Caprone rappresentazione del diavolo: origini e significato
Il caprone è la rappresentazione del diavolo, ma per quale motivo?
La sua figura è legata alla rappresentazione del diavolo che soleva mostrare, a pochissimi, la sua reale natura. L’essere che è metà uomo e metà capra, che assume mille volti, ma il suo collegamento con il caprone è realmente antico.
Tale associazione ha radici profonde che si sono sviluppate nel corso dei secoli attraverso varie tradizioni mitologiche, religiose e iconografiche.
DIVINITA’ PAGANE
Una delle figure più note e famose, a cui si è legata la cultura contadina e rupestre, è il dio greco Pan, dio dei boschi che era metà uomo e metà capra, con corna e zoccoli. Pan è la divinità protettrice della natura selvaggia, boschi e foreste, ma soprattutto dei pastori.
Ha però un altro lato, quello più oscuro e caotico. Infatti è la divinità del sesso violento, della lussuria più sfrenata, passioni incontrollate e incontri sessuali fugaci, intensi. Insomma della passione senza amore.
Pan è una divinità che mostra la natura più selvaggia di ogni uomo. L’unica forma di corteggiamento che Pan concedeva era quello di rincorrere le ninfe o le belle fanciulle. Le traeva in inganno con il suono della sua siringa.
La figura di Pan venne demonizzata con l’avvento del cristianesimo, trasformandosi in un simbolo del male e della lussuria. Inoltre era una delle incarnazioni del diavolo.
Un’altra divinità importantissima, che però appartiene alla cultura celtica e norrena, è quella del: Dio cornuto o dio Cernunnos.
Nella mitologia celtica, Cernunnos era un dio dalle lunghe corna. Esso si mostrava agli uomini sottoforma di cervo oppure di bellissimo uomo con le corna. Divinità e protettore della natura, della vita, della morte e della fertilità. Il suo potere è ambivalente, al pari di Pan.
Infatti Cernunnos, nonostante fosse una divinità benevola, poiché era ed è colui che protegge la natura selvaggia, dobbiamo dire che è anche colui che vive la sessualità selvaggia. La forza primitiva dell’uomo con tutta la sua passione e ardore.
Arriviamo poi a Priapo, una delle divinità più venerate a pompei e in gran parte dell’impero romano, specialmente nel sud Italia. Priapo era noto anche come: il dio dal lungo e grande pene. Per ulteriori approfondimenti clicca sul link che parla solo di Priapo.
LEGGI ANCHE: Priapo: dio dal grande pene
Corna: simbolismo antico
In molte culture antiche, gli animali con corna, come caproni e cervi, erano associati a divinità della natura, della fertilità e della selvaticità o natura istintiva e primordiale. Queste divinità spesso avevano attributi ambivalenti, che potevano essere visti sia come benevoli che malevoli.
Solo che, andando a curiosare ancora più nel passato, vediamo che esistono addirittura degli esempi di raffigurazione preistoriche delle corna in senso positivo. Il corno è e rimane un simbolo fallico, cioè rappresenta il pene maschile che anticamente era la simbologia tipica della virilità e potenza sessuale maschile.
Usato negli incantesimi contro la disfunzione erettile o problemi di erezione in generale. Negli altari dedicati ai sabba maggiori, come il sabba di lithia o litha il 21 giugno fino al 24 maggio, è un’evocazione del dio stesso che si palesa e benedice il nostro altare. Il corno diventa quindi un amuleto magico di prosperità, ricchezza e buona fortuna.
I vichinghi usavano indossare degli elmi con le corna per richiamare la potenza del dio, la sua forza e coraggio. Essi quindi rappresentavano i seguaci del dio cornuto in terra.
LEGGI ANCHE: Triplicità Dio, trinità
L’inquisizione e la caccia al caprone
Durante il Medioevo nasce e il periodo della feroce caccia alle streghe. Il caprone divenne un simbolo di stregoneria e di culto satanico e solo le streghe, nella cultura dell’epoca, possedevano, tra gli animali delle loro stalle o allevamenti, un caprone nero. Le streghe erano spesso accusate di adorare il diavolo sotto forma di un caprone durante i loro sabba e di unirsi a lui nei rituali. Questo rafforzò l’associazione del caprone con il diavolo e le pratiche demoniache.
Nel cristianesimo, il diavolo è spesso raffigurato con tratti animaleschi per sottolineare la sua natura bestiale e inferiore rispetto alla purezza divina. Le corna e gli zoccoli del caprone vengono utilizzati per creare una figura che incute timore e rappresenta il male assoluto.
Però, analizziamo quello che sappiamo ad oggi. L’avvento del cristianesimo fu brutale perché esso doveva dominare e diventare la religione principale, quella venerata da tutti. Per sopprimere le antiche festività pagane, sviluppatasi in Europa, dalla cultura celtica a quella dell’antico impero romano, divenne più facile conservare alcuni rituali e sostituire i nomi delle festività principali: yule o mitra divenne natale, lithia venne trasformato in san giovanni, samhain divenne la festa dei morti.
Oltre a questo le figure degli idoli pagani vennero demonizzate e tra tutti c’era appunto il dio cornuto, il caprone simbolo del diavolo in persona. Cosa non tanto irreale perché esso rappresentava tanti lati negativi, come il sesso e la lussuria, la vendetta e l’odio, che non sono accettati dal cristianesimo, ma che sono elementi tipici delle divinità pagane.
LEGGI ANCHE: Valpurga sabba dimenticato? Storia di valpurga la notte delle streghe, la notte di satana
Bafometto, chi è?
Il diavolo in persona è rappresentato dalla figura e simbolo di Bafometto. Figura con testa di caprone che appare nei processi contro i Templari e successivamente nelle rappresentazioni esoteriche e occultistiche. Bafometto è rappresentato come una figura sincretica che incorpora elementi sia divini che diabolici, consolidando ulteriormente l’associazione tra il caprone e il diavolo.
La connessione tra il caprone e il diavolo è il risultato di una complessa evoluzione culturale e religiosa. Dalle divinità pagane alle persecuzioni medievali, fino alle rappresentazioni iconografiche, il caprone è diventato un potente simbolo del male e del diavolo.
LEGGI ANCHE: Krampus leggenda, festa, il demone del Natale – il bosco delle streghe