Zucculara la strega che infesta il Triggio, teatro romano
La Zucculara è il nome di una delle streghe che si aggira a Benevento, in uno specifico quartiere della città, cioè: il Triggio! Questo quartiere era, in passato, il centro.
Nei secoli è diventata una zona lontana dalla città di Benevento, perché essa è stata spostata. Nel senso che essa è la parte ormai vecchia di questa provincia. Triggio, ai tempi dell’occupazione romana, era un luogo in cui si eressero case e templi. Tra le opere più importanti venne costruito un teatro romano. Oggi sono visitabili ancora i resti di questa struttura ed è appunto uno dei punti più visitate di Benevento.
STORIA DEL TRIGGIO
In questo rione risiedevano tante persone. Zona considerata insana della città in cui risiedevano povera gente, delinquenti e prostitute. Le arcate del vecchio teatro romano furono usate dalla povera gente come abitazioni.
Nella zona del retro del teatro romano vi sorgeva un piccolo cimitero. Dove erano stati sepolti bambini morti di colera. Proprio qui nasce la figura della Zucculara o Zoccolara. Ancora oggi la sua ombra e figura è stata avvistata da turisti e gente del luogo.
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Chi è la zucculara?
Tra le leggende che parlano del mito e nascita della strega “zucculara” ne abbiamo estratte due che sono le più interessanti.
La prima è quella che parla di una madre che perse i suoi 4 figli di malattia, di colera. La comunità l’accuso di averli uccisi perché impegnata a lavorare oppure ad amoreggiare e, presa dal rimorso, fece un patto con il diavolo per far tornare in via i bambini. Purtroppo i bambini erano già morti e sepolti. Il Diavolo quindi li riportò in vita, in qualche modo, ma la madre poteva udire solo i loro lamenti o pianti. Questi bambini si calmavano solo quando la madre si avvicinava alle loro tombe e gli parlava o portava dei dolci e fiori. I rimorsi la costrinsero a rimanere in eterno in compagnia dei suoi bambini. La sua anima dannata continua a proteggere ancora le tombe in modo che nessuno possa rubare fiori, dolci o altre offerte che lei porta ai suoi bambini.
La seconda leggenda della zucculara è similare, ma non troppo. In dialetto la zucculara identifica le donne che si prostituivano, come professione, che però avevano dei figli illegittimi dai propri clienti. Queste donne decidevano di essere madre, ma comunque non erano né sposate e non potevano nemmeno sapere chi fosse il padre. In poche parole i figli erano solo loro. Il termine quindi “zoccola” indica appunto questo tipo di persone che sono madri e prostitute.
Il termine zucculara, che appunto identificava queste donne, era dato dal fatto che le prostitute, note anche come passeggiatrici, tendevano a camminare di notte. Per questo, perché “consumavano” le suole, si usavano degli zoccoli che facevano rumore. Ciò era utile sia perché gli zoccoli duravano di più, ma anche perché il suono degli zoccoli avvisava i clienti che c’erano delle donne pronte a prostituirsi. Inizialmente quindi il termine indicava: colei che indossa gli zoccoli, da cui: zucculara. In un secondo tempo divennero esclusivamente le donne che si prostituivano, ma avevano dei figli illegittimi.
Ebbene la strega zucculara era quindi una donna che aveva avuto de figli illegittimi, ma che li usava, uccideva o li rendeva schiavi usandoli nei suoi rituali per sedurre gli uomini. Si nutriva quindi dei suoi stessi bambini per rimanere per sempre giovane e desiderabile o per far innamorare e sedurre gli uomini.
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Ecate: la figura di zucculara
Vediamo che però la storia della Zucculara si potrebbe ricollegare al mito di Ecate, dea della magia, degli incantesimi e dei fantasmi, detta anche la trivia. Il termine: Triggio deriva dal latino: Trivium, cioè le tre vie.
La dea era rappresentata con tre facce che guardavano in tre diverse direzioni. Le sue raffigurazioni spesso erano poste agli incroci come protettrice delle vie. Il tutto per onorale. La dea rappresentava:
- tre età: giovane, adulta, vecchia
- 3 regni: cielo, terra e inferi, in quanto ella poteva viaggiare e regnare su tutti questi regni
Dea guardiana della soglia del mondo dei morti in quanto accompagnò Persefone da sua madre Demetra dopo che era stata rapita da Ade. Ecate è la divinità della luna nera e durante la sua fase, cioè nelle notti senza luna, indossa dei calzari metallici per far notare la sua presenza agli uomini quando essi si trovano sulla sua via. Mentre quando la luna è crescente indossa i calzari dorati. Durante la luna piena invece indossa quelli di bronzo.
Potrebbe essere questa divinità ad avere dato luogo al mito della strega zucculara.
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L’aspetto della zucculara
La zucculara è descritta come una donna magra a volte zoppa, di un’età indefinita, alle volte giovane altre volte anziana. Si aggira di notte per le vie del Triggio. Indossa degli zoccoli di legno e si sentiva il suo ticchettio sulle pietre delle strade. Bussa alle porte delle case e quando la persona va ad aprire, non vede nessuno, ma si sente solo il ticchettio degli zoccoli che si allontanano in gran fretta. Si ode poi una risata macabra. Nessuno ha mai detto che questo strano evento abbia portato sciagure o sia successo una disgrazia. In poche parole tra le streghe di Benevento lei è la meno cattiva. Le più cattive sono le janare.
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Le janare che volano su una scopa di notte tormentando le persone e gli animali che incontrano o odiano. Lanciano fatture e maledizioni. Un’altra strega particolare di Benevento è: Mano longa. Si narra che lei fosse una donna che morì annegata in un pozzo diventando uno spirito che infestava i pozzi. Lei attirava e tirava verso di sé chiunque si affacciasse ad un pozzo per guardare l’acqua. Storia che appartiene alle tradizioni locali.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.