Coriandolo: erba aromatica dai tanti usi magici, benefici
Il coriandolo (Coriandrum sativum) è una pianta che si ama o si odia per via del suo odore particolare. Quando le foglie fresche vengono sfregate tra le mani, emanano un odore simile a quello delle cimici, che però scompare durante la cottura, rendendo il piatto esotico e gustoso. La pianta offre due diversi sapori: le foglie hanno un gusto agrumato, mentre i semi sono speziati e dolci, con un leggero sentore di noci.
Il coriandolo è un erbaceo annuale appartenente alla famiglia delle Apiaceae. Le sue foglie e i fiori ricordano il prezzemolo. Non è una pianta spontanea nel nostro paese, ma viene coltivata annualmente. I semi vengono raccolti in piena estate e utilizzati in cucina, norcineria ed erboristeria, per aromatizzare liquori e preparare miscele di spezie come il curry.
DETTAGLI DELLA PIANTA
La pianta ha radici fittonanti e foglie verdi picciolate trilobate con margine dentellato basali. Al momento della fioritura, il fusto sottile e rigido può raggiungere i 50 centimetri di altezza. Le infiorescenze apicali sono a forma di ombrello, con piccoli fiori bianchi. I frutti sono perfettamente sferici, inizialmente verdi, e diventano marroncini chiari quando secchi. Si raccolgono a luglio e devono essere conservati in vasi di vetro con chiusura ermetica per mantenere l’aroma. La pianta, una volta fiorita e prodotto il frutto, si secca. È commestibile in tutte le sue parti: radici, foglie fresche o essiccate e semi.
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Spezia delle offerte “divine”
Il coriandolo è originario dei paesi mediterranei, Grecia e Asia Minore, e si è diffuso in Cina, Messico e in tutto il mondo. In Cile e Perù cresce spontaneamente una varietà minore chiamata coriandolo selvatico. Conosciuto anche come prezzemolo cinese, cilantro in spagnolo, cugghiandru in siciliano e persil arabe in francese, era noto già tra le antiche popolazioni micenee, che lo chiamavano “koriandono”.
In Egitto era così apprezzato da essere usato per le offerte votive alle divinità e come ingrediente per i profumi. Era coltivato nei giardini pensili di Babilonia, una delle sette meraviglie del mondo antico. Nell’antica Roma, il coriandolo veniva utilizzato come spezia, conservante, disinfettante per il cibo e ingrediente per salse e medicinali. Le sue proprietà sono citate da Plinio il Vecchio per curare lo stomaco e il mal di testa.
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Proprietà benefiche coriandolo
Il coriandolo è ricco di oli essenziali, tra cui linalolo, pinene, limonene, cimene, acido petroselinico, flavonoidi e acido caffeico. È noto per le sue proprietà antidepressive, utili per curare il sistema nervoso, la stanchezza e l’ansia. Previene il diabete, abbassa il colesterolo nel sangue e migliora le funzioni cardiovascolari. Ha inoltre proprietà antisettiche, antispasmodiche e digestive, stimola l’appetito, diminuisce gli acidi fermentativi nello stomaco, previene la formazione di gas intestinali, calma le contrazioni e i dolori addominali e ha un effetto astringente, utile per curare le diarree. È anche un battericida, efficace contro le infezioni dell’apparato urinario, e un antimicotico, utile per il trattamento di infezioni fungine della pelle. Il consumo di coriandolo è sicuro sia fresco che essiccato, purché usato con moderazione.
Coriandolo: come si coltiva
Il coriandolo può essere coltivato in campo aperto o in vaso, in una posizione di pieno sole. Ama i climi caldi e secchi e si adatta a tutti i tipi di terreno, in particolare quelli sabbiosi. I semi vanno interrati a fine marzo, a una profondità di 2 centimetri, e innaffiati spesso. Le piantine spuntano in 10-15 giorni, con una rapida crescita. Dopo un mese si possono iniziare a raccogliere le foglie, che possono essere utilizzate in cucina senza difficoltà. In estate compaiono le infiorescenze, e i frutti vengono raccolti dopo tre o quattro mesi, a seconda delle varietà, quando diventano marroncini.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe