Priapo, notte San Lorenzo: leggenda, mito e storia
Il 10 agosto, notte di priapo, è una notte famosa per lo spettacolo naturale proposto dalle stelle cadenti nel cielo notturno. Un fenomeno naturale che si ripropone ogni anno dai tempi più antichi. Appuntamento immancabile dove anche i più scettici o meno romantici, ad una certa ora, rivolgono il naso all’insù.
Nota come la notte delle lacrime di san lorenzo, festa cristiana, ma che ha una natività pagana. Essa è conosciuta anche come collegamento: priapo san lorenzo. La divinità che dà luogo alle festività e che è collegata alla storia delle stelle cadenti, è priapo. In seguito soppressa, in modo non totale, da san lorenzo.
Tutte le festività cristiane hanno una derivazione pagana perché in epoca romana, la religione antica, era molto radicata. Tanto radicata che essa è sopravvissuta fino ad oggi e, nolenti o dolenti, alla fine andiamo a ripetere sempre dei rituali che ci collegano alla natura.
Curiosiamo nel passato per riscoprire a chi appartiene questa festività, come si festeggiava, chi era priapo, desideri, tabù, sesso e rituali orgiastici.
La storia reale della notte del 10 agosto: dio Priapo

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Nell’antica Roma, il mese di agosto era dedicato alle feste dell’agricoltura. Nella religione wicca vediamo che esso è il mese di lughnasadh (potete trovare informazioni nel bosco delle streghe riguardo ai sabba maggiori). Il nome di agosto deriva però dalla commemorazione dell’imperatore “augusto”.
La festività è di origine antichissima, appartenenti all’antica religione, con evocazione di priapo. Il dio Priapo veniva portato nelle processioni che si tenevano sfociavano nelle “fascennini”, dal latino “fascinum”, cioè il fascio di legni sacri per eliminare il malocchio. Questo fascio rappresentava il membro riproduttivo maschile, cioè il pene.
La celebrazione si teneva invocando Priapo divinità della fertilità. La sua statua era portata in processione dal tramonto fino a notte inoltrata. Una volta che la stauta di priapo veniva posta su un altare si tenevano poi i rituali che si dividevano in: danze, evocazioni, preghiere o rituali orgiastici.
Maggiore sarebbero state le stelle cadenti e maggiore sarebbe stato il raccolto nei mesi successivi.
Priapo e lo sperma sacro
Il dio priapo è una divinità che si collega direttamente dal credo di lughnasadh, ritroviamo dunque la vena wicca come principio di rituale.
Priapo chi era? Considerato il dio dell’abbondanza e della fertilità. Divinità venerata nella città di Pompei, dove oggi è stato riscoperto il suo tempio. Rappresentato dalla figura di un uomo dall’aspetto grottesco e con un pene e glande sproporzionato. La leggenda vuole che la lunghezza del suo pene superasse il metro e lo spessore fosse oltre i 20 centimetri. (altre informazioni su Priapo)
Il suo culto si diffuse in modo spropositato intorno al 400 A. C. Pompei era una delle città devota al Dio, lo usava nelle decorazioni delle case, nei lupanai, le sue statue erano dispensate nelle campagne vicine e c’era più di un tempio a lui dedicato.
Divinità venerata in modo totale nella capitale e in tutto l’impero romano specialmente nel mese di agosto. C’è da dire che la sua comparsa era presente anche nelle religioni rupestri, cioè quelle primordiali.
Venerato perché era il protettore delle greggi, della pesca e pesci, delle api, dei giardini e degli orti. Punitore di ladri, devastatori di foreste, orti, raccolti e campagne. Ha un lato positivo ed uno negativo, ma di certo era identificativo di una forza maschile che era dedita alla protezione e di controparte alle punizioni.
Pioggia d’oro: la leggenda di Priapo
Le stelle cadenti nella notte del 10 agosto, conosciute come la notte delle lacrime di san lorenzo, in realtà era la notte in cui il dio priapo si “mostrava” alla popolazione. Lo sciame di comete che ricadevano a terra era lo sperma di priapo che soddisfatto dei rituali e festività regalava alla terra abbondanza.
Lo sperma di per sé, nell’antichità, nel mondo esoterico, magico e nelle festività pagane, come anche in quelle wicca, indicano abbondanza e vita. Una donna non può concepire senza la presenza di sperma maschile. Allo stesso modo un uomo non può procreare senza la presenza di un ovulo femminile.
Priapo quindi “inondava” la dea terra con il suo sperma per riuscire a garantire un rinnovo della vita, ottimi raccolti e abbondanza della vegetazione.
Tra l’altro c’è da dire che il 10 agosto era il giorno dedicato all’aspetto vergine di Artemide (Diana per i romani) dea dei boschi che durante la notte aveva questo “incontro” selvaggio con la controparte maschile della natura.
Pratiche sessuali e collegamento con le stelle cadenti
Nei rituali romani era normale che ci fossero riti orgiastici, poiché essa faceva parte della cultura del tempo. Ovviamente questi rituali erano eseguiti in case, templi o lupanai, ma anche in luoghi termali, festini di ricchi possidenti e nobili romani. Nelle campagne anche gli schiavi e i coltivatori organizzavano questi rituali in boschi, foreste e negli spazi aperti.
Esisteva la tradizione di usare delle “maschere” che venivano indossate da colui che impersonava Priapo. Tuttavia la scelta di usare o meno delle maschere o dei trucchi particolari, era a scelta dei partecipanti.
Parliamo però di una “pratica sessuale”, oggi riscoperta, che si divideva in due diverse interpretazioni della pioggia di stelle cadenti. Durante i rituali era possibile che gli uomini, raggiunti il punto dell’orgasmo, erano soliti rilasciare il proprio sperma sul ventre nudo delle donne che partecipavano alla festività.
La seconda pratica era quella che oggi è chiamata “pioggia d’oro”, vale a dire quella di urinare su altri. Concessa solo agli uomini, cioè le donne non potevano farla, era proibito assolutamente che l’urina fosse poi assaporata. In caso ci fossero stati dei partecipanti che in modo inconsapevole avessero assaggiato l’urina, indicava un presagio nefausto.
Infatti la pioggia d’oro indica abbondanza, ma non l’abbondanza non deve poi essere trasformata in “ingordigia”.
Festa pagane trasformata in festa cristiana

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Nel primo medioevo, non esisteva il culto di san lorenzo, poiché esso divenne famoso e noto verso gli anni del 500 D.C. Prima si festeggiava l’ascensione al signore che cadeva il 6 agosto. Infatti in Grecia, ma anche in molti borghi medievali e piccoli paesini italiani, si festeggia il 6 agosto.
In seguito, siccome la tradizione pagana persisteva nei festeggiamenti della notte del 10 agosto, dedicata al dio priapo e connessa poi a diversi rituali orgiastici, venne creata la notte di San lorenzo.
Perché si scelse il nome di san “lorenzo” per questa festività?
Curiosamente la connessione con il toponimo di lorenzo avviene a causa del nome “laurentia”. Protettrice delle prostitute e un tempo era definita come la madre terra che si rendeva disponibile alla fertilità dei campi. Essa è la controparte femminile di priapo.
Non a caso, nel 10 agosto, la festività che precedeva la processione della statua priapo, era dedicata a laurentia. Il passo poi da laurentia a lorenzo è stato molto breve. Questo ha permesso di creare una leggenda cristiana che permane ancor aoggi.
Tradizione cristiana: da dove nasce la notte di San Lorenzo
Nel passaggio o lotta di affermazione della religione cristiana, la lotta per “sopprimere” le festività e le evocazioni dei dii dell’antica religione fu feroce. Proprio per eliminare definitivamente il legame della popolazione romana con priapo, la notte del 10 agosto venne trasformata nella: notte di san lorenzo.
Nella religione cristiana la leggenda di San Lorenzo si collega alla notte del 10 agosto in base a due versioni.
La prima è quella che riguarda il martirio di san lorenzo. L’uomo venne messo su una pira a cui gli antichi romani diedero fuoco. Arso vivo sulla graticola, come spettacolo e monito per il popolo, la carne inizio a sfrigolare e a “lanciare” delle scintille verso coloro che avevano appiccato il fuoco. Il martirio durò fino a notte inoltrata. Queste scintille iniziarono a tempestare il buio della notte e da quel momento, nella data del 10 agosto, nasce il ricordo del martirio di san lorenzo.
La leggenda delle lacrime di san lorenzo

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Nella seconda versione invece si parla sempre del supplizio del santo, ma che rimarca la bontà dell’uomo. Mentre veniva posto sulla graticola, il santo, vide un angelo che gli annunciava la sua dipartita, ma essa sarebbe stata d’esempio per i cristiani. Forte di questo annuncio, Lorenzo, decise di non porre resistenza e quando venne appiccato il fuoco, l’uomo iniziò a piangere e a pregare.
Una delle guardie che aveva appiccato il fuoco gli chiese: piangi per il dolore? San Lorenzo rispose: No! Piango per la vostra anima dannata e prego per la vostra salvezza. Da questo gesto di sacrificio per gli altri, le sue lacrime si trasformarono in stelle cadenti che ricadono alla data della sua morte.
Fenomeno naturale: sciame delle Perseidi
Le stelle cadenti nella notte di san lorenzo sono uno sciame di meteore che cadono tra la notte del 9 e 10 agosto. C’è da sottolineare che in realtà questo sciame dura per tutto il mese di agosto.
Tuttavia non sono stelle cadenti ed è per questo che i desideri in questa notte non si esaudiscono mai. Esse non sono stelle, ma meteoriti, dunque non concedono desideri. Lo sciame di meteoriti acquista una colorazione dorata, molto intensa, che spicca nel buio della notte.
Il fenomeno avviene per uno sgretolare di meteoriti appartenenti alla costellazione di Perseo, l’eroe che uccise medusa. La costellazione è contenuta da un ammasso doppio di stelle e meteoriti. In base ad un “curioso” fenomeno ciclico, molte di esse iniziano a sgretolarsi. Da qui nasce poi lo sciame che si mostra come le “stelle cadenti” nella notte del 10 agosto.
Curiosità: uniamo spiegazione scientifica alla leggenda religiosa
Apriamo una piccola curiosità unendo il sacro al profano, cioè religione alla scienza. In realtà è vero che dopo che lo sciame di meteore, cioè di stelle cadenti, la terra diventa realmente molto più fertile. Oggi, tramite la scienza e le analisi o studi eseguiti, si nota che la composizione delle meteore ha una forte componente di cristalli solidificati, che si sciolgono rilasciando acqua e diversi Sali minerali, unita a materie organiche fossilizzate. Inoltre essi sono tenuti insieme da gas ionizzati. Dunque riescono a trattenere e a rilasciare lentamente l’acqua, producono ozono e ossigeno, riescono a “concimare” il terreno e di conseguenza si ha una ricca vegetazione.
Sottolineiamo che questo torna nuova mente a ricollegarsi allo sperma del dio priapo che si insinua nel ventre della terra per ricreare nuovamente vita, cioè producendo nuovi raccolti.
Il composto che riesce a trattenere umidità e ossigeno. In poche parole queste meteoriti sono uno dei concimi migliori che al momento esistono, ma che sono piuttosto difficili da recuperare.