Gioppino, contadino furbo e fannullone, maschere italiane, la maschera carnevale bergamasco
Chi è Gioppino? Il nome è già di per sé molto divertente. Si tratta di una delle maschere regionali italiane, nello specifico è la maschera di carnevale di bergamo. Rientra tra le altre maschere che sono di questa zona, come brighella, bergamo alta, e arlecchino, bergamo bassa.
Gioppino è una caricatura del contadino popolano! Non si conosce molto bene la sua nascita, ma la sua prima comparsa sulla scena e agli inizi del 1800 con il burattinaio: Battaglia. Essendo il protagonista di molte commedie del teatro dei burattini di Bergamo e dintorni, Gioppino è diventato una maschera carnevale caratteristica.
IL BURATTINO PIU’ ANTICO
Come accennato non è chiaro il periodo in cui nasce Gioppino, però lo ritroviamo come una figura fissa nell’antica arte dei burattini, spettacoli di strada che erano già molto di moda nell’antica Roma.
Diventano poi un’arte nomade quando i francesi occuparono e sconfissero i lombardi in Italia. Essi proibirono le maschere della commedia dell’arte italiana, ma il popolo riuscì poi a non far morire le tradizioni grazie proprio ai burattini.
Anzi vogliamo sottolineare che proprio nel 1500, quando il dominio dei popoli stranieri (Spagna, Francia, Austria), vennero allontanati ecco che tornò il carnevale, tanto soppresso. Infatti è proprio in questo periodo che tornano delle maschere italiane tradizionali, che sono antichissime, ma che erano state “soprpesse”.
Ad ogni modo Gioppino è appunto una delle maschere regionali italiane. Un personaggio caratterizzato da tre gozzi pendenti sul collo che lui chiama: i miei coralli! Gioppino liostenta come uno stemma di famiglia e non come un difetto fisico.
Per inciso spieghiamo che il “gozzo” è un ingrossamento della ghiandola tiroidea, sotto al collo, che avviene per una carenza di iodio provocata, a quel tempo, da mal nutrimento. Si credeva che portasse ad essere cretino ed è per questo che era considerata una malattia dei contadini. Tra l’altro era molto diffusa nelle campagne bergamasche.
Gioppino aveva poi una famiglia numerosa. Il padre si chiama Bortolo Socalonga. La madre invece è Maria Scatolera. La moglie, di cui è innamoratissimo, si chiama Marietta detta Margi’. Poi ci sono il figlio, Bortolì, e due fratelli, Giacomì e Pissanbraga. Infine troviamo i suoi nonni dal nome Bernardo e Bernarda
LEGGI ANCHE: Brighella, l’attacca brighe, maschere italiane, chi è brighella o brisighella?
Gioppino, caratteristiche maschera
La maschera carnevale di Gioppino ( il suo nome per intero e Giuseppino Socalonga ) è un contadino che non gli piace tanto zappare e vangare. Uno scansafatiche che, nonostante abbia molta forza fisica, preferisce perdere tempo. Trascorre le sue giornate a mangiare e bere del buon vino in compagnia dei suoi amici.
Un contadino allegro, acuto e furbo, uno scroccone. Armato di buon senso che gli fa capire e superare le difficoltà che incontra. La sua corporatura è robusta, tarchiata. Gioppino ha un bel faccione rotondo con guance e naso rossastro, causate dalle gran bevute. Tozzo nei modi e nel linguaggio. Nelle immagini di Gioppino sottoforma di burattino parla il dialetto della sua terra Zanica.
Protettivo contro i deboli. Combatte le ingiustizie e si difende a randellate dalle persone che lo disturbano. Quindi vediamo che è un buono.
Il suo vestito, che riesce a completare la maschera carnevale, è un classico delle persone di campagna di quel tempo, cioè ha una giubba in panno verde bordata di rosso, una camicia larga bianca, dei pantaloni marroni al ginocchio con calze a righe bianche e rosse. Indossa un cappello nero con fettuccia e bordura rossa.
LEGGI ANCHE: Capitan fracassa, chiacchierone senza freni, maschere italiane, la maschera carnevale ligure
La fama di gioppino da dove nasce?
Le marionette sono dei pupazzi creati co teste e mani di legno o di ceramica con il corpo in cartapesta. Indossa una veste o costume aperto in basso che li permettere di manovrarli con le mani e le dita.
Si imposero nel 600 (non 1600), ma nel 600 in pieno medioevo. Essi erano uno spettacolo a buon mercato o addirittura gratuito per il popolino. Ricordiamo che però ci sono tracce della loro presenza, molto più rudimentale, già nell’antica Roma.
Comunque questi spettacoli erano utili per intrattenere, dopo le estenuanti fatiche del raccolto, i braccianti e contadini. Allietavano quindi le giornate. Qui ritroviamo Gioppino che non si sa quando fu creato, ma di certo è il protagonista di tante avventure e disavventure nella zona bergamasca.
Fu nel 1820 che Battista Battaglia divenne il più gran divulgatore della maschera di Gioppino, tanto che i burattini vengono anche chiamati gioppini. Nelle sue rappresentazioni in piazza Vecchia di Bergamo, Gioppino partecipava a tutte le recite e la sua popolarità cresceva tanto da far passare in secondo piano Brighella e Arlecchino.
Questo personaggio rappresentava il popolano rozzo e ignorante, ma arguto e burlone. In molti si rispecchiavano in questa maschera tradizionale.
LEGGI ANCHE: Morale della strega: cosa ci insegna gennaio? Insegnamento di fine mese
Curiosità su gioppino
Durante il periodo fascista la maschera carnevale di Gioppino venne bandita a causa dei suoi tre gozzi che erano ritenuti troppo grotteschi.
Pensate che vennero tolti i tre gozzi alla maschera e al burattino in modo da mostrare un collo perfetto, ma che non rispecchiava più le maschere italiane. Per fortuna poi, nel carnevale venne nuovamente inserita le immagini di gioppino originali, quindi complete dei 3 gozzi.
LEGGI ANCHE: I giovani sposi: Merlo e Merla nella tradizione che porta il nome di “giorni della merla”