La Tunda, donna bruttissima e mostruosa, il mito: fantasia o realtà?
Non conoscete la leggenda della Tunda? Ve la raccontiamo noi e preparatevi a non avere paura. Questa è una leggenda da leggere con la luce accesa e non prima di andare a dormire.
Chi è la tunda? Il mito è del Sud America, Ecuador e Colombia, dove si parla del: El Choco’.
Una donna di brutto aspetto, bruttissimo e spaventoso. Temuta e che incute paura. Attira e imprigiona le persone portandole nella foresta. La sua capacità è quella di apparire con le sembianze di persone care, trasformato in una persona di cui ti fidi.
Una volta imprigionati, i malcapitati, vengono nutriti con gamberetti e granchi cotti nel suo sedere che hanno il potere di ipnotizzarli, confusi e intontiti.
Ha anche lo straordinario potere di trasformarsi in una donna bellissima che adesca i taglialegna e li trascina nella giungla per poi succhiare il loro sangue come un vampiro. Rapisce i bambini non battezzati o bimbi che si comportano male e fanno capricci di notte. Tra le sue vittime preferite ci sono gli amanti, le persone infedeli, vigliacchi oppure traditori. Li trascina via e li divora.
DESCRIZIONE DELLA TUNDA
La tunda è una donna brutta, mutaforme con la pelle come un morto, bianca o giallognola. Alcuni dicono che ha la pelle nera in alcune parti del corpo, che cerca di mantenere nascosta. Emana un odore sgradevole e nauseante quando cammina, grugnisce e si lamenta. Possiede gli occhi scuri, sporgenti. Indossa abita laceri. Una lunga gonna per coprire le sue gambe di cui è una di legno con la forma di lungo cucchiaio. In mano ha sempre una sorta di “frusta”, una specie di frullino per girare la cioccolata calda. In altre versioni ha una radice di albero al posto della gamba e in altro ancora a forma di piede di asino, ma quest’ultima è la Patasola, un altro demone maligno.
Quando piove nonostante ci sia il Sole, si dice che: tunda sta partorendo. In Italia si dice, di questo tempo: la volpe sta partorendo.
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Particolarità comportamento
La tunda vive vicino ai fiumi e sulla costa ecuadoriana alla ricerca di gamberi e granchi, tant’è che potrebbe attrarre anche pescatori o giovani marinai dispersi, che magari escono con la propria barca all’alba.
Conserva questi gamberi e granchi nel suo sedere che conserva. Appena intravede una persona sola, uomo o donna che sia, la attira in un bosco, con una scusa, e qui assume altre sembianze. Fino a che, quando è protetta dalla fitta boscaglia, le picchia e li imprigiona.
Le bambine vengono rapite e messe in un sacco, appese poi ad un ramo per poi urinarci sopra in modo che anche loro diventino una tunda.
Per scacciare questo essere immondo, si deve radunare un gruppo di persone, un prete, familiari e gli amici delle persone scomparse e fare un gran rumore suonando forte i tamburi mentre ci si inoltra nella foresta oppure attorno a casa. Portare dei cani e sparare con i fucili, pregare e tutto questo farà scappare la tunda e la vittima si risveglierà per chiedere aiuto oppure per scappare.
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Mito della tunda
La leggenda ha diverse radici, ma noi riportiamo quella che è la più comune e famosa.
Una bella principessa dalla pelle nera, arrivata schiava nel Sud America dall’Africa venne impiegata per lavorare nelle piantagioni. Non volendo piegarsi ai soprusi e ai maltrattamenti che subiva lei e i suoi sudditi, organizzò una rivolta. Lei riuscì a far scappare gli schiavi che si rifugiarono nella foresta.
Tuttavia, tra gli schiavi fuggiti, si era nascosto il diavolo, un demone che cambiò aspetto facendo innamorare la principessa. La sedusse e dalla loro unione nacquero molti figli, tra cui la tunda. Essendo una creatura brutta e puzzolente, non ha mai trovato l’amore ed è per questo che rapisce le sue vittime.
La tunda esiste? Ebbene sì, a quanto pare è reale. Era inizia nel 1500, quando gli spagnoli cominciarono a colonizzare la Columbia. Molti schiavi e schiave scappavano e trovarono rifugio all’interno delle foreste. Per evitare che proprio le schiave continuassero a fuggire, veniva tagliata a loro una gamba, ma queste donne riuscivano comunque a fuggire.
Molti “cacciatori” di schiavi vennero attratte dalle belle schiave per essere poi uccisi e quindi non tutti tornavano. Oltre a questo la leggenda vuole che questo essere demoniaco sia lo spirito di queste donne che ancora oggi si vendicano di coloro che le hanno rese schiave e poi reiette, simili ad animali che vivono nelle foreste.
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