Strega Violante: la bella del noce! – Storia vera spaventosa
La storia della strega Violante da Pontecorvo è tra le più strane che abbia mai studiato. Tant’è che addirittura riuscire a recuperare notizie utili è stato difficile, ma parliamo di una strega dalla storia e vita spaventosa, terrorizzante.
Se vuoi vedere il video completo e ascoltare la storia della strega Violante, da pontecorvo, la bella del noce: vita, rituali, pratiche, storia e fine, visita il nostro canale “Il bosco delle streghe” su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=t4tEogAueoc
Processi “scomunicati”
Violante nasce nel “secolo dell’assolutismo”, cos’è? Piccola lezione di storia! Il secolo dell’assolutismo fu quando alla monarchia venne dato il potere assoluto e permanente sul popolo nel 1600. Potere di: vita e morte, di torture o schiavitù.
In quest’epoca avvenne anche il famoso periodo della “purga”, in poche parole: La caccia alle streghe. Essa fu una delle “purghe” più feroci della storia con stragi di massa, nel senso che vennero uccise milioni di donne e uomini in cui il fanatismo della religione cattolica li classifico: adoratori del diavolo, dell’occulto e della stregoneria. Personalmente io la vedo come: un genocidio della nostra cultura. Molti processi vennero segretati, su altri ci fu la “bolla papale” o “bolla pontificia” che indica un documento con “segreto di Stato”. Ci furono migliaia di processi dove i condannati e le torture subite, dovevano essere dimenticate e questo voleva dire che, qualsiasi scritto, fu bruciato!
Infine, in molti scritti, per evitare di coinvolgere vescovi, personalità, persone comuni e nomi di preti o altro clero, ci si rivolgeva, tra di loro, con i termini: santissimo, maestro, caro amico e via dicendo, come ho trovato nelle mie diverse ricerche. Però, per fortuna, tante di queste storie sono rimaste nella tradizione e cultura orale oppure scritte da “voci indipendenti!”.
Violante da Pontecorvo rientra in questa categoria, ma non è mai stata del tutto cancellata dalla storia! Anzi la sua voce riecheggia forte e rabbiosa.
Chi è Violante da Pontecorvo?
Violante da Pontecorvo si stima che sia nata intorno al 1530/1532. La data esatta non sono riuscita a trovarla.
Chi era Violante da Pontecorvo? Descritta così in una lettera scritta dal parroco del suo villaggio al Vescovo di zona.
In urbe antiqua Sanni puella pulchra habitat, capillis nigris ut nox, oculique lucidi sicut stellae, viridis intense. Pauper, sed herbas magicas sciebat. Homines eam timuerunt et magam appellaverunt, quod noctu in silvis secreta verba garriret. Mulieres infirmas curabat et vulnera militum tractabat, malefactores vero iudicabant. “Malefica est!” quod me fascinavit morte damnatus. Sed in plenilunio noctes, ventus nomen suum susurrat et odor herbarum magicarum, quae damnata adhuc per silvas volat.
Traduzione:
Nell’antica città dei Sanni viveva una bellissima giovane, con i capelli neri come la notte e gli occhi luminosi come le stelle, verdi intenso. Povera, ma conosceva le erbe magiche. La gente la temeva e la chiamava strega, perché di notte vagava nei boschi mormorando parole segrete. Guarì donne malate e curò le ferite dei soldati, ma i malfattori la giudicarono. “Lei è una strega!” che mi ha ammaliato. Così fu condannata e morta. Ma, nelle notti di luna piena, il vento sussurra il suo nome e il profumo delle erbe magiche che l’hanno condannata vola ancora per i boschi.
Iniziamo con il dire che il suo nome era Violante, ma non possedeva un cognome poiché, secondo gli storici, era una delle bambine non registrate. Spesso le nascite di persone povere, nomadi, peripatetiche e delinquenti, erano invisibili perché rappresentavano quella categoria da cancellare.
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L’inganno… la beffa!
Violante comparve dal nulla. Un giorno, il popolo del Sannio, notò che nel bosco qualcuno aveva costruito una capanna. Al suo interno viveva una giovane ragazza dai 15 ai 16 anni. Il suo accento, il dialetto, non era del luogo, ma del frusinate e lei ammise che veniva da Pontecorvo, ecco che quindi la chiamarono: Violante da Pontecorvo.
La donna conosceva le arti da guaritrice. Abbassava la febbre con pozioni e preghiere. Aiutava le pecore e le mucche a partorire velocemente con “pappette” di erba. Costruiva talismani e toglieva iatture. Curava soldati e uomini feriti.
Però, oltre a queste arti benefiche, lei era anche molto, molto bella. Essendo una giovane donna che viveva da sola venne notata da più di un uomo del Sannio. Uomini anche sposati è qui iniziano i primi problemi. Iniziarono i pettegolezzi sulle sue arti seduttive. Tanti uomini, anche poveri contadini, regalavano a Violante formaggi, carne, addirittura tessuti per gli abiti. Questa strega si innamorò di un uomo. Costui era un contadino che, data l’epoca, e la famiglia numerosa, aveva 6 fratelli, tentò la fortuna diventando un soldato per poi tornare a casa, ferito e più povero di prima. Di certo, nel suo paese d’origine, aveva comunque un lavoro, contadino e allevatore, una casa e un pasto.
Violante lo conobbe perché l’uomo si rivolse alle sue arte magiche per la cura di una vecchia ferita alla gamba. In breve tempo i due divennero amanti. Un giorno Violante decise di rivolgersi al parroco del villaggio più vicino per prendere i sacramenti. Prima doveva sottoporsi alla confessione e fu qui che lei fece una scoperta da spezzare il cuore. Il parroco compresa la povertà in cui la ragazza aveva vissuto e che ora voleva sposarsi con un brav’uomo, gli chiese, chi fosse costui. La donna disse un nome, ma il parroco non conosceva uomini che si chiamava in tal modo. Dunque chiese una descrizione e lei gli disse anche della ferita alla gamba, ecco che il parroco comprese e le disse: povera figlia, quello è sposato e con figli.
Legamento d’amore!
Non sappiamo la reazione di Viola, ma vi posso dire quello che fece il parroco. Costui, comprendendo che l’uomo si era approfittato della ragazza che viveva da sola, andò a parlargli. Quest’uomo invece di ravvedersi, cosa fece? Lo disse alla moglie, ma in che modo? Penso che non gli disse: guarda essendo io un maiale ti ho tradita! No, diede la colpa a Violante affermando che lei gli aveva fatto un legamento d’amore che lo aveva allontanato dalla famiglia.
I legamenti d’amore sono incantesimi potentissimi in grado di scatenare l’amore ossessivo, trovate alcuni rituali sul nostro sito, vi postiamo il link in: Leggi anche, qui sotto! Tornando a Violante da Pontecorvo, la moglie di quest’uomo credette all’uomo e iniziarono i pettegolezzi sull’arte della stregoneria usata da Violante.
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Amore, seduzione e violenza
Se pensate che l’etichetta di strega sia stata una cosa brutta, ora vi diciamo il resto. Tale informazione l’abbiamo tratta dall’ultima confessione di Violante fatta al parroco che scrisse alcune lettere di questa storia.
Violante, nei giorni avvenire, non uscì di casa e mandò via diverse donne, clienti. Però una notte successe qualcosa. L’andarono a trovare il suo ex amore insieme ai suoi fratelli e ad alcuni altri uomini del villaggio. Il giorno dopo si sparse la voce che: Violante, essendo una strega, quella notte si era accoppiata con uomini e animali in un’orgia in cui lei gridando richiamò il signore oscuro, il diavolo.
La cosa scioccante è che nessuno si è chiesto: chi ha messo in giro questa voce? Come si faceva a sapere che c’era stata un’orgia e poi, qual era stato il motivo, di questi uomini, di andare a trovare la strega proprio quella notte? Oltre a questo c’è anche dell’altro! L’ennesima beffa. Nei mesi avvenire Violante non accolse altri clienti, di notte girovaga per il bosco, parlando con il vento e che la luna le rispondesse. Io penso che dormisse fuori la propria abitazione per timore che ricapitasse la visita di quegli uomini.
Un giorno, all’alba, giunse nel villaggio un mercante che vide Viola camminare nei campi che costeggiavano la strada. Ammaliato dalla sua bellezza, cercò di conquistarla con doni e promesse, ma lei lo respinse. Ferito nell’orgoglio, l’uomo iniziò a diffondere voci sul conto della giovane, dicendo che la aveva visto parlare con spiriti e che il raccolto andato a male quell’anno, di cui i villici si erano lamentati e continuavano a lamentarsi, fosse opera sua.
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La vendetta della strega del Sannio
La vita di Violante divenne durissima, viveva tra lo sdegno del popolo, il terrore della violenza che gli venne fatta ed era allontanata, a colpi di sassi, quando si avvicinava al villaggio. Solo il parroco le lasciava, di tanto in tanto, del cibo vicino alla sua abitazione.
Costui si stupì quando ritrovò, per diverse settimane, il cibo lì dove l’aveva lasciato. Trascorse più di un anno ed ecco che Violante si fece vedere nuovamente. Era cambiata! Al collo aveva un crocefisso e la si vedeva pregare presso gli altarini della madonna dispersi nel villaggio. Questo fece conquistare la fiducia delle persone che iniziarono a rivolgersi a lei per pozioni, medicine, erbe mediche, creme curative. Inoltre Violante non eseguiva più rituali per togliere il malocchio o per incantesimi d’amore. Tutti si convinsero che si era redenta!
Una convinzione che durò poco! Poiché morirono, in modo misterioso, 2 dei fratelli del suo ex amante. Oltre a 10 uomini tra: pastori e contadini del villaggio. Vennero ritrovati morti anche diversi bambini e donne. Guarda caso le donne erano coloro che avevano contribuito a mettere in giro la notizia della famosa “orgia”. I bambini erano tutti imparentati con il suo ex amante. Le morti erano poi tutte misteriose, senza ferite e dopo una breve e intensa malattia con bava verde alla bocca. Come mai si sospettò di Violante?
Pare che la strega minacciò il suo ex amante dicendo: attento a tua moglie, la morte dalla bava verde è la maledizione per chi è colpevole! Tuttavia queste parole potevano essere frutto della fantasia dell’uomo che, sentendosi in colpa, voleva nuovamente mettere in cattiva luce proprio Viola, di cui era stato l’amante. Quindi, non essendoci stati testimoni e tantomeno si sapeva quando l’uomo l’avesse incontrata, in che occasione, non ci fu una nuova ritorsione contro la donna.
Confessione del Parroco
Nonostante i comportamenti verso Violante non furono mai più aggressivi come la prima volta, le persone avevano paura di lei. Il timore era palpabile anche quando passava nelle strade o la si vedeva da lontano. Si cercò di isolarla il più possibile.
C’era chi disse la strega aveva avuto diverse visite da donne straniere e comunque c’era chi, avendo bisogno del suo aiuto, l’andava a trovare. Però le morti stavano continuando, non erano tante, ma c’era almeno un morto al mese ed erano persone legate alla vicenda di Violante. Fu il parroco che dovette intervenire. Andò a trovare la donna che le confessò, a grandi linee, che andando via dal Sannio, era andata a Benevento e qui aveva conosciuto, sotto una sua espressa richiesta, delle janare. Da loro aveva appreso arti magiche per la sua vendetta.
Ora le parole esatte non le so, questo è un concetto estratto dalle lettere che il parroco inviò al vescovo della sua zona. Dato che la voce si era estesa al di fuori del territorio del Sannio, il parroco cercò di convincere la strega a smetterla perché se ci fosse stata un’altra morte misteriosa, sarebbe intervenuta la santa inquisizione.
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Chi ha ucciso Violante?
La strega Violante venne impiccata ad un albero di noce, ma non si è mai saputo da chi!
Vi avevo detto, all’inizio del video, che questa è una delle storie più strane in cui mi sono imbattuta nelle mie ricerche, ora capirete perché è strana! La morte di Violante è avvolta nel mistero! Una delle ipotesi è che furono gli abitanti del villaggio che decisero di impiccarla, ma, secondo diversi studiosi di stregoneria e della storia, è impossibile. Impossibile perché ormai Violante era temuta e uccidere una strega voleva dire attrarsi l’odio dei Satana. Una convinzione che perdura ancora oggi, figuriamoci il timore che si aveva nel 1600 il periodo dell’assolutismo.
Inoltre ci sono dei motivi per cui è plausibile che a ucciderla siano state le sue consorelle! Ebbene si, la strega Violante è stata uccisa da altre Janare. I sospetti che però rendono veritiera questa ipotesi sono tanti. In primo luogo sotto l’albero di noce c’era un altarino con idoli, polveri, bevande, candele e accessori pagani, simboli di un festeggiamento di un sabba.
Il corpo di Violante non aveva i segni tipici di uno strangolamento, spieghiamo meglio. Intanto la donna non aveva segni di lotta sul corpo e quindi conosceva l’assassino o le assassine. Le sue mani non erano legate e nemmeno qui c’erano dei segni di liberazione dal cappio. Quando si viene issati per il collo è istintivo cercare di tirare via la corda che stringe e ciò provoca graffi, lividi che lei non aveva. Infine, il corpo, per istinto di sopravvivenza, quando viene issato ad un cappio, fa dei movimenti per cercare di respirare e questo provoca ulteriori graffi attorno al collo e il cappio si stringe punti provocando delle lividure. Questa tipologia di strangolamento lascia un segno, attorno al collo, dove ci sono punti in cui è molto scuro ed altri di meno.
L’impiccagione di Violante era innaturale, come se lei fosse paralizzata, impossibilitata a muoversi e l’avessero poi issata in modo che il cappio la strangolasse lentamente, sotto il peso del suo corpo. Questa spiegazione nasce da una casualità. Come abbiamo detto, sotto il noce c’erano diversi accessori e pozioni di un sabba. Uno degli uomini che accorse a vedere la morte della strega portò con sé un cane che andò a leccare un bicchiere. Dopo pochi minuti, questa povera bestia si paralizzò. Muoveva solo gli occhi e respirava, ma non riusciva a muoversi. Una magia che conoscevano solo le janare.
Le polveri paralizzanti erano molto usate già dall’antichità, dai primi del 300 A.C. Quando il cane si paralizzò si scatenò il panico credendo che quella era una delle maledizioni della strega.
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Janare: perché l’hanno uccisa?
Dato che le ipotesi sulla morte di Violante sono due, cerchiamo di spiegare come mai si è giunti, a secoli di distanza, alla conclusione che furono proprio le sue consorelle, cioè le janare ad ucciderla. In primo luogo, come abbiamo detto, i villaggi vicini ormai temevano troppo questa strega per farle un qualche sgarbo e ucciderla sarebbe stata una maledizione eterna.
In secondo luogo, la sua morte è avvenuta: in una notte di luna piena, dove c’erano delle rimanenze di un Sabba e soprattutto è stata uccisa sotto un albero di noce. L’albero di noce è l’albero della morte, degli inferi, usato dalle streghe Janare sia come simbolo di riconoscimento, ma anche per i festeggiamenti dei loro culti. C’era la pozione paralizzante che è un’arte magica oscura che conoscono solo le janare più esperte. Ricordiamoci che erano state viste, più e più volte, delle donne “straniere”, cioè non dei villaggi vicini, che erano andate a trovare Violante e, ricordiamoci anche, che la stessa Violante aveva rivelato al parroco che si era allontanata dal villaggio per andare a conoscere delle Janare a Benevento per apprendere nuove arti magiche.
Però c’è un ultimo elemento che l’ha condannata, vale a dire: la santa inquisizione!
Purtroppo il parroco, forse anche per un atto di carità, aveva chiesto espressamente alla strega di non far morire più nessuno perché, al prossimo morto, sarebbe intervenuta la santa inquisizione e questa istituzione ecclesiastica faceva terrore anche alle persone normali. Essi intervenivano scortati da soldati. Eseguivano torture sia su chi era sospettato di stregoneria, ma anche sulla popolazione in modo da scoprire se c’erano altre streghe o adoratori del diavolo.
Le indagini erano funeste, violente, terribili e non smettevano poteva continuare per mesi e mesi. La mia ipotesi è che Violante probabilmente si era confidata con qualche sua consorella, su quello che le aveva rivelato il parroco, e ciò può aver scatenato l’ira delle janare. Esse uccidono una consorella solo quando quest’ultima si macchia di tradimento e dato che Violante aveva ammesso di aver conosciuto e appreso arti magiche da altre Janare, ecco che lei avrebbe tradito.
Poteva fare nomi, descrizioni, dire come aveva conosciuto le janare, cosa aveva fatto nei sabba e quali arti magiche conosceva. Posta sotto tortura era facile che avrebbe condannato altre donne ed ecco perché c’è stata l’esecuzione per impiccagione.
Tra l’altro, dopo la sua morte, non intervenne mai la santa inquisizione e non ci fu alcun processo: la strega era morta!
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La seconda morte di Violante da Pontecorvo
Dato che non vogliamo lasciare alcun dubbio, vi dobbiamo anche mostrare un’altra stranezza su questa storia, che è una storia vera.
C’è una seconda versione sulla morte di Violante da Pontecorvo che ci dice che: Viola abitava vicino al fiume Sabato, ai piedi di un grande noce secolare, un albero antico che la leggenda diceva fosse il luogo di incontro delle janare. Nessuno osava avvicinarsi a quel posto dopo il tramonto, perché si diceva che le janare danzassero sotto il noce, sospinte dal vento, e che il Diavolo in persona si unisse a loro nei sabba.
Presto, il popolo si infiammò di paura e sospetto. Una notte, un gruppo di uomini armati si diresse verso il fiume per catturare Viola. La trovarono vicino al noce, mentre raccoglieva erbe sotto la luna piena. Le misero una corda al collo e la trascinarono via.
“Confessa!”, le gridavano. “Sei una janara! Hai maledetto il nostro villaggio!”
Viola non rispose, ma nei suoi occhi verdi ardeva una luce inquietante. Fu portata in piazza e condannata al rogo. Le fiamme si alzarono nel cielo, ma proprio quando il fuoco stava per avvolgerla, una violenta tempesta si abbatté sul villaggio. Il vento ululava, il fiume straripò e un fulmine colpì il rogo, spegnendo il fuoco in un istante. Quando la gente si riprese dallo spavento, Viola era scomparsa. Alcuni dissero di averla vista trasformarsi in un’ombra e dissolversi nel vento, altri giurarono di aver sentito un riso beffardo provenire dal Noce.
Da quel giorno, ogni volta che una tempesta si avvicinava a Benevento, i vecchi del villaggio dicevano:
“La janara è tornata. Viola non è mai morta. Ancora oggi danza sotto il Noce, aspettando di vendicarsi.”
Ecco che arrivo io! Dato che la mia ricerca su Violante è stata lunga, complessa e con studi su testi con copyright, per riuscire a capire come mai c’erano due finali tanto diversi, mi sono dovuta concentrare sulle date e sulle lettere del parroco.
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Le lettere in latino
Il parroco che, personalmente, penso fosse un brav’uomo, ha più volte scritto al vescovo per sedare la paura che si era scatenata presso il suo villaggio e presso i villaggi vicini. Forse perché temeva anche lui l’arrivo della Santa Inquisizione oppure perché non vedeva Violante come una strega oscura, ma come una strega verde, una guaritrice.
Lettere scritte in latino poiché, per mantenere segreti gli interessi della chiesa, il clero, per scritti importanti, usava appunto il latino. Tali lettere, che sono state diverse, sono una testimonianza scritta, quindi reale, con date che vanno dal 1548 al 1552. Esse ci mostrano e permettono di ricostruire la vita e la storia di Violante da Pontecorvo. Tali lettere sono state conservate in archivi storici poiché, dirette al Vescovo per temuta stregoneria, risultavano come: documento e testimonianza del maligno.
La seconda versione, cioè quella del rogo, non solo non ci dice nulla della vita di questa strega, ma sono avvenute a distanza di circa 50 anni dalla morte per impiccagione. Non sono state documentate o verbalizzate, appartengono ad una leggenda popolare diffusa intorno al 1600. Dunque le date sono totalmente discordanti e non si può confrontare un documento scritto con “parole al vento”. La seconda versione è finta, almeno che la popolazione ha bruciato, senza motivo e senza intervento della chiesa, una qualche povera donna… possibile, ma non ci sono prove.
Inoltre, la strega bruciata, aveva i capelli castani e gli occhi marroni, mentre Violante aveva i capelli neri e gli occhi verdi.
Io ho una mia ipotesi! La seconda versione, fantasiosa, è solo una leggenda che ha permesso di instaurare un terrore vivo e continuo, nella popolazione, sulla figura della janara ricordando, in un modo confuso, la storia di Violante.
Guarda il VIDEO per intero sul nostro canale youtube di “Il bosco delle streghe”, eccoti il link: https://www.youtube.com/watch?v=t4tEogAueoc
Articolo scritto e pubblicato da: Il bosco delle streghe
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