Vesta: mitologia romana, dea della casa o focolare domestico
Vesta era una delle divinità più antiche e venerate nella mitologia romana.Rriconosciuta come la dea del focolare domestico e pubblico, e protettrice dei fornai e panettieri. Lei valuta e controlla che vengano rispettate le regole antiche di: rispetto tra marito, moglie e dei figli, ospitalità. Oltre all’attenzione al cibo (allo spreco), alla fedeltà e infedeltà. I suoi compiti sono tanti e la sua venerazione comporta benevolenza in casa.
La dea vesta è figlia di Saturno, dio dell’agricoltura, e di Opi, dea della fertilità e dei raccolti. Ebbe un ruolo centrale nella vita religiosa e quotidiana dei Romani. Il suo culto, originariamente Sabino, si diffuse rapidamente a Roma. Già quando la città era ancora un insieme di piccoli villaggi agricoli, divenendo presto un simbolo di unità e protezione.
Il culto di Vesta consisteva principalmente nel mantenere perennemente acceso il fuoco sacro nel suo tempio, un compito esclusivo delle Vestali, le sue sacerdotesse. Le Vestali erano giovani donne vergini provenienti da famiglie patrizie, scelte per servire la dea per un periodo di 30 anni. Durante questo tempo, le Vestali dovevano mantenere la loro castità e garantire che il fuoco sacro non si spegnesse mai, poiché la sua estinzione era considerata un presagio di sventura per Roma. La perdita della verginità era punita con la morte, attraverso una cerimonia terribile in cui la Vestale colpevole veniva sepolta viva.
MADRE BENEVOLA
Vesta era solitamente rappresentata come una figura matronale, coperta da un velo che le scendeva sulle spalle e vestita con una tunica lunga, spesso raffigurata seduta su un trono, con in mano uno scettro o una patera (un piatto per le offerte).
In alcune rappresentazioni, era accompagnata da un asino, un animale sacro a lei dedicato, e teneva in mano spighe di grano e fiori, simboli di fertilità e prosperità.
Il suo ruolo di protettrice della casa e della famiglia la rese una divinità centrale nella vita domestica romana, tanto che in molte case erano eretti piccoli altari dedicati a lei, in seguito sostituiti dai Lari, i numi tutelari della casa.
Vesta era anche invocata nei momenti di crisi, come durante carestie o distruzioni dei raccolti, e la sua protezione era considerata essenziale per la sopravvivenza e la prosperità della comunità. Il culto di Vesta ebbe una lunga durata, iniziato intorno al 760 a.C. e terminato con l’avvento del cristianesimo nel IV secolo d.C., quando il fuoco sacro del suo tempio fu spento definitivamente dalla Gran Sacerdotessa.
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Le festività di vesta
Il culto di Vesta era strettamente legato alla stabilità e alla continuità dello Stato romano. Le Vestali, che si dedicavano al servizio della dea, erano selezionate tra le famiglie patrizie all’età di sei anni. Vestivano abiti bianchi, simbolo di purezza, e avevano il capo rasato. Il loro servizio durava trent’anni. I primi dieci anni erano dedicati all’apprendimento dei riti, i successivi dieci all’esercizio delle funzioni sacerdotali e gli ultimi dieci all’insegnamento delle nuove Vestali. Dopo aver completato il loro servizio, le Vestali potevano sposarsi, sebbene molte scegliessero di rimanere single.
Le festività in onore di Vesta, le Vestalia, si celebravano inizialmente il 9 di ogni mese. Furono poi concentrate tra il 7 e il 15 giugno. Durante queste celebrazioni, le sacerdotesse eseguivano una serie di riti e sacrifici, e il popolo partecipava attivamente. In questo periodo, il tempio di Vesta, veniva aperto alle donne romane. Esse vi entravano per offrire preghiere e sacrifici, in un raro momento di apertura del tempio al pubblico.
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Vestale più celebre
Una delle più celebri Vestali fu Rea Silvia, la madre di Romolo e Remo, i leggendari fondatori di Roma. Figlia del re Numitore di Alba Longa, Rea Silvia fu costretta a diventare Vestale dallo zio Amulio, che voleva impedire la nascita di eventuali eredi. Tuttavia, secondo la leggenda, Rea Silvia fu fecondata dal dio Marte e diede alla luce i gemelli Romolo e Remo. Come punizione per aver violato il voto di castità, Rea Silvia fu condannata a essere murata viva, un destino riservato a tutte le Vestali colpevoli di tradire il loro sacro impegno.
La storia di Rea Silvia e dei suoi figli rappresenta un momento cruciale nella mitologia romana. Si collega il culto di Vesta alla leggendaria fondazione di Roma. Questo racconto sottolinea l’importanza del ruolo delle Vestali nella protezione e nella prosperità dello Stato romano. Nonché la severità con cui venivano punite le infrazioni ai loro rigidi doveri.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.