Babban la custode dell’anima del grano, sabba mabon
Nei culti di mabon, sull’altare e in casa o ancora sui carri celebrativi, non doveva mai manca il: Giolla na caIli, nota anche come Babban.
Questa bambolina, che per molti non è altro che un ninnolo o oggetto simbolico, in realtà è fondamentale sull’altare di mabon il 21 settembre fino al 23 settembre. Infatti rappresenta lo spirito del grano. Una figura cerimoniale che permette di richiamare le energie di questo sabba o sabbat.
Gli uomini, per nutrirsi, debbono coltivare la terra e il grano. Quest’ultimo è l’alimento principale per la nostra sopravvivenza. Per avere la benedizione del Dio è quindi assicurarsi un buon raccolto, occorre eseguire questo rito propiziatorio.
In verità vediamo che la bambolina di Babban è un fortissimo amuleto e talismano per la ricchezza, oltre che i buoni affari o abbondanza in casa.
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IL GIOLLA NA CAILI
La babban nasce dalla sfida del Giolla na caili che rappresentava il lungo percorso che il seme deve fare per nascere poi fruttificare.
Nella tradizione popolare, a Mabon, il sabba celtico, era il giorno permesso per l’ultimo raccolto. Nel senso che proprio in questi giorni si doveva terminare la raccolta. Per questo i mietitori, uomini o donne, dovevano “sfidarsi” nel “Giolla Na Caili”, durante la giornata, nello svolgere la mietitura più veloce. Chi arrivava al termine prima degli altri doveva lanciare il suo falcetto con alle spalle la mietitura appena eseguita.
Il destino avrebbe affermato dov’era lo spirito del grano. Una volta che il falcetto era a terra si dovevano raccogliere le spighe su cui si era adagiato. Con quelle spighe si costruiva la babban o bambolina di grano.
Quest’ultima, prima di essere posta sull’altare per celebrare il sabba di Mabon, doveva percorrere, insieme al mietitore più veloce, il cammino dal campo dove si trovava fino al banchetto cerimoniale.
In passato, per l’ultimo raccolto, era solito organizzare, nelle proprie case o con amici e vicini, dei grandi banchetti al tramonto.
Nel tragitto che eseguiva la babban c’erano poi gli altri mietitori che si accodavano, in processione, dietro al mietitore più veloce che alzava la bambolina. Questa è la prima forma di processione che ancora oggi si usa in tante cerimonie religiose, non solo cristiane, ma in tutte le religioni.
La babban toccava e benediva il tavolo per poi essere collocata sull’altare di mabon per tutti i 3 giorni e 3 notti del Sabbat di Mabon. In questo lo spirito del grano si trasferiva nella bambolina.
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Benedizione del cibo
Il momento perfetto, quello di Mabon, di benedire il cibo che si sta per mangiare in questo sabbat, l’ultimo dell’anno che chiude il cerchio.
Gli Dei si debbono ringraziare con delle offerte. Al termine del banchetto dovreste offrire i vostri avanzi agli animali che rappresentano l’anima della natura vivente.
Una benedizione che vi aiuta a purificarvi e a trarre solo gli influssi positivi fino al prossimo sabbat e questa:
“Il cibo sulla tavola, non è poco e non è tanto, ma è giusto.
Mabon, giovane dio, benedici con la tua luce questo cibo
dono della tua benevolenza.
In nome di Lugh, dio del raccolto d’agosto,
in nome di Mabon, divinità dell’ultimo raccolto
fate in modo che questo cibo non manchi mai sulla mia tavola!”
Ora dovete solo mangiare. Se avete della frutta secca o dei fiori che decorano la tavola, riponeteli in dei sacchettini da porre sotto il vostro cuscino, letto oppure all’entrata della porta. Sarete protetti da influssi negativi, incubi e maldicenze sulla vostra persona e casa.
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Articolo scritto è pubblicato da Il bosco delle streghe.