Borda: la strega senza vista – origini e storia
Le streghe donne infide, pericolose, con poteri magici e una conoscenza delle erbe per creare filtri e pozioni. Secondo molte tradizioni dei paesi e città, sono coloro che arrecano danni agli uomini e agli animali in campagna. Per esempio la loro esistenza giustificava i problemi che si potevano incontrare come la perdita del raccolto o la perdita di latte per le mucche e capre, morti improvvise, epidemie e immoralità.
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Ogni paese e regione ha la sua strega, e non pensate che queste siano delle figure funeste o macabre che si ritrovano solo in qualche bosco o montagna remota, dimenticata da tutti. Tante di esse sono facili da trovare nei centri abitati, vicino agli uomini, magari e la tua vicina di casa o la tua migliore amica.
Una strega tra le più antiche che ritroviamo nella pianura Padana, si chiama: Borde. In base al dialetto, che cambia anche a distanza di qualche chilometro, si può pronunciare: Burda, Borda, Burde.
Nelle zone tra Modena, Ferrara, Milano, Cremona e Parma c’è anche il Bordo o Bordon, la versione maschile di questa strega, ma costui è un orco, un uomo nero che vaga di notte, si aggira tra le campagne e le case, tra le città e le periferie, per rapire e mangiare donne e bambini.
Le Borde del 1800
Prima di ripercorrere la storia della Borda, che è lunga, appassionante e macabra, vogliamo farvi notare quanto essa divenne famosa, cioè nel 1800. Già era presente nella tradizione locale, ma fu in quest’epoca che l’alone della sua malvagità toccò punte mai raggiunte.
Personificazione del male e dei pericoli. La borda era presente principalmente nei luoghi paludosi, nei fiumi, canali e stagni, o nelle terre più umide e difficili da vivere.
Nel 1800, nel Nord Italia, in particolare nell’Emilia Romagna, Veneto, Lombardia fino ad arrivare nelle zone del Piemonte, si unirono 2 epidemie: la malaria e la peste bubbonica. La prima è una malattia diffusa dalle zanzare ed è proprio nelle paludi che si viene colpiti maggiormente e venne chiamata: peste tremula.
A dare la colpa alla borda della diffusione incontrollata di questi mali fu la popolazione e la forza ecclesiastica.
Cosa successe? Ebbene in questi luoghi la borda era una strega che, per le sue arti oscure, procurava e vendeva filtri medicinali. Alcuni di essi erano composti principalmente di veleni come: la bella donna, aconito, erba morella e il tasso che hanno effetti calmanti.
Sono veleni che avevano ed hanno il potere di sedare il tremore provocato dalla malaria, abbassare rapidamente la febbre che è un sintomo sia della malaria che della peste e rallentare la comparsa dei “bubboni” di quest’ultima. Solo che l’assunzione di tali veleni deve essere sporadica altrimenti è facile che sopraggiunga la morte.
Per diminuire le morti e l’epidemia, i capovillaggi, sindaci e perfino i parroci, si rivolsero alle borde per avere filtri e pozioni da dispensare alla popolazione, ma ci furono tante morti. I bambini erano coloro che purtroppo non sopravvivevano perché gli veniva data la stessa dote assunta dagli adulti. Mentre quest’ultimi sopravvivevano i piccini morivano.
È colpa della Borda!
“Sono le streghe che hanno scatenato l’ira divina! Le streghe arruolano gli uomini per l’esercito dell’inferno. Le borde dannano l’anima. Il male dei bubboni e della peste tremula è la punizione di Dio per la nostra tolleranza verso queste oscure presenze”.
Queste sono solo poche frasi che venivano urlate dai pulpiti di chiese o nelle piazze per dare una spiegazione della causa della diffusione dell’epidemia.
Ciò scatenò la convinzione che le streghe uccidevano uomini e soprattutto bambini per sacrificare le loro anime alle forze oscure.
La figura dell’anima oscura, diabolica e malvagia della Borda aumentò poi con la “diceria” che esse frugavano tra i cadaveri e che rapivano uomini, donne e bambini. Ma da dove nasce questa “diceria”?
I morti di peste erano tanti, anzi troppi, è i cimiteri non li contenevano. I cadaveri dovevano essere allontanati dalla popolazione “sana” ed è per questo che si crearono delle fosse comuni nelle paludi e presso i fiumi, vale a dire nei terreni che sono molto morbidi, friabili.
Tali luoghi erano poi le zone in cui vivevano le borde e quest’ultime, anche per la povertà che c’era, potevano girovagare tra i cadaveri per prendere: abiti, oggetti, accessori o altre cose che potevano essere rivendute o usate.
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Descrizione e poteri della Borde
La borda non è una brutta strega, nel senso che c’è ne sono di mostruose e lei, nel suo aspetto, è semplicemente comune. Donna tra i 50 e 70 anni, magra, emaciata, che veste sempre di nero. Spesso i suoi abiti sono a brandelli, strappati, ma non sporchi. Si riconosce principalmente perché ha gli occhi, entrambi, coperti da una benda in disordine. Ha denti affilati come rasoi e le unghie lunghe che sembrano gli artigli di un animale.
Di solito vive nelle zone acquitrinose e malsane di fiumi e palude, proprio in quelle zone in cui l’umidità dell’aria è densa, tanto da entrarti nelle ossa.
Vaga di notte facendosi lungo le rive di fiumi, rivoli o delle paludi. Alle volte si nasconde dietro gli alberi di qualche bosco per spiare la vita delle persone.
Quando c’è la nebbia è il momento più pericoloso perché vi si nasconde all’interno in modo da poter girovagare sia di giorno che di notte.
La Borda afferra tutti i passanti che gli si avvicinano troppo a lei, con una preferenza particolare per i bambini. In caso essi si allontanano dalle case, dall’attenzione dei genitori, avvicinandosi ai fiumi, alle paludi oppure giocando nella nebbia, li fa prigionieri.
Non solo ella sorge dalle acque afferrando i malcapitati che si trovano nelle sue vicinanze di fiumi, canali e paludi e li uccide.
Tuttavia lei è la personificazione della paura dell’ignoto, di sfidare l’orrore e trarre conoscenza da quello che non si vede.
La strega bendata
Il fascino della Borde è dato dal suo significato e dal suo aspetto. La caratteristica principale è quella di avere, sugli occhi, una benda che praticamente l’acceca.
Comprendere il significato di questa benda non è semplice e per farlo iniziamo dalla: personificazione dell’ignoto.
Cosa capita quando siamo costretti a cambiare via? Durante la vita saremo sempre di fronte a delle scelte e questo vuol dire lasciare il cammino sicuro, quello che abbiamo percorso. Si ha paura dell’ignoto poiché non sappiamo cosa ci potrà capitare. Si pensa che sarà migliore e viviamo con questa speranza, ma appunto essa rimane una speranza. In verità noi tutti abbiamo semplicemente paura. Per sfidare la paura si deve: chiudere gli occhi e fare il primo passo in avanti. Il futuro è un cammino buio dove non sapremo mai cosa c’è di fronte finché esso non diventa presente.
Il primo significato delle bende degli occhi della Borda è questo: ignoto per affrontarlo non devi vedere.
La seconda fase per comprendere è: sfidare l’orrore! Al contrario di quanto si pensi la borda è una delle streghe più oscure, legate direttamente al mondo oscuro di morti, demoni, fantasmi e di dolore. Lì dove non c’è vita, cosa c’è? Il buio! La borda è privata della vista poiché lei vive in questo mondo, ma i suoi occhi vedono nell’altro. Gli orrori della vita sono tanti ed essi accecano più della stessa morte. Dunque per rimanere connessa con il mondo oscuro lei non può rimanere accecata dalla vita.
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Conoscenza di quel che non si vede
Per il terzo elemento che ci permette di capire perché la borda è bendata, c’è: la conoscenza di quel che non si vede.
Gli occhi ci aiutano a capire. Vedendo quel che ci circonda siamo affascinati dal bello. Il sole che sorge al mattino e filtra tra i rami degli alberi. La nebbia che diventa rugiada. Un bel viso o corpo di una donna o uomo. Un frutto dai colori vividi che promette un buon sapore.
Pensate insieme a noi: i nostri occhi ci dicono la verità? La verità è che la vista inganna perché vediamo solo il bello! Il buio spaventa perché per colpa sua, proprio la vista diventa inutile. Non possiamo essere più ingannati e dunque la conoscenza di amplia.
Affidandoci all’olfatto, udito, al tatto e agli altri sensi, riconosciamo una realtà diversa. I rumori si ampliano e si è in grado di avere realmente la visione di un’energia universale che ci è vicina. Comprendiamo facilmente le negatività di una persona, si è ing rado di vedere la sua energia. In poche parole la vista ci collega alla vita terrena.
La borda quindi si priva della vista per vedere la vita com’è in realtà e questo le permette un collegamento con il mondo oscuro.
Ho pensato anche che ci sono divinazioni e pratiche che sono eseguiti con gli occhi chiusi, come: evocazioni spiritiche, meditazione, incantesimi di rivelazione, rilassamento sotto gli alberi. Quindi mi sono chiesta: se queste pratiche richiedono espressamente gli occhi chiusi, allora la borda ci dice qualcosa che è alla base di pratiche occulte misteriche.
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Le due divinità celtiche diventati diavoli
La parola Borda nasce dal nome di una divinità celtica, Borvo, dio delle acque sorgive e delle terme: chiamato il ribollente, per via del gorgoglio delle sorgenti. Insieme a lui era venerata la sua consorte: Bormana, anch’essa divinità delle acque termali e della salute.
Già qui notiamo che c’è una similitudine con la borda. Infatti c’è la strega Borda e il suo compagno Bordo.
Il loro culto era diffuso in tutto il Nord Europa per poi essere famoso nella Gallia, l’attuale Francia, e in Spagna. Però come arriva in Italia e come mai si lega profondamente all’Emilia Romagna? Questa regione è tra i territori più ricchi di: corsi d’acqua, sorgenti, paludi. Una zona selvaggia che a causa della forte umidità, è rimasta poco sfruttata a livello agricolo. Per questo c’erano tante foreste.
Però è anche la zona che i celti riuscirono a colonizzare maggiormente. Essa somiglia appunto al territorio del Nord Europa che è difficile, selvaggio e che si sfrutta principalmente dove ci sono sorgenti termali. Questo popolo portò, con sé, la propria cultura è le divinità come Borvo e Bormana divennero famosissime intorno tra il 170 e il 460 D.C.
Tracce del loro passaggio ci sono come altarini di pietre circolari in alcuni boschi e poi per il nome del fiume: Bormida che deve il suo nome a Bormana. C’è poi la città di Bormio, in Lombardia, nata dalla fusione dei nomi delel due divinità Borvo e Bormana e dove c’è un enorme area termale.
Quando però queste divinità divennero malevoli e come si possono collegare alla borda?
Trasformazione del bene in male
Il cristianesimo trasformò, nel 400 D.C, tutto ciò che era pagano in satanico e demoniaco. Non vennero quindi risparmiate le divinità benevoli, come: Borvo e Bormana. Divinità che hanno il potere di curare e fare guarire ogni malanno, quindi sono delle entità Benevole. Anzi, nell’antica Roma, erano equiparati ad Apollo.
Loro erano esseri demoniaci, assunsero l’aspetto di creature malevoli. Ecco in che modo:
Queste due divinità delle acque termali calde, ribollivano, proprio come ribolle l’inferno. Nascono nel sottosuolo che è il luogo dove si trovano gli inferi. Già questi due elementi li facevano associare a satana!
Poi, nel corso dei secoli, divennero divinità malevole, legate alle presenze oscure perché i benefici delle acque termali vennero assimilati a: miracoli del demonio. Dio richiede sofferenza per far elevare l’uomo e lavare i peccati dell’anima. Mentre ciò che era un beneficio immediato, come appunto le terapie idrotermali, erano influssi oscuri, dati dal maligno, perché solo il diavolo dà subito per piaceri che corrompono l’anima.
Per sottolineare questo elemento malevole, si diceva che tale presenza oscura era legata alle acque tumultuose o stagnanti delle paludi selvagge. Senza contare che tante acque termali erano presenti nelle zone sulfuree, cioè dove c’è lo zolfo e lo zolfo è demoniaco. Quando il diavolo compare puzza di zolfo, quando scopare c’è odore di zolfo, se sussurra alle tue orecchie e ti conduce a compiere peccati, si avverte nell’aria odore di zolfo. Ed ecco come Borvo e Bormana divennero demoni, diavoli, presenze oscure.
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Le Borde: chi erano prima di divenire streghe?
Le borde sono esistite, ma non nascono come: streghe, ma come ancelle! L’ancella, lo diciamo per chiunque non lo sappia, è letteralmente: una schiava che ubbidisce al volere di un padrone! In questo caso si parla di “schiave del Borvo e Bormana”.
Per onorare le due divinità celtiche si eseguivano, durante l’anno, dei rituali e culti che permettessero la loro visione. Questo è un elemento importante!
Non basta pregare per credere, c’è chi ha bisogno di una visione del dio che si sta pregando. I culti esistevano ed esistono proprio per avere una prova! Per ricevere influssi e benefici o per capire quale sia il volere divino.
I rituali termali, di cui erano devoti sia gli antichi romani che le popolazioni barbare, celtiche, norrene e via dicendo, erano eseguiti in 3 modi principali.
Il primo è: la richiesta di protezione dalle acque. In questo caso si innalzava un idolo o una rappresentazione, come può essere una statua, del Dio e Dea delle acque. Si percorrevano le zone abitate in modo che tali divinità vedessero quali erano i luoghi da proteggere dalle inondazioni. Del resto questo è un rituale che ancora oggi viene eseguito dalla chiesa e sono le processioni!
Secondo rituale: abbondanza delle acque! Qui si chiede che i fiumi, stagni, rivoli e canali, non siano mai prosciugati poiché da essi dipende la crescita dei raccolti e della vegetazione, del benessere degli animali di allevamento e selvatici. Qui già vediamo una prima comparsa delle “ancelle” chiamate appunto: le borde. Il loro compito è quello di prendere acqua, benedirla e spargerla nei campi. Oppure esse si immergono nell’acqua, fino alle gambe o alla vita, per poi andare sottacqua in modo da prelevare del terreno dai fondali. Questo terreno viene poi collocato sulle rive rinforzando gli argini.
Terzo rituale e culto annuale
Il terzo rituale è un culto vero e proprio. Si eseguiva solo una volta all’anno e richiedeva la presenza delle borde. Queste ancelle si immergevano prima nelle acque calde, pregando, poi in quelle tiepide per terminare con le acque fredde. Pregavano le divinità per avere protezione e abbondanza. Al termine ballavano, sulle rive, dall’alba al tramonto. Ovviamente questo è un culto che si eseguiva prettamente presso le sorgenti idrotermali, dove ci sono acque calde.
Però il loro culto poteva essere eseguito anche lungo i fiumi o i laghi, ma dove si immergevano, una sola volta, nelle acque gelide. Considerate che erano rituali che si eseguivano o in autunno, al termine dei raccolti, oppure in primavera, quando si scioglievano le nevi.
Facciamo una precisazione, le borde poi non erano solo ancelle, che immaginiamo bellissime, anzi di solito erano donne in avanti con l’età che ricevevano, dalle 2 divinità, benessere, ma anche conoscenza. Conoscenza che era poi utile alla Comunità! Infine esse erano bendate poiché perdevano la vista non appena divenivano devote a queste divinità.
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Rituale più antico di Borvo e Bormana
Abbiamo parlato dei 3 rituali che noi di Il bosco delle streghe sappiamo essere quelli più soft che sono nati e sviluppati intorno al 200 D.C.
Però c’è un unico rituale dedicato a queste divinità che abbiamo scoperto in uno scritto di Cesare nei suoi commentarii e che parla della pratica dei barbari di venerare il dio Borvo.
Cerchiamo di essere concisi: il rituale avveniva annualmente, nei mesi più freddi, prima che i fiumi e i laghi fossero riempiti dallo scioglimento delle nevi. A turno si sceglievano, nella Comunità, un uomo e una donna, non sposati tra loro, liberi, che avevano un’età tra i 35 e 55 anni. I due divenivano, per 3 giorni, i rappresentati del dio Borvo e della dea Bormana. Durante il giorno c’erano bagni rituali e preghiere e prima del tramonto, questa coppia, si immergeva nelle acque per fare sesso. Al termine del rapporto, il seme dell’uomo rimaneva nelle acque ed indicava l’abbondanza del Dio.
Non è chiaro se il rapporto fosse consumato di fronte a testimoni oppure se c’erano danze e costumi rituali, ma a quanto pare era questo il culto di Borvo, almeno nell’antica Gallia!
I bambini della Borde
C’è un ultimo legame con la strega borde e con il rituale antico di cui abbiamo appena parlato, cioè i: bambini!
Si dice che le streghe Borde rapissero proprio i bambini, ma per quale motivo. Vero è che da sempre le streghe sono usate come spauracchi per terrorizzare i piccini in modo che non si allontanino oppure non vadano in luoghi che sono pericolosi.
Tuttavia c’è un altro motivo di questo collegamento.
Ebbene la coppia che aveva il rapporto, per portare a buon termine il rituale, l’uomo doveva donare, usiamo questo termine, alle acque che rappresentavano la vita e il sostentamento. Però se la donna rimaneva incinta, allora il rituale non era stato portato al termine. Questo voleva dire che era possibile che il Dio e la Dea, offesi, inaridissero le acque portando carestia!
In questo caso la donna doveva portare a termine la gravidanza e il bimbo diveniva: il bambino della borda! Qui interveniva l’anziana del villaggio, la maga, la strega, l’ancella bendata chiamata Borda, che si occupava del piccino per 3 mesi, vale a dire: fino al prossimo rituale. Il calcolo è facile da fare: giorno del rituale, 9 mesi di gravidanza, rimanevano poi 3 mesi per il prossimo rituale.
All’alba del giorno del culto per Borvo, la donna legava il bambino ad una corda e poi lo immergeva nelle acque intonando una nenia per qualche minuto. Se il bambino sopravviveva, allora diveniva un membro della comunità. In caso annegava, veniva restituito alle acque.
Addirittura c’è una ninna nanna che parla di questo rituale che, secondo noi di Il bosco delle streghe, è una testimonianza orale che ha fatto sopravvivere le radici di questo culto trasformatasi poi in una ninna nanna antica romagnola.
La canzoncina è questa: Dormi, dormi, fai la nanna e ricorda che la Borda lega i bei bambini con una corda. Con una corda o cordicella lega i bei bambini e poi li stringe. Con una corda o con un legaccio lega i bei bambini e poi li ammazza.
Questa ninna nanna è molto famosa in Emilia Romagna specialmente nei piccoli borghi che sono vicini ai fiumi, paludi, stagni e canali. Per noi, conoscendo appunto la storia della Borde, che abbiamo raccontato, è una testimonianza orale, palese! Il popolo celtico poi, non avendo una propria scrittura, tramandava la sua religione oralmente tramite: leggende, storie, canzoni e danze.
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Articolo scritto e pubblicato da: IL BOSCO DELLE STREGHE
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