Alice Kiteler la dama del demonio -strega vera
Nella storia umana, la magia cammina di pari passo con l’evoluzione. Un qualcosa di arcaico, nascosto tra le pagine del tempo, ma che sopravvive. Se vogliamo parlare dell’esoterismo, dobbiamo iniziare dalla prima strega conosciuta: Alice Kiteler.
Se vuoi vedere il video completo e ascoltare la storia della strega Alice Kiteler, visita il nostro canale “Il bosco delle streghe” su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=3qvhixI9tGk&t=1144s
Nota come: la dama del demonio! Strega iniziatrice! La massoneria d’Irlanda! Congrega dei pagani o congrega di Kilkenny! Una storia vera, completa di verbali di un processo che ha dato inizio alla persecuzione delle streghe in tutta Europa.
Alice Kiteler era una ricca e agiata donna irlandese. In seguito passò alla storia come la prima donna ad essere accusata di stregoneria nel pieno periodo del dominio cattolico.
Precisiamo che non fu lei a creare la magia o le streghe. Esse sono figure arcaiche, nate nelle religioni primordiali. Però di Alice Kiteler esistono le testimonianze scritte, quindi verbalizzate, della sua vita, processo e condanna. Su di lei furono prese le informazioni usate poi dalla santa inquisizione per fare un “identikit” delle streghe in modo da riconoscerle, denunciarle e punirle.
CHI ERA ALICE KITELER
Nata a Kilkenny, Irlanda, nel 1280. I suoi genitori, di cui non si conoscono i nomi, erano dei mercanti provenienti originariamente dal Belgio che si impiantarono nella città di kilkenny, riuscendo a crearsi una discreta fortuna con le Fiandre.
Già sulla madre circolavano “strane paure” sulle sue conoscenze delle arti magiche. Arti che smise di svolgere quando la famiglia iniziò ad essere agiata.
Tra le tanti “voci di popolo” su Alice Kiteler si narra che sua madre, durante il parto che fu difficile e travagliato, ad un certo punto, in preda a dolori lancinanti, in uno spasmo improvviso, fece cadere a terra, accidentalmente, una croce che era su un tavolo vicino. Essa ricadde a terra a testa in giù, rovesciata, la donna, guadandola disse: Falla vivere è la sua vita sarà tua.
La levatrice, cioè la donna che assisteva le partorienti, affermò che, secondo lei, la madre di Alice Kiteler semplicemente aveva fatto un voto a Gesù Cristo. Voto in cui Alice avrebbe sacrificato la sua vita a fare del bene e ad essere devota della. Il vescovo che, durante le indagini decise di ascoltare questa testimonianza, trasse la conclusione che la croce rovesciata era il simbolo del demonio e che dunque la madre di Alice Kiteler aveva “donato” la vita della bambina al signore oscuro.
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I mariti di Alice Kiteler
In totale Alice si sposò ben 4 volte con uomini sempre ricchissimi e destinati ad una breve vita.
All’epoca delle prime nozze, la donna aveva appena 20 anni, un’età quasi avanzata per trovare marito. Convola a nozze a pochi mesi di distanza dalla morte misteriosa e mai compresa, di suo padre da cui ereditò tutte le proprietà. Non avendo né fratelli o sorelle e tantomeno parenti che vivevano in Irlanda, divenne una ricca ereditiera. La madre era morta anni prima o sparita nel nulla.
Il primo marito si chiamava: William Outlaw, era un banchiere “ufficialmente”, ma il suo secondo lavoro, più redditizio, era la professione di strozzino. Durante la sua vita divenne sindaco della città di Kilkenny. Da lui ebbe il suo primo figlio: William, chiamato come il marito.
Nonostante fossero benestanti, Alice era una donna attiva e indipendente, bella, giovane e piacente. Lei fece costruire una taverna che esiste ancora oggi: Kiteler’s Inn. Un ostello destinato ad ospitare derelitti, persone senza fissa dimora e bisognosi di ogni genere, soprattutto era un luogo che alloggiava gli eretici in un’epoca cristiana severissima. Tale “atto di pietà” era ben visto dal resto della popolazione che pensavano ad Alice come ad una “santa caritatevole”.
Ostello di carità… forse
In poco tempo, l’ostello divenne una taverna e il ritrovo di uomini facoltosi, ricchi e di nobili sia stranieri che irlandesi, che trovavano ristoro e “piaceri” di ogni sorta al suo interno. La taverna, ancora oggi aperta, era un ricco business che aumentò il patrimonio di Alice e del marito. Ricordiamoci che siamo nel 1300, epoca in cui le donne non potevano avere denaro, nel senso che gli era concesso gestire gli affari, ma il guadagno andava interamente nelle tasche dei mariti, padri o fratelli, vale a dire: degli uomini di casa.
Tanti i pettegolezzi che giravano sulla bella Alice e sulla sua “fame insaziabile”. Tra l’altro, durante le indagini, sembra che proprio all’interno della taverna, lei accoglieva i suoi clienti che chiedevano: rituali di amore e sesso, fatture, ricchezza e via dicendo.
Improvvisamente e stranamente il marito, dopo circa 3 anni e mezzo dalle nozze, morì in poco tempo. Si dice che fosse caduto da una torre o da cavallo, le versioni sono discordanti. Fu questo incidente a farlo finire nel letto da dove non si rialzò mai più e né usci solo da morto. Alice rimase vedova ereditando tutte le sostanze del suo sposo poiché il figlio era troppo piccolo per gestire il patrimonio, quindi lei era la “reggente del patrimonio”.
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Morti misteriose
Trascorsero meno di 3 settimane dal funerale del primo marito che Alice sposò un altro banchiere, vedovo e con figli, tale: Adam Le Blund, da cui ebbe una figlia femmina, morta dopo poche settimane dalla nascita. Dopo qualche anno di matrimonio, Adam si ammalò a causa di una strana indigestione. Prima di morire, Alice riuscì a fargli cambiare testamento in modo che fosse suo figlio ad ereditare tutto e non i figli naturali dell’uomo avuti da un precedente matrimonio. Di quest’ultimi si sa che erano 3 ed il più grande, stranamente, è morto in circostanze mai confermate, dopo qualche mese dal decesso del padre. Mentre gli altri due vennero affidati a dei parenti. Purtroppo sono testimonianze non sono confermate poiché all’epoca erano considerate “informazioni non utili” alle indagini sul processo per stregoneria.
Stando alle cronache dell’epoca, c’è chi afferma che il ragazzo più grande, quello poi defunto accidentalmente, aveva visto Alice Kiteler eseguire macabri rituali usando una candela nera, capelli del padre e strani polveri. Una confidenza che il giovane fece ad una serva, tale Petronella de Meath, una delle serve di Alice. Probabilmente il giovane, nella sua ingenuità, pensava che ciò spaventasse la matrigna. Tuttavia decise di confidarsi anche con degli amici di famiglia. Probabilmente fu questa la sua condanna a morte, nel senso che Alice potrebbe aver causato la sua morte per farlo tacere per sempre.
Terzo marito!
Arriviamo al terzo marito: Richard de Valle, lui era un proprietario terriero, vecchio e solo, senza figli. Alice era una donna dal potente fascino e sapeva come sedurre. Inoltre era ricca e questo non dispiace a nessuno. Non le fu difficile convolare a nozze per la terza volta.
Quest’ultimo visse per circa 3 anni insieme alla donna. Morì per malattia, data l’età di Richard non fu difficile pensare che fosse un decesso naturale. L’unica cosa strana è che cambiò il testamento a pochi giorni dalla dipartita. Tutte le sue proprietà erano destinate al figliastro William, figlio naturale di Alice. Vennero esclusi tutti i parenti, tra cui un fratello a cui era molto legato.
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La congrega dei pagani
Alice ha ora 36 anni. Donna ricchissima, facoltosa e con amicizie importanti, la sua posizione sociale è altissima e intoccabile.
Dopo la morte del terzo marito decise di creare una congrega che si riunivano a Kiteler’s Inn, chiamata: congrega dell’antica religione. Essa riuniva persone facoltose, politici e nobili, dame di tutti i ceti sociali e naturalmente alcuni suoi fedelissimi che l’avevano seguita nel corso degli anni.
All’interno di Kiteler’s Inn, per quanto fu scoperto in seguito dalle autorità della chiesa, si rispettavano i sabba e rituali pagani antichissimi. Orge durante le notti senza luna, rituali di ricchezza e potere, rievocazione del demonio, evocazione dei morti, sacrifici animali e umani. Ricordiamoci che la taverna era dedicata per ospitare derelitti ed eretici, soggetti che non erano certo cercati da parenti e che non avevano amici. Vittime perfette da far sparire in poco tempo. Durante le indagini vennero ritrovati barattoli di ossa umane, pelle, capelli, usati nei rituali della congrega.
C’è da dire che tutto questo divenne ufficiale solo dopo la condanna della donna, proprio perché lei era ricca e potente. Non furono mai identificati ufficialmente tutti i suoi seguaci.
Ad ogni modo all’apparenza lei rimaneva una fedele cristiana, nonostante le sue visite in chiesa erano realmente rarissime, solo per i matrimoni e i funerali.
L’ascesa sociale della dama del demonio
Arriviamo al quarto marito, colui che scoprì di aver sposato una strega, tale: Sir Jhon le Poer.
Quest’ultimo era un vecchio vedovo, con figli, che decise di risposarsi con la bella 40enne Alice, gentile e cortese nei suoi confronti, avvenente e con un patrimonio importante come dote.
Oltre a questo sembra che l’uomo fosse letteralmente impazzito d’amore per Alice, tanto che non dava ascolto nemmeno ai suoi figli. Nonostante lei fosse ricca le sue origini erano contadine mentre lui era un Lord. Il loro matrimonio era mal visto da molti, ma ciò non toglie che l’uomo decise di sposarla contro il parere di tutti.
Il primo anno fu tranquillo e senza alcun problema. Poi Sir Jhon le Poer si ammalò. Nulla poterono fare i medici che non comprendevano né la motivazione della malattia e tantomeno l’evolversi. L’uomo era anziano, ma vigoroso, in poche settimane divenne lo spettro di sé stesso. Perse unghia, capelli e denti.
L’amorevole Alice era sempre al suo capezzale, tranne quando si doveva occupare dei suoi affari e della taverna. Quando lei non c’era, a sorvegliare l’uomo, c’era la serva fedele, cioè: Petronella de Meath. Tuttavia vi erano dei periodi in cui le due donne si allontanavano insieme, in alcune notti. Cosa che venne notata dai figli di Sir Jhon le Poer.
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La notte della scoperta!
Fu proprio in una di queste notti che essi decisero di entrare in camera da letto del padre e parlargli apertamente. Loro avevano indagato sulla matrigna scoprendo cose che non gli erano mai giunte alle orecchie: l’arte della stregoneria. L’uomo iniziò quindi ad avere dei forti sospetti sulla sua malattia.
Iniziò a evitare di bere tè e altre bevande preparate da Alice, ma fingeva spasmi, dolori e forti sonnolenze. Questo tranquillizzava la donna che iniziò a lasciarlo sempre più spesso da solo, ma chiudendolo a chiave nella sua camera. Sir Jhon le Poer possedeva una seconda chiave che iniziò ad usare quando era certo che sua moglie era fuori dal castello. Voleva trovare indizi sulla colpevolezza della donna.
L’uomo non credeva di aver sposato una strega, ma solo un’avvelenatrice. Convinzione che cambiò! Durante le sue perlustrazioni scoprì una stanza segreta, all’interno del suo castello. Stanza che Alice aveva fatto costruire all’insaputa di tutti. Riuscì ad aprire la porta grazie ad una chiave che la donna aveva nascosto in una cassapanca nella camera da letto e che lui, fingendo di dormire, aveva visto. Cosa trovò in questa stanza? Perché poi c’era una stanza segreta dove la porta era nascosta da un grande quadro?
Stanza occulta
Sir Jhon le Poer riuscì ad entrare. La camera era caotica. Vi erano degli scritti di rituali demoniaci, sacrifici o offerte di ogni sorta. Riconobbe la calligrafia della moglie. In alcuni fogli c’erano delle descrizioni minuziose di quello che era stato fatto durante i sabba. Legge poesie e incantesimi diretti agli spiriti della natura, l’antica religione, oltre che a satana in persona.
La cosa che più lo sconvolse fu la “dispensa della strega”. Barattoli e barattoli di ogni tipologia di erba, pianta e polveri. Fino a ritrovare strumenti rituali e barattoli contenenti ossa umane, pelle, capelli e unghie. In un mortaio c’erano delle ossa frantumate a metà. Un teschio era su un altare con candele nere accese. Su un altro altare c’era una candela rossa con dei fiori appassiti.
Dopo questa scoperta l’uomo si rese conto di quale pericolo stava correndo e doveva agire cautamente. Si richiuse in camera da letto aspettando che tornasse sua moglie. Il giorno dopo, da quello che aveva letto su alcuni appunti scritti nella stanza occulta, Alice doveva tornare alla taverna poiché era un’altra notte senza luna (per chi non lo sapesse le notti senza luna sono in totale 3). Quello sarebbe stato il momento di agire.
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Tra la vita e la morte
Quel giorno Sir Jhon le Poer fece finta di stare più male delle altre notti e chiese di non essere lasciato solo, cosa che Alice non poteva fare perché era attesa alla sua taverna.
Il marito gli chiese di poter avere, come aiuto, una delle sue serve più fedeli e affezionate. Questo fu un errore per Alice. Lei stessa pensava che a breve Sir Jhon le Poer sarebbe morto. Se lei non era in casa, ma bensì c’era una delle serve più fedeli del lord, non sarebbero nati sospetti di un omicidio, ma di una morte naturale. Dunque lei acconsentì.
Sir Jhon le Poer stava realmente male, non solo per chissà quale pozione ingerita, ma soprattutto per la scoperta di aver sposato una strega. Dopo che Alice si allontanò, rivelò tutto quello che aveva scoperto alla sua serva. Quest’ultima si recò all’interno della stanza segreta. Tornando dall’uomo spaventata e senza parole. Affermando che l’altare con le candele nere, non erano accese, ma spente e che non c’era alcun teschio. Probabilmente Alice lo aveva portato con sé quella notte per usarlo in chissà quale rituale.
A questo punto Sir Jhon le Poer chiese alla serva di avvisare i parenti e di denunciare la moglie alla chiesa. Doveva agire quella notte stessa. Quest’ultima ubbidì nonostante avesse una brutta sensazione sul suo padrone.
La corsa della serva
Lei stessa ammise, durante gli interrogatori, che quella notte, quando andò dai figli di Sir Jhon le Poer, essi non la udirono bussare alla porta. Un altro invece disse di aver visto delle ombre nello specchio e quando sentì bussare, decise di non aprire.
A questo punto la serva si recò presso la chiesa, era ormai l’alba, per denunciare Alice Kiteler. Durante la giornata furono avvisati i monaci della città sulla congrega dei pagani e dell’arte magica naturale, oltre che sulla sua fondatrice, cioè Alice. Trascorsero due giorni prima che il vescovo Richard de Ledrede venisse a conoscenza di tutto. Due giorni fatali per Sir Jhon le Poer che, quando intervennero le autorità, fu trovato morto con accanto al letto una bevanda dal profumo dolciastro e dei fiori appassiti.
Sir Jhon le Poer, da carnefice a vittima
Cosa stava capitando? Qui si apre un capitolo “curioso” sulla vita della prima strega.
Quando intervennero le autorità ecclesiastiche per “analizzare” il corpo del deceduto Sir Jhon le Poer, la donna pensò che fosse stato il medico a denunciarla. Tant’è che si affrettò a dire che le condizioni del marito erano peggiorate quando, qualche notte prima, la serva del nobile, lo aveva lasciato, in piena notte, da solo, senza assistenza ed era forse per questo che non si era fatta più vedere a casa.
La sua espressione cambiò quando le autorità chiesero di perquisire il castello, concentrandosi su una parte dell’edificio. A questo punto Alice capi che qualcosa non andava e avvisò subito i suoi legali che riuscirono a non farla arrestare.
Durante la perquisizione dell’abitazione venne scoperta la macabra stanza segreta e tutto quello che conteneva. Dato che però c’erano tanti servi, continui ospiti e, fino a qualche mese prima della malattia di Sir Jhon le Poer, vi viveva anche uno dei figli, con moglie a carico, non si poteva affermare che essa fosse solo della dama del castello, cioè di Alice. Tra l’altro nessuno conosceva la calligrafia della donna e quindi anche gli scritti non erano rapportabili a lei.
Tuttavia il vescovo Richard de Ledrede aveva ingaggiato una vera e propria lotta contro Alice Kiteler dove le indagini mostrarono un altro volto della: dama di carità di Kilkenny.
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I due volti di Alice Kiteler
Se da un lato la dama di carità, la nobile Alice Kiteler le Poer, era stimatissima nel bel mondo, cioè tra i ricchi, con amici politici facoltosi e tanti altri nobili, dall’altro la popolazione la conosceva bene.
Le testimonianze contro di lei furono tantissime e risalenti a quando lei viveva ancora con i suoi genitori. Come accennato in precedenza la stessa levatrice raccontò del parto e della promessa di sua madre sulla croce rovesciata.
Andiamo comunque per ordine!
La bella Alice, secondo i pettegolezzi dell’epoca, nonostante fosse bellissima non era proprio devota al rispetto della fede cristiana. Dopo la scomparsa della madre, non è chiaro se fosse morte, partita per un viaggio e deceduta da parenti lontani, in Belgio, Alice ha dato sfogo alla sua sessualità. Amante sia di giovani lavoranti delle sue fiandre che di uomini d’affari che collaboravano il padre. Crescendo poi era richiesta per le sue pozioni e filtri d’amore da persone povere e umili oltre a prestare soldi con tassi di interessi da usuraia.
Dopo la morte del padre, anch’essa incompresa. Si sposò con il primo marito, il banchiere William Outlaw con cui aveva stabilito già dei rapporti d’affari qualche mese prima della morte del padre. Quest’ultimo era noto, tra commercianti, come uno strozzino tra i più feroci. Tuttavia l’uomo era letteralmente impazzito per Alice. Lo si vedeva camminare sotto le finestre della sua casa, sia di giorno che di notte. Sospirare il suo nome quando beveva insieme agli amici. Vederla ovunque, perfino quando era al lavoro. Un amore travolgente che si sospettava derivasse da un legamento d’amore, un incantesimo sessuale potentissimo.
Primi testimoni!
Prima del matrimonio, una delle lavoratrici delle fiandre, che gli doveva restituire del denaro preso in prestito da Alice, la vide dalla finestra mentre ella ballava attorno ad un cerchio di sale con due candele rosse al centro. Esse erano legate con un nastrino rosso. Una cosa che la spaventò moltissimo, ma che tenne per sé.
Le testimonianze dei figli di Sir Jhon le Poer parlando di rituali con immolazioni di animali alle forze degli inferi. Uno dei figli del sir, che poi andò via proprio qualche mese prima che il padre si ammalasse, aveva scoperto Alice in cucina mentre recitava delle parole incomprensibili e sgozzava un gallo nero. La donna si era allarmata quando si accorse della presenza dell’uomo, ma disse semplicemente che stava preparando, per l’indomani, un brodo da dare al marito che non si sentiva tanto bene.
Il secondo marito, anch’esso folle d’amore per Alice, secondo la testimonianza del dottore, era stranamente unto di un unguento dal profumo dolce.
Poi sono tantissime le altre testimonianze recuperate dal vescovo Richard che presentò direttamente alle autorità superiori per far arrestare la strega di Kilkenny.
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L’arresto del vescovo Richard de Ledrede
Dopo la denuncia ad essere arrestato fu il vescovo Richard de Ledrede che venne accusato di aver costruito delle prove contro la dama! L’arresto avvenne su ordine diretto del cancelliere Roger Outlawe, ma chi era costui?
C’è chi pensava che fosse un parente della donna, un nipote. C’è chi aveva il sospetto che i due fossero amanti. La storia è molto più lugubre e oscura. Semplicemente questo Roger Outlawe, da anni, si era servito delle arti magiche di Alice per avere successo nel lavoro. Da giovane benestante e politico, fino a diventare una delle cariche legislative più importanti d’Irlanda. Lui stesso pagò rituali con sacrifici animali, pozioni e filtri di ogni genere, offerte e addirittura era solito a richiedere arti divinatorie per predire il futuro. In questi anni era uno dei finanziatori e appartenenti alla congrega dei pagani della dama del demonio (così nota tra i più fidati). Informazioni che vennero fuori, senza prove concrete, anni ed anni dopo la sua morte.
La decisione di Roger Outlawe fu sostenuta da altri nobili di Kilkenny.
Nelle prove raccolte venne fuori la presenza della congrega dei pagani e dell’antica religione. Qui si scoprirono rituali di ogni genere, svolgimento di sabba, evocazioni di satana e sacrifici animali e umani. Purtroppo non furono mai trovati resti di cadaveri di cui non si sa ancora oggi cose se ne fecero, ma molti erano gli eretici e i derelitti umani, senza fissa dimora, che entravano nell’ostello per non uscirne più. Altrettante furono le donne e giovanissime fanciulle costrette a pratiche orgiastiche e di prostituzione. Anche di loro poche uscirono vive dalla taverna, nessuna testimoniò direttamente per non essere condannate come strega e adoratrice del diavolo, ma tante di loro parlarono direttamente con parroci, amici e via dicendo.
La popolazione della città era terrorizzata, convinta che lì si stesse aprendo una delle “bocche dell’inferno”. Questo convinse le autorità ecclesiastiche ad arrestare Alice Kiteler e suo figlio William, insieme ad altre 11 persone, tra cui la sua serva e adepta più fedele, Petronella de Meath.
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Il processo e la condanna
L’indagine aveva prove certificate, testimonianze dirette e questo voleva dire che si doveva iniziare il processo contro Alice Kiteler.
Alla fine a finire in carcere furono: Alice Kiteler e suo figlio Wiliam, Petronella de Meath e altre 10 persone. In totale erano 13, come 13 erano i sabba. Una strana coincidenza.
La donna, durante la sua prigionia, rifiutò qualsiasi sacramento, sputava sulle immagini sacre e non voleva acqua benedetta nella sua cella.
Lei sedusse una delle guardie ed evase. Quest’ultimo venne ritrovato nella cella della donna, nudo, mezzo agonizzante e senza forze. Alice fuggì dall’Irlanda verso l’Inghilterra e di lei si persero le tracce.
L’aspetto di Satana
A rendersi conto di essere ormai sola, fu la dama di compagnia, serva più fedele di Alice, cioè Petronella de Meath. Fu lei a rilasciare le testimonianze più eclatanti. Collaborò totalmente con il vescovado che doveva determinare le nefandezze della: dama del demonio!
Confermò tutto quello che era stato testimoniato da altre persone e membri della congrega. In aggiunta rivelò quello che lei stessa aveva visto con i suoi occhi e che non era risaputo.
Lei era da sempre l’adepta di Alice Kiteler. Volle lei stessa essere istruita alle arti magiche dopo aver scoperto più volte la sua padrona ad eseguire sia rituali, balli e incantesimi. Iniziò nella speranza di poter, un giorno, allontanarsi dalla città avendo appreso arti magiche e fatto conoscenze importanti.
La padrona però aveva compreso che lei sarebbe stata una diligente e fedelissima adepta, tanto da farla elevare socialmente nel corso degli anni. Da serva era divenuta una dama di compagnia e braccio destro della congrega dei pagani.
Tra i rituali che effettuavano c’erano quelli orgiastici consacrati a satana in cui ci si accoppiava anche con animali. Gli stessi appartenenti alla setta indossavano maschere di animali e facevano sesso con capre e non solo. I sacrifici animali si svolgevano nei giorni della luna nera. Non rivelò apertamente di aver eseguito, insieme ad Alice, dei sacrifici umani, ma di averne parlato spesso con la padrona. Molti sospettano che non disse tutta la verità poiché sperava di avere salva la vita.
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Gatto nero e fedele
Infine rivelò che la padrona spesso si accoppiava con il demonio, che aveva l’aspetto di un giovane uomo, muscoloso, dagli occhi di brace, con capelli e barba nera. Quest’ultimo si chiamava Robin come il gatto nero che era sempre accanto ad Alice. Si concluse che satana si trasformava in questo gatto quando non si eseguivano rituali che lo richiamavano.
Inoltre, Robin, si trasformava, durante rituali, convegni e riunioni, in un uomo dalla pelle scura che stringeva in mano una lancia in metallo lunga come un bastone da passeggio. Per poi sparire nel nulla durante tutto il resto del mese.
Il processo della congrega di
Il vescovo Richard de Ledrede non riuscì più a trovare lady Alice, ma tra le sue grinfie aveva suo figlio. William venne accusato di ben 34 capi di accusa, tra cui l’eresia. Non fu mai comprovata la sua partecipazione ai rituali, ma solo della sua presenza in alcune riunioni della congrega in cui si tenevano riti orgiastici.
Durante la prigionia e tortura negò di essere uno stregone o figlio del diavolo, ma solo di avere una madre strega da cui non ha appreso alcuna arte magica o satanica. Si pentì della sua colpa poiché traviato, come tanti altri, dalle arti seduttive della madre.
Dato che, quando Alice iniziò a uccidere i suoi mariti, sospettata della morte dei genitori e della sua unica figlia di pochi mesi, lui era un bambino, non poté essere accusato di aver ucciso nessuno.
La condanna fu quella di dover ristrutturare, a sue spese, chiese e cattedrali della città e di altre diocesi che appartenevano al vescovado. Inoltre, come penitenza, doveva sfamare una determinata quantità di poveri. Considerate che Alice praticamente non aveva intestato quasi nulla poiché, dopo che il figlio divenne maggiorenne, per legge, tutti i suoi averi furono intestati a lui.
Non gli venne chiesto di diventare monaco o prete per ovvie ragioni. Trascorse la sua vita a fare del bene, diventando un fervente cristiano che si sottoponeva sia ai sacramenti che benedizioni ed era presente alle messe domenicali.
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La condanna di Petronella de Meath
In tutta questa storia ci fu un agnello sacrificale, cioè una condanna esemplare. William era troppo piccolo, all’epoca dei fatti più efferati, degli omicidi dei suoi patrigni e della nascita di Kiteler’s Inn.
Però Petronella, no! Essa era stata l’adepta preferita della dama di satana. Nonostante si pentì di tutte le sue colpe, lei era una strega per sua stessa ammissione. Il popolo voleva un atto di giustizia e la totale eliminazione della congrega dei pagani.
Petronella de Meath fu dichiarata strega a tutti gli effetti e la condanna fu: morte per rogo. Venne bruciata viva sul rogo il 3 novembre del 1324 dove, attualmente, sorge il municipio della città di Kilkenny.
Mentre veniva bruciata maledisse William gridando che lui meritava la morte quanto lei per aver mentito sulla sua partecipazione ai sabba e all’evocazione di satana con la magia nera. Le sue grida richiamarono il nome di William più volte.
Alice Kiteler i suoi poteri
Ci avviamo alla conclusione di questa storia vera avvenuta nel 1300. Alice Kiteler non venne mai più ritrovata. Il suo processo si concluse con la condanna di: strega, fattucchiera, assassina, evocatrice di satana. Tra i capi di accusa, che vennero verbalizzati, ci furono:
- Evocazione entità demoniache
- Rituali magici con diavoli di entità inferiore
- Sacrifici e immolazioni di animali per le forze infere
- Creazione di unguenti e pozioni magiche
- Riunioni notturne di una congrega di streghe e demoni
- Riti blasfemi
- Maledizioni e fatture
- Assassinio dei suoi mariti tramite magia
- Apostasia e rigetto della fede cristiana
Vennero poi elencati e compresi i suoi poteri magici.
Alice Kiteler era un’adoratrice del demonio che spargeva strane polveri sulla soglia della sua casa pregando e invocando il diavolo. Sacrificava galli neri. Partecipava a riti e sabba negando la potenza di Cristo e della chiesa. Messe nere che si celebravano di notte con molte altre persone e soprattutto con l’aiuto dei suoi numerosi seguaci. Usava pozioni magiche e preparava unguenti per legare a sé uomini ricchi. Iettatrice e sposa di satana. Strega nera di evocazioni sataniche.
Nel 1300 non esisteva la santa inquisizione e le pene erano meno severe poiché erano forti le tradizioni culturali pagane. Fu però per colpa di Alice Kiteler che iniziò la persecuzione delle streghe. Più tardi ci furono atti che insanguinarono tutta l’Europa, fino ad avere uno sterminio di milioni di uomini e donne che, spesso innocenti, medici o studiosi di magia bianca, finirono sul rogo. Una persecuzione durata centinaia di anni e dove ancora oggi ne avvertiamo la pericolosità poiché le streghe agiscono in totale anonimato timorose di essere etichettate, dall’attuale società, come adoratrice del demonio.
Guarda il VIDEO per intero sul nostro canale youtube di “Il bosco delle streghe”, eccoti il link: https://www.youtube.com/watch?v=3qvhixI9tGk&t=1144s
Articolo scritto e pubblicato da: IL BOSCO DELLE STREGHE
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