Edera terrestre: il calmante naturale dei malanni invernali
Edera terrestre! Questa edera è una pianta spontanea perenne, strisciante. A differenza di altri suoi “simili” non si arrampica sui tronchi o muri, ma si allunga sul suolo con i suoi fusti lunghi 15 o ,20 centimetri.
Emettendo radichette dagli internodi creando nuove piante. Non ha niente a che vedere con l’edera rampicante, appunto una sua lontana parente. Le sue foglie, piccole e arrotondate, sono dentellate. Hanno la forma di un ventaglio di color verde, a volte con sfumature scure e pelosette.
L’edera terrestre ha fiori che variano dal rosa al blu. Nascono sotto l’ascella delle foglie verso l’apice. Essi sono piccoli, tubolari bilabiati e si aprono in 2 fauci con accenno di qualche petalo.
Piantina quasi insignificante per molti, anonima e dimenticata, ma che rientra nell’antica macchia mediterranea adattandosi a diversi ambienti. Ha bisogno di luoghi che sono umidi e ombrosi, sotto qualche albero o siepe o ancora ai margini di stradine di campagna.
Famosa per le sue capacità benefiche, curative e magiche. Si utilizzano sia le foglie essiccate che fresche. Il periodo più favorevole per la raccolta delle foglie e dei fiori è in primavera, da marzo a fine maggio. La si fa essiccare in luoghi arieggiati e conservata in sacchetti di carta, deve restare asciutta, teme il marciume.
Ideale per preparare tisane e infusi. In cucina la piantina può essere utilizzata fresca per zuppe di verdure o aggiunta insieme ad altre erbe per essere ripassata in padella come contorno. Il suo aroma ricorda il timo ed ha un gusto leggermente amarognolo che può risultare molto gradito.
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EDERA TERRESTRA NEL MEDIOEVO
L’edera terrestre, nel periodo medioevale, prima che si usasse il luppolo, era appunto utilizzata per preparare la birra. In realtà era una bevanda similare alla birra ed era normale, nel medioevo, utilizzare queste erbe officinali allo scopo sia di avere pozioni e medicamenti utili per curare i malesseri e combattere le malattie dell’epoca, che come “bevanda” da “eventi conviviali”.
Sempre nel medioevo, l’edera terrestre, aiutava a depurare il sangue e a combattere lo scorbuto o problemi digestivi.
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Proprietà e come usare l’edera terrestre
L’edera terrestre proprietà date dalle saponine contenute in essa, aspettate che non parliamo di sapone, esse sono sostanze anticatarrali e calmanti, si ritrovano anche in: sciroppi o balsami per la tosse. Usando l’edera terrestre sottoforma di decotto o di tisana, si prevengono e curano l’accumulo di catarro nei bronchi e polmoni. Il catarro viene quindi fluidificato. Utilissimo anche per i fumatori che riescono a diminuire l’accumulo di catarro e catrame nei polmoni.
Ottima erba espettorante pettorale, calma la tosse grassa e cura il mal di gola o la laringite. Ora che arriva l’inverno è bene prendere in considerazione questi rimedi naturali. Possiamo anche farla bollire e respirare i suoi vapori in modo da diminuire i fastidi della sinusite e la polmonite.
Contiene vitamina C, alcaloidi, marrubina che è una sostanza amara, ma tonica.
Non utile sono per uso interno, ma anche esterno. La si usava e si usa ancora come cicatrizzane per: piccole ferite e problemi cutanei, come acne, contusioni, eritemi e scottature.
Bevendo una tisana al giorno di edera terrestre si bruciano velocemente i grassi poiché ha un’alta azione drenante. Usata anche per diminuire la cellulite che non si riesce ad accumulare e si scioglie più facilmente grazie agli elementi interni di questa erba.
Controindicazioni: la pianta non deve essere usata dalle donne in gravidanza e in fase di allattamento. L’edera terrestre ferma la secrezione lattea. Ovviamente si sconsiglia l’uso nelle persone che sono allergiche alle lamiaceae.
Prepara la tua tisana
Come tutte le erbe officinali è bene che la pianta non sia cotta e tantomeno bruciata. Per una buona tisana, il metodo migliore, rimane l’infusione. L’edera terrestre non fa differenza.
Mettete un cucchiaio di foglie e fiori secchi in una tazza di acqua bollente. Lasciare in infusione per qualche minuto filtrare oppure fino al raffreddamento. Filtrate e bevete. Il consiglio è quella di non addolcirla, ma per i più golosoni, che vogliono provare delle cure con le erbe officinali, usate un pochino di miele. Lo zucchero bianco o di canna tende a contrastare troppo con l’aroma naturale e quindi potrebbe risultare disgustosa o con un sapore eccessivamente agrodolce.
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Articolo scritto e pubblicato da Il bosco delle streghe.