I fantasmi di Venezia, la serenissima maledetta
Venezia è una città che vive sospesa tra acqua e memoria. Un luogo in cui la storia non è soltanto documentata, ma la si avverte. Venezia la serenissima, ricca di storia e di fantasmi. Una delle città italiane più infestate dai fantasmi.
Guarda il VIDEO per intero sul nostro canale youtube di “Il bosco delle streghe”, eccoti il link:
Iscriviti al nostro canale Youtube: IL BOSCO DELLE STREGHE!
La serenissima è un luogo popolato di racconti, storie di passioni e d’amori proibiti, come anche di disgrazie, maledizioni e soprattutto di apparizioni, ecco i fantasmi di venezia. Ricca di leggende, apparizioni e presenze inquietanti. Iniziamo con il dire che la città nasce su isole liminali, zone di confine, di passaggio tra terra e mare, spazi perfetti pieni di energie invisibili dove emergono apparizioni ed entità.
Il tema dei fantasmi trova a Venezia una risonanza particolare perché affonda nelle vicende più oscure della sua storia. Le pestilenze che colpirono duramente la città, lasciando dietro di sé isole-ospedale e lazzaretti, dove ci sono anime erranti e morti improvvise. Le prigioni del Palazzo Ducale, collegate al celebre Ponte dei Sospiri, evocano l’eco delle ultime parole dei condannati. Questo luogo non ha solo un’atmosfera pregna di energie invisibili, perfino la storia della sua architettura ci parla di credenze antiche, di spauracchi per allontanare anime dannate e maledette che, proprio nei suoi vicoli, ancora si intravedono o spaventano.
Mai chiesti come mai è tanto importante il carnevale di Venezia? Proprio perché è in questo momento che ci si traveste per non essere vittime di fantasmi che chiedono vendetta.
Il fantasma del Dottore Pazzo di Poveglia
L’isola di Poveglia, immersa nella laguna veneziana, è il luogo più inquietante con la maggior parte di fantasmi. Originariamente chiamata Popilia, Poveglia fu strategicamente usata fin dall’antichità, dall’antico impero romano. Nel corso dei secoli è stata usata in diversi modi, ma fu nel 1793 che l’isola fu ufficialmente trasformata in lazzaretto.
Per chi non sapesse cosa fosse un lazzaretto, lo riassumo come un luogo destinato alla quarantena e all’isolamento di persone sospettate di essere contagiate da malattie infettive oppure già in avanti con malattie mortali. Ad esempio persone affette dalla peste oppure dalla tubercolosi.
A Poveglia, vi erano isolati anche gli equipaggi delle navi che mostravano marinai malati. Passò comunque alla storia poiché vi si seppellivano o bruciavano coloro morti di peste. Mentre nel 1922, uno degli edifici più grandi, divenne un ospedale psichiatrico. Fu quest’ultimo che diede origine a diversi fantasmi, tra cui uno dei più pericolosi, un medico. In base alle ricostruzioni storiche, il suo nome era Paolo Bressanin. Altri invece pensano che si chiamasse Malarangon, che però pare fosse una “storpiatura” del nomignolo che si era conquistato in vita, vale a dire: mala morte.
Dalle cronache dell’epoca, divenuto il direttore di questo istituto, iniziò a condurre “esperimenti poco ortodossi” sui pazienti. Preferiva soggetti che, letteralmente parlando, erano abbandonati dai parenti.
Piccola parentesi storica triste: Ci troviamo nel 1920 è qualsiasi malattia mentale, un lieve ritardo mentale, ma anche comportamenti non consoni a quelli morali, come ad esempio avere un amante al di fuori del matrimonio, ti faceva finire facilmente in un manicomio.
Molte donne finivano in questi luoghi perché accusate dai mariti di essere isteriche, perdendo la possibilità di rivedere i figli o tornare a casa. Inoltre le famiglie che avevano familiari in un manicomio preferivano non farlo sapere a nessuno perché era scandaloso, disonorevole. Questi soggetti finivano chiusi in un luogo peggio di una prigione e ne uscivano solo da morti. Anzi, come in questo caso, non ne uscivano nemmeno da morti.
L’operato del dottore pazzo
Tra le pratiche preferite dal medico pazzo, c’erano quelle che possiamo definire: pre-lobotomiche, come: Craniotomie esplorative, Insulina in grandi quantità, idroterapia estrema e poi pratiche di isolamento, privazione del sonno forzata oppure inedia.
Nelle poche documentazioni presenti, testimonianze di infermieri, uomini e donne, si parla di vere e proprie torture. L’obiettivo di questo medico erano quelle di avanzare in campo psichiatrico. Dunque i pazienti abbandonati dalle famiglie erano perfetti. In caso di morte nessuno si sarebbe preoccupato di capire cos’era realmente successo.
Tra l’altro i cadaveri potevano essere facilmente seppelliti nei terreni all’interno dell’istituto o nei campi abbandonati di Poveglia. Si stima che le sue vittime si aggirassero tra i 100mila e 160mila. Non è possibile sapere il numero esatto. Ad ogni modo, quest’uomo da carnefice, divenne vittima. Nei suoi ultimi mesi di vita, si disse che l’uomo non riuscisse più a dormire, che fosse tormentato. Si svegliava in preda agli incubi, con lividi sul corpo. Alle volte diceva di vedere ombre o apparizioni che gli gridavano nelle orecchie o che lo strattonavano a destra e sinistra.
Una delle testimonianze più sconcertanti è quello di una delle sue assistenti che disse di essere entrata nello studio del medico perché aveva sentito rumori di lotta. Quando aprì la porta vide l’uomo scaraventato verso una parete con tanta forza da spezzarsi una gamba, spalla e braccio sinistro, ma nella stanza c’era solo lui. Prima che venisse internato come i suoi pazienti, un giorno decise di gettarsi dal campanile.
Leggi anche: Streghe della sicilia: le donne di Fora – stregoneria
Il suo fantasma
Da quel momento si dice che nel giorno e nell’ora in cui l’uomo si gettò, ogni anno, si vede la figura di un uomo che si getta dal campanile, diventando, tra i fantasmi di venezia, uno dei più inquietanti.
Tuttavia non è l’unica apparizione possibile da vedere. C’è chi afferma che nell’edificio dove ci fosse l’istituito, che oggi è chiuso, dismesso e visitabile solo con determinate autorizzazioni speciali, si odono: picchietti di un martello su un pezzo di ferro. Un suono che si combina con l’antica operazione di craniotomia.
Altri hanno testimoniato che, una volta entrati di nascosto, si sono ritrovati di fronte un uomo con un camice vecchio, che cammina zoppo e che non appena si accorge della presenza di visitatori, grida per poi rincorrerli. Coloro che hanno avuto tale esperienza, hanno poi detto che voltandosi per vedere se fossero inseguiti, non c’era nessuno, ma si udivano i passi che li rincorrevano.
Altre testimonianze parlano invece della figura di un uomo seduto al centro di una stanza che ripeteva: non dovevo farlo, chi mi perdona, non voglio stare qui, chi mi libera. Chi ha provato ad avvicinarsi si è poi ritrovato a parlare con un’ombra che spariva di fronte ai loro occhi. Infine ci sono racconti, magari leggende, che dicono di un uomo che ogni tanto si appoggia alle finestre dell’istituto e alle volte saluta con un cenno del capo i passanti.
Negli ultimi decenni la leggenda è stata rilanciata dai media, da documentari sul soprannaturale e da esploratori urbani, contribuendo a cementare l’immaginario di Poveglia come uno dei luoghi più “maledetti” d’Italia.
Palazzo maledetto: Ca’Dario
Ca’ Dario, affacciato sul Canal Grande nel sestiere di Dorsoduro, è uno dei palazzi più eleganti e ambigui di Venezia: un capolavoro gotico-rinascimentale che porta con sé un’aura di tragedia e maledizione. La sua storia parte nel 1479, quando Giovanni Dario – segretario del Senato veneziano – commissionò a Pietro Lombardo la costruzione del palazzo come dono matrimoniale per sua figlia Marietta e il marito, il mercante di spezie Vincenzo Barbaro.
Poco dopo la fine dei lavori, la famiglia subì una serie di sciagure che diedero origine al mito. Il marito di Marietta, Vincenzo Barbaro, cadde in rovina e venne poi accoltellato; Marietta stessa, sopraffatta dal dolore, si gettò nel Canal Grande. Il loro figlio fu assassinato anni dopo in Grecia, alimentando l’idea di una maledizione familiare.
Nei secoli successivi, il palazzo passò di mano più volte, ma la leggenda delle sventure continuò a crescere. Quando il palazzo fu venduto a un mercante armeno, anche lui fu colpito da rovina economica. Un altro proprietario, il bibliofilo britannico Rawdon Brown, morì in quella che fu definita una sorta di “crisi sentimentale e finanziaria”.
Il rinomato conte Filippo Giordano delle Lanze negli anni ’70 fu ucciso in circostanze violente da un suo amante, episodio che rafforzò l’aura di pericolo che circondava il palazzo. Successivamente, tra i proprietari più noti figurano Kit Lambert, manager dei The Who, che dichiarò di dormire altrove per sfuggire ai fantasmi. Durante il suo periodo legato a Ca’ Dario iniziò una discesa nella dipendenza di sostanze.
Altri eventi tragici includono la morte di Nicoletta Ferrari, sorella di un proprietario che perse la sua fortuna, in un misterioso incidente d’auto; e il suicidio del finanziere Raul Gardini, coinvolto in scandali politici alla fine degli anni ’80.
Leggi anche: 5 spiriti guida POTENTI: chi sono e come parlarci
Legge non scritta: maledizione del palazzo
I racconti parlano di una “legge non scritta” del palazzo: chi lo possiede prima o poi sperimenta morte, bancarotta o rovina. Una teoria che è stata identificata come un “fake”, parla di una maledizione che nasce perché il palazzo è stato costruito su un cimitero templare. Mentre ci sono delle teorie apocrife che attribuiscono la maledizione del palazzo Ca’Dario a motivi soprannaturali poiché colui che richiese la sua costruzione, decise di poggiare sulle fondamenta un talismano. La storia documentata rivela che Giovanni Dario, colui che richiese la costruzione, era un socio
del Sodalizio Alchemico. Un circolo di nobili che si dedicavano allo studio dell’alchimia e dell’ermetismo. Sappiamo che Giovanni Dario fece commissionare un talismano specifico ad un artigiano muto e che, una notte, lo pose nelle fondamenta. Perfino parti del palazzo rispecchiano un’architettura esoterica.
Ad ogni modo, secondo lo studio storico ed esoterico eseguito nei secoli, Giovanni Dario non era a conoscenza che il talismano avrebbe protetto solo coloro che possedevano il suo sangue a patto che chi lo avesse posto non avrebbe fatto mai entrare degli estranei in famiglia. Nel momento in cui l’uomo fece sposare la figlia con un’altra persona al di fuori della famiglia, si scatenò la maledizione. Il primo a non rispettare il patto con il talismano fu proprio lui, Giovanni Dario. Da quel momento in poi chiunque diventasse il nuovo proprietario del palazzo, ecco che avrebbe risvegliato la maledizione.
In base ai miei studi posso dire che per attivare tale maledizione, Giovanni Dario, deve aver posizionato il talismano specifico, ma ancora oggi mi chiedo quale fosse la sua richiesta principale. Risposta che ormai si è persa nel corso dei secoli.
Leggi anche: Volti del Male: diavolo nei secoli, significato e iconografia?
La casa che uccide
Da queste storie tragiche è nata la leggenda della “casa che uccide”: secondo alcuni, l’iscrizione latina sulla facciata – VRBIS GENIO IOANNES DARIUS – sarebbe un anagramma sinistro di “sub ruina insidiosa genero” “io genero sotto insidiosa rovina”.
Una delle teorie storiche più veritieri riassume sia testimonianze scritte che leggende oltre al ritrovamento di parti di quello che sembra un talismano nelle fondamenta del palazzo è questa. Giovanni Dario, al massimo del suo potere economico e sociale, alchimista e visionario, semplicemente voleva ciò che nessun uomo può avere: una vita immortale e ricchezza. Parte di questa immortalità l’ha avuta, in fondo oggi si parla ancora lui e di ciò che ha generato, cioè il palazzo più importante di Venezia.
La frase: io genero sotto insidiosa rovina, ci dice che la sua maledizione rovina chiunque si appropri del suo palazzo, dimostrando in eterno che lui sarà sempre l’uomo più ricco perché lui ha costruito il palazzo più imponente di Venezia. In poche parole è proprio l’eco della sua maledizione che manda in rovina chiunque provi a prendersi la sua ricchezza, cioè il suo palazzo.
Io penso che bisogna stare attenti a cosa si desidera! Questa fusione di storia concreta e mito ha reso il palazzo uno degli edifici più famosi e inquietanti di tutta Venezia.
Leggi anche: Conosci la chiaroudienza? Come sviluppare questo dono?
I fantasmi di Ca’Dario
Non terminiamo qui però! L’argomento del video è: I fantasmi di venezia, quindi parliamo di fantasmi! Oltre alla maledizione, questo edificio si ritrova sotto i riflettori come uno dei luoghi più infestati di Venezia.
Il fantasma di Marietta, una volta al mese, verso le 3 di notte, esce da una porta secondaria del palazzo Ca’Dario. Nascosta da un lungo mantello. Indossa abiti leggeri, ma che appartengono al 1500 (data in cui era viva). C’è chi ode solo i suoi passi è veda un’ombra che si allunga sui muri dei vicoli, ma dove non c’è nessun corpo che la proietti. Altri odono il tonfo qualcuno che è caduto in acqua, ma si vedono solo le increspature dell’acqua e null’altro. Chi invece ha udito il pianto sommesso di una donna proprio alle sue spalle per voltarsi e avvertire solo una folata di aria gelida sul viso. Infine c’è chi ha ammesso di aver visto la figura di una donna, piegata su sé stessa, con abiti antichi, vicino al muretto del ponte da cui ella si è gettata.
Quando si sono avvicinati, ecco che la figura si è trasformata in una nebbia grigiastra che si dissolveva. Un altro fantasma che si è avvistato all’interno del palazzo di Ca’Dario è quello di un uomo, giovane, probabilmente uno dei nobili che ha abitato al suo interno, morto tragicamente, sistemare le tende alle finestre. C’è poi un vecchio con la barba lunga, che bussa sulle porte oppure le graffia cercando una chiave che non è mai all’interno delle serrature. Questi sono i fantasmi più avvistati del palazzo maledetto di Venezia.
Nel prossimo articolo video parlerò degli spiriti del ponte dei sospiri, del fantasma intellettuale e del Casino degli Spiriti.
Guarda il VIDEO per intero sul nostro canale youtube di “Il bosco delle streghe”, eccoti il link:
Iscriviti al nostro canale Youtube: IL BOSCO DELLE STREGHE!
Leggi anche: Gladiatori: gli iniziati sacri! – storia, curiosità e mistero
Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe
#horrorstories # ifantasmidivenezia #ghost
