Nereo il vecchio del mare tranquillo: profetico – mitologia greca
Nereo è una antica divinità greca personificazione del mare! Figlio di Ponto, mare stesso, e Gaia la madre terra. Divenne il marito dell’Oceanina Doride e da lei ebbe 50 figlie, le Nereidi, e un figlio Nerito.
Il Dio abitava in fondo al mar Egeo dove c’è una profonda grotta dorata con tutta la sua numerosa famiglia. Nereo è una divinità tranquilla, placida e pacata, con poteri profetici.
DIVINITA’ MARINE – MITOLOGIA GRECA
Tra i miti greci, le divinità del regno del mare, dove il dio supremo è Poseidone, non sono tanto famose, se non in alcuni episodi in cui sono coinvolti gli eroi del passato.
La verità è che il regno del mare viene vissuto solo da una parte degli uomini ed è per questo che ci sono culti e divinità più “contenute”. Tuttavia Nereo è un Dio che è stato importante nei racconti della mitologia greca. A chiedergli consiglio furono sia Paride che Ercole. Senza contare che lui era il padre delle ninfe marine, bellissime divinità amate sia dagli uomini che dai dii del cielo.
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Profezia catastrofica di Nereo
Nereo viveva nel mar Egeo. Un Dio mutaforma che poteva divenire un enorme serpente marino oppure un mostro o ancora un delfino. Oltre a queste figure “fisiche” aveva il dono di trasformarsi in acqua o fuoco. Un profeta in grado di superare i divini poteri dell’oracolo di Delfi.
Il Dio offriva la sua saggezza e profezia a chiunque fosse in grado di catturarlo poiché lui si nascondeva negli abissi del mare Egeo oppure in altri mille posti sulle coste.
Nella guerra di Troia fu Nereo che a colloquio con Paride gli predisse tutto quello che sarebbe successo alla città di Troia se lui avesse rapito Elena. All’epoca del rapimento, la donna era la sposa di Menelao, Re di Sparta, ed era conosciuta come Elena di Sparta.
Quando Paride venne scelto da Zeus per decidere a chi andasse il pomo della discordia, che incoronava la più bella delle dee, Afrodite, per vincere, gli promise la più della donna mai esistita. La donna in questione era appunto Elena. A questo punto, Paride, figlio di Priamo, re di Troia, avvinto dall’amore per Elena, non diede ascolto alla profezia di Nereo. Rapì Elena e la portò al sicuro nella città. Da questo momento scoppiò la guerra che vide distrutta l’intera città.
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Ercole (eracle) e l’aiuto di Nereo
In un’altra grande profezia del sommo Dio Nereo, quest’ultimo venne trovato da Ercole (Eracle per i greci) per riuscire a trovare il famoso giardino delle Esperidi. Un luogo divino in cui solo agli dei era permesso viverci. Introvabile per un mortale o un semidio, come Ercole.
Tra le sue 12 fatiche di Ercole, gli venne ordinato di rubare bene 3 mele d’oro dagli alberi sacri del giardino delle Esperidi. Per riuscirci doveva però trovare Nereo che era l’unico, con il suo dono di veggenza, onniscienza e profezia, a indicargli il luogo divino.
Ercole dovette girovagare l’intera Grecia, conosciuta e sconosciuta, isole comprese e perfino scogli e Atolli, per riuscire a trovare Nereo. Si dovette scontrare con briganti e assassini. Lottò perfino con Cicno, uno dei figli più sanguinari di Ares, avuti con Pirene, che voleva costruire un tempio dedicato ad Ares, suo padre e dio della guerra, con le ossa di coloro che erano sul suo cammino o passavano sul suo territorio.
Alla fine riuscì nel suo intento. Trovò Nereo che, con il dono dell’onniscienza, sapeva esattamente dove si trovasse il giardino delle Esperidi. Rivelò il percorso da fare ad Ercole e anche i pericoli che avrebbe affrontato.
C’era poi un altro grave problema che doveva essere risolto da Ercole e di cui il semidio non sapeva assolutamente nulla. Lui, essendo per metà mortale, raccogliendo le mele d’oro avrebbe perso la sua forza. Inoltre, la parte umana, sarebbe morta facendogli soffrire l’eternità tra dolori e tormenti. Le mele si potevano trasportare solo una volta staccate dall’albero.
L’unico modo per poter raccogliere le mele sarebbe stato grazie all’aiuto del titano Atlante che avrebbe dovuto ingannare affidandosi alla sua astuzia per cui era tanto famoso. Solo grazie a lui, il semidio Ercole, riuscì a concludere questa fatica.
Il bel nereo: il pacifico
Le divinità marine hanno un fascino a cui gli umani non sono immuni. Nereo era un uomo anziano con capelli e barba lunga dal colore bianco come la spuma del mare e dove c’erano alghe, conchiglie e altri elementi marini.
Nonostante fosse “anziano” era possente, muscoloso e molto bello, tanto da affascinare giovinette e perfino le dee più belle dell’Olimpo. Non era un guerriero, ma un dio calmo, tant’è che veniva chiamato: Nereo il pacifico.
Tra le sue facoltà divine, oltre a quelle citate, quali: veggenza, profezia e onniscienza, era un: mutaforma. Cambia il suo corpo in base alle necessità e situazioni che doveva affrontare. Poteva trasformarsi in un serpente marino spaventoso oppure essere un minuscolo pesciolino o ancora un granchietto che cammina sugli scogli. Oppure poteva avere la forma dell’acqua e del fuoco.
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Articolo scritto e pubblicato Il bosco delle streghe!