Pontus o Ponto: Divinità Primigenia del Mare, Mitologia Greca
Pontus, noto anche come Ponto, è una delle divinità primigenie della mitologia greca. Egli rappresenta la personificazione del mare e appartiene alla primissima generazione di divinità, subito dopo il caos iniziale. Nato da Gea (o Gaia), la Terra, che si autofecondò senza l’aiuto di alcuna divinità maschile, Pontus incarna le forze del mare, dalle onde agitate ai flutti potenti.
Nacque da Gea insieme a Urano, il Cielo, e ad altri figli, molti dei quali erano Titani. Con sua madre Gea, Pontus generò diverse divinità marine, ognuna delle quali rappresentava aspetti specifici del mare.
FIGLI DI PONTUS E GEA
Nereo: Conosciuto come il “Vecchio del Mare” per il suo carattere mite, saggezza e dono della veggenza. Sposò l’oceanina Dorite e ebbero 50 figlie, le Nereidi, che personificavano gli aspetti più belli e piacevoli del mare.
Taumante: Incarnava gli aspetti stupefacenti e pericolosi del mare.
Forco (o Phorcys): Rappresentava i pericoli delle profondità abissali marine. Sposò sua sorella Ceto e insieme generarono le Gorgoni (Steno, Euriale e Medusa) e le Graie (tre vecchie con un solo occhio).
Ceto: Simboleggiava le tempeste e i pericoli di superficie del mare.
Euribia: Rappresentava la padronanza del mare, influenzando correnti, venti, tempi e stagioni.
Descrizione Fisica e Poteri
Pontus è spesso raffigurato in antichi mosaici romani come una figura con una grande testa adornata da chele di granchio sulla fronte e tra i capelli, che spunta dai flutti con una lunga barba grigia e capelli scompigliati coperti di alghe. Sebbene la divinità romana Oceano sia rappresentata in modo simile, Pontus era specificamente il dio del mare salato, mentre Oceano era anche dio delle acque dolci, dei laghi e dei fiumi.
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Mito di pontus
Il termine “Pontus Euxinus” o “Ponto Eusino” era l’antico nome greco per il Mar Nero, che significa “mare inospitale”. Questo nome rifletteva le condizioni tempestose del mare e la natura bellicosa delle popolazioni che abitavano le sue coste. Secondo una leggenda, il nome fu dato dopo il passaggio degli Argonauti alla ricerca del vello d’oro. Il Mar Nero fu colonizzato dai Greci e divenne noto per le sue abbondanti coltivazioni di cereali, esportazioni di pesci salati, carni, metalli, schiavi e numerosi altri traffici commerciali che arricchirono la città di Atene. Inoltre, le sue coste erano popolate dalle mitiche Amazzoni, le famose donne guerriere.
Secondo altri scrittori, Pontus ebbe un’altra consorte, Thalassa, una divinità che rappresentava la fertilità del mare, figlia di Etere e Emera.
Insieme, generarono tutti i pesci del mare e altre creature marine, come la ninfa marina Alie e i Telchini, abitanti dell’isola di Rodi. Thalassa è anche collegata alla nascita di Afrodite, generata dal membro di Urano caduto nel mare. Inoltre, alcune leggende narrano che Pontus fosse anche sposo del dio Poseidone, con cui ebbe sei figli.
Pontus è una delle divinità dimenticate. Nonostante la sua importanza nella creazione del mondo, Pontus non è spesso menzionato nelle storie mitologiche successive. La sua figura venne in gran parte sostituita da quella di Oceano, e più tardi da Poseidone, che divenne il dio dominante del mare nella mitologia greca e romana (con il nome di Nettuno).
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Ruolo di pontus nella mitologia greca
Pontus rappresenta uno dei primi tentativi della mitologia greca di personificare le forze naturali. Come dio del mare, egli incarna non solo la bellezza e la fertilità del mare, ma anche i suoi pericoli e misteri. La sua progenie riflette la varietà e la complessità del mare stesso, dalle sue profondità tranquille rappresentate da Nereo, ai suoi aspetti pericolosi incarnati da Forco e Ceto.
Sebbene Pontus non è centrale come altre divinità, occupa un posto importante nella cosmogonia greca. Egli rappresenta l’elemento acqueo primordiale che, insieme a Gea e Urano, forma la base del mondo mitologico. La sua esistenza testimonia la profondità della mitologia greca e la sua capacità di personificare le forze naturali attraverso figure divine complesse e affascinanti.
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Articolo scritto e pubblicato da e sul Il bosco delle streghe