Leukaspis, eroe siciliano: il mito della moneta
Leukaspis, o Leucaspe, era un eroe sicano che combatteva contro Eracle (Ercole). La leggenda è riportata in poche righe da Diodoro Siculo, senza definire bene il suo ruolo.
Nella mitologia, Ercole è spesso descritto come un eroe civilizzatore e benefattore, noto per combattere mostri feroci e lasciare dietro di sé culti e miti. Dopo molte avventure, Eracle arrivò in Sicilia con la sua mandria di buoi rubati a Gerione. Durante il suo viaggio, si imbatté in Cardidi, che gli rapì i buoi. Per la sua ingordigia, Cardidi venne punita da Giove, trasformandola in un vorace gorgo. Eracle si diresse poi verso l’interno dell’isola, dove incontrò l’antico popolo dei Sicani. Secondo Diodoro, questi chiamarono l’isola da Trinacria a Sicania. Per qualche ragione non ben definita, Eracle dovette affrontare un gruppo di guerrieri sicani che si opposero alla sua avanzata, uccidendone molti, inclusi alcuni strateghi che, dopo la loro morte, ricevettero gli onori riservati agli eroi. Tra questi potrebbe essersi trovato Leukaspis, adorato come una divinità.
Questo racconto mitologico potrebbe nascondere un evento reale: lo scontro tra Siracusani e Ateniesi.
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RICORDO DI LEUKASPIS
Leukaspis è ricordato grazie a una serie di monete d’argento di Siracusa datate 415-409 a.C. Su alcune di queste monete, è raffigurato un guerriero nudo con un elmo crestato, una spada e un grande scudo rotondo in posizione di attacco. Altre monete, emesse nel 412 a.C., lo mostrano con un elmo crestato (di tipo attico), uno scudo e una lancia in mano. Dietro di lui, si vede un’ara rettangolare con un fuoco sacro e, ai suoi piedi, un ariete morto. Il nome Leukaspis può essere un appellativo, significando “il guerriero dallo scudo bianco,” con “leukos” che indica anche “lucente.”
Nel 415 a.C., vi fu uno scontro storico all’interno della Sicilia tra Siracusani e Ateniesi. Gli Ateniesi, forti della loro posizione di superiorità e con alleati anche in Sicilia come la città di Segesta, organizzarono spedizioni navali per ampliare i loro territori. Sbarcarono sulle coste siciliane di notte e, dopo una breve marcia, si accamparono presso il tempio di Zeus.
I Siracusani, prevedendo l’attacco, si allearono con i Sicelioti e i Cartaginesi per respingerli. Tuttavia, gli Ateniesi attaccarono improvvisamente la città, conquistando i porti. Lo scontro principale avvenne presso il fiume Anapo. Durante la battaglia, i Siracusani si trovarono in difficoltà a causa del gran numero di guerrieri nemici. Nel frattempo, scoppiò un violento temporale, considerato da molti un cattivo presagio, con tuoni e fulmini che ostacolavano i movimenti. La battaglia continuò nonostante le avverse condizioni, ma l’esercito siracusano fu accerchiato e sconfitto.
I morti furono oltre 250 tra i Siracusani, mentre gli Ateniesi persero solo 50 uomini. Gli Ateniesi occuparono la città e parte del territorio circostante. Tuttavia, nonostante le prime vittorie, i Siracusani non si arresero e ricevettero aiuto dagli Spartani. Le sorti della guerra cambiarono rapidamente, e i Siracusani riuscirono a vincere, facendo molti prigionieri ateniesi e costringendoli a lavorare nelle cave di pietra e di marmo fino alla loro morte.
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Seconda ipotesi
Un’altra ipotesi è che i Sicani adorassero Afrodite del monte Erice (la madre di Enea), come nell’antica Amastrata, oggi Mistretta. Leukaspis era uno dei compagni di Enea, nato in Licia e giunto in Sicilia con l’armata navale dopo la guerra di Troia. Arrivati nel mar Tirreno, la nave fu travolta da una tempesta. Vedendo i suoi compagni affogare, il popolo nato in Licia divenne sicano. Il culto di Leukaspis, nato per i Siracusani, derivava dalle monete su cui era impresso il suo volto per onore. La città di Leontino, nota per le sue origini greche, potrebbe aver giocato un ruolo nella diffusione del culto di Leukaspis.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.