Peyote, il piccolo cactus allucinogeno, curiosità e non solo
Il peyote è un piccolo cactus che cresce nei deserti e montagne rocciose del Messico e nel Sud America. Famoso per le proprietà allucinogene.
Gli aztechi facevano largo uso del peyote nelle cerimonie rituali. Mentre in Messico si utilizzava per rituali voodoo o del culto della Santa Morte.
La pianta è di piccole dimensioni, aderente al terreno, di forma globulare e senza spine. Il peyote ha delle colorazioni verde-bluastre, ricoperta da una sottile patina biancastra con una radice di circa 20 centimetri. Produce piccoli fiori simili alle pratoline.
LA VIA DEL PEYOTE, RITUALE E USO
La parte verde viene tagliata e consumata sia fresca che secca. Con l’arrivo in America dei primi spagnoli, venuti a conoscenza di questa pianta, la consideravano demoniaca! Venne quindi vietata, ma ciò non volle dire che la pratica dell’uso di questa pianta sparì.
Infatti nel 1870 cominciò nuovamente ad apparire tra le tribù degli amerindi, dei nativi americani che vagavano tra Messico e Stati Uniti. Venne fondata quindi la religione chiamata: Peyotismo! Una chiesa interamente dedicata ai nativi americani con una combinazione mista di cultura religiosa cristiana e riti e usanze native.
Ovviamente l’uso del peyote divenne popolare, tanto che il dogma da seguire era: la Via del Peyote! Essa esorta all’amore fraterno tra nativi americani. I rituali, a base di questo cactus, erano indirizzati sia alla ricerca spirituale che a quella medicinale.
Il rito del peyote si celebrava in una particolare capanna e iniziava di sabato alle ore 20. Durava per tutta la notte. Oltre al consumo di questo cactus, nel rituale era compresa la preghiera inerente ai propri spiriti e divinità.
Infine c’era il consumo del cactus in modo collettivo. Lo stato euforico e gioioso dava luogo anche ad allucinazioni, visioni, stati di tranceche duravano fino alla mattina di domenica.
Lo scopo principale di questo rituale era mettersi in connessione con gli Dei e con gli spiriti degli antenati. Inoltre non va dimenticato che si usava anche per curarsi poiché la pianta era usata nei riti a scopi medici per combattere le emorragie, febbre e affezioni polmonari.
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Mito di questo magico cactus
La leggenda del Peyote è molto antica. Tra gli altopiani rocciosi e deserti, viveva una tribù di nativi americani che soffriva di una strana malattia che conduceva alla morte.
Una saggia del popolo, una donna molto anziana, fece un sogno. Doveva cercare un’erba che avrebbe salvato la sua tribù. Tuttavia la donna era troppo debole per affrontare la ricerca e portò con sé, la nipotina per essere aiutata. Le due camminarono finché non arrivarono su una collina. Nel frattempo scendeva il buio della notte e decisero di creare un piccolo giaciglio dove si raggomitolarono.
Ad un tratto sentirono un battito d’ali, era una grande aquila che volava nel cielo. La vecchia gli indirizzo una preghiera affinché gli desse forza e coraggio per la sua ricerca. Al mattino, svegliandosi, videro una figura di un uomo che si librava a mezzaria sopra di loro che disse: vuoi acqua, cibo e cure? Ti indicherò dove puoi trovarle. Allungò il braccio indiando una piantina, un piccolo cactus che si trovava nascosta tra i sassi. La tagliò a metà e dalla pianta vi uscì un umore, un succo nutriente e acquoso, buono ed energizzante, che rendeva euforici. In poche parole venne scoperto il peyote.
Questa pianta donò alle due donne uno strano potere, donandogli conoscenza, comprensione e forza.
Ritornarono al villaggio ed ebbero altre visioni che gli insegnarono come trovare le altre piante tra le rocce, udivano voci nel vento e benedizioni dal cielo, odore di pioggia e profumo di cibo. In poco tempo la tribù si ristabilì e vissero forti e gloriosi.
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Curiosità sulla religione: peyotismo
La chiesa dei nativi americani chiamata peyotismo ha affrontato molte difficoltà e vicissitudini per via che la pianta era considerata demoniaca. In seguito venne poi designata come una droga e vietata negli Stati Uniti.
Da circa 50 anni ha avuto una particolare dispensa per essere usata e consumata in particolari chiese indiane, cioè chiese dei nativi americani. I suoi seguaci aumentano di anno in anno.
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