Freya: Dea Nordica della Bellezza e Guerra – mitologia celtica
Freya è una delle divinità più affascinanti della mitologia nordica, famosa per la sua bellezza, poesia, amore, sensualità, fertilità, magia e stregoneria. Appartenente alla stirpe dei Vanir, divinità legate alla terra e alla fertilità.
Freya è figlia di Njordhor (o Nioror), dio del mare, e di Skadhi, dea associata alla madre terra. Ha un fratello gemello, Freyr, dio della bellezza, della pioggia che fertilizza i campi e del sole, venerato insieme a Thor e Odino. Freya è anche la moglie di Oor, da cui ebbe due figlie, Hnoss e Gersimi.
Secondo l'”Edda in prosa”, Freya era una delle principali divinità di Asgard. Come dea della guerra, cavalcava nei campi di battaglia raccogliendo le anime dei guerrieri per portarle nel suo regno di Folkvangr. Freya aveva il diritto di prendere metà dei caduti, che avrebbe guidato durante il Ragnarok, la fine del mondo. L’altra metà delle anime veniva consegnata a Odino, che le portava nel Valhalla. Freya era in eterno conflitto con la vecchia sciamana Hundla, una megera invidiosa e cattiva che dimorava con gli Asi e diffondeva pettegolezzi sugli amori e i rapporti di Freya, spinta dalla gelosia nei confronti della dea.
BELLEZZA NORDICA
Freya viene rappresentata come una donna selvaggia di bellezza nordica, con occhi chiari, lunghi capelli biondi e carnagione rosea. Indossa una corta tunica con stivali che le arrivano fin sotto il ginocchio e un lungo mantello fatto di piume di falco, che le permette di volare tra il mondo terreno e quello celeste. Porta una mitra in testa e ama molto i gatti, animali a lei sacri, che trainano il suo cocchio dorato.
Una leggenda narra che, dopo che i gatti hanno trainato il suo carro per sette anni, Freya li libera, tramutandoli in streghe. Altri animali sacri alla divinità sono il falco e i cinghiali, in particolare Hildesvini che significa: cinghiale da battaglia, un enorme cinghiale con setole d’oro fabbricato da due nani e regalato a Freya, che la dea cavalca lasciando dietro di sé una scia dorata. Anche i cavalli neri, le capre e le cagne sono sacri a Freya.
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L’invidia su Freya
Freya visse con i suoi genitori nella prima parte della sua vita tra la sua stirpe, i Vanir.
Nell’Olimpo nordico, gli dei sono divisi in due gruppi: i Vanir, associati alla terra, alla fecondità e alla pace, e gli Asi, associati al cielo e alla guerra. Queste due stirpi entrarono in guerra e, dopo dure lotte, la madre di Freya abbandonò la sua terra per andare ad Asgard, offrendo i suoi due figli, Freya e Freyr, come ostaggi per porre fine alla guerra, accettando la vittoria degli Asi. Con il tempo, Freya acquisì entrambi i poteri della fertilità e della morte e guerra, comandando le valchirie nella raccolta delle anime.
Il potere di Freya derivava anche da doni ricevuti dai nani, come la collana magica Brisingamen. Le forze del male cercavano spesso di rubarle questa collana per stravolgere l’equilibrio del cosmo. Per ottenere la collana, Freya contrattò una notte d’amore con i quattro nani che l’avevano costruita. Quando suo marito Oor lo venne a sapere, la abbandonò, e Freya versò lacrime d’oro e ambra che caddero nel terreno. In una delle leggende, il dio Loki rubò la collana e Freya chiese aiuto a Heimdallr per recuperarla. Dopo un feroce duello, Heimdallr riuscì a restituire la collana a Freya. Loki, però, continuava a diffamare Freya, definendola ninfomane e accusandola di essere stata con tutti gli dei nordici. Nonostante ciò, la sua irrefrenabile energia sessuale era celebrata dai poeti nelle poesie amorose.
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La dea vecchia
Le divinità celtiche sono strettamente legate alla natura, alla guerra, alla fertilità e alla magia. Tra queste divinità, una delle figure più intriganti è la Dea Vecchia, un archetipo della saggezza antica e della trasformazione.
La Dea Vecchia, conosciuta con vari nomi tra le diverse tribù celtiche, rappresenta l’aspetto finale della triplice dea, composta anche dalla Fanciulla e dalla Madre. Questo archetipo simboleggia la morte e la rinascita, il ciclo eterno della vita. Spesso raffigurata come una figura anziana, la Dea Vecchia è vista come una custode di conoscenze arcane e misteri profondi. È rispettata e temuta, poiché incarna sia la fine della vita che la promessa di rinnovamento.
La Dea Vecchia è anche associata alla terra e ai suoi cicli naturali. In molte leggende, è descritta come una guardiana dei pozzi sacri e delle fonti d’acqua, che rappresentano la saggezza e la rigenerazione. In alcune tradizioni, la Dea Vecchia è vista come una figura di potere e autorità, in grado di conferire sovranità ai re e di determinare il destino delle battaglie.
La mitologia celtica, ricca di simbolismi e racconti, intreccia le storie delle divinità con gli elementi naturali, rendendo ogni racconto una lezione morale o spirituale. Le divinità celtiche, come la Dea Vecchia, continuano a ispirare e affascinare, offrendo una visione del mondo che celebra il ciclo della vita, la morte e la rinascita, e la connessione profonda tra l’umanità e la natura.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe!