Tempio del Fauno Roma, le radici della città eterna
Gneo Domizio Enobarbo era un edile plebeo (erano magistrati delle antiche citta latine, come Roma, che rappresentavano il ceto povero) legata, come famiglia, alla storia del tempio del fauno a Roma. L’epoca in cui visse era il 196 a.C. Esso insieme a Gaio Scribonio Libone fece approvare alcune leggi, come delle multe contro pastori che indebitamente facevano pascolare le loro greggi su terreni pubblici. Oppure sanzioni per i mercanti degli ovini che usavano lo stesso metodo di nutrizione.
Tramite il ricavato di tali multe, nel 194 a.C., edificò il tempio di Fauno, Dio delle selve e greggi ovine e caprine sulla sacra isola Tiberina.
Paradossalmente, la multa fatta ai pastori, veniva poi usata per onorare i tempi dei dii delle greggi e dell’agricoltura.
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PRIMO TEMPIO DI PAN
Secondo la leggenda, uno dei primi tempi di Pan o del Fauno, che poi sono la stessa divinità primordiale con due nomi diversi (cioè nome greco e nome romane), sorse sull’isola tiberina.
Anzi fu qui che si rifugiarono i primi romani che trovarono questa terra accogliente, ricca di flora e fauna. L’isola è originata da rocce vulcaniche e depositi di limo trasportati dal Tevere. Sorge all’interno del Tevere nella parte che si allarga. Quest’isola era perfetta per avere una maggiore sicurezza da eventuali assalti. Facile da guadare e difendibile. La sua forma ricorda una barca. Fu proprio qui che sorse il primo altare e poi tempietto del dio Fauno. Sono state ritrovati dei reperti che confermano l’identità del dio che si venerava.
Quando la città crebbe, i romani, fecero un ponte di legno per raggiungere l’isola tiberina. Il tempio si trova nella sua estremità meridionale. Domizio Enobarbo dedicò al tempio e al dio gli idi di febbraio che cadevano alla metà del mese e che anticipavano, di due giorni, la festività di Lupercalia.
Era l’unica festa dedicata alla purificazione della città per la protezione dagli spiriti maligni e propiziare la fertilità. L’unico tempio dedicato a questo dio che proteggeva il gregge dagli attacchi dei lupi.
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Isola tiberina: er core de roma
L’isola tiberina è sacra ai romani da che se ne ha memoria. Famosa e venerata per via dei suoi templi dedicati a Giove, Licaonio ed Esculapio, dio della medicina, ma soprattutto per il: tempio del Fauno, dio dei boschi e selve.
Sorsero poi altri tempi e templi, altari e simboli religiosi dedicati alla dea Gaia dea della terra e Bellona, dea della guerra.
Purtroppo dopo molti secoli rimane ben poco di questi magnifici templi che erano un punto di ritrovo e da cui sono nate festività e la religione romana. Non rimase nulla quando la cristianità prese il sopravvento. Tutto venne demolito e sulle loro fondamenta, con l’abolizione dei culti pagani, sono nate delle chiese.
Sul tempio di Esculapio sorge la chiesa di san Bartolomeo e per collegare la piccola isola alla terra ferma ci sono due ponti, quali: ponte Fabricio e ponte Cestio.
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Gneo Domizio Enobarbo era un edile plebeo (erano magistrati delle antiche citta latine, come Roma, che rappresentavano il ceto povero) legata, come famiglia, alla storia del tempio del fauno a Roma. L’epoca in cui visse era il 196 a.C. Esso insieme a Gaio Scribonio Libone fece approvare alcune leggi, come delle multe contro pastori che indebitamente facevano pascolare le loro greggi su terreni pubblici. Oppure sanzioni per i mercanti degli ovini che usavano lo stesso metodo di nutrizione.
Tramite il ricavato di tali multe, nel 194 a.C., edificò il tempio di Fauno, Dio delle selve e greggi ovine e caprine sulla sacra isola Tiberina.
Paradossalmente, la multa fatta ai pastori, veniva poi usata per onorare i tempi dei dii delle greggi e dell’agricoltura.
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PRIMO TEMPIO DI PAN
Secondo la leggenda, uno dei primi tempi di Pan o del Fauno, che poi sono la stessa divinità primordiale con due nomi diversi (cioè nome greco e nome romane), sorse sull’isola tiberina.
Anzi fu qui che si rifugiarono i primi romani che trovarono questa terra accogliente, ricca di flora e fauna. L’isola è originata da rocce vulcaniche e depositi di limo trasportati dal Tevere. Sorge all’interno del Tevere nella parte che si allarga. Quest’isola era perfetta per avere una maggiore sicurezza da eventuali assalti. Facile da guadare e difendibile. La sua forma ricorda una barca. Fu proprio qui che sorse il primo altare e poi tempietto del dio Fauno. Sono state ritrovati dei reperti che confermano l’identità del dio che si venerava.
Quando la città crebbe, i romani, fecero un ponte di legno per raggiungere l’isola tiberina. Il tempio si trova nella sua estremità meridionale. Domizio Enobarbo dedicò al tempio e al dio gli idi di febbraio che cadevano alla metà del mese e che anticipavano, di due giorni, la festività di Lupercalia.
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L’isola tiberina è sacra ai romani da che se ne ha memoria. Famosa e venerata per via dei suoi templi dedicati a Giove, Licaonio ed Esculapio, dio della medicina, ma soprattutto per il: tempio del Fauno, dio dei boschi e selve.
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Sul tempio di Esculapio sorge la chiesa di san Bartolomeo e per collegare la piccola isola alla terra ferma ci sono due ponti, quali: ponte Fabricio e ponte Cestio.
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