Giunone: dea dei pavoni e della casa, mitologia romana
Giunone, un’antichissima divinità italica, è una figura centrale nella mitologia romana e classica. Figlia di Saturno, dio dell’agricoltura, il suo culto era diffuso tra gli Etruschi, che la conoscevano come Uni. Associata forse all’antica dea mesopotamica Astarte, Giunone, insieme a Tinia (identificato con Giove) e Menvra (Minerva), formava la triade sacra del popolo etrusco.
Triade adottata e venerata anche dai Romani. Il culto di Giunone era noto anche tra i Sabini, gli Umbri e gli Osci.
Giunone è rappresentata come una bellissima donna dalle forme prosperose, spesso con una lunga veste drappeggiata.
Le sue statue, che ornavano numerosi templi sparsi per tutto il territorio romano, la raffiguravano con vari attributi: uno scettro, una lancia, un lungo bastone o una ciotola. I suoi capelli erano raccolti sulla nuca e portava un diadema o una corona, a seconda dei suoi numerosi compiti. I suoi animali sacri sono: la capra, il pavone, il cuculo, l’oca e il corvo. Mentre le piante e i fiori a lei sacri includevano l’asfodelo, la menta e l’iris.
Nella sua forma di Giunone Caprotina, veniva raffigurata con corna e coperta sulle spalle da una pelle di capra.
CULTO E VENERAZIONE GIUNONE
Inizialmente, Giunone era identificata come dea caprina, divinità della natura selvatica e delle fasi lunari.
Con la diffusione della religione greca, fu associata a Era, moglie di Zeus (Giove). Giunone sposò Giove e ebbe due figli: Marte (Ares), dio della guerra, e Vulcano (Efesto), dio del fuoco. Divenne protettrice delle donne, dei matrimoni, della fecondità e dello stato romano. Era una delle divinità più amate e rispettate, invocata con numerosi epiteti come Giunone Sospita (ausiliatrice), Giunone Moneta (colei che ammonisce) e Giunone Lucina (protrettrice delle partorienti e dei neonati).
Protettrice dello stato e della fecondità, il suo culto era strettamente legato alla prosperità della città e dei suoi abitanti. La sua associazione con Era la collega direttamente alla mitologia greca, sottolineando l’interconnessione tra le tradizioni religiose delle due civiltà.
Le donne romane, in particolare, vedevano la dea come una protettrice e una guida, e le matrone romane offrivano sacrifici alla dea il primo di ogni mese. La sua immagine decorava monete, templi e oggetti di uso quotidiano, rendendola una presenza costante nella vita romana.
LEGGI ANCHE: Ebe e Juventia divinità romane, corse dei cavalli
Mito del cuculo
Giunone inizialmente era una donna libera e selvaggia, e per Giove era un’impresa conquistarla. Non riuscendo a intenerirla, Giove scatenò un temporale e si trasformò in un cuculo bagnato e tremante.
La dea, impietosita, lo prese tra le sue braccia per riscaldarlo. In quel momento, Giove riprese le sue sembianze e propose alla dea di sposarlo. Lei acconsentì, segnando l’inizio del loro legame divino.
Dea caprina – la prima giunone
Le origini reali di giunone romana si rifanno alla giunone caprica, chiamata: Uni! Si tratta di una divinità etrusca che ha le orecchie e le corna di capra. Appare come protettrice dello Stato o meglio della città dove veniva professato il suo culto.
I suoi templi, molto spesso, erano altari su cui si eseguivano dei rituali con le capre, sacrifici o parti caprini. C’è una doppia interpretazione della sua essenza.
La dea caprina (la prima giunone o giunone giovane) era venerata come dea della riproduzione e del sesso. Vale a dire quei due aspetti della natura che sono imprescindibili e che permettono alla vita di continuare. In seguito, dato che l’evoluzione culturale ha portato alla coppia stabile e al matrimonio, il cui scopo principale è quello di fare figli e portare avanti la propria specie, la prima giunone, Uni – dea caprina, è diventata la protettrice del focolare.
LEGGI ANCHE: Minerva dea, divinità romana: chi era e cosa simboleggia
Oche del Campidoglio
Un’altra importante storia riguarda le oche sacre di Giunone che salvarono Roma. I Romani erano assediati dai Galli di Brenno e la fame li affliggeva. Solo le oche del Campidoglio, consacrate a Giunone, erano al sicuro. Una notte, i Galli tentarono un attacco a sorpresa, ma le oche, infastidite, cominciarono a starnazzare svegliando i soldati romani. Grazie a questo avvertimento, l’esercito romano riuscì a respingere i Galli e ribaltare le sorti della battaglia.
Tre feste di Giunone
Giunone era venerata tutto l’anno, con celebrazioni particolarmente importanti il primo di ogni mese. Tra le feste principali, il 7 luglio era dedicato alla sua funzione di protettrice del matrimonio e della fecondità, mentre il 1° marzo era dedicato alle donne nubili e alla protezione della loro castità.
Numerosi templi erano dedicati a questa dea in tutto il territorio romano. Sull’Aventino e a Campo Marzio si trovavano importanti santuari, tra cui il tempio Moneta, dove veniva coniata la prima zecca di Roma. Un altro significativo santuario era quello di Giunone Sospita nell’acropoli di Lanuvio, vicino Roma, dove si svolgevano riti propiziatori per un raccolto abbondante. Altri templi di rilievo erano situati nel foro Olitorio, oggi la chiesa di San Nicola in Carcere a Roma, ad Agrigento in Sicilia e a Padova in Veneto.
LEGGI ANCHE: Idi di marzo: giorni festa, la dea della lussuria
Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe