Strega Empusa la cagna nera di Ecate – prostituzione sacra
La empusa o le empuse sono figure inquietanti appartenenti alla mitologia greca, associate a Ecate, la divinità ctonia della morte, della magia, della luna nera, guardiana degli incroci, delle strade e degli inferi.
La strega empusa è un essere soprannaturale nota per il suo potere di terrorizzare e uccidere i viaggiatori che avevano la sfortuna di incrociare il suo cammino.
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Il suo compito è quello di una guardiana degli incroci che elimina, uccidendo, coloro che sbagliano la strada oppure che decidono di cambiare il loro destino. Tuttavia la sua origine è molto antica e la sua storia è a tratti triste e a tratti inquietante.
Cagne nere di Ecate
La strega empusa non è una sola figura, nel senso che esistono le Empuse perché si può divenire una di esse. Chiamate: le cagne nere di Ecate, erano note per i loro tratti animaleschi.
Sono il simbolo di lussuria e morte improvvisa. Si diceva che si muovessero su un cocchio trainato da cani latranti e che fossero sterili, incapaci di procreare. Accusate di rapire bambini e trasformarli in demoni.
Però estendiamo il discorso e soprattutto il significato. La empusa è oggi una strega che, in pieno medioevo, divenne un mito spaventoso ed uno degli indizi principali per identificare la strega. La santa inquisizione appunto utilizzava sia gli elementi descrittivi che quelli caratteriali o comportamentali, con cui accusava le donne di “stregoneria”. La empusa era, anticamente, un’ancella o vestale della dea Ecate. Vestiva di nero quando era giorno o incontrava altri umani. Mentre erano totalmente nude, truccate con fango o tinte nere, durante i culti di venerazione, evocazione o per festeggiare Ecate, durante la luna nera.
Nei rituali di ecate esse camminavano nelle foreste al buio avendo solo una torcia in mano, per illuminare la strada. Ballavano attorno ad un fuoco e eseguivano rituali orgiastici. Spesso si accompagnavano ad animali sacri alla dea. Nei culti più evocativi e antichi, era prassi che ci fosse un sacrificio che poteva essere anche umano, non solo di animali.
Precisiamo che Ecate è considerata anche la dea del culto dei morti. Tant’è che era possibile eseguire addirittura dei sacrifici umani che avvenivano dopo rituali orgiastici.
Aspetto innocuo
La empusa è una creatura mutaforma, capace di assumere diverse sembianze, come: cagna, vacca, asina, mula o bellissima fanciulla.
Il suo nome, Empusa, significa: colei che si introduce a forza ed esiste un significato dietro questo nome. L’aspetto che mostra agli uomini è sempre innocuo o comunque che non fa paura. Chi teme un cane femmina che vi viene incontro scodinzolando? Chi teme una fanciulla bellissima, con i capelli sciolti, che ti sorride? Nessuno, ma proprio per questo, nell’antica Grecia, era una creatura tra le più temute.
Esisteva però un tratto distintivo quando si trasformava in forma umana, che permetteva a chiunque di riconoscerle, vale a dire quello di avere un piede o una gamba di bronzo (metallo sacro a Ecate) oppure composto da sterco di asina o di vacca.
Inoltre aveva delle natiche d’asina, occhi rossi infuocati e denti sottili aguzzi che usava per succhiare il sangue. Queste caratteristiche venivano nascoste dagli abiti e da sandali di bronzo.
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Storia vera di Empusa
In realtà però da dove nasce l’aspetto demoniaco dell’empusa? Perché è diventata poi una strega spaventosa, crudele e assolutamente da evitare? Da dove nasce poi il suo bisogno di sangue o di vendetta?
Noi di Il bosco delle streghe abbiamo avuto qualche difficoltà a capire la nascita del mito poiché sono innumerevoli poi le empuse che hanno attraversato i secoli. Per questo dobbiamo iniziare proprio dal culto di Ecate. Le empuse erano, come accennato, le vestali di Ecate. Nei culti che interessavano questa divinità c’era anche la “prostituzione sacra”.
Nella cultura del passato il sesso non era visto come lo vediamo oggi. Esso era un passaggio naturale della crescita umana, sia per le donne che per gli uomini, ma con delle diversità sostanziali. Esso era utile per la procreazione, quindi per la nascita, ma soprattutto era piacevole e questo piacere ci era stato donato, a noi genere umano, dalle divinità.
Per questo la prostituzione sacra era uno dei culti che ritroviamo in quasi tutti i rituali che interessano le divinità. Ecate era ed è una delle dee che rappresentavano il sesso più depravato, spinto o comunque piacevole fino all’estremo. Per questo le su e vestali erano dedite a tali culti che richiamavano la lussuria. Le empuse erano rispettate durante il giorno e la loro prostituzione era considerata sacra solo nei templi di Ecate.
Fanciulle bellissime dedite ad una divinità importante per la magia, conoscitrici di magie e di erbe medicinali, donne colte, ma tutto questo ha poi subito un risvolto al negativo. Nell’evoluzione della società greca, in questo caso, ci sono stati cambiamenti culturali dettati sia dalla politica, ma soprattutto dalle guerre. Il compito delle seguaci di Ecate cambiò, ecco il perché!
Cagne nere di Ecate, perché disprezzate?
Le guerre che hanno coinvolto l’Europa sono state innumerevoli, molte di esse erano però piccole.
Invasioni da una città all’altra oppure improvvisi assalti da parte di mercenari che depredavano i villaggi più piccoli di tutto quello che poteva essere derubato. Per difendere il popolo contadino, che rappresentava la forza lavoro, il sostentamento, si decise che le empuse fossero “donate” agli invasori sia come schiave che come peripatetiche per “soddisfare” gli impulsi sessuali dei nemici.
Nelle poche informazioni ritrovate e tradotte, ci dicono che divenne un’usanza comune che le empuse fossero cacciate fuori le mura delle città, sulle strade, quando si avvicinavano soldati nemici oppure invasori di ogni genere.
Insieme a loro si potevano lasciare offerte di cibo o di oro. Ciò voleva dire che gli uomini potevano abusare di queste fanciulle in tutti i modi che volevano. Coloro che sopravvivevano agli invasori non erano poi trattate come delle “eroine” o vittime sacrificali, ma anzi erano lasciate al loro destino.
Da un lato, le vestali, non rispettando l’atto sessuale che doveva avvenire solo nei templi di ecate, venivano meno al loro voto di culto religioso. Dunque divenivano impure. Poco importava se le empuse erano state costrette dal resto della comunità a subire tali violenze sessuali, loro divenivano impure!
Donna: sei tu la colpa
Questo è un discorso che ritroviamo spesso nella mitologia greca, le fanciulle che subivano violenza, non venivano comprese anzi divenivano le colpevoli. Cosa che capitò anche alla gorgone medusa. Era come dire: se sei così bella da suscitare istinti bestiali negli uomini, la colpa e tua. Qui nasce il triste detto: te la sei cercata. Oltre all’umiliazione delle violenze subite le empuse venivano evitate e sconsacrate dalla loro stessa gente.
Trattate come delle peripatetiche che non avevano diritto a esercitare poi tale professione nemmeno presso le case di piacere. Tant’è che per loro era permesso la mercificazione del loro corpo solo presso le strade. Quindi toccavano il livello più basso di ceto sociale.
Ciò non capitò in un solo giorno, ma in anni ed anni. Tanto che poi si trovò difficoltà a trovare delle vestali che onorassero il culto di Ecate che continuò in modo segreto. Il timore di essere una vestale sotto gli occhi di tutto era quello di finire come tutte le altre, vale a dire: offerta ai nemici e disprezzate se sopravvivevano.
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Ecate, la notte, la vendetta e la empusa
Le vestali di ecate che sopravvivevano avevano due scelte: diventare peripatetiche di bassissimo ceto sociale oppure unirsi nel culto oscuro.
Molte di esse decisero di “unire le forze” per sopravvivere. Divennero streghe a tutti gli effetti. Le loro abitazioni erano al di fuori delle mura dei villaggi oppure nei templi di Ecate in disuso. Qui si ritrovavano a passeggiare, nelle vie o presso gli incroci, in cerca di clienti.
Nelle testimonianze che ci sono giunte notiamo che venivano consultate per filtri magici oppure per rituali e magie sia dai poveri che dai ricchi. Gli uomini che invece le desideravano come “donne mercenarie” venivano sedotti e uccisi. Il sacrificio avveniva come “sacrificio a ecate” per tornare ad avere la benevolenza della Dea. Il sangue delle vittime era usato come trucco durante i culti più importanti.
Si dipingevano gli occhi, le guance e le labbra del sangue, questo potrebbe aver poi creato il mito della strega dagli occhi rosso infuocato. Si ballava attorno ai fuochi e i rituali orgiastici erano poi seguiti dal sacrificio del cliente che era inconsapevole di partecipare a tale rituale. Insomma la vendetta di queste vestali venne interamente dedicato alla luna nera ed è per questo che furono poi chiamate: le cagne nere di ecate.
Il mito della gamba di bronzo delle empusa
Le vestali di Ecate, quando erano venerate e onorate, per rispettare la dea, durante i culti originari, usavano indossare dei sandali di bronzo che erano poi gli stessi sandali indossati dalla Dea quando ella tornava tra gli esseri umani.
C’è però una storia che mi ha particolarmente intristito. Si narra che un giorno, una delle vestali di ecate, fu regalata come schiava a dei soldati che stavano invadendo la città di Atene.
La fanciulla era tra le più belle e giovani e fu per questo che venne risparmiata dai soldati che dopo averne abusato decisero di non ucciderla, dato che spesso era questa la fine che facevano. La giovane era una delle fedelissime di Ecate e, nei giorni avvenire, rimasta schiava nell’accampamento dei soldati, continuò con i suoi rituali.
Una notte di luna piena, proprio perché era possibile vedere tra i boschi, tentò di fuggire. Uno dei soldati se ne accorse e la catturò riportandola all’accampamento. Per evitare che la donna fuggisse nuovamente le venne tagliato un piede, in alcune traduzioni si dice che fosse una gamba. Le sue grida squarciarono la notte e arrivarono alle orecchie di altre empuse.
La fanciulla sopravvisse, ma non essendo più attraente come prima, fu usata come schiava. Le altre empuse attesero le notti senza luna. Notti in cui l’accampamento rimaneva con pochi soldati poiché la maggior gli altri andavano in pattugliamento. Si avvinarono all’accampamento e iniziarono a sedurre i soldati fino a ucciderli del tutto.
La fanciulla venne trovata e riconosciuta come una empusa. Gli fu messo un piede provvisorio, non sappiamo di cosa, per poter camminare e fuggire, tenuto stretto al resto della gamba rimasta con un sandalo e lacci di bronzo. Noi pensiamo che da questa storia, che potrebbe essere vera, sia poi nata la leggenda che le empuse hanno un piede di bronzo o di sterco di asina.
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Empusa e esoterismo
Nel contesto esoterico, le Empuse rappresentano forze oscure e demoniache legate alla magia nera e alla stregoneria. La loro associazione con Ecate, una delle principali divinità della magia e della stregoneria, rafforza la loro immagine come figure di terrore e potere soprannaturale.
Ecate stessa è invocata nei rituali magici e nei culti esoterici, e le sue ancelle, le Empuse, sono viste come esecutrici delle sue volontà più oscure. Apparivano spesso con il volto contornato dalle fiamme e, quando morivano, divampavano improvvisamente. Erano temute per la loro abitudine di introdursi di nascosto nelle case degli uomini sedotti, possedendoli e succhiando loro il sangue e la vitalità fino a ucciderli.
Nell’antica Grecia, per proteggersi dalle Empuse, si ricorreva a vari amuleti e incantesimi. Uno dei metodi più comuni per scacciarle era riempirle di insulti e maledizioni, costringendole a fuggire. Alcuni racconti suggeriscono che particolari erbe e simboli sacri potessero essere usati per proteggere i viaggiatori dalle Empuse durante i loro viaggi notturni.
Iconografia delle empuse
Le rappresentazioni delle Empuse nella ceramica e nell’arte greca sono rare, ma quando appaiono, sono spesso raffigurate con i loro tratti distintivi: una gamba di bronzo e una gamba di sterco.
La loro immagine è quella di creature inquietanti e sinistre, un riflesso delle paure e delle superstizioni dell’antica Grecia riguardo il soprannaturale e l’ignoto.
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Articolo scritto e pubblicato da: IL BOSCO DELLE STREGHE
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