Belfagor: diavolo che seduce le nuove generazioni #diavolo
Belfagor il diavolo della pigrizia. Demonio dalle origini antiche e complesse che incarna il potere della corruzione, ma di quella corruzione che avviene in modo sottile, cioè: la promessa, ma di cosa?
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Il diavolo belfagor è uno dei demoni presenti in diverse mitologie, lo ritroviamo particolarmente temuto nella religione cristiana, ma è importante nell’occultismo.
Rientra nei 7 capi dell’esercito dell’inferno, uno dei 7 principi degli inferi ed è uno dei 7 peccati capitali, riconosciuto come l’accidia, cioè la pigrizia. Una tentazione che inizia in modo subdolo e mette radici profonde nell’animo. Belfagor propone agli uomini e donne ricchezze dovute dall’ingegno spingendoli alla rovina morale e spirituale.
Non a caso, belfagor è il diavolo-dio delle meretrici o peripatetiche ed è qui che inizia il fascino e la spiegazione di questa entità. Anzi, oggi come oggi, tra notizie che riguardano un crescente interesse nella vendita virtuale di sé stessi, tramite i social, come onlyfans, penso che belfagor sia oggi il diavolo-dio che in tanti stanno seguendo.
Belfagor: l’ingegno e la depravazione
Nelle ricerche che ho eseguito mi sono appassionata a questo diavolo per la sua diversità dagli altri. La pigrizia la conosciamo tutti! Oziare dopo il lavoro è un gesto che ognuno di noi si è concesso almeno una volta nella vita ed è questa semplice riflessione, questa ovvietà, che mi ha acceso una lampadina: tutti oziano quindi tutti conosciamo belfagor. Mentre gli altri suoi simili, gli altri diavoli, come Asmodeo che è la lussuria, Mammon l’avarizia e via dicendo, non sono noti a tutti poiché non sempre si è avari, non sempre di è lussuriosi, non sempre di prova ira. Quindi Belfagor è effettivamente un’entità che facilmente si avvicina all’essere umano.
C’è poi un’altra importante diversità che mi ha dato modo poi di aprire un un discorso più ampio, vale a dire: pigrizia, ingegno e depravazione.
Si, Belfagor rappresenta ed è la pigrizia, ma come fa a corrompere l’animo dell’uomo? Per comprenderlo dobbiamo prima capire cosa sia la pigrizia perché oggi c’è un’associazione errata. In tanti penso: pigro = noia oppure pigro = stare tutto il giorno sul divano o ancora pigrizia = non si ha voglia di far nulla!
Ebbene no! La pigrizia deriva dal latino pigritia, ma andando più indietro nel tempo, nel latino arcaico, deriva da piger che significa lento o in disaccordo con l’agire subito. Prendendo ad esempio un testo latino sul vero significato della pigrizia ho letto che: il pigro non è annoiato, ma è un pragmatico. Lui pensa, pensa a come far agire gli altri (quindi a manipolarli) per arrivare ai suoi obiettivi senza alcuno scrupolo.
Ecco qui! Il vero pigro è colui che manipola perché non vuol lavorare, sudare, faticare per arrivare al suo obiettivo. Capace di manipolare e raggiungere i più bassi livelli della depravazione.
Pigrizia: un peccato demoniaco?
Perché la pigrizia, nota come accidia, rappresenta una delle cause principali della corruzione dell’anima, morale e del piacere della vita? Perché tutti, anche tu che non lo vuoi ammettere, vorresti potere e ricchezza lavorando il meno possibile.
Belfagor, non a caso, è il demone-dio delle meretrici, cioè delle donne che vendono il proprio corpo, ma attenzione che c’è una differenza tra queste lavoratrici.
Apriamo la parentesi!
Nell’antica Roma, che era, per molti versi, all’avanguardia rispetto ad oggi per diversi elementi morali, esistevano delle classi selezionate di “donne di piacere”. Le meretrici erano diverse dalle peripatetiche, le Lupae erano diverse dalle raffinate Delicatae, tra l’altro a breve proporrò un video su questa caratteristica di Roma poiché esse erano collegate poi a divinità e a rituali magici particolarmente interessanti.
Tutte queste lavoratrici avevano quindi diversi scopi per svolgere tale lavoro e, di conseguenza, erano poi devote a diverse entità o divinità. Per esempio le Delicatae erano devote a Luperco, che noi conosciamo come Asmodeo, la lussuria. Mentre le meretrices, cioè meretrici, erano coloro devote a Voluptas, nota come Edoné, e noi lo conosciamo come Belfagor perché esse erano capaci di arrivare a depravazioni libidinose, distruttive, purché pagate bene. La depravazione se… s… uale era un modo facile, svelto, per raggiungere immediatamente la ricchezza.
L’illusione o la promessa della ricchezza, che si può avere senza lavorare, in modo facile, è particolarmente lusinghiera. Per raggiungere tale promessa siamo disposti a corrompere il nostro animo, a distruggere, annullare, odiare i valori morali avendo poi l’inclinazione del male, vizio, della decadenza personale.
Praticamente noi: vendiamo noi stessi!
La meretrice è quindi l’esempio perfetto, il simbolo di quello che rappresenta la pigrizia e di quello che è Belfagor. Ecco come mai ho detto prima che oggi penso che sia lui il diavolo-dio delle nuove generazioni.
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Belfagor, da dove arriva il suo nome?
Scoprire il significato di un’entità, un demone o di una divinità è facile se partiamo dal suo nome, dal suo nome originale, quello antico.
La domanda che a me è venuta mentre facevo le mie ricerche è: belgafor, da dove arriva?
Come accennato questa entità esiste, come esistono tutte le altre di cui ho parlato, ma naturalmente esse hanno diversi nomi che cambiano in base alle culture. Il termine belfagor nasce da: Ba’ al-Peor che è menzionato come entità oscura nella bibbia. Tuttavia l’origine di Baal Peor appartiene ad un Dio nel Medio Oriente, divinità della depravazione ses… uale. I suoi culti e rituali di depravazione e oscenità avvenivano sul monte Peor.
Però è interessante quello che dichiara San Girolamo che nei suoi scritti afferma che belfagor sia in realtà la divinità sess… uale di Priapo.
Ad ogni modo San Girolamo associata questa entità ad un Dio romano, cioè priapo, solo che il suo “seguito” e i culti erano radicati nelle culture povere e nel medioevo, il popolo aveva più timore della religione del medio oriente. Cosa avvenne? Secondo alcuni studiosi la religione cristiana decise di “fondere” le due divinità in modo da poter demonizzare quelle interne, cioè quelle pagane che appartengono alla mitologia romana. Da Baal Peor, nella lingua italica divenne: belfagor.
Significato antico e moderno
Simbolicamente, Belfagor rappresenta l’insidiosa attrazione verso il facile guadagno, il desiderio di una vita comoda senza sforzo. È il demone che sussurra all’orecchio di chi sogna di diventare ricco senza sacrificio, sfruttando le debolezze umane più banali: vanità, apatia, ambizione mal indirizzata. Nei testi occultistici, è associato ai marchi della modernità corrotta: l’avidità, la tecnologia che disumanizza, la burocrazia sterile.
Alcune leggende lo descrivono come un demone tentatore che scende tra gli uomini per scoprire se il matrimonio sia veramente la radice di ogni male, mascherandosi da nobile italiano, come raccontato da Machiavelli nella sua novella “Belfagor arcidiavolo”. In questa forma si trasforma in un simbolo della disillusione terrena, del fallimento delle istituzioni umane.
Non è un demone della furia o del fuoco, ma un avvoltoio psicologico, un manipolatore del desiderio e delle aspettative. La sua potenza non è nella forza, ma nella sottigliezza: ti promette il paradiso e ti consegna all’inferno. Belfagor è l’ombra della civiltà consumistica, il riflesso oscuro del benessere. Portatore di apparenti fortune, seminatore di decadenza.
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Perché è un capo dell’inferno
Belfagor è annoverato tra i Sette Principi dell’Inferno, e specificamente legato al peccato capitale della pigrizia o dell’accidia, anche se la sua influenza si estende molto oltre. È temuto non per la sua potenza distruttiva, ma per la sua capacità di decostruire l’anima, logorarla lentamente fino alla rovina.
Secondo la demonologia medievale, in particolare i grimori come il Dictionnaire Infernal di Collin de Plancy, Belfagor occupa una posizione elevata tra le gerarchie infernali grazie alla sua abilità di infettare le istituzioni, di insinuarsi tra i governi, gli affari, le economie. È il demone che conosce i segreti della finanza, che nutre l’avidità nei cuori dei potenti. Lì dove c’è corruzione ben mascherata da efficienza, c’è la sua firma.
Essere un capo all’inferno non implica solo comando, ma strategia infernale. Belfagor non muove legioni, ma ideologie. È una mente raffinata, un maestro dell’illusione. L’Inferno ha bisogno di chi semina il male nel cuore della civiltà, non solo di chi impugna la spada. Belfagor lo fa con uno sguardo e una proposta allettante.
Secondo alcune tradizioni esoteriche, è stato scelto per il suo sapere occulto: conosce i segreti dell’invenzione e del progresso. Alcuni stregoni rinascimentali gli attribuivano la capacità di ispirare grandi invenzioni tecnologiche, ma sempre a doppio taglio, portando benefici che si trasformano in maledizioni sociali. È, in un certo senso, il patrono oscuro del progresso senza etica.
In quanto capo infernale, il suo regno è un luogo di inganni lucidi, di promesse non mantenute. Un inferno silenzioso, dove tutto appare perfetto finché non è troppo tardi per tornare indietro.
Come esercita il suo potere
Il potere di Belfagor è subdolo, invisibile, ma devastante. Non impone, seduce. Agisce come un consigliere invisibile, suggerendo pensieri che sembrano propri, ma che provengono da una mente antica e corrotta. La sua arma più affilata è la tentazione dell’opportunità, la promessa, la voce che dice: “Non serve lavorare duro, basta una scorciatoia.”
Agisce nel mondo moderno attraverso i mezzi di comunicazione, l’economia e la politica. Non possiede individui nel senso tradizionale, ma li influenza sottilmente, insinuando idee che germogliano in azioni corrotte. Fa leva sul desiderio di status, di riconoscimento sociale, di successo rapido.
In ambito occulto, si dice che Belfagor possa donare ricchezze e innovazioni, ma c’è sempre un prezzo. Il contratto non è firmato con sangue, ma con rinunce sottili: etica, umanità, amore, valori personali e morali. È il demone delle grandi scelte travestite da piccole concessioni. Ottenere il suo favore è come ricevere un dono avvelenato: inizialmente utile, infine distruttivo.
Tra i suoi poteri noti vi è la manipolazione della tecnologia e del denaro, entrambi strumenti attraverso cui esercita il suo dominio. Alcuni rituali lo associano al fulmine, alla luce artificiale, ai dispositivi elettronici che smettono di funzionare o si ribellano in sua presenza. È un’energia dissonante, che si manifesta con disordine apparentemente casuale ma profondamente orchestrato.
I grimori avvertono: quando una fortuna improvvisa arriva senza sforzo, e tutto sembra troppo perfetto per essere vero, Belfagor è già entrato dalla porta di servizio.
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L’aspetto di Belfagor, diavolo pigrizia
L’iconografia, l’aspetto di questo diavolo è mutevole, come la sua natura. Lui è un mutaforma, quindi non ha una forma fissa, ma assume apparenze seducenti o grottesche a seconda dello scopo e di chi ha di fronte.
Secondo la religione cristiana, Belfagor è un angelo caduto, con corna, barba e fiamme, mostruoso, ma questo è l’aspetto tipico usato per demonizzare le entità demoniache.
Nei testi medievali, viene rappresentato come un demone cornuto dal volto pallido e occhi che bruciano di un’intelligenza aliena. Spesso appare accovacciato su un trono latrina ed è circondato dalle sue stesse feci.
Mentre nel rinascimento invece era un uomo aristocratico, che emanava un forte odore personale, tuttavia un inventore carismatico o un banchiere. Tra le curiosità che ho trovato, tanto per coinvolgervi maggiormente nella sua conoscenza, sappiate che Leonardo Da Vinci, in alcune lettere tra chiesa e autorità nobiliari, venne chiamato: il lucido belfagor oppure Belfagor Da Vinci. Pensiamo che poi lui era anche mancino è quella è la parte del diavolo, posso solo pensare a quel che si diceva alle sue spalle.
Machiavelli lo descrisse sotto le spoglie di un nobile fiorentino, ma altri occultisti l’hanno evocato come un’entità femminile, simbolo del potere erotico usato come strumento di controllo. In questo senso, Belfagor incarna anche il potere ambiguo della seduzione e della manipolazione emotiva.
Nelle visioni esoteriche antiche è un bellissimo uomo, giovane e affascinante, con abili doti manipolative. C’è però un dettaglio importante, vale a dire: l’odore forte, non disgustoso, ma comunque un odore tipico del corpo.
Infine gli occultisti riferiscono visioni di Belfagor che emerge da uno specchio annerito, circondato da rovine di templi antichi.
In ogni rappresentazione, il suo sguardo comunica una verità: niente è gratuito, e ogni dono nasconde una catena.
Evocazione di Belfagor diavolo
L’evocazione di Belfagor non è per principianti, come tutte le evocazioni per il diavolo. I testi arcani lo collocano tra i demoni più instabili e insidiosi, quindi lo puoi trovare arrabbiato o tranquillo e questo può essere rischioso.
Gli antichi grimori consigliano luoghi abbandonati, con segni di ricchezza decaduta, come: templi, ville in rovina, banche dismesse, teatri fatiscenti. Belfagor ama i luoghi dove la gloria è crollata sotto il peso del tempo.
Il rituale classico prevede l’uso di uno specchio su un altare circondato da candele nere e rosse, su cui si deve incidere il suo sigillo (che contiene elementi e simboli legati a Saturno e al denaro). Una moneta antica deve essere posta sotto la lingua dell’evocatore durante l’invocazione, come simbolo del tributo iniziale.
La formula rituale è in una lingua arcaica, spesso una variante corrotta del latino ecclesiastico. Va recitata a mezzanotte di sabato, giorno di Saturno, con l’offerta di un oggetto che rappresenti il proprio desiderio: una chiave d’oro per il potere, una penna per la fama, un orologio per il tempo e via dicendo.
I segni della sua presenza includono un odore di ozono, l’abbassarsi improvviso della temperatura, la comparsa di rumori elettronici distorti, anche in assenza di dispositivi.
Ma attenzione: Belfagor non parla mai direttamente. Comunica con sogni, visioni o “fortuite coincidenze”. E ogni desiderio concesso ha un prezzo che viene richiesta quando meno te lo aspetti.
Le leggende dicono che chi lo evoca, ottiene ciò che vuole… ma perde ciò che ama.
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Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe