice, è tanto importante?! Questo è il simbolo eterno! Eterno che unisce e richiama energie ed entità potenti, se si sa come usarlo diventa un’arma magica usata perfino dallo stesso Odino.
Il sapere eterno, la conoscenza universale ed è il senso della vita! Questo simbolo, è legato alla vita di odino nella mitologia norrena, ma attenzione che comunque è stato confermato che si tratta di un simbolo magico pre-celtico, talmente antico che non abbiamo la possibilità di capire quando esso sia nato.
Esso nasce con i celtici ed ha condensato di significati mistici. Sappiate che esso è anche il ponte tra l’uomo e il divino. Non a caso era inciso sui megaliti usati poi come altari per aprire la porta con altri mondi o per far entrare entità potenti. Una sorta di chiave o sigillo. Usato per giungere a diversi scopi.
I suoi poteri sono protettivi e di trasformazione. Nel periodo neolitico era la triplice cosmologia e dei cicli naturali. Oggi sappiamo che esistono 4 stagioni, ma nel periodo neolitico esistevano 3 cicli stagionali che erano:
- Periodo di semina: identificato con i mesi di marzo fino a fine giugno.
- Il periodo di crescita e maturazione: vale a dire luglio a fine ottobre
- Periodo di riposo e preparazione: novembre fino a febbraio
Cicli che erano fondamentali da sfruttare per la sopravvivenza della popolazione!
Passando al periodo celtico, età del bronzo all’900/800 A.c divenne il simbolo della triplicità, associato al 3: triplice dea, triplice dio, tre regni e tre cicli di vita. Ad esempio rappresentava: nascita, vita e morte. Regno degli uomini (vita), del mare (conoscenza) e della morte (saggezza universale).
In sintesi è l’interpretazione visiva del tempo, dell’equilibrio e armonia, ma anche della trasformazione e soprattutto della conoscenza.
Potere magico del triskellion o trischele
Come si usa questo simbolo? Intanto sappiate che è un potente amuleto e talismano. Lo si usano per:
- Protezione: inciso su amuleti da indossare oppure da porre sul proprio altare. Lo possiamo poggiare anche in casa, in una stanza o sulla porta. I vichinghi lo incidevano sugli scudi per respingere il male.
- Energie cicliche: usato nei rituali per attrarre prosperità e rinnovamento. Però si usa anche in evocazioni per entità che possano darci nuove conoscenze o doni. Come ad esempio il dono della veggenza. Le anziane o gli angeli della morte, presenti nelle tribù preceltiche, indossavano questo amuleto.
- Connessione spirituale: meditazione sulle tre spirali come percorso di crescita. Infatti è utilizzato anche da coloro che intraprendono un nuovo percorso spirituale, si trovano in situazioni di trasformazioni oppure debbono prendere decisioni importanti.
- Viaggio iniziatico: questo è il simbolo delle iniziazioni. Tra i vichinghi era il talismano che si appendeva al collo dei giovani che superavano il rituale del passaggio da età infantile ad uomo. Si incideva sugli scudi solo di valorosi guerrieri che avevano vinto 3 lotte contro altre tribù oppure era indossato dai navigatori che tornavano nel proprio villaggio dopo il terzo viaggio in mare.
Massimo potere del trischele
Il suo massimo potere è presente in 3 cambi stagionali dove, usato con determinati incantesimi, è possibile: richiamare entità superiori, in prevalenza benefiche, ma solo se si ha un desiderio chiaro da esaudire.
Si può avere grande ricchezza materiale o successo nella propria vita. Infine si usa per avere conoscenza maggiore e doni profetici. Quest’ultimo permette di comprendere come mai esso sia legato anche a elios e ad Apollo, nella mitologia greca, che erano le divinità che regalavano, ai propri oracoli, il dono di vedere il futuro.
Il triskellion appresenta il movimento eterno, il ciclo incessante di vita, morte e rinascita. In magia, il è un vero catalizzatore di energie: porta equilibrio, protezione e trasformazione. Usare il triskellion nei rituali significa invocare la forza dell’universo, unendo corpo, mente e spirito in un’armonia perfetta. Aumenta il potere personale e di crescita interiore, capace di aiutarti a superare ostacoli, rinnovare la tua energia e trovare la strada verso l’illuminazione.
Se vuoi potenziare i tuoi rituali e connetterti con antiche energie, il triskellion è il simbolo da scegliere. Provalo come talismano o in meditazione e scopri il potere del movimento eterno che trasforma la tua vita.
Termino scendendo in magia più potente! Questo è un forte sigillo si può usare come una chiave per aprire altri mondi, ma attenzione a cosa richiamate perché, prima ho accennato che le entità richiamate con il triskellion sono spesso benefiche, ma ci sono anche le malefiche.
Il motivo per cui spesso si tratta di esseri benefici e che appunto esso si usava, almeno i celtici lo usavano, come chiave di entrata solo in una stagione, quella della rinascita, in luoghi di culto che davano il benvenuto alla vita, quindi nel solstizio di primavera.
Guarda il VIDEO per intero sul nostro canale youtube di “Il bosco delle streghe”, eccoti il link:
Iscriviti al nostro canale Youtube: IL BOSCO DELLE STREGHE!
Leggi anche: Cernunnos: il dio primitivo, dio cervo – origini
Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe